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mercoledì 8 settembre 2010

Recensione: Infinite Ryvius

INFINITE RYVIUS
Titolo originale: Mugen no Ryvius
Regia: Goro Taniguchi
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Yousuke Kuroda, Yuichiro Takeda
Character Design: Hisashi Hirai
Mechanical Design: Kimitoshi Yamane
Musiche: Katsuhisa Hattori, M.I.D.
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1999 - 2000


Anno 2225: l'accademia di volo Liebe Delta, orbitante vicino alla Terra, è funestata da un terribile sabotaggio che la porta a scomparire nel Geduld, il mare di gas che copre buona parte del sistema solare e che rende quasi impossibile la navigazione. Per impedire la sua esplosione gli adulti sacrificano tutti la vita, portando così gli oltre 400 ragazzini cadetti a ritrovarsi da soli ai comandi del Ryvius, la misteriosa nave spaziale contenuta al suo interno. Sperduti nello spazio e attaccati dal loro stesso governo perché creduti terroristi, i ragazzi tentano di instaurare nella nave una sorta di autogoverno meritocratico per portare ordine e garantire la sopravvivenza di tutti. Presto però i lati oscuri dell'animo umano vengono alla luce, insieme alla misteriosa presenza aliena che dimora nella nave...

Infinite Ryvius è l'opera di debutto, in ambito di regia titolare in serie televisiva, di Goro Taniguchi, giovane regista Sunrise, all'epoca 33enne, che proprio con questo primo lavoro, cupo e originale, si guadagna istantaneamente la nomea di promettente talento dello studio, dopo la vice-regia in Gasaraki e il primo film celebrativo di One Piece (Defeat the Pirate Ganzak!). Assurto a opera di puro culto per gli amanti della fantascienza realistica e sicuramente ispirato, dal punto di vista delle tematiche, al romanzo maledetto Il signore delle mosche di William Golding, Infinite Ryvius è un tetro viaggio nelle pulsioni dell'animo umano. Tutto è vissuto dagli occhi del sedicenne Kouji, felice di essere stato ammesso alla stazione orbitante del Liebe Delta. Dopo la catastrofe il ragazzo diventa una delle massime cariche nel governo sorto nel Ryvius, potendo così osservare, dalla sua posizione privilegiata, come gradualmente iniziano a crearsi conflitti tra le centinaia di ragazzi, dovuti all'impossibilità di tutti di adeguarsi al sistema sociale imposto. Abbiamo quindi Aoi, la classica amica d'infanzia innamorata; Faina, misteriosa ragazza da lui salvata e dal passato oscuro; Ikumi, il migliore amico dal temperamento caldo e facilmente portato all'estremismo; Yuki, il fratello minore che lo odia; la gang di Blue, turbolento teppista che mira a prendere il potere nella nave con un "colpo di stato"; tutta la crew degli Zwei (i piloti che comandando il Ryvius)... Un cast semplicemente enorme: oltre 30 personaggi ottimamente caratterizzati si contendono il protagonismo in una storia drammatica di amore, amicizia, odio, orrore e violenza, con un altissimo numero di sottotrame scandite da una suspense esemplare.

Per essere un'opera drammatica Infinite Ryvius ha una partenza insolitamente solare, con atmosfere scanzonate ritmate dalla OST hip-hoppara e un accattivante, colorato e super-semplicistico tratto nei disegni di Hisashi Hirai. Tutte impressioni: ironicamente sono proprio questi tratti "infantili" a decretare il grande elemento di sorpresa della serie, dato da questi ragazzini dai look sgargianti che arrivano a usare violenza o addirittura a uccidere i propri simili per soddisfare i loro istinti. Lo shock dato dal cambiamento repertino di atmosfere rimane alla memoria come l'aspetto più geniale e crudo dell'opera, ma sarebbe ingeneroso ricordare la serie solo per le sue atmosfere torbide, perché in essa gli amanti della filosofia politica e della sociologia trovano numerosi, stimolanti  spunti di riflessione.

 

Lo scenario dei ragazzi lasciati completamente soli ad autogovernarsi, privi di nucleo familiare in una realtà apparentemente senza speranza (idea già sviluppata vent'anni prima dallo sconosciuto Vifam, ma a livello puramente embrionale), è l'occasione per i due sceneggiatori di raccontare la loro forzata maturazione. L'odissea del Ryvius, alla disperata ricerca di un modo di tornare sulla Terra, simboleggia per i suoi abitanti la necessità di diventare adulti il prima possibile previo un veloce abbandono della fanciullezza. Significa per loro imparare a prendere decisioni importanti, anche impopolari, col carico di responabilità che ne deriva; a mettersi a disposizione degli altri per il bene comune della collettività; a trovare una forte risolutezza che sopportare meglio lo stress della situazione. Ovviamente anche i sentimenti sono seriamente provati dalla condizione critica, portando a ripercussioni fisiologiche o istintive come una precoce scoperta del sesso, egoismo, invidia, ma anche fanatismo e superstizione. Il governo sorto sul Ryvius continua a cambiare fisionomia politica per adattarsi alle continue difficoltà di adattamento dei giovani, attraversando più stadi fino a giungere all'autoritarismo. Le buone intenzioni e la lucidità sono presto sopraffatte dall'istinto, le vie democratiche rimpiazzate talvolta dal pugno di ferro, una gentilezza può essere scambiata per favoritismo, etc. Infinite Ryvius è intelligente analisi sociologica e comportementale dell'individuo, il rapporto di un esperimento politico visto nella continua ricerca, da parte dell'elite del "governo" dell'astronave, di saper coniugare i propri obiettivi con la durezza della realtà, durezza che porta al sorgere di vizi, gelosie, rivalità e degenerazioni che rischiano di delegittimare il contratto sociale stipulato col "popolo".

Questo senza dimenticare le ugualmente avvincenti sottotrame "materiali", come l'origine e il ruolo della misteriosa entità che governa il Ryvius, o gli scontri dei giovani, con l'ausilio delle tecnologie dell'astronave e di un seminale mecha da guerra (nulla che faccia rientrare l'opera nel genere robotico), con le navi da guerra dello stesso governo terrestre che vuole eliminarli per non meglio precisate ragioni. Un soggetto molto maturo che, nonostante l'ambientazione fantascientifica, trova estremo realismo nelle iterazioni dei personaggi, nei disegni psicologici, nel background politico. Una storia entusiasmante orchestrata dall'abile mano di un regista che già nel debutto si rivela maestro della suspense, sbizzarrendosi nel provare nuove formule di intrattenimento che diverranno i tratti distintivi del suo stile registico. Ad esempio il rimanneggiamento, quasi a ogni episodio, delle immagini della sigla iniziale. La calma introduzione di luoghi e personaggi nei primi tredici episodi, per poi fare partire una brusca accellerata esattamente a metà serie, traghettando le atmosfere precedentemente sonnolente verso lidi apocalittici. L'esperimento, non più ripetuto nelle serie successive, di trattare alcune sequenze con l'ausilio di illustrazioni statiche, e anche l'abilità a gestire, dando a tutti il giusto spazio per delinearsi, cast di una grandezza impressionante.


Tecnicamente adagiato sui soliti, ottimi standard tecnici Sunrise, coinvolgente e depositario di numerosi stimoli di riflessione, Infinite Ryvius è una grande opera animata che merita la visione da parte di chiunque, un debutto al fulmicotone che proietta meritatamente il suo regista nell'olimpo dei più talentuosi maestri di animazione nipponica. Gli unici difetti recriminabili si riconducono all'insignificante puntata finale (un epilogo che non aggiunge nulla) e alla saltuaria, esagerata complessità a capire tutti i risvolti di trama, complice anche un background fantascientifico minimamente spiegato, che bisogna contestualizzare da soli. Ma sono quisquilie in rapporto allo stimolo intellettuale fornito.

Voto: 8,5 su 10

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