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lunedì 21 ottobre 2013

Recensione: Godannar!! Divina Unione Spirituale

GODANNAR!! DIVINA UNIONE SPIRITUALE
Titolo originale: Shinkon Gattai Godannar!!
Regia: Yasuchika Nagaoka
Soggetto: Yasuchika Nagaoka, AIC
Sceneggiatura: Hiroyuki Kawasaki
Character Design: Takahiro Kimura
Mechanical Design: Masahiro Yamane
Beast Design: Kyoma Aki
Musiche: Chuumei Watanabe
Studio: AIC, Oriental Light and Magic
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2003

 

È una lieta sorpresa Godannar, non ci si scommetterebbe nulla sopra e invece nel 2003 questo robotico di una banalità sconcertante è capace di divertire nonostante una trama puramente accessoria, nonostante un fanservice ecchi che sembra nato per mascherare ogni genere di vacuità, nonostante la struttura narrativa come di consueto episodica in un genere, il mecha vecchio stile Super Robot, che con il revival di Gravion sembrava non essere più in grado di graffiare nel nuovo millennio. Eppure Godannar, nonostante l'apparenza, piace, è ben fatto, si è guadagnato uno status di culto dopo la seconda stagione (immeritamente visto il suo prosieguo, ma ne ne riparlerà) e, qualche anno prima del kolossal Gurren Lagann, è tra i più noti robotici del nuovo millennio a coniugare sapori antichi e moderni, celebrandoli senza per questo peccare di ingenuità fuori tempo massimo.

È indubbio, ovviamente, che se lo si vuole criticare in qualcosa non può certo farlo sulla trama, fedelissima, fin troppo, ai dettami nagaiani: nel 2042, mostri spaziali sconosciuti, battezzati Mimetic, attaccano la Terra per distruggerla e sono, ovviamente, respinti da una task force robotica mondiale a cui fa capo in Giappone il potente Dannar, guidato da Go Saruwatari. Dopo cinque anni di pace, in cui Go si è fidanzato con la giovanissima Anna Aoi e si appresta ora a sposarla, la minaccia torna a delinearsi: i due sposini, aiutati da nuovi potenti alleati robotici, sono così pronti a dare il fatto loro ai nemici; alla guida di Dannar e del Neo Okusaer, possono ora formare il possente Godannar. Rispetto allo schematismo dei tempi che furono, la sostanza, pur non cambiando, è significativamente resa più interessante dalle fitte sottotrame che la condiscono, tra numerose love stories, siparietti comici e un gran numero di twist più o meno collaudati ma che funzionano adeguatamente allo scopo di diversificare l'azione, tra immancabili cavalieri solitari che seguono una personale vendetta, cambi di schieramento, epidemie aliene, perdite di memoria, antichi amori del passato che ritornano, misteri sull'identità dei nemici etc. A garantire il coinvolgimento, soprassedendo sui cliché, non può che essere un'ottima cura in fase di sceneggiatura.

Risulta fin troppo facile attendersi il peggio da una trama tanto stereotipata, ma allo script Hiroyuki Kawasaki sembra aver capito cosa cerca il pubblico odierno da una serie così apparentemente "vintage", ed è una cosa molto semplice: un buon disegno del cast. Al di là delle immancabili scazzottate robotiche presenti in quasi ogni episodio, possenti e devastanti come richiesto dai dogmi, Godannar caratterizza molto bene gli elementi del suo cospicuo gruppo di attori. Se il punto di vista della storia è quello dell'eroina Anna e di suo marito Go (la più bizzarra coppia che si sia mai vista alla guida di robottoni, anche per la notevole differenza di età e la miopia di lui, tanto che porta gli occhiali), il racconto spesso e volentieri tende a essere più corale, seguendo le vicissitudini e le situazioni di svariati altri gruppi di personaggi che gravitano attorno ai due principali, che siano colleghi, rivali, addirittura familiari o meccanici che riparano i robot: non macchiette che fanno da tapezzeria come possono essere quelle di Gravion, ma individui pulsanti vitalità e sentimenti, a cui affezionarsi o provare simpatia. Si arriva, così, a prenderli abbastanza a cuore nell'ambito di inserti sentimentali, comici o introspettivi, ringraziando lo sceneggiatore per sapere come rendere piacevole ogni puntata dedicando loro molto spazio, nonostante gli ovvi schematismi robotici.



Anche negli elementi secondari Godannar rivendica tutta la sua dignità: i combattimenti splendono, sia per la regia action che indugia sagacemente in elementi mecha/spettacolari di gran fisicità (gli attacchi, le sequenze di agganciamento, etc), sia per il design dei colossi di metallo, concepiti per essere molto più massicci, esagerati e appariscenti del mecha tipo anni '70-'80, ben diversificati anche in base alla nazionalità dei piloti (oltre ai giapponesi Go e Anna, non mancano controparti russe, americane, cinesi etc). Brilla anche l'elemento ecchi, dato dalle numerosissime ragazze/pilotesse del cast che, qualsiasi età abbiano, vantano invidiabili misure quinta/sesta di seno, generosamente inquadrate o sballonzolate in ogni sequenza che le riguarda, molto, molto più che in Gravion (senza contare le loro succinte e aderentissime battle suit, i fondoschiena etc). Considerato che ai disegni ritroviamo il sexy tratto di Takahiro Kimura (già noto pochi anni prima in GaoGaiGar, replicherà la sua arte nei disegni femminili nei successivi, sempre robotici, GUNxSWORD e Code Geass), si può ben immaginare la riuscita del connubio. Ottime, davvero ottime animazioni, e di buonissimo livello anche la colonna sonora, che pur retta su pochi brani ripetuti un'infinità di volte, ha la fortuna che questi sono realmente accattivanti, motivetti epici/action che anche al milionesimo ascolto fanno la loro figura. Buonissime anche le sigle, con l'irresistibile, scoppiettante opening Shinkon Gattai Godannar!! e il pathos della drammatica ending Zangou no Hitsugi.

Il giudizio finale, buono ma non eccelso, deriva solo dal finale di serie: tredici episodi che scorrono benissimo e senza mai annoiare, divertenti e frizzanti, confezionati benissimo... ma che non si capisce dove vogliano andare a parare. Per quanto ogni puntata è ben scritta, alla fine si risolve sempre e solo nel porre sotto i riflettori vicende personali di qualche membro del cast, per caratterizzarlo o approfondirlo in avventure autoconclusive. Il risultato è raggiunto, ma la storia principale non si smuove minimamente dal primo episodio, rimane pietrificata, con un cliffhanger, una o due domande e zero risposte. Purtroppo, come si vedrà, la seconda parte della storia dissiperà buona parte del potenziale coltivato dalla prima...

Nota: Godannar è stata, nei primi anni del nuovo millennio, una delle numerosissime licenze acquistate in Italia dalla defunta Shin Vision. La casa distibutrice ne ha doppiato anche i primi episodi. Purtroppo, la sua chiusura è coincisa con la mancata pubblicazione dei dvd. La licenza risulta attualmente dispersa nel limbo dei diritti.

Voto: 7 su 10

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