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venerdì 29 luglio 2011

Recensione: Clannad - The Motion Picture

CLANNAD: THE MOTION CAPTURE
Titolo originale: Clannad - The Motion Capture
Regia: Osamu Dezaki
Soggetto: (basato sul videogioco originale di Key)
Sceneggiatura: Makoto Nakamura
Character Design: Iataru Hinoue (originale), Megumi Kadonosono
Musiche: Yoshichika Inomata
Studio: Toei Animation
Formato: film cinematografico (durata 93 min. circa)
Anno di uscita: 2007

 

In rotta col padre alcolizzato e perennemente incazzato con il mondo, Tomoya Okazaki vive con apatia la sua vita scolastica insieme al migliore amico Youhei Sunohara. Incontra un giorno, per puro caso, una compagna di scuola, Nagisa Furukawa, che, innamoratosi a prima vista del ragazzo, si dà da fare per cambiargli la vita...

Con Clannad: The Motion Picture Osamu Dezaki firma tristemente il suo film conclusivo, la sua seconda trasposizione, dopo Air, delle visual novel di Key. Maggiormente conosciuto per il successivo adattamento televisivo a opera del rinomato studio Kyoto Animation, il videogioco Clannad è una pacata commedia romantica che segue le ferree regole del genere, trovando insperata profondità nel secondo atto, After Story, che mostra come la ragazza scelta dal protagonista tra le pretendenti, Nagisa, inizia con lui a costruirsi una vita. Uno slice of life che racconta come la coppia si crea, convive, si sposa e poi ha un figlio, col grande merito di raccontare il loro rapporto non secondo una visione idilliaca e fuori dalla realtà, ma mettendolo a confronto con problemi della vita reale come lavoro, salute, drammi di famiglia. Addirittura la morte. Clannad si ritaglia così notorietà per il pregevole After Story, ma anche per un finale default gratuitamente tragico, messo lì per invogliare il giocatore a ricominciare da capo l'avventura per soddisfare diversi requisiti che porteranno, così, a uno migliore. Il film di Dezaki segue alla lontana il materiale d'origine e, pur tenendo fissi alcuni degli avvenimenti originali, rielabora personaggi e situazioni e si inventa un piacevole terzo finale. Too bad, la nuova storia è sviluppata in così poco spazio, e con tale velocità, da rendere in concreto fallimentare il lungometraggio.

Le note positive vanno indirizzate alle grandi differenze tra film e gioco, in grado di offrire un intreccio nuovo di zecca ai fan: lo sceneggiatore Makoto Nakamura reinterpreta la storia eliminando del tutto gli intermezzi visionari (gli elementi "fantastici" che hanno il loro senso nell'accennata seconda partita), stravolge le caratterizzazioni per adeguarle alla nuova storia (sopratutto Yusuke Yoshino, qui fighetto estroverso; e la co-protagonista Nagisa, non più timida e insicura ma anzi forte come una roccia e sempre positiva), tratta in modo maggiormente realistico i rapporti tra Tomoya e gli amici dopo la nota "tragedia". L'inedito finale, poi, nè troppo cupo nè esageratamente positivo, è sicuramente il migliore che Clannad abbia mai trovato, perfettamente coerente con la morale del racconto. Pregi che purtroppo non salvano un lungometraggio sbrigativo e superficiale in tutti gli altri aspetti.



Impossibile raccontare bene in un'ora e mezza vita, morte e miracoli della coppia Tomoya-Nagisa, dalle superiori fino alla vita matrimoniale e oltre, eppure Dezaki ci prova ugualmente e i risultati sono per forza di cose indegni. Nessuna caratterizzazione forte che regga la narrazione; approfondimento frugace, ai limiti dell'inesistente, delle amiche importanti dell'eroe Kyou e Tomoyo (sparite invece Ryou, Fuko, Miyazawa etc); assoluta incapacità di dare un senso ai momenti commoventi, che avvengono di punto in bianco e senza apparente motivo (basta un nonnulla per veder piangere come fontane i protagonisti)... Il film di Clannad osa semplicemente troppo, fallendo in tutti gli obiettivi che si prefigge: di coinvolgere nella storia, di rendere tangibili le sofferenze di Tomoya, di far scendere la lacrimuccia allo spettatore mostrandogli tutti i drammi patiti dal ragazzo. Tutto è raccontato in modo fulmineo, con Nagisa che si innamora dell'eroe dopo avergli rivolto una parola, quest'ultimo che rimane indifferente a lei fino a ricambiarne i sentimenti da un momento all'altro, gli iniziali approfondimenti del resto del cast (Youhei Sunohara in primis) che lasciano il tempo che trovano e la conclusione si risolve nel comico involontario vista la velocità estrema del percorso per arrivarci. Bella l'idea di mescolare spunti dei due archi narrativi videoludici in una storia nuova di zecca, ma originalità non combacia con qualità quando non si hanno le capacità di sfruttare adeguatamente il tempo previsto.

A questo punto ben poco potrebbe salvare l'opera dalla stroncatura, forse solo un aspetto grafico e tecnico degno del formato invoglierebbe quantomeno qualcuno a guardarlo. Non si pone il problema poiché anche qui non c'è molto da gioire: i lineamenti dei visi sono più dolci rispetto al chara design anonimo della serie tv e questo è un bene, ma non mancano assurde sproporzioni, e le animazioni stesse sono da media serie televisiva, tanto che se non si sapesse che è uscito al cinema si potrebbe pensare che Clannad: The Motion Picture è un film tv. Musiche più o meno dimenticabili completano il quadro di un lungometraggio che, non fosse per la buona regia di Dezaki (compresiva dei suoi classici, amati split screen), non sembrerebbe neanche cinematografico.

Voto: 4,5 su 10

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