Pagine

giovedì 26 aprile 2012

Recensione: Shutendoji

SHUTENDOJI
Titolo originale: Shutendoji
Regia: Junji Nishimura, Jun Kawagoe, Yoshio Ishiwatari
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Go Nagai)
Sceneggiatura: Masashi Sogo
Character Design: Hideyuki Motohashi
Mechanical Design: Masahiko Okura
Musiche: Fumitaka Anzai
Studio: Studio Signal
Formato: serie OVA di 4 episodi (durata ep. 50 min. circa)
Anno di uscita: 1989 - 1991
Disponibilità: edizione italiana in VHS a cura di Dynamic Italia


Un giorno una coppia in procinto di sposarsi, Ryuichiro e Kyoko, assiste sconcertata all'apparizione di un gigantesco orco con in bocca un neonato, che si rivolge successivamente a loro: dovranno per 15 anni accudire il bimbo, in attesa che un giorno torni a riprenderselo per non meglio precisati scopi. Passa il tempo e il piccolo, battezzato dai due Jiro Shutendo (in onore della divinità Shutendoji), è cresciuto. Finché attende di ricongiungersi con la spaventosa creatura, inizia ad avere inquietanti incubi e a venire perseguitato da una setta di monaci assassini...

Nonostante la generale accoglienza positiva riservata, da parte dei lettori italiani, all'edizione d/visual del manga Shutendoji, chi scrive non ha mai particolarmente gradito uno degli horror più atipici di Go Nagai, anche se realizzato negli anni d'oro in cui vedono la luce le versioni cartacee di DevilMan, Mazinger Z, Kekko Kamen, Violence Jack, Cutie Honey etc. Disappunto che viene mantenuto anche con la visione degli OVA, ottimi riassunti di una storia in più punti priva di logica. Non dimentico di aver lodato la svalvolatezza narrativa dell'autore nelle trasposizioni di Kamasutra e Hanappe Bazooka, ma un conto sono storie dichiatamente comiche che fanno del nonsense la loro bandiera, un altro altre seriose come Shutendoji.

Quello che ha inizio, infatti, come un inquietante horror "demoniaco" dove bonzi malvagi e spaventosi orchi cercano di uccidere Jiro (in quanto reincarnazione della divinità scaccia-oni Shutendoji), presto si evolve in azione pura, all'indomani dell'alleanza del ragazzo con servitori umani incaricati di difenderlo con ridicoli super poteri. Si arriva infine a sci-fi e fantastico con viaggi nel tempo, villain futuristici e carismatici (ma senza alcun senso nella trama: il corazzato Iron Kaiser) e anche paradossi temporali. A condire tutto, illogicità (gli amici del fratello di Miyuki, ragazza qualsiasi che va dietro a Shutendo, sono...?), forzature (la cotta della ragazza arriva agli estremi di...?) e idee non approfondite (cos'è esattamente Shutendoji?). Nonostante questo non mancano suggestioni di inquietante fantasia, idee che in una storia più compatta e coerente avrebbero i crismi per portare a qualcosa di ben migliore (la possessione dell'insegnante, la degenerazione psicologica della madre di Shutendo, la parete dell'ospedale, il fatto che la trasformazione dell'eroe porti i suoi capelli a rizzarsi diventando biondi - ricorda qualcuno? -).


È dunque con speranza di cambiamenti che ci si avvicina agli OVA realizzati nei primi anni 90, ma a parte differenze minime, date dalla volontà di coprire velocemente la storia originale modificandone quindi alcuni segmenti, la storia rimane la stessa. Peccato, perché con ogni probabilità Shutendoji anime, dal punto di vista tecnico, è il canto del cigno di Studio Signal, studio che ha legato la sua notorietà alla trasposizione, proprio in quegli anni, di buona parte delle opere meno conosciute di Go Nagai. Trattando l'opera del mangaka con devozione, Studio Signal sforna 4 lunghi episodi (50 minuti l'uno) con cura registica, grafica e musicale lodevoli. Degno di rispetto è innanzitutto il disegno, dato da una perfetta simbiosi tra il tratto originale, sporco e semi-caricaturale del Go Nagai prima maniera, e un'estetica grafica più moderna. Abbiamo così un chara dalle fisionomie normali , ma con espressioni facciali che rimandano all'inquietante, grottesca espressività del fumetto. Animazioni fluide e di buon livello, ma sopratutto colonna sonora spettrale e solenne, degna di quella degli OVA di DevilMan. Tutto perfetto, e a questo si aggiunge anche una regia ispirata che cerca di dare voce agli stati d'animo dei protagonisti con un azzeccato uso di primi piani e inquadrature. Un eccellente lavoro, ma sprecato in un adattamento che non so in quanti potrebbero apprezzare: fedelissimo all'originale, ma se la fonte principale è bacata di partenza?

Duole considerare, poi, che la trasposizione pecchi di una certa fretta: nulla che impedisca di seguire la trama (apprezzarla è un altro discorso), ma i comprimari sono poco più che abozzati, le eventuali morti non comunicano nulla, e la love story tra Shutendo e Miyuki, fulcro della narrazione, mal risente dei pochi dialoghi usati per affrondirla. La ragazza appare praticamente nei soli momenti in cui deve avanzare la trama, praticamente quando è sempre nuda e alla mercé del mostro di turno.


In conclusione, lo Shutendoji animato è un'ottima trasposizione di una storia in grado di spaccare il pubblico: ci sarà chi urla all'originalità spensierata dell'autore, e chi, pur apprezzandone le idee, non si sentirà conquistato da un intreccio così incoerente. Rimane, per meriti tecnici, uno dei migliori lavori animati basati su Go Nagai, e per questo voglio rimarcare che il voto è assolutamente soggettivo e riguarda il nocciolo della storia, non certo la bontà della produzione. Caldamente consigliato agli amanti dello splatter, che tra spadate e maciullamenti vari non vedranno mai venir meno il loro liquido preferito.

Voto: 5 su 10

Nessun commento:

Posta un commento