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martedì 18 ottobre 2011

Recensione: King of Thorn

KING OF THORN
Titolo originale: Ibara no Ō
Regia: Kazuyoshi Katayama
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Yuji Iwahara)
Sceneggiatura: Hiroshi Yamaguchi, Kazuyoshi Katayama
Character Design: Hidenori Matsubara
Mechanical Design: Kimitoshi Yamane
Monster Design: Kenji Ando
Musiche: Toshihiko Sahashi
Studio: Sunrise
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 109 min. circa)
Anno di uscita: 2010
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Kaze


Un misterioso virus, soprannominato Medusa perché uccide le persone pietrificandole lentamente, si diffonde sulla Terra portando presto a una spaventosa epidemia che condanna l'umanità. La Venus Gate Corporation, multinazionale farmaceutica, con le più avanzate tecnologie disponibili iberna 160 infetti nel caveau del suo castello-fortezza al centro di un'isola desolata, per poterli curare il giorno in cui l'uomo avrà trovato un rimedio efficace. Kasumi Ishiki, una delle fortunate, e altri pazienti sono però, presto, bruscamente risvegliati dal loro sonno. Qualcosa non va: non si sa quanto tempo è passato, e il palazzo è ricoperto di rovi. Come se non bastasse, la struttura è infestata da mostri carnivori simili a dinosauri che iniziano ad assottigliare velocemente il numero dei superstiti ...

Noto per il fatto che i suoi primi due volumi sono stati inseriti in America, nel 2008, nella lista delle 10 migliori graphic novel per adolescenti dalla Young Adult Library Services Association1 (anche se in Giappone è pubblicato su una rivista seinen, perciò per adulti), il manga survival horror King of Thorn (2002) di Yuji Iwahara è spiazzante e deludente a dire poco: parte col botto, con i primi 3/4 volumi pieni di mistero e scene d'azione da cardiopalma, per merito anche di disegni accattivanti e dettagliati (nonostante le "gommose" e "cartoonesche" figure umane di Yuji Iwahara, noto per essere il character designer ufficiale della saga-anime Darker than Black) e una perfetta, claustrofobica regia delle vignette, ma negli ultimi due tankobon trova il disastro completo e dissipa ogni potenziale possibile con idee tremende che portano a un finale tra i più brutti, deludenti e imbarazzanti mi sia mai capitato di leggere, una di quelle conclusioni filosoficamente sbagliate che a posteriori rovinano tutto quello che di buono c'era prima. King of Thorn si può tranquillamente definire una sorta di rilettura di Jurassic Park (1990) dal contesto ancora più hi-tech, una storia di sopravvivenza in cui un gruppo di civili deve esplorare una isola-fortezza invasa da voraci rettiloni, trappole super-tecnologiche e taglienti rovi provenienti da chissà dove, cercando al contempo di scoprire che ne è stato del loro mondo e se esiste una cura per il terribile virus che li sta lentamente uccidendo. A condire il tutto, immancabili suggestioni noir concernenti il vero scopo degli esperimenti condotti dalla Venus Gate, le sue ramificazioni esoteriche/religiose (che fanno tanto Umbrella Corporation), misteriose entità ectoplasmatiche che guidano la protagonista Kasumi nel labirinto della fortezza, flashback dolorosi e ossessivi riguardo a una sua certa sorella gemella e infine spie infiltrate nel gruppo che sicuramente sanno molto di più di quanto dicono di sapere. Andrebbe tutto benissimo, se non fosse che il procedere della narrazione vede poi subentrare sciagurati intermezzi fantasy da burletta e pacchiani risvolti narrativi di serie B (villain che vogliono diventare le solite divinità del solito mondo distrutto coi soliti super-poteri derivanti dai soliti esperimenti superfantascientifici, super-combattimenti con tanto di power up e addirittura resurrezioni miracolose) che distruggono le ottime atmosfere generali e la suspense trasformando, nelle fasi finali, King of Thorn in un puro action trash.

Nel 2010, quattro anni dopo la fine del fumetto, lo studio Sunrise sceglie curiosamente di adattarlo al grande schermo in un film d'animazione: è impossibile rendere in meno di due ore di girato la completezza dei 6 volumi del fumetto, e per questo l'intreccio originale è radicalmente reinterpretato dallo stesso regista Kazuyoshi Katayama, che mantiene lo spunto di partenza e i personaggi principali stravolgendo però il destino di questi ultimi, rileggendo i ruoli del cast e apportando, con l'approvazione dello stesso Iwahara2, inediti risvolti di trama. Il risultato, che potrebbe riuscire nella (facile) impresa di fornire una conclusione migliore di quella ufficiale, magari nobilitandola parzialmente (come fosse una sorta di pezza), risulta alla fine globalmente sufficiente ma poco più, non riuscendo a dire nulla di rilevante nel genere e neanche a stupire chi ha già letto il manga.


Fino allo scellerato momento delle contaminazioni fantastiche, King of Thorn manga teneva incollati alla lettura grazie alle ambientazioni affascinanti (tra sporgenze, piattaforme sospese, burroni), l'incombente senso di pericolo (i mostri e pseudo-dinosauri che potrebbero annidarsi dietro ogni angolo e le nascoste macchine di morte del castello) e il ben delineato gruppo di protagonisti, che, pur seguendo le ferree regole del genere (l'egoista pauroso, la presenza femminile dolce e risoluta, lo Schwarzenegger della situazione... insomma niente di diverso da un qualsiasi Aliens/Predator), senza troppo stupire risultavano più che convincenti coi loro drammi e le personalità da cui si originavano poi gli immancabili screzi, le alleanze, i tradimenti, gli attacchi di panico, le vigliaccate, etc. Purtroppo, le ambizioni del film sono immediatamente vanificate per la rinuncia a riproporre adeguatamente gli stessi ingredienti vincenti: gli sceneggiatori tratteggiano con scellerata velocità l'esplorazione del castello e procedono a larghi passi verso le rivelazioni importanti togliendo di conseguenza screentime agli attori e relegandoli così a superficiale tappezzeria dal background minimale. È una scelta disastrosa, poiché tolti loro e tolto l'elemento suggestivo rimane su schermo un survival horror che sì, non annoia, ma non è neanche capace di innestare novità a un genere, che in animazione, vista la scarsezza di concorrenti, non avrebbe avuto neanche chissà che difficoltà a emergere, rendendo il titolo davvero appetitoso.

Perso in inedite, compiaciute e inutili allegorie de La bella addormentata nel bosco, King of Thorn anime gioca le sue carte nel raggiungere il finale del manga rinunciando però ai suoi twist più demenziali, eliminando perciò dall'intreccio alcuni personaggi fondamentali (l'antagonista principale e Alice) e gli inserti da Battle Shounen, dedicando buona parte dello spazio all'anima più misteriosa della vicenda, quella del rapporto tra la protagonista Kasumi e la scomparsa sorella Shizuko (Marco Owen, l'originale spalla di lei che a un certo punto della storia diventava anche l'eroe principale, finisce anch'egli enormemente ridimensionato in importanza, quasi da macchietta). Non mancano però esplosioni di effetti speciali e mostri giganti in quantità (anche se realizzati con una Computer Grafica che in più occasioni, per la sua bassa qualità, è inguardabile), e l'elemento fantastico e spettacoloso ancora una volta nel finale trabocca fuori misura fino ad assurgere, tristemente, a protagonista assoluto (scene di distruzione assoluta e apocalittica in ogni dove, yawn), invalidando ancora una volta il precedente spirito claustrofobico della storia. Da bocciare anche la morte senza alcun pathos di buona parte dei componenti del cast (già di per sé poveri di caratterizzazione), artificio voluto per accrescere il dramma anche se non serve - anche perché buona parte di essi sopravvive nel manga. Non dubito che, con tutte queste modifiche che di fatto hanno alterato grandemente una storia già di per sé affatto irresistibile, generando una nuova avventura non proprio esaltante, il film sarà finito con lo scontentare un po' tutti, compresi i lettori che avevano apprezzato il manga (a riprova di questo ricorderei che da nessuna parte si trova una qualsiasi indicazione sugli incassi della pellicola ed essa stessa è passata in generale completamente inosservata negli ambienti di animefan, come non fosse mai esistita, e ritengo che queste cose vorranno pur dare qualche indicazione).


Nonostante questo, la visione però la ritengo tutto sommato gradevole: abbiamo un lungometraggio patinatissimo, lineare, esile, anche un po' ingenuo (non esistono leggi della fisica nel mondo di King of Thorn, se si perdono i sensi in acqua si va a fondo), ma preso a sé è quantomeno guardabile e scorrevole, con un buon ritmo, buone animazioni e discreti disegni che ben replicano il caratteristico tratto di Iwahara. La risoluzione dell'enigma è, al di là di tutto e degli stereotipi, discretamente interessante, e il finale migliore senza dubbio di quello ridicolo di partenza (pur al costo di semplificare molto la vicenda portante). Si poteva fare certo di meglio, ma erano decisamente più alti i rischi di un adattamento ancorato a tutte le idiozie dell'originale. Così com'è venuto, King of Thorn lo si guarda senza aspettarsi tutto sommato nulla e apprezzando perciò le differenze. Insomma, un inutile ma guardabile filmetto di serie B.

Voto: 6 su 10


FONTI
1 Sito ufficiale della Young Adult Library Services Association, alla pagina https://web.archive.org/web/20090203231726/http://ala.org/ala/mgrps/divs/yalsa/booklistsawards/greatgraphicnovelsforteens/annotations/08ggnt10.cfm
2 Intervista a Kazuyoshi Katayama presente tra gli extra del film nel DVD/Blu-ray americano pubblicato da Funimation. Alcuni passi sono sintetizzati nella recensione del film pubblicata nel sito "Anime News Network" alla pagina http://www.animenewsnetwork.com/review/king-of-thorn/bd+dvd

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