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mercoledì 24 febbraio 2010

Recensione: Macross Zero

MACROSS ZERO
Titolo originale: Macross Zero
Regia: Shoji Kawamori
Soggetto: Shoji Kawamori
Sceneggiatura: Shoji Kawamori, Hiroshi Ohnogi
Character Design: Takuya Saito
Mechanical Design: Shoji Kawamori, Kazutaka Miyatake
Musiche: Kuniaki Haishima
Studio: SATELIGHT
Formato: serie OVA di 5 episodi (durata ep. 31 min. circa)
Anni di uscita: 2002 - 2004


Un anno prima della riattivazione dell'SDF-1 Macross e delle enormi conseguenze che questo avrà sulla Terra, il nostro pianeta è infiammato dalla guerra decisiva tra l'esercito UN Spacy, favorevole al governo unico mondiale auspicato dall'O.N.U., e quello delle forze antigovernative. Il federale Shin Kudo, durante una battaglia aerea nel Sud Pacifico, affronta per la prima volta dei nemici in possesso di prototipi militari Variable Fighter, ed è subito abbattuto e fatto precipitare in un isolotto. Qui, il soldato fa conoscenza della tribù che abita l'isola, ancora legata alla religione e ai riti maya, e della bella sacerdotessa Sara Nome, capace di unirsi in simbiosi con la natura attraverso un rito ancestrale. Sempre più attratto da lei, il giovane si adatta presto ai costumi del posto, scoprendo dopo qualche tempo il segreto che lega la ragazza alle misteriose, antichissime tecnologie aliene che dimorano nelle profondità marine del posto; tecnologie che, purtroppo, sono contese dai nemici e sono in un qualche modo correlate alla leggenda dell'Uomo Uccello che spiega la nascita della vita sulla Terra...

Shoji Kawamori è sicuramente un grande pioniere tra i ricercatori delle infinite possibilità creative ed estetiche dell'animazione. Non pago di essere, nel 1982, tra i massimi artefici della rivoluzione culturale otaku a cui dà inizio Fortezza Super Dimensionale Macross, il famoso regista e mecha designer si fa ricordare nel 1994 anche come uno dei precursori nell'uso intensivo e riuscito della Computer Grafica negli anime, che inizia nello scialbo ma visivamente splendido Macross Plus e prosegue, trovando sempre più miglioramenti, soprattutto nelle produzioni in cui lui stesso è a capo -  quelle targate SATELIGHT, studio che presto diventa una delle migliori realtà in queste commistioni. Negli anni a venire saranno ovviamente compiuti molti passi avanti sull'argomento, anche da parte di altri studi di animazione, ma come è vero che tutto è dovuto, spetta spesso a Kawamori e SATELIGHT la gloria di ribadire la propria supremazia in questo campo. Nei primi anni del nuovo secolo, a dimostrarlo sono i 5 OVA che compongono Macross Zero, creato per celebrare il ventennale della saga, pubblicato in tre anni e che si ricorderà per un pezzo come un autentico gioiellino tecnico, ancora oggi invecchiato così bene da riuscire ancora a lasciare una più che discreta impressione per lo sfarzo rappresentato.

Si viaggia, per tutta la durata dell'opera, su livelli visivi elevati e degni del formato, per merito di un budget che permette una cura dettagliata e certosina di animazioni, fondali e personaggi. La CG, quasi onnipresente, è fusa in modo tale con la cel animation che a tratti è quasi difficile scovare le differenze e dire dove inizia una e finisce l'altra, trovando davvero una perfetta simbiosi che dà al tutto un appeal decisamente cinematografico e postmoderno. Ci si ritrova più volte catturati da scenari bellissimi - addirittura troppo per essere veri - composti da elaborati disegni a mano a cui sono artificialmente applicati motivi o effetti ambientali fotorealistici: foglie bagnate e gocciolanti, prati verdi che si piegano al vento, boscaglie che si flettono realisticamente all'avanzare di qualcuno o qualcosa,  paesaggi da cartolina (fondali marini, verdissime oasi), una fauna variegata e coloratissima (i mille pesci arcobaleno che nuotano nell'oceano), un mare che sembra vero... Non si poteva davvero raffigurare in modo più evocativo l'esotica isola tropicale teatro della vicenda. Macross Zero meriterebbe di essere visto solo per questo, per cogliere il potenziale dell'animazione giapponese al di fuori del giro dei milionari blockbuster Ghibli.  Lo spettacolo è tuttavia parzialmente ridimensionato dalla resa dei mezzi meccanici e dei Variable Fighter, penalizzati nella loro rappresentazione "action" - ma era inevitabile - dal livello raggiunto dalla CG nel 2002. Il difetto è tuttavia compensato dalla coreografia dei duelli aerei: di fatto, un insieme di idee visive sparate a velocità iperbolica, inseguimenti fulminei e caotici in cell shading dati da un continuo bombardamento di esplosioni, danni che si ripercuotono in tempo reale sull'ambiente, acrobazie, dettagliatissime visuali interne dell'abitacolo disegnate a mano (per stemperare la bruttezza del look esterno) e disegni del paesaggio per la metà ancora in CG e per l'altra in cel animation di grande livello. Non si salva invece il character design: lo stile realistico di Takuya Saito, davvero generico e privo di grande attrattiva, è quasi un pugno in un occhio se paragonato ai "sognanti" disegni classici di Haruhiko Mikimoto: Roy Fokker, l'unico personaggio del cast originale a essere usato anche nella vicenda di Macross Zero, è fisicamente quasi un'altra persona, non ritengo sia stata una grande idea quella di raffigurare due momenti storici precisi (ovviamente appartenenti a una realtà immaginaria) con uno stile visivo così distante. Tuttavia, queste ultime sono piccole storpiature che nulla tolgono all'esperienza: non è sbagliato dire che Macross Zero trova un fascino enorme e forse addirittura irripetibile nella suggestione visiva che supera quella narrativa, e certe scene strabilianti come la natura che si risveglia e fiorisce con il canto celestiale della sacerdotessa Sara valgono da sole il prezzo del biglietto.


Di fronte a una simile bellezza sarebbe facile temere un altro buco nell'acqua in ambito contenutistico come avvenne Macross Plus o, peggio, nel terribile Macross 7 (1994), ma fortunatamente le cose, una volta tanto, non vanno così: Kawamori scrive un soggetto semplice e collaudato che funziona discretamente bene,  e ne affida la sceneggiatura al veterano Hiroshi Ohnogi (Mobile Suit Z Gundam, Mobile Suit Gundam SEED, Rahxephon), con cui già ha realizzato l'anno prima l'interessante ma non proprio riuscito Arjuna la ragazza Terra (anche citato nell'episodio 3). Gli ingredienti, bene o male, sono sempre gli stessi di tutti i Macross precedenti e futuri: storie d'amore (più di una) e triangoli amorosi (ovviamente Shin è invaghito di Sara ma gli fa occhi dolci la sorellina di lei, Mao Nome), lunghissimi combattimenti aerei, antagonisti cattivissimi, stereotipati e pure incompiuti (la sadica pilotessa antigoverntiva Nora Polyansky, che ha tanto screentime ma poi non si capisce bene a cosa dovrebbe servire), atmosfere apocalittiche, rivelazioni sconcertanti (e complottiste) su come gli alieni e la Protocultura abbiano influenzato la vita nell'universo... Macross Zero ribadisce come la saga, escluso il capostipite, non abbia mai poggiato le fondamenta su intrecci e idee particolarmente originali o elaborati, preferendo sempre, come fa Gundam, ripetere le stesse cose all'infinito, ma i personaggi principali, pur senza bucare lo schermo, funzionano e assolvono doverosamente ai loro compiti, il lato romance c'è ma non troppo invasivo o "totalitario" come in passato (zero paturnie amorose), i drammoni non mancano ma non sono in primissimo piano e la visione scorre liscia e interessante grazie al ritmo robusto, la spettacolarità action e le prelibatezze grafiche.

Alla fine, certo, non passerà alla Storia questa ordinaria avventura soldati cattivi che vogliono usare tecnologie aliene di un lontanissimo passato giocando con qualcosa troppo grande per loro (il "boss finale", nella conclusione, fa davvero sembrare di essere entrati in un J-RPG tra i più generici), dai trendy contorni new age (provenienti da Arjuna) e immancabili scontri tra scienza e religione e modernità e antichità (Shin riscopre la bellezza di vivere in un villaggio solo parzialmente contaminato dalla Rivoluzione Industriale, dagli usi e costumi tramandati da millenni, e dovrà ovviamente difenderlo da militari e scienziati senza scrupoli che vogliono studiare i suoi misteri soprannaturali legati alla religione del posto, yawn). Alcune trovate, poi, se non banali, sono quantomeno assurde e ingenuee a dir poco (la canzone celestiale tramandata dall'Uomo Uccello agli sciamani maya dell'isola, tramandata da saggio a saggio e arrivata intatta fino ai nostri giorni, cantata in francese!!). I collegamenti con la serie televisiva del 1982? Davvero labilissimi, tanto che si può guardare la miniserie senza aver visto l'originale, se si esclude un riferimento allo schianto del Macross sulla Terra e gli effetti di una certa parentesi sentimentale di Fokker (spiegano perché nell'originale lui è così disilluso sull'argomento): non è molto, e bisogna considerare che è anche più di quanto Kawamori volesse in principio dire (inizialmente in Macross Zero voleva solo raccontare la creazione dei primi prototipi Variable Fighter, poi, quando è ad Okinawa a compiere ricerche, vede alcuni caccia americani sorvolare l'isola in una simulazione antiterroristica in in seguito agli avvenimenti dell'11 settembre, e l'associazione mentale gli fa nascere in testa tutta la storia, con i suoi elementi folkloristici e religiosi1).


La serie, in definitiva, non aggiunge assolutamente nulla di rilevante alla saga, eppure penso che sotto un certo punto di vista sia infinitamente meglio una produzione del genere, leggera, ben raccontata e le cui pretese non si prendono troppo sul serio, che gli strazi dei precedenti Macross, o lunghissimi e interminabili, o low budget da far schifo, o dai personaggi prelevati di peso da un Harmony. Quest'opera è breve, dice tutto quello che c'è da dire senza dilungarsi, ha in sé tutti gli ingredienti macrossiani sfruttati dignitosamente ed è anche molto bella da vedere. Cosa chiedere di più?

Voto: 7 su 10

SEQUEL
Fortezza Super Dimensionale Macross (1982-1983; TV)
The Super Dimension Fortress Macross: Do You Remember Love? (1984; film)
The Super Dimension Fortress Macross: Flash Back 2012 (1987; OVA)
Macross Plus (1994-1995; serie OVA)
Macross Plus: Movie Edition (1995; film)
Macross 7 (1994-1995; TV)
Macross 7 The Movie: The Galaxy's Calling Me! (1995; film)
Macross Dynamite 7 (1997-1998; serie OVA)
Macross Frontier (2008; TV)
Macross Frontier The Movie: The False Diva (2009; film)
Macross Frontier The Movie: The Wings of Goodbye (2011; film)
Macross FB7: Listen To My Song! (2012; film)
Macross Delta (2016; TV)
The Super Dimension Fortress Macross II: Lovers Again (1992; serie OVA)


FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)

1 commento:

  1. Bello. Me lo sono proprio goduto.
    Dal mio punto di vista mi sento di confermare la rece fatta da Miste'.
    Grafica Molto bella, e CG che si... un po' si nota e stona unito alla tecnica tradizionale ..ma forse bisogna tenere conto anche dei mezzi di allora... cmq apprezzabile.
    Non male anche le caratterizzazioni dei principali protagonisti.
    Non dico un anime da adulti ma imho nemmeno da adolescenti..

    Ps. Vabbhe.. mi ha ingrifato il combattimento tra Nora e Shinn .. roba da top gun e anche di piu' con le riprese sui movimenti delle gambe .. i motori..

    ciaoo

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