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lunedì 29 luglio 2013

Recensione: Senyu.

SENYU.
Titolo originale: Senyū.
Regia: Yutaka Yamamoto
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Robinson Haruhara)
Sceneggiatura: Michiko Yokote
Character Design: Ushio Tazawa
Musiche: Daisuke Sakabe, Makoto Wakatabe
Studio: LIDEN FILMS, Ordet
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 4 min. circa)
Anno di trasmissione: 2013

 

In un genere tanto inflazionato e oggettivamente privo di sbocchi, come lo è ormai da molto tempo l’animazione demenziale, l’unica parola d’ordine è osare, non avere limiti, ripudiare qualsiasi tipo di moralità e senso del cattivo gusto per picchiare ironicamente laddove nessun altro è al momento ancora arrivato. È una sorta di gara, la si potrebbe vedere anche in questo modo, vince chi arriva primo con la battuta più brutale, e via di nuovo, si ricomincia con colpi spietati di parodie spietate – ed è abbastanza chiaro che, se con tutto bisogna puntare su questo aspetto, ogni altra cosa diventi tristemente secondaria, il che si trasforma inevitabilmente in elemento dannoso se parlassimo di una tradizionale serie tv, ma Senyu. è una mini-serie di 13 puntate di circa 4 minuti ciascuna, e in così poco tempo a disposizione il non-sense narrativo utile a stordire con badilate di humor nero non è solo fiacco accessorio bensì scelta vincente. Non che questo faccia di Senyu. (2013) un piccolo capolavoro o una qualche gemma da vedere assolutamente, siamo ben distanti da qualsiasi tipo di assolutismo o anche solo di plauso compiaciuto, ma nella sua feroce cattiveria mignon Senyu. è un prodotto fresco, divertente e di gradevolissima visione.

Pur in un contesto parodistico che, ovviamente e prevedibilmente, deride qualsiasi cosa partorita dall’animazione e dal fumetto giapponesi, stavolta a essere principalmente presi di mira sono i JRPG – certo, niente di innovativo, vent’anni fa Guru Guru: Il girotondo della magia (1994) faceva altrettanto e con molte più idee, ma la cattiveria di Senyu. è qualcosa che colpisce sin dai primi secondi e rimane piacevolmente costante, pur perdendo svariati colpi man mano che la serie si avvia alla sua conclusione, per spunti e vivacità. L’agghiacciante crudeltà di Rosu, questo statuario personaggio che mescola Cloud e Zack di Final Fantasy VII (1997), compagno dell’eroe ma del tutto disinteressato ad aiutarlo, è infatti comicamente devastante nella tranquilla violenza con cui colpisce, tradisce, deride, svende, offende e se ne frega del povero Alba, sfigatissimo e pauroso protagonista accidentalmente incaricato, assieme ad altri 74 presunti eroi, di sconfiggere il re dei demoni, colpevole di aver aperto un’enorme voragine e di aver fatto fuggire tonnellate di creature infernali solo per aver fatto un po’ di casino nel cucinare dei popcorn in un calderone.


Non è di certo la storia ad affascinare, siamo veramente a livelli minimi e quasi tragici, né i disegni semplicistici e volutamente bozzati (fantastico però il “coso giallo”, uno dei vari mostri incontrati dal duo protagonista), sono chiaramente personaggi, dialoghi e situazioni ad avere quel piccolo quid in più per poter spalleggiare contro i tanti, troppi avversari demenziali: da re demoniaci che in realtà sono bambine sceme a vecchi eroi pervertiti e fieri di esserlo, da motivazioni assurde e svantaggiose per affrontare e di colpo allearsi col nemico alle impossibilità e improbabilità varie che però si inseriscono benissimo nel non-sense generale (la prigione dimensionale che sbriciola tutta le ossa del corpo), ogni cosa, merito anche del poco tempo a disposizione, funziona così bene che anche nei momenti in cui i cliché tendono a venir fuori (le sfuriate di Alba su tutto, ma anche le ormai classiche parodie su loli e famosi shonen vari) Senyu. riesce sempre a offrire quella briciola di ironia che lo differenzia dal resto.  

Voto: 6 su 10

SEQUEL
Senyu. Dai 2 Ki (2013; TV)

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