Pagine

sabato 21 gennaio 2012

Recensione: Panda! Go, Panda! Il circo sotto la pioggia

PANDA! GO, PANDA! IL CIRCO SOTTO LA PIOGGIA
Titolo originale: Panda Kopanda - Amefuri Sâkasu no Maki
Regia: Isao Takahata
Soggetto & sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Character Design: Yoichi Kotabe
Musiche: Masahiko Sato
Studio: Tokyo Movie Shinsha
Formato: mediometraggio cinematografico (durata 38 min. circa)
Anno di uscita: 1973
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Dynit


In questa nuova avventura, Mimiko e i suoi amici panda stringono amicizia con un tigrotto fuggito da un circo e che si è nascosto nella loro casa, accudendolo fino a quando il cucciolo non è pronto a tornare dalla sua madre. Successivamente, una forte pioggia crea un'ondata di piena che sommerge l'intero villaggio: a quel punto, i tre eroi decidono di andare a salvare il loro amico e tutti gli altri animali del circo, in pericolo di annegamento, prendendo addirittura possesso di un treno.

Giusto tre mesi dopo l'uscita nelle sale di Panda! Go, Panda!, Hayao Miyazaki, Isao Takahata e il medesimo staff sono pronti ripetersi con Il circo sotto la pioggia, proiettato anch'esso, come il predecessore, al Toho Champion Matsuri, il 17 marzo 1973. Ovviamente, come il predecessore, anche quest'ultimo è adagiato su uno stile di racconto molto infantile, segnalandosi come una visione consigliabile giusto ai fan sfegatati dei due autori. Si può tranquillamente dire, anzi, che è più stanco e svogliato, confermando le parole dello stesso Miyazaki sul fatto che lo ha scritto con meno entusiasmo1.

Stessi disegni e fondali bambineschi, stessa canzoncina ossessiva di sottofondo e stesse animazioni sempliciotte, ma tantissima melassa di buoni sentimenti in più in questa stucchevole rielaborazione nipponica della favola di Riccioli d'oro e i tre orsi: giocando col suo tigrotto e i panda, Mimiko diventa ancora più giocosa indossando realmente i panni di Pippi Calzelunghe, ridendo sguaiatamente per ogni cosa e massacrando il provato spettatore con un numero incalcolabile di faccine sorridenti e capriole. Sarebbe ridicolo stroncare un film concepito per un pubblico giovanissimo, ma per chiunque abbia più di 5 anni la visione di Il circo sotto la pioggia è certamente sofferta, una noiosa riproposizione delle "gag" dell'episodio precedente con un'enfasi ancora maggiore su buonismo e ogni genere di amenità infantili (e senza spiegare, ancora, l'incredibile mistero dietro a questa nonna vergognosa che lascia la piccola nipotina di pochi anni sola a casa!). Il film si riscatta nella seconda parte, quella dell'alluvione della città: non per l'ennesima tempesta di sorrisi e risatine che continueranno fino alla fine, ma per la suggestione evocata dagli scenari sommersi del paesello, resi registicamente e graficamente interessanti dalle visuali subacquee adottate da Takahata. Per fortuna almeno la durata del film è sempre  relativamente felice, giusto 38 minuti.


Ultimo dubbio, nel commento di questo dimenticato e innocuo  progetto di Miyazaki, è come abbia potuto l'artista, col suo celebre pensiero ecologico, trasmettere ai bambini l'idea che gli animali in zoo e circhi non solo se la passano bene, ma vivono anche felici! Perplessità a parte, anche se dietro alla realizzazione di Panda! Go, Panda! stanno due grandi autori, di loro si vede un aspetto trascurabile, indi per cui reputo la visione di tali film irrilevante, buona solo per contestualizzare il percorso artistico di entrambi. Dopo quest'opera i loro legami con Tokyo Movie Shinsha si scinderanno temporaneamente: Miyazaki, Takahata e il chara designer Yoichi Kotabe entreranno alla Zuiyo Eizo, perché lì si è appena trasferito, dopo essere stato epurato dai nuovi vertici di Toei Animation, il loro "maestro" Yasuji Mori, da tutti e tre ammirato e rispettato2, e in particolare Takahata non vorrà saperne di dirigere la serie di baseball Samurai Giants, che reputa insignificante3. Nel nuovo studio i tre realizzeranno insieme cult del livello di Heidi (1974), Marco: Dagli Appennini alle Ande (1976), Conan il ragazzo del futuro (1978) e Anna dai capelli rossi (1979).

La moda dei panda, invece, proseguirà con due opere, da parte dello studio rivale Toei Animation: il mediometraggio La grande avventura del panda (Orsetto panda e gli amici della foresta, in Italia), diretto da Yugo Serikawa e proiettato lo stesso identico giorno de Il circo sotto la pioggia ma nei cinema aderenti alla rassegna Toei Manga Masuri4, e la serie televisiva majokko Miracle Girl Limi-chan sempre di quell'anno, inquadrato nella mascotte che accompagna nuovamente (come ne La maga Chappy, 1972) l'eroina.

Voto: 6 su 10

PREQUEL
Panda! Go, Panda! (1972; film)


FONTI
1 Mario A. Rumor, "The Art of Emotion: Il cinema d'animazione di Isao Takahata", Cartoon Club, 2007, pag. 152
2 Mangazine n. 20, Granata Press, 1993, pag. 44-45
3 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag. 67
4 Come sopra, a pag. 62

Nessun commento:

Posta un commento