MEGAZONE 23 PART II
Titolo originale: Megazone 23 Part II
Regia: Ichiro Itano
Soggetto: Noboru Ishiguro
Sceneggiatura: Hiroyuki Hoshiyama
Character Design: Yasuomi Umetsu, Haruhiko Mikimoto
Mechanical Design: Shinji Aramaki
Regia: Ichiro Itano
Soggetto: Noboru Ishiguro
Sceneggiatura: Hiroyuki Hoshiyama
Character Design: Yasuomi Umetsu, Haruhiko Mikimoto
Mechanical Design: Shinji Aramaki
Musiche: Shiro Sagisu
Studio: Artland, Artmic, AIC
Formato: OVA (durata 81 min. circa)
Anno di uscita: 1986
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video
Studio: Artland, Artmic, AIC
Formato: OVA (durata 81 min. circa)
Anno di uscita: 1986
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video
Proseguono le avventure di Shogo e Yui, braccati dai militari della Megazone 23 e ora entrati nel gruppo di biker sovversivi capitanato dal ragazzo. L'eroe non ne può più di vivere nella gigantesca realtà illusoria creata da Bahamut, e così prende finalmente la decisione, coi suoi compagni, di attaccare la gigantesca Intelligenza Artificiale, per distruggerla e svelare l'inganno al resto della popolazione giapponese. Scoppia dunque una violenta guerra urbana tra i ragazzi e i militari sotto il comando di B.D. I motociclisti non sanno, però, che nello stesso tempo la guerra tra Megazone 23 e gli invasori extraterrestri sta volgendo al termine, e a breve la razza umana verrà estinta...
Nel marzo 1985 deve aver sorpreso un po' tutti lo strepitoso successo commerciale di Megazone 23, OVA schiaffato in vendita senza troppe aspettative e che condensava il materiale di un'abortita serie televisiva (dal finale addirittura aperto!), ma che, nonostante,questo, ha saputo entrare di diritto tra i best seller degli anime a pagamento, fornendo ai produttori la convinzione che, sì, esisteva un pubblico capace di spendere decine di migliaia di yen per una VHS di animazione. Si crea, grazie alle sue ottime vendite, una nuova moda, che inizia a dare vita a titoli sempre più numerosi rilasciati direttamente nell'home video, e la parte del leone viene ricoperta in questo senso da Anime International Company, tra i produttori di Megazone 23 e di svariati altri lavori che saranno rilasciati quell'anno (tra cui il fondamentale primo episodio di Fight! Iczer-1). Il merito della popolarità di Megazone 23 sicuramente consisteva nella sua trama avveniristica, ma anche per ciò che ha rappresentato: con i suoi colori sgargianti, le superbe animazioni e i disegni fighettosi, tutto realizzato da buona parte degli artisti di Fortezza Super Dimensionale Macross (1982) che potevano tornare a lavorare su un progetto esteticamente molto affine, era l'opera dava ufficialmente il via all'emigrazione nel mercato casalingo della "Seconda generazione di registi", che potevano così esprimere la loro passione e poetica trovando validi acquirenti tra i loro simili, gli otaku. Inevitabile, perciò, che con questo successo, l'anno successivo fosse la stessa AIC a promuovere un seguito del suo cult, per dare alla storia la sua agognata conclusione. Per l'occasione torna buona parte dello stesso staff, a eccezione dei chara designer originali Toshiki Hirano (presumibilmente impegnato in Iczer-1 e negli altri OVA che nel 1986 portano la sua firma) e Haruhiko Mikimoto (il nome di quest'ultimo nei credits, messo lì solo per questioni legali e per ricordare chi ha creato l'idol Eve, non deve trarre in inganno).
Megazone 23 Part II, per quanto controverso e, probabilmente per questo, dalle vendite sensibilmente inferiori al capostipite1, nonostante tutto rimane un ottimo episodio, che può vantare il grosso merito di dare un finale sensato e soddisfacente alla storia. La critica più comune che lo riguarda concerne il cambio di disegni, in riferimento al nuovo stile che stravolge quello precedente come un pugno in un occhio: dalle forme solari, deformed e "infantili" di Hirano si passa alle fisionomie realistiche e underground del nuovo arrivato Yasuomi Umetsu. Per il recensore, questa scioccante trovata significa personalità: alla sua prima prova assoluta in questa mansione, Umetsu, futuro papà dei discussi A-Kite (1999) e Mezzo Forte (2000), trova quel segno caratteristico che lo contraddistinguerà e renderà celebre, delineando personaggi dai look estremamente adulti, sexy e carnosi che non per nulla gli spianeranno la strada per il mondo delle produzioni erotiche. Il design non ha nulla in comune con il predecessore, tanto che i due eroi, fisicamente, neanche si riconoscono (a Yui sono cambiati pure forma e colore dei capelli), ma i disegni rimangono d'autore e davvero non si può davvero negare l'originalità del raccontare la stessa storia filtrata, graficamente, dalla sensibilità di artisti diversi e così distanti.
Nel marzo 1985 deve aver sorpreso un po' tutti lo strepitoso successo commerciale di Megazone 23, OVA schiaffato in vendita senza troppe aspettative e che condensava il materiale di un'abortita serie televisiva (dal finale addirittura aperto!), ma che, nonostante,questo, ha saputo entrare di diritto tra i best seller degli anime a pagamento, fornendo ai produttori la convinzione che, sì, esisteva un pubblico capace di spendere decine di migliaia di yen per una VHS di animazione. Si crea, grazie alle sue ottime vendite, una nuova moda, che inizia a dare vita a titoli sempre più numerosi rilasciati direttamente nell'home video, e la parte del leone viene ricoperta in questo senso da Anime International Company, tra i produttori di Megazone 23 e di svariati altri lavori che saranno rilasciati quell'anno (tra cui il fondamentale primo episodio di Fight! Iczer-1). Il merito della popolarità di Megazone 23 sicuramente consisteva nella sua trama avveniristica, ma anche per ciò che ha rappresentato: con i suoi colori sgargianti, le superbe animazioni e i disegni fighettosi, tutto realizzato da buona parte degli artisti di Fortezza Super Dimensionale Macross (1982) che potevano tornare a lavorare su un progetto esteticamente molto affine, era l'opera dava ufficialmente il via all'emigrazione nel mercato casalingo della "Seconda generazione di registi", che potevano così esprimere la loro passione e poetica trovando validi acquirenti tra i loro simili, gli otaku. Inevitabile, perciò, che con questo successo, l'anno successivo fosse la stessa AIC a promuovere un seguito del suo cult, per dare alla storia la sua agognata conclusione. Per l'occasione torna buona parte dello stesso staff, a eccezione dei chara designer originali Toshiki Hirano (presumibilmente impegnato in Iczer-1 e negli altri OVA che nel 1986 portano la sua firma) e Haruhiko Mikimoto (il nome di quest'ultimo nei credits, messo lì solo per questioni legali e per ricordare chi ha creato l'idol Eve, non deve trarre in inganno).
Megazone 23 Part II, per quanto controverso e, probabilmente per questo, dalle vendite sensibilmente inferiori al capostipite1, nonostante tutto rimane un ottimo episodio, che può vantare il grosso merito di dare un finale sensato e soddisfacente alla storia. La critica più comune che lo riguarda concerne il cambio di disegni, in riferimento al nuovo stile che stravolge quello precedente come un pugno in un occhio: dalle forme solari, deformed e "infantili" di Hirano si passa alle fisionomie realistiche e underground del nuovo arrivato Yasuomi Umetsu. Per il recensore, questa scioccante trovata significa personalità: alla sua prima prova assoluta in questa mansione, Umetsu, futuro papà dei discussi A-Kite (1999) e Mezzo Forte (2000), trova quel segno caratteristico che lo contraddistinguerà e renderà celebre, delineando personaggi dai look estremamente adulti, sexy e carnosi che non per nulla gli spianeranno la strada per il mondo delle produzioni erotiche. Il design non ha nulla in comune con il predecessore, tanto che i due eroi, fisicamente, neanche si riconoscono (a Yui sono cambiati pure forma e colore dei capelli), ma i disegni rimangono d'autore e davvero non si può davvero negare l'originalità del raccontare la stessa storia filtrata, graficamente, dalla sensibilità di artisti diversi e così distanti.
Anche lo spirito della trama cambia completamente: dal thriller robotico si passa all'action puro, raccontando la guerra tra bikers e militari vissuta in una spettacolare guerra urbana che, con vertiginosi inseguimenti in moto, sparatorie ed esplosioni, vale da sola il prezzo del biglietto. A questa meraviglia danno vita, come sempre, fluidissime animazioni (si sente l'apporto del neo-entrato studio d'animazione AIC), un'avvincente regia, le martellanti tracce musicali di Shiro Sagisu, la solita grandinata di brani j-pop cantati dall'idol fittizia Eve e fanservice vario (mecha splendenti e dettagliati come da tradizione e distruzioni ovunque). Come nel primo episodio, non mancano neanche stavolta intermezzi adulti, addirittura enfatizzati dal seducente chara design di Umetsu: le esplicite scene di sesso e violenza sono presenti in dosi ancora più massicce e contribuiscono a immergere lo spettatore nelle cupe atmosfere del racconto, tra militari eviscerati dagli alieni in impressionanti scene splatter e fatiscenti centri sociali nei quali bazzica il gruppo di biker di Shogo, dove sono di regola nuvoloni di fumo, fiumi di alcool e disinibizione sessuale. Non mancano neppure echi tominiani nella filosofia - un po' spicciola, bisogna dirlo - del ragazzo buono che detesta il mondo cinico degli adulti e gli si ribella, risaltato dal rapporto di ostilità tra Shogo e il militare "tutto d'un pezzo" B.D., machiavellico ma anche nostalgico per le pulsioni idealistiche giovanili, basato su scambi di battute che sembrano provenire da una classica serie televisiva Sunrise (e non per nulla lo sceneggiatore Hiroyuki Hoshiyama viene proprio da lì...).
Le rivelazioni di Eve e un evocativo finale, perfetto (si risolvono tutti i misteri di Bahamut e del programma ADAM), che non sente il bisogno del secondo seguito che verrà realizzato anni dopo, chiudono nel migliore dei modi una storia intrigante e ottimamente realizzata, che non avrà avuto il successo commmerciale del primo capitolo ma ha fatto la sua parte nel dare gloria al mondo dell'animazione home video, unico mercato, ormai, dove il robotico d'autore poteva ancora dire qualcosa nella seconda metà degli anni '80, visto che in TV era ormai sparito dopo il 1985.
Come per gli altri episodi di Megazone 23, anche il secondo gode in Italia di un'ottima edizione in DVD curata da Yamato Video, con video perfetto e ottimi doppiaggio e adattamento.
Voto: 8 su 10
PREQUEL
Megazone 23 Part I (1985; OVA)
SEQUEL
Megazone 23 Part III (1989; serie OVA)
FONTI
1 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 178
3 commenti:
Già che ci sono dico la mia anche su questa seconda parte, che mi ha convinto pochino. Al di là della brillante idea di stravolgere il chara-design che, nonostante sia meno nelle mie corde, rimane oggettivamente di ottimo livello (a differenza del penoso terzo), manca proprio di sostanza.
In primis a causa dei protagonisti che vengono appiattiti e snaturati. Il teppistello sborone e la frivola ragazza alla "sposerò simon le bon" diventano degli spenti eroi di plastica innamorati e uniti per sconfiggere il male, senza più mezza sfumatura. Che cozzano non poco in mezzo agli altri biker che, certo non lasciano il segno, ma almeno sono credibili nel loro steretipo. Interessante anche l'idea di sviluppare la storia su due binari opposti (quello lento, statico e serioso dell'ambiente militare e quello più movimentato e cazzaro dei motociclisti) che poi si incrociano nella battaglia. Purtroppo coinvolgimento zero, mi sono annoiato e verso il finale ho preso sonno. Un 5 e mezzo rammaricato.
p.s.: ti segnalo un errore, la regia è di Ichiro Itano e non di Ishiguro
Innanzitutto grazie per la correzione, mi era scappato l'errore.
Nel complesso Megazone 23 Part II mi piace tanto quanto il primo, appunto per il suo essere così diverso nel design e nello spirito ma nel concludere comunque, più che degnamente, l'intera storia. Vero che i personaggi non sono nulla di che, ma del resto questa puntata punta direttamente all'action puro, e sotto questa luce per me è fatta benissimo.
Del terzo ep purtroppo ho cancellato la vecchia rece e devo riscriverla da zero. Comunque per me il design dei personaggi è sempre uno splendore, ma effettivamente la storia è inutilmente noiosa e confusionaria.
Se ti interessa, Stefano, ora puoi commentare la rece di Megazone 23 Part III :)
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