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lunedì 26 aprile 2010

Recensione: First Squad

FIRST SQUAD
Titolo originale: Первый отряд
Regia: Yoshiharu Ashino
Soggetto e sceneggiatura: Molot Entertainement (Aljosha Klimov, Misha Shprits)
Character Design: Hirofumi Nakata
Musiche: DJ Crush
Studio: Studio 4°C
Formato: film cinematografico (durata 72 min. circa)
Anno di uscita: 2009
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Sony

 
1942, Seconda Guerra Mondiale, Stalingrado. L'armata rossa resiste con fatica agli attacchi degli invasori tedeschi. All'ombra del conflitto si muove però un altro scenario di battaglia, quello tra i leggendari templari del barone von Wolff, evocati dai medium dell'esercito nazista, e una speciale unità russa dedita a ricerche sul paranormale. In quest'ultima entra presto a far parte la bella Nadja, dotata di intensi poteri spirituali, che per il bene della patria compie un pericoloso viaggio nell'aldilà...

First Squad è il classico film tanto ambizioso nelle intenzioni quanto deludente nella resa. Famoso per essere, più che altro, la prima, storica co-produzione animata nippo-russa, il lavoro del rinomato Studio 4°C si presenta inizialmente benissimo allo spettatore, con una confezione suggestiva, salvo scadere notevolmente sul piano contenutistico. Mediante un soggetto scritto dalla russa Molot Entertainment e con la consueta, eccellente cura nelle animazioni, lo studio ambienta nei campi di battaglia russi, ricostruiti con un gran gusto estetico e mirabilmente risaltati dalla fotografia, un'oscura storia di fantasmi, traendo spunto dal conosciuto e documentato interesse di nazisti e russi per riti pagani e ricerche sul paranormale (noti al grande pubblico sopratutto attraverso la saga cinematografica di Indiana Jones). Per dare risalto alla natura produttiva del progetto la lingua parlata è il russo e, addirittura, come chicca finale, la vicenda è spesso frammentata, quasi a suggerirne una natura semi-documentaristica, da inserti reali con storici e veterani che ricordano i tratti salienti della guerra, alla stregua di un mockumentary. Di un certo interesse storico per l'ambientazione e visivo per le evocative, fredde ambientazioni della tundra sovietica, First Squad trova però, all'infuori degli aspetti di originalità, un risultato abbastanza anonimo. La storia portante, già potenzialmente causa di storcere di nasi per il suo mescolare guerra, Storia e fantastico filtrato da estetica e sensibilità pienamente giapponesi - non mancano intermezzi di arti marziali e una protagonista che va in giro equipaggiata con una katana-, non è semplicemente convincente lungo il suo dipanarsi.

Se già l'idea della protagonista medium usata dall'Armata Rossa per richiamare spiriti di "compagni" in chiave anti-tedesca è ridicola nelle premesse - e le cosa peggiora quando partono le battaglie tra loro e i cavalieri templari nazisti -, non soddisfa le aspettative neppure la loro caratterizzazione: troppi per la breve durata dell'opera, personalità appena abozzate e poco interessanti, tanto che i vari decessi che si consumano non dicono niente. Non soddisfano poi ingenuità e sottigliezze varie, con una la lingua russa - inizialmente elemento di un certo stile - che perde tutto il suo carisma quando è usata per dare voce anche ai tedeschi, e gli intermezzi live coi reduci di guerra presenti in numero così elevato da spezzettare troppo l'azione divenendo presto snervanti. Ma il peggior problema di First Squad non può che essere l'incompletezza narrativa.


Non si pretende una storia meticolosamente chiusa in ogni aspetto, questo è chiaro, ma se si scomodano super villain, sicari carismatici e sopratutto spiriti e mostri, che senso ha dimenticarseli per strada nello svolgimento dell'intreccio? Tutto questo si nota nel finale improvviso che chiude il film quasi di punto in bianco e che non ha alcun interesse nel far venire al pettine la moltitudine di nodi evocati durante lo svolgimento della trama. Probabile fosse previsto un seguito, ma in assenza di questo la storia rimane chiaramente tronca e piena di sottotrame e personaggi non sviluppati. Ragione, questa, per cui in definitiva First Squad si ricorda unicamente come un intrigante progetto più per meriti visivi, storici e sonori che per vere ambizioni narrative. Facile farsi rapire dalla meraviglia grafica dei titoli d'apertura, dagli splendidi e innevati paesaggi russi, da treni, abbigliamenti, tecnologie, armi e architetture della Russia di metà 900 che vivono una seconda giovinezza grazie alla sontuosa ricostruzione visiva di Studio  4°C, ma è giusto un'oretta di meraviglia con cui rivivere la Seconda Grande Guerra attraverso gli inediti occhi dei comunisti, poco altro. Temo che in ambito cinematografico Il nemico alle porte, da solo e pure mancante del parlato sovietico, ha dato molto di più.

Voto: 6 su 10

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