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lunedì 30 agosto 2010

Recensione: Space Pirate Captain Herlock - The Endless Odyssey

SPACE PIRATE CAPTAIN HERLOCK: THE ENDLESS ODYSSEY
Titolo originale: Uchū Kaizoku Captain Herlock - The Endless Odyssey
Regia: Rintaro
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Leiji Matsumoto)
Sceneggiatura: Sadayuki Murai
Character Design: Nobuteru Yuki
Mechanical Design: Masami Ozone, Katsuya Yamada
Musiche: Takayuki Hattori
Studio: Mad House
Formato: serie OVA di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 2002 - 2003
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Shin Vision

 
Qual è il mistero dei Noo, inquietanti alieni legati alle origini della nascita della Terra? Perché stanno eliminando tutti coloro che vengono a conoscenza della loro esistenza? Capitan Herlock e il fedele equipaggio dell'Arcadia tentano di scoprirlo per poter far fronte alla loro enigmatica minaccia, trovandosi però costretti anche ad affrontare le forze federali terrestri che li ricercano da tempo...

Capitan Harlock è un mito, non si discute. Così come è innegabile il contributo del suo autore Leiji Matsumoto al mondo dell'animazione dagli occhi a mandorla, che col suo imponente affresco spaziale e lo stile di narrazione lirico ha scritto in esso pagine della Storia della fantascienza. Inutile, però, provare a ricondurre una produzione come Endless Odyssey ai suoi meriti, sopratutto se da lui rinnegata e ricondotta a semplice creazione del collaboratore/regista Rintaro.

Endless Odyssey nasce inizialmente come media serie televisiva, ma ritardi nella produzione la portano a trasformarsi in una serie OVA di 13 puntate, troppe poche per contenere la mole di materiale inizialmente prevista. A metà tra seguito della famosa serie televisiva - ha luogo tempo dopo che l'equipaggio dell'Arcadia si è sciolto - e rifacimento/rivistazione vero e proprio - viste le consuete contraddizioni del Leijiverse e la scelta di sostituire la "a" del nome del protagonista con una "e" -, Endless Odyssey pone tutte le frecce del suo arco nella celebrazione dell'indimenticabile pirata spaziale. Celebrazione che se si limitasse al solo, epico e maestoso brano d'apertura strumentale andrebbe bene, ma, basata ripetutamente sul suo primissimo piano sbandierato in ogni episodio, irrita e basta. Non è un buon segno. Dietro la colonna sonora di alto livello e lo splendido chara design del veterano Nobuteru Yuki, rispecchiante il classico stile romantico-barocco di Matsumoto (ragazze altissime e slanciate dagli occhi giganteschi, protagonista dall'aspetto malinconico e decadente, personaggi secondari piccoli, tozzi e grotteschi a simboleggiare la loro insignificanza morale), si nasconde una storia noiosa e priva di interesse. Endless Odyssey è la sagra dell'autocompiacimento registico, talmente eccessivo da portare presto all'irritazione. Non si spiegherebbe altrimenti il letargico ritmo narrativo, perenne susseguirsi di atmosfere rarefatte, lunghi e infiniti silenzi, visioni oniriche e un didascalismo così esagerati da portare all'auto-punizione.


Quella presentata da Rintaro è una visione pesante come un macigno, fastidiosa e insopportabile, sopratutto perché si nota benissimo che i primi piani, le inquadrature fisse e i dialoghi lunghissimi e colmi di oratoria, che si presentano con chissà che ambizioni autoriali, vogliono solo mascherare la cura essenziale in sfondi e animazioni della produzione, appena sufficienti e retaggio di un budget non certo irresistibile, abbastanza indegno per il formato home video. Non ci vorrebbe niente a tagliare qualcuno degli infiniti dialoghi teatrali e ridondanti (rappresentanti il 95% di ogni puntata) per mandare avanti la storia senza mille lungaggini, ma così non è. Tutto è verboso e narcotico a livelli impossibili, causando così tanta noia da non permettere di seguire bene il lento dipanarsi della goffa trama, mix di horror e sci-fi per nulla in linea con la serie classica, che né affascina né inquieta da quant'è contorto, patinato e mal narrato il tutto. Colpa sicuramente da rinfacciare agli iniziali problemi produttivi che portano l'equivalente di 26 episodi a venire sintetizzati in soli 13, ma non si possono sorvolare sulle responsabilità e le deficienze narrative dello sceneggiatore Sadayuki Murai,  solitamente bravo ma in quest'occasione privo di idee, che scrive un horror superficiale e perfettino infarcito di retorica e gran discorsi che suonano come la fiera delle banalità, con villain insignificanti a livelli impossibili e che scade criminalmente proprio nel disegno psicologico degli eroi, freddissimi e indecifrabili a meno che non si conosca veramente bene la serie televisiva di riferimento. Un pasticcio. S'è visto decisamente di meglio in giro e, anche se il mito di Harlock certo non decaderà per merito di questa serie OVA, la delusione, inutile dirlo, è alta.

Voto: 5 su 10

3 commenti:

  1. Lo sto vedendo e sono all'ottava puntata, non sono un duro e puro otaku, eppure a differenza di quel che scrivi e dici a me sta piacendo parecchio. Trovo erronea la tua disanima praticamente su tutto, per carità rispetto la tua opinione, ma per ora la trama mi sta catturando bene e i personaggi psicologicamente sono rappresentati benissimo (a differenza di quel che tu scrivi).

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  2. Oh per carità, i gusti sono gusti e sono felice ti piaccia, almeno tu non rimpiangerai il tempo speso alla visione come invece ho fatto io :(
    Non riesco a condividere purtroppo nulla di ciò che dici, perché nel mio caso Endless Odyssey è stata una dura lotta a resistere contro il sonno :( Mi riesce solo di dire, a ricordi (la serie l'ho vista un po' di tempo fa), che non ho mai trovato antagonisti così pessimi per Capitan Harlock.

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  3. Chi ama Harlock deve amare anche questa miniserie, non vedo nulla di autocelebrativo, poi ognuno ha le sue opinioni per carità, per me che ho amato Harlock da quando la RAI lo trasmise per la prima volta alla fine degli anni 70, è il miglior sequel della storia. Ad esempio Harlock Saga e la seconda serie dell'82 non ha nulla a che vedere con questa miniserie, per me è da 8.

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