lunedì 9 novembre 2015

Recensione: Crayon Shin-Chan: The Adult Empire Strikes Back

CRAYON SHIN-CHAN: THE ADULT EMPIRE STRIKES BACK
Titolo originale: Crayon Shin-chan - Arashi o Yobu Mōretsu! Otona Teikoku no Gyakushū
Regia:
Keiichi Hara
Soggetto & sceneggiatura: Keiichi Hara, Tsutomu Mizushima
Character Design: Katsunori Hara, Yuichiro Sueyoshi
Musiche: Shiro Hamaguchi, Toshiyuki Harakawa
Studio: Shin-Ei Animation
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 90 min. circa)
Anno di uscita: 2001


Yushito Usui inizia a disegnare Crayon Shin-Chan nel 1990, e proseguirà ininterrottamente, per vent’anni, fino alla morte causata da una caduta accidentale in montagna. Sgraziato, volgare, ingenuo ma sagace, disegnato con un tratto deformed e tremolante per accentuare la comicità prettamente slapstick e grossolana, Shin-Chan, cinque anni appena e una lingua che nessuno riesce a tenere a bada, vive con i genitori e la sorellina e passa le giornate a fare disastri. I guai combinati dal piccolo protagonista diventano presto un gran successo in Giappone (e non, un trancio di episodi semicensurato è arrivato anche in Italia con discreta popolarità): l’anime è trasmesso a partire dal 1992, continua tutt’ora con quasi mille episodi e più di venti film, e la sua realizzazione diventa banco di prova per vari nomi di futuro spicco di certa animazione. Masaaki Yuasa, Tsutomu Mizushima e Keiichi Hara si sono alternati, tra i vari, scrivendo e dirigendo numerose tornate di episodi, e proprio gli ultimi due nel 2001 sono autori di un film che, per i temi trattati, si stacca dalle regole basilari della serie mostrando un approccio molto più maturo e profondo pur non rinunciando alla comicità sciocca e di grana grossa.

Crayon Shin-chan: L'eccesso che richiama la tempesta! Il contrattacco dell'Impero degli adulti tenta la carta dell’ironia agrodolce, si scherza e si ride ma le gag sono poggiate su una riflessione ponderata e seriosa come avveniva nel Beautiful Dreamer (1984) di Mamoru Oshii quando venivano rilette le caratteristiche-tipo di Lamù la ragazza dello spazio (1981) con un’attenzione molto più intima. Sarà un po’ per l’atmosfera nostalgica che si respira (e in fondo la nostalgia è al centro della vicenda), sarà un po’ per la tenerezza evocata dagli avvenimenti tragicomici in cui rimane incastrato Shin-Chan, il film è in grado di toccare corde emozionali con una leggerezza e una semplicità che, conoscendo il personaggio e ciò che gli sta attorno, e quindi un già citato umorismo che non va mai oltre le scorrettezze più infantili fatte di cacca, rutti, scoregge, piscio e piselli al vento, eleva ancora più in alto il valore di un’opera che è piaciuta molto anche a Kenji Kamiyama1.

Si parla di ricordi e rimpianti, ma ciò che manca veramente agli adulti è quel sogno tanto atteso, tanto agognato da bambini e poi, una volta cresciuti e lasciata alle spalle una certa immaginazione, come insegna ahimè molte volte la vita, mai avveratosi o, ancor peggio, semplicemente dimenticato. Si diventa grandi, si diventa genitori, si crea una famiglia, nascono i figli, il tempo libero viene azzerato da lavoro e impegni, e quel modo meraviglioso di sognare infantile non trova più posto nella real life di tutti i giorni. Per ovviare al problema e insegnare di nuovo a fantasticare, in Giappone è arrivata una nuova attrazione, è una ricostruzione scenica del XX secolo, al suo interno appaiono opere andate in onda quando i genitori di Shin-Chan erano bambini, si va dai super sentai alle majokko, e chi ne paga il biglietto ne partecipa effettivamente come ne fosse il protagonista. All’entusiasmo iniziale segue un successo senza precedenti, tutti gli adulti non pensano che all’attrazione ideata da Ken e Chaco, il poter tornare bambini è qualcosa di così prezioso e agognato da avere la massima priorità su tutto. La vita vera non esiste più, rimane solo il sogno. E infatti, un giorno, di colpo, tutti gli adulti regrediscono a un’età mentale di pochi anni e fuggono verso quel nostalgico parco dei divertimenti: per i più piccoli è giunto il momento di cavarsela da soli e ricordare ai genitori il loro ruolo.


Dopo una lunga e spassosa parodia supereroistica, prontamente interrotta dai capricci di Shin-Chan, comincia così Il contrattacco dell'Impero degli adulti: non è un caso che ad aprire le danze sia una citazione dell’Expo di Osaka del 1970, evento fondamentale che in Giappone ha benevolmente corrotto la mente di milioni di bambini con slanci fantascientifici allora di meraviglia assoluta2 (e basti pensare a come lo sfrutta Naoki Urasawa in 20th Century Boys), perché quello che Ken e Chaco cercano di riportare in vita non è un citazionismo malinconico, ma un vero e proprio lifestyle che la modernità ha inevitabilmente divorato. Spargere l’odore del XX secolo per ipnotizzare gli adulti è quindi espediente anche profondo, dietro alla simpatia di un gas allucinogeno c’è l’amarezza per qualcosa che è cambiato e non può più essere tale, e che Ken e Chaco quella mancanza, in fondo, di maturità con cui affrontare le sempre più complesse difficoltà della vita.

E proprio in quest’ottica il momento migliore della pellicola, ma anche credo uno dei momenti più intensi e commoventi della Storia del Cinema tutta, piomba con la potenza di uno schiaffo ma anche con la grazia di un sorriso mostrando in pochi minuti tutta la vita di Hiroshi, il padre di Shin-Chan, quando torna a respirare il presente e la vita di tutti i giorni e si rende conto che è proprio grazie alla sua infanzia e alla sua crescita che adesso può essere l’uomo che è e amare la sua famiglia. È Cinema totale e lo è con quell’armonia che i soli i grandi capolavori riescono a sfoggiare, tanto da dare ancora più valore alla dolcezza con cui Shin-Chan si prende cura della sorellina, sgrida i genitori o tenta di fare il grande ora che i grandi si sono rincoglioniti e passano il tempo con i giocattoli. Naturalmente qui siamo su registri ben diversi e la comicità puzzolente e scemotta compare spesso per riportare in carreggiate più consone alla serie il film, o comunque per non dimenticarne la base di partenza, ma sarà per l’equilibrio altissimo che Hara e Mizushima mantengono, sarà per l’ispirazione che spinge la trama, le gag sono genuinamente divertenti e così ben innescate che una scoreggia e una pisciata di portata e lunghezza improbabili fanno ridere di cuore.

Voto: 8 su 10

PREQUEL
Crayon  Shin-chan (1992-...; TV)
Crayon Shin-chan: Action Kamen VS Leotard Devil (1993; film)
Crayon Shin-chan: The Secret Treasure of Buri Buri Kingdom (1994; film)
Crayon Shin-chan: Unkokusai's Ambition (1995; film)
Crayon Shin-chan: Adventure in Henderland (1996; film)
Crayon Shin-chan: Pursuit of the Balls of Darkness (1997; film)
Crayon Shin-chan: Bltzkrieg! Pig's Hoof's Secret Mission (1998; film)
Crayon Shin-chan: Explosion! The Hot Spring's Feel Good Final Battle (1999; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Jungle (2000; film)

SEQUEL
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Battle of the Warring States (2002; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! Yakiniku Road of Honor (2003; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Kasukabe Boys of the Evening Sun (2004; film)
Crayon Shin-chan: The Legend Called! Buri Buri 3 Minutes Charge (2005; film)
Crayon Shin-chan: The Legend Called! Dance! Amigo! (2006; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Singing Buttocks Bomb (2007; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Hero of Kinpoko (2008; film)
Crayon Shin-chan: Roar! Kasukabe Animal Kingdom (2009; film)
Crayon Shin-chan: Super-Dimension! The Storm Called My Bride (2010; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! Operation Golden Spy (2011; film
Crayon Shin-chan: The Storm Called!: Me and the Space Princess (2012; film)
Crayon Shin-chan: Very Tasty! B-class Gourmet Survival!! (2013; film)
Crayon Shin-chan: Serious Battle! Robot Dad Strikes Back (2014; film)
Crayon Shin-chan: My Moving Story! Cactus Large Attack! (2015; film)


FONTI
1 Intervista a Kenji Kamiyama pubblicata nel booklet allegato all'edizione Blu-ray di "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex" ("Quello che avrei voluto fare in Ghost in the Shell: SAC", Dynit, 2013, pag.5)
2 Post di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit) apparso nel forum Pluschan. http://www.pluschan.com/index.php?/topic/5205-il-contrattacco-dellimpero-degli-adulti/?p=355602

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