GURREN LAGANN (BILOGIA CINEMATOGRAFICA)
Titoli originali: Gekijōban Tengen Toppa Gurren Lagann - Guren-hen; Gekijōban Tengen Toppa Gurren Lagann - Lagann-hen
Regia: Hiroyuki Imaishi
Soggetto: GAINAX
Sceneggiatura: Kazuki Nakashima
Character Design: Atsushi Nishigori
Mechanical Design: You Yoshinari
Musiche: Taku Iwasaki
Studio: GAINAX
Formato: serie di 2 lungometraggi (durata film 118 min. circa)
Anni di uscita: 2008 - 2009
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Dynit
Innegabilmente più corposo e ispirato il secondo che esce nel 2009, The Lights in the Sky are Stars, dove si esprimono per davvero le nuove ambizioni del regista Hiroyuki Imaishi. Se il primo rinarra a sufficienza l'arco iniziale della storia, non soffermandosi particolarmente nelle caratterizzazioni dei personaggi, questo li dimentica ancor più strada, ma in compenso trasformandosi in qualcos'altro. Riducendo al minimo spazio possibile la macchiavellica personalità di Rossiu, le ragioni di Yoko per tornare a combattere e i numerosi quanto inutili comprimari, utilizza il budget per privilegiare ancora più enfasi su combattimenti, esplosioni e fusioni gigantesche, rendendo il secondo arco narrativo un matrioska di colori ed effetti speciali che, in cambio di caratterizzazioni sui generis di quasi tutti i personaggi chiave, ulteriormente appiattiti, si esprime nei più lunghi, frenetici, estenuanti e ammalianti scontri mai visti, un memorabile inno al fanservice robotico, alla sboroneria più estrema e alle soluzioni registiche più incredibili.
Invenzioni grafiche, orge di esplosioni apocalittiche, trip psichedelici a base di cazzotti e powerball che si scontrano con violenza esorbitante in un caleidoscopo di colori sgargianti, lunghissimi piano sequenza, una regia frenetica dall'inizio alla fine che non conosce MAI pausa... La meraviglia visiva del film è impossibile da rendere a parole. Guardare questo film significa assistere alla summa visiva estrema del genere, la spettacolarità totale fatta film, con robot colossali che a furia di strabilianti trasformazioni e fusioni arrivano a ingigantirsi fino a divenire più grandi dell'universo stesso devastandosi in modo bestiale e scagliandosi contro pianeti. Di grande impatto le aggiunte inedite: diversi personaggi questa volta non muoiono, e anzi partecipano allo scontro finale con il signore degli Anti-Spiral attraverso nuove memorabili evoluzioni del Lagann. Si arriva così al più lungo scontro finale tra robot di umana memoria, quasi 40 minuti di ininterrotte esplosioni cosmiche e devastazioni. Finale purtroppo identico all'originale (un sad ending palesemente gratuito), ma il film va visto. Di certo per meriti NON narrativi e sotto questo punto di vista si potrebbe rinfacciare a GAINAX di non riuscire a migliorare i difetti dell'originale ampliandoli pure, ma vogliamo davvero perderci la più grande sboronata robotica di tutti i tempi? Prima di qualsiasi altra cosa, The Lights in the Sky are Stars è un'esperienza.
Inclusi come extra, nei due dvd Dynit, anche gli 8 episodi che compongo la prima stagione del progetto Gurren Lagann Parallel Works. Otto tracce video, dalla durata variabile dai tre ai sei minuti, in cui il folto cast di animatori di GAINAX rilegge i migliori brani musicali di Gurren Lagann costruendoci sopra vicende inedite ambientate in universi paralleli. Una produzione riuscita, sia musicalmente che dal punto di vista creativo. Peccato manchi la seconda, composta da altri sette videoclip.
Voto a Gurren Lagann Movie I - Chilhood's End: 6,5 su 10
Voto a Gurren Lagann Movie II - The Lights in the Sky are Stars: 7 su 10
Regia: Hiroyuki Imaishi
Soggetto: GAINAX
Sceneggiatura: Kazuki Nakashima
Character Design: Atsushi Nishigori
Mechanical Design: You Yoshinari
Musiche: Taku Iwasaki
Studio: GAINAX
Formato: serie di 2 lungometraggi (durata film 118 min. circa)
Anni di uscita: 2008 - 2009
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Dynit
Il piccolo Simon e l'amico del cuore
Kamina vivono nel villaggio di Jiha, in un pianeta Terra desertico e
governato con pugno di ferro dall'impero dei gunmen che costringe gli
umani a vivere sottoterra. Simon è uno timido scavatore, Kamina uno
scavezzacollo che non vede l'ora di uscire in superficie e andare
all'avventura. L'incontro con la bella Yoko, provieniente dall'esterno, e
il ritrovamento di una piccola e misteriosa trivella, capace di
attivare il buffo e potente robot Lagann, cambiano le loro vite: usciti
dal villaggio, vivranno una straordinaria avventura che li porterà a
guidare una ribellione contro l'esercito dei gunmen.
Come di norma, serie di successo = film riassuntivo, e neanche Gurren Lagann sfugge alla regola. Ecco quindi uscire, giusto un anno dopo l'avveniristica serie televisiva, due lungometraggi celebrativi nati con l'originalissimo e indispensabile intento di riassumerla. Ambizioni artistiche (migliorare il secondo discusso arco narrativo) o voglia di spremere fino all'inguardabile la gallina dalle uova d'oro? L'uno e l'altro.
Il primo che ne esce nel 2008, Childhood' End, pende maggiormente nel primo punto, posizionandosi qualitativamente al ribasso dell'arco narrativo originale (ep.1-13) per la mancata presentazione di molti elementi dell'imponente cast. Rimane comunque tangibile la cura con cui è realizzato, non perdendosi troppo in lungaggini, scorrendo con ritmo e mantenendo una coerenza narrativa, pienamente apprezzabile anche dai neofiti visto che i personaggi principali (Simon, Kamina, Yoko) sono presentati bene e male solo quelli secondari. Non mancano poi 20 minuti di animazione inedita, usati per presentare in modo diverso l'episodio iniziale ma sopratutto a narrare, se possibile con ancora più spettacolarità, lo scontro finale tra la Brigata Gurren e i generali gunmen poco dopo l'arrivo di Nia nel gruppo, protagonisti di un'unica maxi battaglia dove si susseguono nuove trasformazioni impossibili e strabilianti mazzate. Lo scopo del film è bene o male raggiunto: la qualità tecnica è fuori discussione (invero eccellente, degna delle animazioni action mozzafiato della serie tv e del maggior budget per l'uscita nelle sale) e c'è poco altro da dire se non che si è di fronte a un filmone di montaggio di buon livello, che riporta i fan ad assaporare il sense of wonder originale, a riemmergersi nelle curve della procace Yoko e ad apprezzare alcune spettacolari sequenze inedite, deliziando i neofiti con un buon antipasto del folle mondo di Gurren Lagann la cui visione rimane però, per solidità narrativa, decisamente imprescindibile per apprezzare pienamente la storia di Kazuki Nakashima.
Il primo che ne esce nel 2008, Childhood' End, pende maggiormente nel primo punto, posizionandosi qualitativamente al ribasso dell'arco narrativo originale (ep.1-13) per la mancata presentazione di molti elementi dell'imponente cast. Rimane comunque tangibile la cura con cui è realizzato, non perdendosi troppo in lungaggini, scorrendo con ritmo e mantenendo una coerenza narrativa, pienamente apprezzabile anche dai neofiti visto che i personaggi principali (Simon, Kamina, Yoko) sono presentati bene e male solo quelli secondari. Non mancano poi 20 minuti di animazione inedita, usati per presentare in modo diverso l'episodio iniziale ma sopratutto a narrare, se possibile con ancora più spettacolarità, lo scontro finale tra la Brigata Gurren e i generali gunmen poco dopo l'arrivo di Nia nel gruppo, protagonisti di un'unica maxi battaglia dove si susseguono nuove trasformazioni impossibili e strabilianti mazzate. Lo scopo del film è bene o male raggiunto: la qualità tecnica è fuori discussione (invero eccellente, degna delle animazioni action mozzafiato della serie tv e del maggior budget per l'uscita nelle sale) e c'è poco altro da dire se non che si è di fronte a un filmone di montaggio di buon livello, che riporta i fan ad assaporare il sense of wonder originale, a riemmergersi nelle curve della procace Yoko e ad apprezzare alcune spettacolari sequenze inedite, deliziando i neofiti con un buon antipasto del folle mondo di Gurren Lagann la cui visione rimane però, per solidità narrativa, decisamente imprescindibile per apprezzare pienamente la storia di Kazuki Nakashima.
Innegabilmente più corposo e ispirato il secondo che esce nel 2009, The Lights in the Sky are Stars, dove si esprimono per davvero le nuove ambizioni del regista Hiroyuki Imaishi. Se il primo rinarra a sufficienza l'arco iniziale della storia, non soffermandosi particolarmente nelle caratterizzazioni dei personaggi, questo li dimentica ancor più strada, ma in compenso trasformandosi in qualcos'altro. Riducendo al minimo spazio possibile la macchiavellica personalità di Rossiu, le ragioni di Yoko per tornare a combattere e i numerosi quanto inutili comprimari, utilizza il budget per privilegiare ancora più enfasi su combattimenti, esplosioni e fusioni gigantesche, rendendo il secondo arco narrativo un matrioska di colori ed effetti speciali che, in cambio di caratterizzazioni sui generis di quasi tutti i personaggi chiave, ulteriormente appiattiti, si esprime nei più lunghi, frenetici, estenuanti e ammalianti scontri mai visti, un memorabile inno al fanservice robotico, alla sboroneria più estrema e alle soluzioni registiche più incredibili.
Invenzioni grafiche, orge di esplosioni apocalittiche, trip psichedelici a base di cazzotti e powerball che si scontrano con violenza esorbitante in un caleidoscopo di colori sgargianti, lunghissimi piano sequenza, una regia frenetica dall'inizio alla fine che non conosce MAI pausa... La meraviglia visiva del film è impossibile da rendere a parole. Guardare questo film significa assistere alla summa visiva estrema del genere, la spettacolarità totale fatta film, con robot colossali che a furia di strabilianti trasformazioni e fusioni arrivano a ingigantirsi fino a divenire più grandi dell'universo stesso devastandosi in modo bestiale e scagliandosi contro pianeti. Di grande impatto le aggiunte inedite: diversi personaggi questa volta non muoiono, e anzi partecipano allo scontro finale con il signore degli Anti-Spiral attraverso nuove memorabili evoluzioni del Lagann. Si arriva così al più lungo scontro finale tra robot di umana memoria, quasi 40 minuti di ininterrotte esplosioni cosmiche e devastazioni. Finale purtroppo identico all'originale (un sad ending palesemente gratuito), ma il film va visto. Di certo per meriti NON narrativi e sotto questo punto di vista si potrebbe rinfacciare a GAINAX di non riuscire a migliorare i difetti dell'originale ampliandoli pure, ma vogliamo davvero perderci la più grande sboronata robotica di tutti i tempi? Prima di qualsiasi altra cosa, The Lights in the Sky are Stars è un'esperienza.
Inclusi come extra, nei due dvd Dynit, anche gli 8 episodi che compongo la prima stagione del progetto Gurren Lagann Parallel Works. Otto tracce video, dalla durata variabile dai tre ai sei minuti, in cui il folto cast di animatori di GAINAX rilegge i migliori brani musicali di Gurren Lagann costruendoci sopra vicende inedite ambientate in universi paralleli. Una produzione riuscita, sia musicalmente che dal punto di vista creativo. Peccato manchi la seconda, composta da altri sette videoclip.
Voto a Gurren Lagann Movie I - Chilhood's End: 6,5 su 10
Voto a Gurren Lagann Movie II - The Lights in the Sky are Stars: 7 su 10
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