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venerdì 11 giugno 2010

Recensione: Gin Rei - The Animation

GIN REI: THE ANIMATION
Titolo originale: Gin Rei - The Animation
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Mitsuteru Yokoyama)
Sceneggiatura: Hiroshi Ueda, Yuu Sugitani, Michiko Yokote
Character Design: Toshiyuki Kubota
Mechanical Design: Takashi Watabe
Musiche: Masamichi Amano
Studio: Mu Animation Studio
Formato: serie OVA di 3 episodi (durata ep. 40 min. circa)
Anni di uscita: 1994 - 1995


Progetto insolito questo Gin Rei: The Animation (1994), che sfrutta l’amabile, deliziosa eroina omonima, tanto idolatrata in Giappone per indubbie qualità fisiche e non solo, per spogliarla il più possibile rendendola protagonista di tre episodi demenziali legati all’universo di Giant Robot (1992), l’inarrivabile serie OVA scritta e diretta da Yasuhiro Imagawa. Spin-off da intendersi come storia alternativa rispetto a quello raccontata in Giant Robot, e non quindi un approfondimento, Gin Rei, oltre ovviamente alla ragazza, cala i protagonisti dell’anime di Imagawa, da Daisaku a Lord Albert, da Tetsugyu a Taiso, e via via tutti gli altri, in tre mini storie spiritose e pungenti, slegate tra loro, che giocano le carte di un erotismo patinato, quasi ecchi, e di una comicità fracassona e demente che strappa ben più di una risata. Complice il conturbante, svestito corpo della carismatica ragazza, Gin Rei è un susseguirsi ininterrotto di chiare allusioni sessuali, buffe depravazioni e ironiche scostumatezze, senza mai esagerare, senza mai superare un certo limite che snaturerebbe la natura seducente del personaggio, ma donando invece un’oretta e venti di risate, anche a voce alta.

È nei primi due episodi che dà il meglio di sé, racchiudendo in cinquanta minuti scarsi una manciata di idee esilaranti, merito di una sceneggiatura spigliata, condita da dialoghi frizzanti e divertenti, che ben inscenano, nella puntata iniziale, Barefoot Gin Rei, il rapimento della ragazza a opera dei Big Fire e la tortura ad alto tasso erotico che subisce. Ancora più esplosiva la seconda, The Mighty Gin Rei, che presenta una trama più complessa e meglio costruita, sgancia una bomba comica incontenibile con protagonista Daisaku, e fa scontrare il Giant Robot contro la sua versione in gonnella, una Gin Rei Robot a cui non bisogna letteralmente guardare sotto le gonne, pena una colossale scarica di missili. Il più fiacco e meno convincente è invece il terzo, Gin Rei's Blue Eyes, totalmente slacciato dagli altri due e dal concept più affine a Giant Robot, se non per Gin Rei, Tetsugyu e alcuni comprimari. Ambientato in uno strampalato scenario che mescola selvaggio west, suggestioni desertiche orientali e pura avventura archeologica, l’episodio si risolve in una svogliata battaglia contro un mad doctor, senza però l’incisività spassosa delle prime due puntate. Manca infatti quel taglio demenziale, quelle tentazioni autoironiche, e Gin Rei si conclude un po’ così, perdendo l’effervescenza dalla parte iniziale.


Resta comunque un simpatico OVA, impreziosito da quel chara design tipicamente old style e da discrete animazioni, per quanto lontane dal capostipite: visione imprescindibile per chi ha amato Giant Robot (alcuni siparietti sulle vite private dei protagonisti sono comicamente geniali), opera invece sorvolabile per tutti gli altri, che capirebbero poco o nulla di tutte le citazioni, i rimandi e gli ammiccamenti al capolavoro di Imagawa.

Voto: 6,5 su 10

RIFERIMENTO
Giant Robot (1992-1998; serie OVA)

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