LAMU': LAMU' THE FOREVER
Titolo originale: Urusei Yatsura 4 - Lum the Forever
Regia: Kazuo Yamazaki
Soggetto & sceneggiatura: Kazuo Yamazaki, Toshiki Inoue
Character Design: Akemi Takada
Musiche: Bun Itakura
Studio: Studio DEEN
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 93 min. circa)
Anno di uscita: 1986
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video
Un film amatoriale interpretato da Ataru e amici, nei pressi di un vecchio ciliegio nella villa dei Mendo, sembra aprire le porte a un'altra dimensione quando Lamù, la principessa degli oni nella finzione della pellicola, inizia a trasformarsi in un'umana per davvero nella realtà, perdendo gradualmente tutti i suoi poteri, fino a scomparire misteriosamente. Ma questo è il meno: presto il ricordo e l'affezione di tutti verso di lei iniziano lentamente a svanire...
Lamù the Forever (1986), quarto lungometraggio celebrativo dell'irresistibile aliena dal bikini tigrato, è stato, all'epoca della sua uscita, un autentico disastro ai box office giapponesi1, avendo spiazzato, con le sue caratteristiche narrative, talmente tanto i fan della serie che tutt'oggi questi ancora dibattono tra di loro, se si parli di un film artisticamente troppo avanti per essere capito o, invece, proprio di una schifezza, nonostante le sue ambizioni intellettuali. Quale che sia il responso più vicino alla verità, Lamù the Forever è un lungometraggio ermetico e apparentemente indecifrabile ai livelli di Angel's Egg (1983), distante svariate ere geologiche dal mood scanzonato e allegro di Lamù la ragazza dello spazio (1981), e questo spiega con matematica certezza il suo insuccesso e perché, tra i motivi che hanno portato l'autrice originale Rumiko Takahashi a vietare poi qualsiasi altra incarnazione filmica della sua creatura2, si ipotizzi spesso e volentieri che la parte del leone l'abbiano fatta Beautiful Dreamer (1984) e questo3. Strappa quasi un sorriso pensare che l'artefice di tale sperimentalismo sia proprio Kazuo Yamazaki, il regista che sostituiva Mamoru Oshii nella serie televisiva come "garanzia" di comicità e avventura fedeli al manga, liberi da reinterpretazioni artistiche.
Cos'ha dunque di speciale questa storia, reputata quasi all'unanimità noiosa, didascalica, per niente divertente, basata su un continuo susseguirsi di immagini oniriche incoerenti tali da far sembrare il tutto un flusso di coscienza, e tra l'altro così mal scritta da risultare, a ragione, incomprensibile e pretenziosa? Le semplici intenzioni, davvero avveniristiche e meritevoli, che non riscattano la qualità di un film realizzato effettivamente molto male, ma che almeno gli conferiscono la dignità degli sconfitti con onore - quelli che, fossero riusciti a realizzare bene la loro idea, forse avrebbero trovato in Lamù the Forever un capolavoro. L'assunto che il quartiere Tomobiki, luogo in cui vive il cast di Lamù, sia in realtà un organismo senziente che rifiuta categoricamente i sovvertimenti sociali imposti dall'arrivo di entità sconosciute, ribellandosi così alla presenza di Lamù e cercando di assimilarla, nel 1986 voleva rappresentare, per il regista, una metafora speranzosa della volontà dell'otaku (della società tutta?) di eliminare l'animazione dalla propria vita, fagocitandola, distruggendola, per vivere meglio evitando di sprecare la propria vita in cartoni animati4. La storia di Lamù the Forever è da intendersi, quindi, almeno nelle aspirazioni, come una satira ancora più feroce di Beautiful Dreamer, probabilmente il più importante predecessore in assoluto di Neon Genesis Evangelion (1995).
Cos'ha dunque di speciale questa storia, reputata quasi all'unanimità noiosa, didascalica, per niente divertente, basata su un continuo susseguirsi di immagini oniriche incoerenti tali da far sembrare il tutto un flusso di coscienza, e tra l'altro così mal scritta da risultare, a ragione, incomprensibile e pretenziosa? Le semplici intenzioni, davvero avveniristiche e meritevoli, che non riscattano la qualità di un film realizzato effettivamente molto male, ma che almeno gli conferiscono la dignità degli sconfitti con onore - quelli che, fossero riusciti a realizzare bene la loro idea, forse avrebbero trovato in Lamù the Forever un capolavoro. L'assunto che il quartiere Tomobiki, luogo in cui vive il cast di Lamù, sia in realtà un organismo senziente che rifiuta categoricamente i sovvertimenti sociali imposti dall'arrivo di entità sconosciute, ribellandosi così alla presenza di Lamù e cercando di assimilarla, nel 1986 voleva rappresentare, per il regista, una metafora speranzosa della volontà dell'otaku (della società tutta?) di eliminare l'animazione dalla propria vita, fagocitandola, distruggendola, per vivere meglio evitando di sprecare la propria vita in cartoni animati4. La storia di Lamù the Forever è da intendersi, quindi, almeno nelle aspirazioni, come una satira ancora più feroce di Beautiful Dreamer, probabilmente il più importante predecessore in assoluto di Neon Genesis Evangelion (1995).
I retroscena sul concepimento dell'opera vedono un Yamazaki stanco e provato dal lavoro sulla serie televisiva di Lamù, che non riesce più a sopportare le migliaia di lettere di fan, entusiasti o meno, che sembrano non poter vivere senza il loro anime preferito (del resto la serie sin dagli albori è stata segnata da un tale effluvio di critiche da rasentare il patologico5). Disilluso, frustrato e con un pizzico di cinismo, il regista decide di realizzare il quarto film come una gigantesca allegoria, realizza in Lamù the Forever un meta-lungometraggio in cui può parlare direttamente al suo pubblico, facendolo immedesimare nel quartiere Tomobiki e dicendogli quindi che deve dare meno importanza a queste cose, o almeno conviverci serenamente, senza fare dei cartoni animati un'ossessione6. Proprio un peccato, perciò, che realizzi la sua idea in modo così pasticciato, con così tanta ingenuità e sopravvalutando così tanto le platee composte da bambini di elementari e medie, che nulla del film verrà da loro recepito, né la storia né il messaggio, tanto che solo anni dopo avrà modo di spiegare, sconfortato e pentito, cosa voleva dire e dare un senso alle tante sequenze surreali che costellano l'opera, come i televisori che si accendono e spengono da soli.
Il maggior problema di The Forever è, appunto, di essere scritto malissimo: un collage di mille scene apparentemente slegate tra di loro, comprensive di inserti onirici il cui senso non sembra essere dato, fantomatici riferimenti a "sogni che diventano di ghiaccio" e che cambiano la geografia del quartiere Tomobiki (??), un diario segreto che Lamù custodisce gelosamente e che poi viene del tutto dimenticato per strada, e una guerra, sul finale, i cui motivi e senso sono inspiegabili. L'assenza di chiavi di lettura nitide con cui ricavare il messaggio ultimo della storia, i dialoghi confusi o volutamente surreali/deliranti, la quasi totale assenza di umorismo (esclusi un paio di riusciti dialoghi) e un ritmo di una lentezza estenuante, a più riprese sonnolento e troppo compiaciuto in inquadrature lente e raffinate, sono i biglietti da visita con cui l'opera, nel 1986, decreta il suo giusto auto-fallimento. Un meritato flop senza se e senza ma, inutile negarlo.
Proprio per le sue ambizioni, ben espresse dall'immancabile, grandioso ottimo comparto tecnico, una cura strabiliante di chara design (l'ultima grande prova di Akemi Takada su Lamù) e una fotografia a tratti sontuosa, è clamoroso constatare un risultato così mediocre, come se Yamazaki, sceneggiando il lungometraggio, non avesse nutrito alcun dubbio nell'avere realizzato un titolo che chiunque avrebbe capito facilmente. Sempre lui si stupirà, andandolo a vedere al cinema nel giorno d'uscita nelle sale, di assistere alle esternazioni di rabbia di alcuni bambini che non lo comprendevano7, al punto di ripromettersi, dispiaciuto, di non girare mai più alcun film privo di facile intrattenimento, anche se questo dovesse significare rinunciare a veicolare messaggi impegnati8. Fosse stato sorretto da uno script all'altezza, probabilmente The Forever, sebbene avrebbe fallito lo stesso (la sua trama, chiaramente, è troppo impegnata per dei bambini), almeno in clima di rivalutazione sarebbe comunque stato ricordato in termini estremamente lusinghieri, come Beautiful Dreamer. Così com'è, indecifrabile e noioso per tutti, anche adulti, il film può solo lamentarsi di quanto abbia sciupato malamente il suo potenziale. Ghiribizzi della Storia. Rimane degno di nota giusto il riconoscimento, affettuoso, che bisogna tributare a Lamù la ragazza dello spazio: un gran manga che, in animazione, trova una favolosa serie televisiva e ben quattro film celebrativi che, riusciti o meno, come in questo caso, hanno sempre dimostrato di voler percorrere strade speciali e creative, ponendosi come opere di un certo spessore e ingegno.
Proprio per le sue ambizioni, ben espresse dall'immancabile, grandioso ottimo comparto tecnico, una cura strabiliante di chara design (l'ultima grande prova di Akemi Takada su Lamù) e una fotografia a tratti sontuosa, è clamoroso constatare un risultato così mediocre, come se Yamazaki, sceneggiando il lungometraggio, non avesse nutrito alcun dubbio nell'avere realizzato un titolo che chiunque avrebbe capito facilmente. Sempre lui si stupirà, andandolo a vedere al cinema nel giorno d'uscita nelle sale, di assistere alle esternazioni di rabbia di alcuni bambini che non lo comprendevano7, al punto di ripromettersi, dispiaciuto, di non girare mai più alcun film privo di facile intrattenimento, anche se questo dovesse significare rinunciare a veicolare messaggi impegnati8. Fosse stato sorretto da uno script all'altezza, probabilmente The Forever, sebbene avrebbe fallito lo stesso (la sua trama, chiaramente, è troppo impegnata per dei bambini), almeno in clima di rivalutazione sarebbe comunque stato ricordato in termini estremamente lusinghieri, come Beautiful Dreamer. Così com'è, indecifrabile e noioso per tutti, anche adulti, il film può solo lamentarsi di quanto abbia sciupato malamente il suo potenziale. Ghiribizzi della Storia. Rimane degno di nota giusto il riconoscimento, affettuoso, che bisogna tributare a Lamù la ragazza dello spazio: un gran manga che, in animazione, trova una favolosa serie televisiva e ben quattro film celebrativi che, riusciti o meno, come in questo caso, hanno sempre dimostrato di voler percorrere strade speciali e creative, ponendosi come opere di un certo spessore e ingegno.
Il doppiaggio italiano del film, come per i precedenti lungometraggi della saga, è buono: ottimi Roberta Gallina, Lara Parmiani, Gianluca Jacono e Marco Balzarotti su Lamù, Ten, Mendo e Megane, ma come sempre pessimo, del tutto fuori parte, Nicola Carrassi su Ataru.
PREQUEL
Lamù la ragazza dello spazio (1981-1986; TV)
Lamù: Only You (1983; film)
Lamù: Beautiful Dreamer (1984; film)
Lamù: Remember My Love (1985; film)
Lamù Special: Il Tea Party di Ryoko (1985; special TV)
SEQUEL
Lamù Special: Memorial Album (1986; special TV)
Lamù Special: Cosa accadrà nel futuro di Lamù? (1987; special TV)
Lamù OVA: Gelati arrabbiati (1988; OVA)
Lamù OVA: Fidanzati sulla spiaggia (1988; OVA)
Lamù OVA: La guardia elettrica (1989; OVA)
Lamù OVA: Ululo alla luna (1989; OVA)
Lamù OVA: La capra e il formaggio (1989; OVA)
Lamù OVA: Prendimi il cuore (1989; OVA)
Lamù OVA: Il terrore degli occhioni (1991; OVA)
Lamù OVA: Appuntamento con un fantasma (1991; OVA)
Lamù: Sei sempre il mio tesoruccio (1991; film)
It's a Rumic World: The Obstacle Course Swim Meet (2008; film)
Lamù: Boy Meets Girl (1988; film)
FONTI
SEQUEL
Lamù Special: Memorial Album (1986; special TV)
Lamù Special: Cosa accadrà nel futuro di Lamù? (1987; special TV)
Lamù OVA: Gelati arrabbiati (1988; OVA)
Lamù OVA: Fidanzati sulla spiaggia (1988; OVA)
Lamù OVA: La guardia elettrica (1989; OVA)
Lamù OVA: Ululo alla luna (1989; OVA)
Lamù OVA: La capra e il formaggio (1989; OVA)
Lamù OVA: Prendimi il cuore (1989; OVA)
Lamù OVA: Il terrore degli occhioni (1991; OVA)
Lamù OVA: Appuntamento con un fantasma (1991; OVA)
Lamù: Sei sempre il mio tesoruccio (1991; film)
It's a Rumic World: The Obstacle Course Swim Meet (2008; film)
Lamù: Boy Meets Girl (1988; film)
FONTI
1 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag. 132
2 Pagina web, http://www.furinkan.com/uy/articles/articles/corrigan.htm
3 Come sopra
4 Intervista a Kazuo Yamazaki pubblicata su Animerica (Vol. 5) n. 10 (Viz Media, 1997, pag. 8). Il pezzo è riportato nella pagina web http://www.furinkan.com/features/interviews/kazuoyamazaki.html
5 Mangazine n. 5, Granata Press, 1991, pag. 33
6 Vedere punto 4
7 Come sopra
8 Come sopra
2 Pagina web, http://www.furinkan.com/uy/articles/articles/corrigan.htm
3 Come sopra
4 Intervista a Kazuo Yamazaki pubblicata su Animerica (Vol. 5) n. 10 (Viz Media, 1997, pag. 8). Il pezzo è riportato nella pagina web http://www.furinkan.com/features/interviews/kazuoyamazaki.html
5 Mangazine n. 5, Granata Press, 1991, pag. 33
6 Vedere punto 4
7 Come sopra
8 Come sopra
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RispondiEliminaBella analisi, che condivido in toto comprese le virgole.
RispondiEliminaAnche se il risultato è quello che è, è stato un esperimento notevole che valeva la pena. Pazienza se è venuto male, l'importante è provare strade nuove. ;)