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lunedì 12 aprile 2010

Recensione: Eureka Seven - The Movie

EUREKA SEVEN: THE MOVIE
Titolo originale: Kōkyō Shihen Eureka Seven: Pocket ga Niji de Ippai
Regia: Tomoki Kyoda
Soggetto: BONES
Sceneggiatura: Kenichi Yoshida
Character Design: Kenichi Yoshida
Mechanical Design: Shoji Kawamori, Hiroyuki Yanagise
Musiche: Naoki Sato
Studio: BONES
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 115 min. circa)
Anno di uscita: 2009
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Kaze 

 

Anno 2054: l'umanità è sconvolta da una terribile guerra con gli Image, misteriosi e aggressivi alieni apparsi dal nulla anni prima e che stanno lentamente estinguendo la razza umana. Renton Thurston, di soli 14 anni ma con un talento incredibile come pilota (a bordo del suo Nirvash, potente robot da guerra), si unisce quindi alla 303ª Divisione Indipendente di Combattimento militare guidata da Holland Novak. Renton cerca da anni di ritrovare Eureka, sua amica d'infanzia rapita dagli alieni, e durante una missione riesce finalmente a salvarla. Scoprirà non solo che lei è vista dall'esercito come la chiave per cambiare le sorti della guerra, ma anche che Holland e il resto della crew della Gekko Go, nave di guerra in cui lavora, sono custodi di un terribile segreto che riguarda sia lei che lui...

Il parere del Mistè

In moltissimi, all'annuncio del film di Eureka Seven (2005), nel 2008 si saranno domandati sconsolati il senso del consueto riassuntone cinematografico. Dubbi presto dissipati da successivi annunci di BONES, che senza girarci attorno lo presentarono come una nuova incarnazione della storia, composta per metà di scene riciclate e per l'altra animata da zero. Una trovata originale che, in anni di Special Edition inutili, suonava a ragione come una ventata d'aria fresca che faceva onore allo studio. Ma il destino sarà beffardo: se l'originale televisivo, narrativamente forse fin troppo derivativo, se la cavava discretamente bene, il lungometraggio, basato su un soggetto interessante e mai visto, alla sua uscita deluderà non solo i fan, ma anche gli spettatori occasionali a cui è dedicato. La trama sopra riportata anticipa giusta la mole smisurata di avvenimenti in un film complesso e pesante da seguire dal primo all'ultimo fotogramma, una storia gigantesca raccontata in velocità e con verbosismo in lunghissime, letargiche sequenze dialogiche. Non vi è traccia delle atmosfere fresche e spensierate della serie tv, Tasca piena di arcobaleni (titolo originale del banale The Movie italiano) ne è la perfetta antitesi, noioso, meccanico e per nulla stimolanti.

Esemplari i primi minuti, in cui si viene buttati di peso in un intreccio già corposissimo di terminologie tecniche e militari dove manca un protagonista di riferimento in cui immedesimarsi. Il giovane Renton dovrebbe ricoprire quel ruolo ma, come il resto del cast, è solo un banale attore che fa freddamente quello che deve, senza che ci sia il minimo tentativo di instaurare empatia. Difettando di un'adeguata presentazione già in partenza il lungometraggio non decolla e non ingrana mai, riconducendosi a un monologo di due ore, diretto con distacco, dove numerosi personaggi non fanno altro che parlare, discutere e fare quello che devono infischiandosene che chi guarda è spaesato e/o in letargo. Probabilmente lo sceneggiatore Kenichi Yoshida -  proveniente dalla serie tv - pensa che le caratterizzazioni sono già conosciute ed è inutile riproporle, ma questo è paradossale visto non solo che il film nasce per ispirare lo spettatore a guardare l'originale, ma sopratutto perché saranno proprio i fan a storcere maggiormente il naso.


Alcuni di essi potrebbero apprezzare l'idea di un un Eureka Seven "stravolto" dove cambiano i ruoli di buona parte dei personaggi: l'idea di una dimensione alternativa creata da uno degli Scub Coral della serie TV è intrigante nelle premesse (tanto che viene utilizzata anche nel successivo seguito, Eureka Seven - Astral Ocean, 2012), e permette di dissacrare in modo innocuo le fondamenta della storia, trasformando in villain quelli che prima erano eroi e fornendo una versione alternativa del Nirvash (qui un esserino kawaii che si trasforma nel mecha). È purtroppo nella cura di contorno che fallisce il tentativo BONES di ristupire i fan. Si può sapere perché la meravigliosa colonna sonora di Naoki Sato è usata poco e male? E perché la realizzazione tecnica è così deludente, con animazioni identiche alla serie TV (invero ottime, ma da un filmone ci si aspetta molto di più)? Il film di Eureka Seven di potenzialità ne aveva molte e va dato atto a BONES di essersi sforzato di presentare qualcosa di nuovo, ma una sceneggiatura mal sviluppata rovina un soggetto potenzialmente ottimo ma fin troppo carismatico, del tipo che non sfigurerebbe neanche in una lunga serie televisiva. Solo gli appassionati più sfegatati apprezzeranno un film martoriato da un didascalismo eccessivo.

Voto: 5 su 10

Il parere del Corà

Prodotto insolito e curioso, il film ispirato alla serie tv Eureka Seven non è né un riassunto della lunga saga episodica né un remake più o meno fedele, ma bensì una storia completamente inedita, che non ha nulla a che vedere con l’opera originale se non per il chara design e i nomi dei protagonisti.

Pellicola lunga (quasi due ore) e ambiziosamente complessa, Eureka Seven: The Movie mette a dura prova la tenacia mentale di qualsiasi spettatore data una quantità sproporzionata di personaggi, eventi, flashback, doppi giochi e colpi di scena variopinti che formano un’architettura spaventosamente intricata, nella quale è facile smarrirsi e boccheggiare. Un simile calderone di idee avrebbe potuto tranquillamente sorreggere una serie tv di 13 o anche 26 episodi, ed è facile quindi immaginare quanto la compressione a volte rischi di far esplodere l’intera opera. Tuttavia, tentare di appigliarsi all’intuito e seguire un plot così arzigolato è soddisfazione appagante quando i primi nodi cominciano a venire al pettine, preparando a una mezz’ora finale di grande stravaganza visiva e narrativa. La complessità spaesante non deve infatti spaventare perché piace, e molto, la genuitità degli spunti di cui il lungometraggio è colmo, sintomo di un lavoro creativo accurato che richiede sì massima attenzione per essere svelato, ma da cui deriva estrema gratificazione man mano che il film volge al termine. Le sequenze dialogiche, di cui il film è zeppo, sono infatti lunghe e ispirate, forse troppo didascaliche ma comunque sempre interessanti, perché mai si avverte la sensazione di artificiosità o di spiegone narrativo stopposo e necessario a far proseguire la trama. E si può così notare che, nella sua devastante molteplicità di trame, il lungometraggio è innegabilmente ben costruito.


Trattandosi di un film cinematografico la qualità delle animazioni, ancorate a requisiti monetari tipici delle serie TV, non è così soddisfacente come ci si potrebbe aspettare, come non lo sono i parziali riciclaggi di scene originali (poche, e comunque riadattate alla nuova storia). Malgrado ciò, il lungometraggio presenta momenti di straordinaria magnificienza visiva, sui quali lo staff deve aver puntato ogni yen: i combattimenti tra Nirvash sono infatti di una bellezza grafica e soprattutto registica da rimanere a bocca spalancata per le incredibili acrobazie aeree e i virtuosismi di camera. Leggermente meno bene sul versante musicale, dove le splendide musiche originali vengono utilizzate solo in parte lasciando una certa amarezza per la solenne epicità sinfonica di cui, a tratti, si sente la mancanza.

Difficile ma appagante, non imprescindibile ma efficacemente piacevole, il film di Eureka Seven richiede non pochi sforzi cerebrali per essere compreso in ogni sua parentesi, ma, per quanto sicuramente inferiore alla serie da cui deriva, sarebbe un delitto sottrarsi alla visione e privarsi di due ore di sofisticate ma attraenti elucubrazioni mentali.

Voto: 8 su 10

PREQUEL
Eureka Seven (2005-2006; TV)

SEQUEL
Eureka Seven: Astral Ocean (2012; TV)
Eureka Seven AO : The Flowers of Jungfrau (2012; OVA)

1 commento:

  1. per uno come me che non ha visto la serie animata ma solo questo film la recensione da condividere è la seconda (quella di Corà)...in una parola intenso

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