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lunedì 19 agosto 2013

Recensione: Seven Cities Story

SEVEN CITIES STORY
Titolo originale: Nana Toshi Monogatari ~ Hokkyokukai Sensen ~
Regia: Mamoru Kanbe
Soggetto: (basato sul romanzo originale di Yoshiki Tanaka)
Sceneggiatura: Tomofumi Nobe
Character Design: Satomi Kobayashi (originale), Katsumi Matsuda
Mechanical Design: Makoto Koga
Musiche: Hiroshi Sato
Studio: Animate Film
Formato: serie OVA di 2 episodi (durata ep. 29 min. circa)
Anno di uscita: 1994


Nel 2086, in seguito alla distruzione della Terra, quello che rimane dell'umanità si sposta a vivere sulla Luna, colonizzandola sotto la bandiera del Panhuman World Government e smistando la popolazione in sette giganteschi Paesi. Il governo li mantiene uniti con un rivoluzionario sistema difensivo laser chiamato Olympus, che distrugge qualsiasi oggetto volante venga scoperto a oltre 500 metri di altezza, rendendo così inutile di fatto la guerra aerea. Nonostante questo il PWG finirà comunque presto col cadere, lasciando però attivo Olympus e le sette città nel totale caos. Nell'anno 2190 due di loro, New Camelot e Aquironia, iniziano una guerra tra di loro, combattuta con gli unici mezzi di trasporto militare ancora concessi: le navi. Il primo forte del talento strategico dell'imbattibile commodoro Kenneth Guilford, mentre il secondo non sa ancora di avere un soldato ugualmente geniale, il capitano Almaric Aswaer...

Non possono che essere numerose le similitudini tra la miniserie OVA Seven Cities Story e quella monolitica di Legend of the Galactic Heroes. Sono affinità che colgono sicuramente le tematiche militari, il mood generale, i due protagonisti-rivali che si fronteggiano ma sopratutto le origini delle sue storie, entrambe trasposizioni di romanzi dall'affermato Yoshiki Tanaka. Ma se LOGH, forte di tutto il tempo che gli serve per sviluppare trama, background e personaggi, coi suoi 110 densi, stellari episodi si risolve nel capolavoro, il suo fratellino, con le sue mingherline 2 puntate, neppure ci prova a imbastire una storia autonoma dal libro, presentando un antipasto pressoché inutile nonostante gli spunti interessanti.

Relegata la caratterizzazione del setting fantascientifico giusto ai soli due minuti di presentazione di ogni episodio, rendendo di fatto impossibile capire cosa sia stata La Grande Caduta, che cos'è il virus proveniente da un meteorite (?) che ha distrutto il Panhuman World Government, e capire in dettaglio il sistema difensivo Olympus o come l'umanità sia riuscita a trasformare geograficamente la Luna in una nuova Terra, Seven Cities Story trascina subito lo spettatore nel cuore dell'azione, sfruttando la sua oretta totale di girato per imbastire svariate battaglie navali tra l'eroe Aswaer e la sua nemesi di New Camelot, il freddo e imperturbabile Guilford. Due protagonisti che si rifanno abbastanza palesemente a Yang Wen-li e Reinhard von Müsel di LOGH (sopratutto quest'ultimo, che rivive nel biondo e imbattibile Guilford), che catalizzano nuovamente l'attenzione dello spettatore più su di loro che sul conflitto di per sè in quanto, pur con il poco spazio per essere gestiti, sanno godere di un buon carisma. Sono eroi in battaglie nuovamente spettacolari, duelli di tattiche e strategie capaci di rovesciare di punto in bianco l'andamento del conflitto stupendo sempre per le loro intuizioni miracolose: sono scontri che non avverrano più in vascelli spaziali ma, nonostante questo, le battaglie navali di Yoshiki Tanaka rimangono sempre entusiasmanti, brillando ancora una volta in animazione nonostante sarebbe facile pensare, visto l'argomento, che avrebbero più senso su carta. Bisogna ringraziare anche le animazioni di buon livello, l'intrigante character design di Katsumi Matsuda - che, fedele ai dettami di LOGH, è nuovamente adulto, realistico e attraente - e anche il superbo mecha design, con queste navi da guerra così curate, così grondanti dettagli, che sembrano disegnate da Hajime Katoki.


Nonostante due episodi che si guardano con soddisfazione, non c'è molto altro da dire su una miniserie fatta così tanto per fare, probabilmente per sfruttare il traino di LOGH che nel 1994 era ancora in pieno svolgimento in animazione. Eliminato il background storico/politico, eliminati gli approfondimenti caratteriali e personali di eroi e personaggi (oltre a loro sono presentati sviariati comprimari dai rapporti interpersonali ben definiti, peccato che non abbiano alcuna ripercussione sulla trama), evitata una qualsiasi conclusione alla vicenda che rimane invece del tutto aperta, Seven Cities Story si configura come una di quelle immancabili opere animate "di presentazione" che hanno senso giusto in Giappone, dove gli originari cartacei hanno, effettivamente, collocazione e sono alla disponibilità di tutti. Chi non conosce l'idioma nipponico può solo sperare, abbastanza vanamente, che i romanzi di Yoshiki Tanaka siano un giorno disponibili anche in Italia.

Voto: 5,5 su 10

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