giovedì 18 ottobre 2012

Recensione: Last Exile

LAST EXILE
Titolo originale: Last Exile
Regia: Koichi Chigira
Soggetto & sceneggiatura: Koichi Chigira
Character Design: Range Murata (originale), Osamu Horiuchi, Minoru Murao, Yuichi Tanaka
Musiche: Dolce Triade
Studio: GONZO
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2003
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Dynit


GONZO non dev’essere tanto salato nel fissare i prezzi delle proprie opere, probabilmente è per questo che la sua merce, quando MTV nei primi anni del nuovo secolo innescava la rivoluzione degli anime in Italia, venne acquistata e ridistribuita in grandi quantità, quasi fosse l’unico studio nipponico impegnato nell’animazione. Tra i vari prodotti a giungere in Italia c’era Last Exile, accumunato a Blue Submarine no.6 per lo splendido chara design di Range Murata. Opera anticonvenzionale e curiosa che, pur contenendo tutte le caratteristiche della GONZO (inizio in medias res, enorme uso di pessima CG e finale zoppicante), si fece ricordare e benvolere.

Merito principalmente di un’ambientazione assai indovinata, uno steamfantasy dove un immaginario tecnologico proveniente dal XIX secolo permette la creazione di uno scenario fresco, accattivante e colmo di buoni spunti. Le Vanship, i velivoli aerei pilotati da Claus e Lavie in qualità di particolari corrieri postali, introducono piacevolmente a uno sferragliare vaporoso tipico dello steampunk che, seppur mostrato nella consueta, sbilenca CG a cui da sempre abitua lo studio GONZO, funziona per il gusto nel design e nella varietà di mezzi aerei di cui si riempiono presto i cieli del mondo fittizio di Prester. La guerra tra le nazioni di Anatoray e Disith prosegue poi con un folgorante coinvolgimento narrativo attraverso un dispiego di colossali navi da guerra e bizzarri combattimenti tra le nuvole con fucilieri che ricordano l’elegante, marziale rigore della guerra civile americana. E a inchiodare lo spettatore ci pensa infine il tassello mistico/soprannaturale, con i misteriosi esponenti della Gilda da un lato e dall’altro il ruolo della ragazzina che Claus e Lavie devono salvare per unificare il territorio.

Lo sviluppo avventuroso della trama non riesce tuttavia a tenere botta per tutti i 26 episodi, e se la storia perde saltuariamente colpi sonnecchiando qua e là per poi risvegliarsi soltanto nei momenti necessari a far proseguire l’intreccio è colpa anche di una sceneggiatura che non sempre è capace di equilibrare con attenzione misteri e segreti, perdendosi talvolta in un’esposizione confusa e/o annacquata che, anche se di gradevole visione, rischia di stancare (è il caso, per esempio, dei due episodi, seppur molto belli, dedicati alla gara di vanship). Il potenziale del plot viene pertanto sprecato da una narrazione incapace di dare brillantezza e continuità alle tante, tante idee del soggetto (il Grand Stream, la natura dell’Exile, il motivo della guerra tra le due fazioni), ma è comunque visivamente eccellente la sterzata fantahorror nell’ultima parte, ottimo colpo di coda con un moloch nemico mastodontico e annichilente, anche se certe lungaggini impediscono di tenere alto il coinvolgimento soprattutto in virtù del calo nell’epilogo. Restano la bontà dei personaggi, sapientemente caratterizzati, simpatici e carismatici nelle loro psicologie, ben descritte e approfondite soprattutto nella prima metà dell’opera: perfetti nella loro semplicità i protagonisti Claus e Lavie, spigoloso quanto basta Alex, stravagante e insolito Dio Eraclea (a partire dal nome assurdo).

 

È innegabile il fascino tecnofantasy in cui è immerso Last Exile, reso possibile da un soggetto favoloso ahimè rovinato, o più che altro semplificato e diluito, dalla sceneggiatura di Takaaki Suzuki, che si rivela, come detto, punto debole dell’opera. Ne esce un quadro sufficientemente interessante da meritare la visione, credo che certe ambientazioni e finezze visive valgano in ogni caso il tempo di ogni animefan nonostante sia facile chiedersi quanto migliore avrebbe potuto essere la serie di Koichi Chigira se fosse stata contenuta nella metà degli episodi.

Voto: 6,5 su 10

SEQUEL
Last Exile - Fam, The Silver Wing - (2011-2012; tv)

2 commenti:

akuma ha detto...

mai amato particolarmente, lo vidi secoli fa su MTV, l'ho sempre trovato noiosetto, anche se ricordo molto carina l'ambientazione simil steam-punk.

Simone Corà ha detto...

Sì, il suo grosso problema è una sceneggiatura mal strutturata e poco equilibrata - se fosse durato solo 12 episodi ne sarebbe uscito un vero gioiellino.

L'ambientazione invece è molto cool in tutti i suoi aspetti :)

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