lunedì 25 luglio 2011

Recensione: Clannad

CLANNAD
Titolo originale: Clannad
Regia: Tatsuya Ishihara
Soggetto: (basato sul videogioco originale di Key)
Sceneggiatura: Fumihiko Shimo
Character Design: Iataru Hinoue (originale), Kazumi Ikeda
Musiche: Jun Maeda, Magome Togoshi, Shinji Orito
Studio: Kyoto Animation
Formato: serie televisiva di 23 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 2007 - 2008

 

La vita scorre divertente per Tomoya Okazaki, allegro studente all'ultimo anno delle superiori temuto da tutti come teppista, fino al giorno in cui incontra la timida e malaticcia Nagisa Furukawa. Stretta amicizia con lei, prende a cuore il desiderio della ragazza di fondare un club scolastico di recitazione e la aiuta, così, a trovarne i membri e a convincere il consiglio di classe studentesco a dare il via alla sua fondazione...

Nel 2007 Kyoto Animation, ancora sulla breccia dell'onda grazie al maxi successo de La malinconia di Haruhi Suzumiya, è al lavoro sulla terza trasposizione, dopo Air e Kanon, delle acclamate visual novel romantiche di Key. Il nuovo prescelto è Clannad, sviluppato nel 2004 a a sua volta ispiratore di un primo adattamento cinematografico, arbitrario, da parte di Toei Animation e Osamu Dezaki. La Kyoto Animation Edition vede la luce giusto il mese successivo, seguendo, al contrario del predecessore, con fedeltà assoluta la fonte originale, a costo di contraddizioni eclatanti. L'originale videoludico, come tutte le visual novel, fonda infatti il suo interesse su svariati Story Arc in cui far muovere il protagonista, che agendo in modo particolare fa innamorare di sè la ragazza cui l'arco narrativo è dedicato. Con la consapevolezza che solo uno di loro è considerato ufficiale dagli sviluppatori Key (quello in cui l'eroe si mette insieme alla timida Nagisa), facile intuire come, trasponendoli in una serie tv tutti insieme, è ben difficile mantenere credibili le caratterizzazioni dell'eroe.

Nei suoi 23 episodi Clannad racconta della tenera storia che nasce tra Tomoya e Nagisa, diluita però a dosi piccolissime, quasi microscopiche, visto che nell'arco di 23 episodi il ragazzo deve anche tenere a freno le mire ormonali dell'harem di pretendenti che si ritrova addosso, sollecitate dai comportamenti ambigui che tiene nei loro confronti. Nulla di nuovo nel genere, ma desta più di un dubbio come il sentimento così vistosamente espresso da Tomoya nei riguardi di Nagisa, fin dai primi episodi, necessiti di così tanto tempo a "concretizzarsi", e del perché tratti esageratamente bene, con insolita confidenza, le altre ragazze. Inserire nella stessa storia tutti gli scenari in cui si lega emozionalmente a loro pone legittime domande sull'utilità della cosa, ma fortunatamente il risultato rimane di buon livello. Se il comportamento emotivo del protagonista nei loro riguardi ha le sue falle di logica, le storie che li riguardando sono estremamente riuscite.



Non mancano personaggi spassosi (l'esilarante migliore amico di Tomoya, Youhei Sunohara, e il carismatico papà di Nagisa) e situazioni comico/demenziali, ma la serie tratta principalmente temi seriosi, la maturazione di Tomoya da ragazzo ribelle, in rotta col padre alcolizzato, ad adulto responsabile che crede nella famiglia, attraverso situazioni drammatiche che faranno maturare sia lui che Nagisa. Sotto questo punto di vista bisogna fare un plauso agli sceneggiatori di Key poiché ogni scenario dedicato a una delle cinque "pretendenti" di Tomoya, lungo dai 3 ai 6 episodi, è solidamente costruito, tragico e in più punti anche commovente, grazie a climax magistrali che colpiscono a fondo. A dispetto della loro allegria le ragazze di Clannad sono quasi tutte vittime di tragedie, drammi o problemi familiari che lasciano strascichi nella loro personalità, influenzandone i comportamenti e portandole a soffrire alla ricerca della propria serenità. All'eroico Tomoya il compito di fargliela ottenere, con azioni più o meno virili che le faranno poi immancabilmente innamorare di lui. La grandezza della serie sta nel gestire questi intermezzi senza scadere nel patetico, affrontandoli con piglio deciso e dialoghi realistici che tridimensionalizzano notevolmente i personaggi, tirandone fuori una profondità difficilmente ipotizzabile viste le caratterizzazioni solari. In questi momenti Clannad trova i suoi apici emozionali, al punto che è difficile non ritrovarsi gli occhi lucidi nel momenti risolutivi dei Character Arc. Il problema principale del Clannad animato è che, seppur ben scritti, gli episodi usati per raccontarli sono troppi.

Sembra quasi Kyoto Animation si sia messo d'impegno nell'allungare il brodo il più a lungo possibile, così che se anche il ritmo rimane ottimo (Clannad è la classica serie che si presta a maratone di anche 5/6 episodi consecutivi) e i climax colpiscono, è sempre mantenuta l'impressione di un avanzamento di trama volutamente diluito col contagocce per far stare tutto perfettamente negli episodi pianificati. Molto peggio, invece, il chara design: prendiamo una faccia, facciamole i classici occhi giganti e ripetiamola altre cinque volte con acconciature e colore dei capelli diversi, otterremo il microcosmo femminile che ruota attorno a Tomoya. Meglio i visi maschili, anche se paradossalmente il più banale è proprio il suo, che coerentemente col suo insignificante carisma (il peggior personaggio dell'intera storia, perfettino e antipatico) risulta anonimo anche nell'aspetto fisico. A garantire il buon voto è l'ottima scorrevolezza della storia e quelle quattro puntate magistrali che chiudono gli archi narrativi, senza contare il piacevole accompagnamento sonoro che si permette anche tracce folk. Sarebbe da fare le pulci anche all'episodio conclusivo, un simpatico ma assolutamente vuoto epilogo che non aggiunge nulla a quanto raccontato precedentemente, ma a far risalire le quotazioni della serie ci pensa l'episodio bonus presente come extra nei dvd giapponesi e intitolato Another World: Tomoyo Chapter, alternate universe in cui Tomoya si mette con la sua bella pretendente Tomoyo. Se la cosa può sembrare inutile, la realizzazione di quest'originale OVA coglie di sorpresa nella romantica storia che evoca, intrisa nuovamente di quelle atmosfere malinconiche e toccanti che la serie trova al culmine dei Character Arc.



Seppur non epocale e sicuramente troppo lungo, Clannad rimane un'ottima visione per chi apprezza le commedie sentimentali. L'aspetto grafico può indispettire nella sua banalità e il protagonista maschile è di rara indifferenza, ma i momenti commoventi, le musiche deliziose (bellissima la tenera sigla di chiusura Dango Daikazoku cantata da Nagisa) e l'ottima scorrevolezza mantengono vivo l'interesse fino alla fine. Peccato solamente che i bei ricordi che Clannad lascia dietro di sé sono crudelmente ridimensionati dalla conclusione definitiva che trova luogo nella seconda stagione After Story: meglio far finta la vicenda si chiuda qui.

Voto: 7 su 10

SEQUEL
Clannad ~ After Story ~ (2008-2009; tv)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Visionata da poco, ho quindi la memoria fresca.
Da fan di questo genere mi ha leggermente deluso perchè ne avevo sentito parlare bene, la serie in se non è malvagia e concordo con quanto scritto nella recensione, non mancano i pregi (come gli episodi finali dei "Character Arc", anche se non ho apprezzato la divisione in capitoli, spezza il ritmo e rende la serie più pesante a mio modo di vedere) ma i difetti sono molti a partire dal protagonista, un avatar davvero inespressivo (di tutt'altro carisma sono Ryuji e Kyon, giusto per fare dei paragoni odierni), che all'inizio lo vediamo con Nagisa per poi fare il buon samaritano con tutte quelle che gli capitano a tiro, ma sempre con la stessa espressione. Anche le ragazze hanno una caratterizzazione forse troppo marcata, da videogame (in fondo è tratto da una visual novel), personalmente le ho trovate caricature poco credibili (andiamo una che parla a robot come Kotomi Ichinose non può esistere) e questo non mi ha fatto appassionare alle loro storie fino in fondo.
Poi c'è il character design fotocopia ma di questo ne hai parlato, per quanto mi riguarda il chara è un aspetto fondamentale.
Ottime le musiche e tutto il resto, per me è un 6. Devo ancora vedere After Story...

Twinkle86

Jacopo Mistè ha detto...

Alla fine praticamente concordo con tutto quello che dici: diciamo che i vari climax raggiunti dai character arc, nel mio caso, sono stati così buoni da farmi privilegiare un buon voto.
Buona parte di questi nei saranno corretti in After Story che, se non fosse per un finale altamente controverso, supera questa prima serie in ogni aspetto. Attendo un tuo giudizio a proposito prima di parlarne ;)

Twinkle ha detto...

E avevi ragione caspita! After Story è un' altra musica decisamente, Tomoya finalmente sembra un essere umano ma anche l'impostazione della storia.. vabè aspetto di finirlo. Sono alla 20, è accaduto di tutto, ora sono troppo curioso di sapere che caxxo hanno combinato per farti spingere a dargli un giudizio più basso (la recensione aspetto a leggerla ma ho sbirciato il voto xD), ci sentiamo di là.

Jacopo Mistè ha detto...

Provo pena per te, perchè anche tu ti renderai conto di aver sprecato diverse ore della tua vita XD

Attendo un tuo giudizio quando avrai finito la visione, ma posso dirti (o ripeterti?) che se fino alla penultima puntata urlavo al capolavoro, quella dopo ha rappresentato la peggior conclusione io abbia mai visto. XD

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