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lunedì 26 agosto 2013

Recensione: Il minatore dello spazio

IL MINATORE DELLO SPAZIO
Titolo originale: Oira Uchu no Tankofu
Regia: Umanosuke Iida
Soggetto: (basato sul romanzo originale di Horseman Lunchfield)
Sceneggiatura: Ritsuko Hayasaka, Tsutomu Iida (Umanosuke Iida)
Character Design: Toshihiro Kawamoto
Mechanical Design: Yu Imakake, Muchus Mechajinos
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Triangle Staff
Formato: serie OVA di 2 episodi (durata ep. 25 min. circa)
Anno di uscita: 1994
Disponibilità: edizione italiana in VHS a cura di Dynamic Italia


In un futuro non troppo lontano l'umanità lega sempre più il suo progresso all'esplorazione dello spazio, al punto che diventa un lavoro tra i più comuni e ricercati quello di scavare minerali negli asteroidi per poi spedirli alla Terra. Il giovanissimo Nanbu Ishikawa, nato nello spazio, si esercita su una base mineraria spaziale a diventare astronauta come suo padre, ma, il giorno dell'esame per il brevetto, un terribile incidente distrugge parte della base iniziando a farla precipitare verso il pianeta...

Il minatore dello spazio è una delle numerose, dimenticate serie OVA dei '90 arrivate in Italia in VHS per Dynamic Italia (o Yamato Video) e mai più rieditate in dvd. Molte di loro sicuramente per il basso profilo qualitativo, ma non è il caso dell'opera in questione, forte di grandi star tra cui il chara designer Toshiro Kawamoto, il rinomato compositore Kenji Kawai e il regista Umanosuke Iida, dietro agli OVA di DevilMan e del bellissimo The 08Th MS Team. Si parla, infatti, di una miniserie di soli 2 episodi che nell'arco di così poco spazio ha modo di imbastire una storia coinvolgente e di tensione, ma che, sfortunatamente, non deve aver avuto il successo sperato in patria, tanto da chiudersi in modo tronco con un cliffhanger privo di prosieguo.

De Il minatore dello spazio colpisce innanzitutto la grande perizia tecnica, data dalle buonissime animazioni di Triangle Staff, talvolta di fluidità assoluta, che reggono benissimo le ambizioni di script, nel raccontare la storia di questo scatenato eroe, Nanbu, all'interno di una navetta spaziale alla deriva nello spazio, che deve riuscire a salvarsi e a ritrovare i familiari, anch'essi superstiti della distruzione della base, esplorando le macerie fluttuanti della struttura. Incipit catastrofico vincente, veicolato per sfruttare al massimo le potenzialità avventurose delle scenografie hi-tech nel quale si muove, corre, salta, si arrampica il ragazzo. Merito della resa grafica va al chara design di un ritrovato, bravissimo, Toshihiro Kawamoto, semplice, attraente e definito allo stesso modo di quello indimenticabile di Gundam 0083, e anche al mecha dettagliatissimo - per ciò che concerne astronavi, attrezzature fantascientifiche etc - di Yu Imakake, per un brillante connubio che rinnova l'orgia grafica della rinomata miniserie gundamica. Ottimo design che, insieme al background spaziale approfondito e verosimile (almeno per quel che è dato vedere in così poco spazio), sembra porre Il minatore dello spazio addirittura come un antenato di PlanetEs.


In appena 50 minuti di girato, Iida e la sceneggiatrice Ritsuko Hayasaka scrivono una sceneggiatura esemplare, tratteggiando una storia drammatica con molta suspance che non si risparmia interessanti twist (il motivo per cui il governo terrestre non vuole mandare soccorsi) e che riesce addirittura, nonostante lo spazio esiguo, a caratterizzare dignitosamente i personaggi, facendo presupporre per il protagonista anche una interessante love story. Magari il piccolo Nanbu non sarà il massimo della credibilità - con la sua foga a voler terminare l'esame per astronauti anche a costo di rischiare la vita -, ma il suo entusiasmo e la sua energia lo rendono istantaneamente simpatico e spontaneo. Quelli del Minatore sono però pregi che, alla luce del non-finale, vanno dimenticati in toto. Si dovessero valutare i due episodi sapendo che poi la storia prosegue, sicuramente il voto buono sarebbe d'obbligo, ma così, con la storia incompleta, non si può far altro, controvoglia, che sconsigliarlo calorosamente, amareggiati da come tanta potenzialità sia così disattesa.

Voto: 5,5 su 10

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