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mercoledì 11 agosto 2010

Recensione: Heavy Metal L-Gaim

HEAVY METAL L-GAIM
Titolo originale: Jūsenki L-Gaim
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino, Mamoru Nagano (non accreditato)
Sceneggiatura: Mamoru Nagano (non accreditato), Yuuji Watanabe
Character Design: Mamoru Nagano
Mechanical Design: Mamoru Nagano
Musiche: Kei Wakakusa
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 54 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1984 - 1985



Siamo nel sistema stellare Pentagona, retto dalla spietata dittatura del sovrano Oldna Posoidal. Sul pianeta Koam viaggiano, girovaghi, gli amici Daba Myroad e Kyao Mirao, trasportando con un camion il potente Heavy Metal L-Gaim che il primo ha ricevuto in eredità dal padre. Svariati scontri con predoni del deserto e la successiva promessa fatta a uno di questi, morente, di restituire la sua carta di credito al mercante d'armi Amandara Kamandara, getteranno le basi per un lungo viaggio che i due intraprenderanno per tutto l'universo, inizialmente cercando solo di adempiere al giuramento, ma poi finendo col guidare un esercito di ribellione contro Posoidal, usando l'L-Gaim in prima linea per sconfiggere i numerosi generali nemici. Le origini di Daba, infatti, sono molto illustri e con esse il ragazzo può esercitare una grande influenza verso svariati popoli stellari...

Sunrise è lo studio d'animazione per eccellenza nell'ambito della fantascienza robotica: impossibile negarlo, così come è difficile fornire il numero esatto delle produzioni mecha sfornate da questo colosso dell'intrattenimento nell'arco di quarant'anni di animazione, o di quel numero di registi, sceneggiatori, animatori, chara e mecha designer che grazie a esso si sono fatti le ossa e successivamente costruiti una fama immensa. Periodo fertile, a livello di idee, sono decisamente gli anni '80, nel quale trovano consacrazione gli estri creativi dei registi Yoshiyuki Tomino e Ryousuke Takahashi, i più importanti del genere, e si affermano grandissimi artisti del disegno e dell'animazione. Heavy Metal L-Gaim è di sicuro uno degli esponenti ideali di questa fioritura di talenti, trovando nello staff  non solo Tomino come creatore e regista, ma anche talenti giovanissimi (tutti poco più che ventenni) del calibro di Yasuhiro Imagawa, adibito agli storyboard; di Hiroyuki Kitazume, direttore dell'animazione, e, in fase di chara, mecha design e addirittura co-ideazione del soggetto e sceneggiatura1 (ma queste ultime due mansioni non sono ufficialmente accreditate, lo si apprenderà solo dopo, dai databook), Mamoru Nagano, lo Char Aznable cosplayer dell'anime shinseiki sengen dell'81, che subito dopo entrerà nell'Olimpo dei mangaka con The Five Star Stories (1986), il più importante fumetto robotico/fantascientifico della Storia del fumetto giapponese. Tutti questi nomi, le forti similitudini di trama con Star Wars (a livello di incipit narrativo, colpi di scena, contesto sci-fi/fantasy e combattimenti con spade laser, come ammesso dallo stesso Nagano2), una grande confezione tecnica e l'influenza che avranno i suoi avveniristici robot, alimenteranno per decenni un hype spropositato e immeritato verso l'opera: solo chi ha avuto modo di vederla, in tempi recenti, sa davvero, però, qual è la sua reale qualità, capendo bene perché Tomino (e, sembra, lo stesso Nagano all'Anime Expo del 1993, ma non ci sono abbastanza fonti sulla cosa) ammise, all'epoca, insoddisfazione per il risultato finale.

Come ammette il regista, L-Gaim è ben poca cosa, un agnello sacrificale per portare a compimento l' "addestramento" tecnico del suo incredibile staff in vista del poterlo riutilizzare, l'anno dopo, in Mobile Suit Z Gundam3, e proprio vista questa premessa la serie si compone, per metà, di materiale scartato da Mobile Suit Gundam (1979) e riadattato senza troppi problemi (la frase esatta è "la prima parte di L-Gaim è l'immondizia di Gundam"4). Credere alle sue parole non è difficile, basta guardare i primi due episodi per rendersi conto che l'opera è davvero la fiera del Nulla: con un tremendo umorismo infantile che non fa ridere, che perdura per la durata dell'intera storia, un inesistente approfondimento dei personaggi e una grande svogliatezza di fondo, il titolo narra con tedio assoluto la guerra di Daba, Kyao e compagni contro l'impero stellare del sovrano Posoidal. L'aggettivo "tedioso" non è usato a sproposito, non c'è altro modo per definire le avvilenti sensazioni causate da 54 infiniti episodi retti su combattimenti infiniti in cui non muore nessuno e un folto cast di insignificanti attori, solo bambocci petulanti privi di una motivazione che giustifichi la loro lotta, vittime di penose gag demenziali che cercano invano di renderli simpatici. Il gruppetto degli eroi principali è il peggio del peggio: impossibile interessarsi alle vicissitudini di un sempliciotto buono e perfettino, di due galline starnazzanti che se lo contendono quotidianamente con scenate di gelosia (in ripetitivi siparietti stile harem, nonostante quel genere non esistesse ancora) e di un triste buffone dal ciuffo improponibile.


La trama, che ben sviluppata potrebbe anche aver avuto un senso e una sua spettacolarità per le similitudini con Star Wars, è distrutta dalla mancanza pressoché totale di ispirazione in fase di sceneggiatura: non mancano personalità potenzialmente interessanti (come l'enigmatico trafficante d'armi Amandara Kamandara) o scontri particolarmente belli da vedere, ma tutto va ridimensionato al punto da divenire impercettibile per la pedanteria di un canovaccio narrativo ripetuto sfacciatamente dall'inizio alla fine senza variazioni. L-Gaim è azione incessante, robotica e non (inseguimenti, assalti, sparatorie), dove mille battaglie e combattimenti, lunghissimi, non trovano mai ripercussioni sulla storia, illustrando una storia banalissima che esprime, in ogni episodio, lo stesso canovaccio, riassumibile in "uno degli Elite 13 (i massimi generali di Posoidal) tenta di sconfiggere Daba, viene battuto e si ritira", causa di sbadigli memorabili. La formula "azione, comicità bambinesca e pizzico di dramma ogni tanto" si risolve in una serie caciarona e umoristica che non fa ridere o provare interesse per la "trama", devastata fin dalle fondamenta dalla superficialità nel gestire cast e situazioni e dall'implausibile premessa di fondo della storia (Daba che insegue per tutto il cosmo un mercante d'armi per restituirgli una carta di credito, senza nessun motivo concreto per farlo). La parte finale è ancora più deprimente visto che tenta in ogni modo, possibile e immaginabile, di tingersi di dramma ed epicità e fallendo miseramente proprio per questo, perché è impossibile prendere sul serio bambolotti che per quaranta puntate prima ridono e scherzano ogni volta che rischiano la vita e solo ora iniziano a preoccuparsi. Come il precedente Blue Gale Xabungle (1982), L-Gaim racconta un intreccio molto semplice e lineare con fare scanzonato, cercando di intrattenere lo spettatore con un forte umorismo di fondo e buffi personaggi: la differenza è che il predecessore ci riesce benissimo, L-Gaim no.

Gli unici elementi da salvare nell'opera non possono che essere quelli tecnici e storici: L-Gaim vanta, oltre alle animazioni di ottimo livello (testimonianza dell'entusiasmo del suo giovane e straordinario staff), anche una direzione particolarmente briosa. In quest'opera, Tomino conia un nuovo artifizio registico che farà scuola, che verrà usato non solo da lui in tutti i suoi robotici successivi, ma anche da nuove generazioni di registi: parlo della formidabile idea, mentre i robot si muovono o combattono, di ritagliare sullo schermo delle finestre che ritraggono i volti dei piloti, per enfatizzare i loro stati d'animo. Lascio immaginare quanto più pathos e drammaticità assumano in questo modo le  battaglie (non particolarmente in questo noioso anime, ma in quelli fatti bene). Degni di menzione e di stile sono, in particolare, anche i disegni di Nagano. Geniale, per scelta di colori, abbigliamento e look molto diversificati e stravaganti, il suo chara design, che ben palesa il talento che mostrerà anche come stilista di moda (con speciale predilezione per acconciature glam/metal), ma è soprattutto il suo lavoro al mecha ad assumere le proporzioni più importanti della serie, assurgendo a importante e influente.

L-Gaim fa infatti conoscere al pubblico degli Eighties una nuova, avveniristica concezione estetica dei robottoni: lo fa con gli affascinanti Heavy Metal, "scheletri fantascientifici" pieni di placche, cavi e decorazioni dalle linee raffinate, ora curve, ora taglienti, ora cuspidate, con arti lunghi e sottili, che creano bizzarre ed elegantissime fisionomie mai così vicine a un essere umano meccanico - uno spettacolo di una bellezza inaudita e difficilmente riassumibile per iscritto, che sembra quasi dipingere i robottoni come un concentrato di organico e cibernetico. Nagano crea robottoni dal carisma visivo pazzesco, protagonisti di scontri altamente spettacolari, che non per nulla, insieme ai futuri Mortar Headd di Five Star Stories, influenzeranno i mecha in opere di animazione, modellismo e fumetti (basti pensare alle unità robotiche di Xenogears, di Zone of the Enders, Linebarrels of Iron, The Vision of Escaflowne etc). Dà da pensare che, se Tomino non glielo avesse impedito (avendoli già anticipati l'anno prima, a suo modo, in Aura Battler Dunbine), Nagano si sarebbe spinto ancora oltre realizzando robottoni addirittura con elementi organici e pilotati da Fatima5 (chi ha letto Five Star Stories capirà)! Infine, L-Gaim si fa ricordare, curiosamente, per la sua innovativa trovata di anticipare i temi degli episodi "importanti" nelle preview di quelli precedenti ("Next Mecha", "Next Character", "Next Drama", idea poi ripresa sempre in Five Star Stories).


Se però questi elementi, superficialmente scenici, fungono giusto da addobbo a una storiaccia noiosa appesantita da dialoghi insulsi, pessimi personaggi, una trama che non cattura mai l'interesse e una totale mancanza di divertimento in uno script ripetitivo e svogliato al massimo, il risultato finale non può non essere un interminabile mattone, meraviglia grafica o meno, giustamente punito dal solito flop di ascolti (5.71%6) che è a sua volta salvato dalle solite, efficaci vendite di modellini7. L-Gaim è una serie da evitare, sciagurato rappresentante di un anno, il 1984, particolarmente infelice per le produzioni robotiche Sunrise (da non dimenticare che in quel periodo vedono la luce ulteriori "delusioni d'autore" come Giant Gorg e Panzer World Galient), e primo, grande passo falso di Tomino nella sua carriera di regista. I fan di Nagano, visionando l'opera, capiranno invece ancora più la grandezza di un uomo capace di fare la Storia del fumetto, rielaborando, in modo consono, i mecha, le idee, i disegni e le ambientazioni di L-Gaim (già eredità di una sua corposa cronistoria scritta per l'anime8) proprio in Five Star Stories (Ladios Sopp, ossia Posoidal letto al contrario, ha gli stessi poteri di quest'ultimo e il medesimo aspetto; Chorus III è praticamente Daba Myroad; il Mortar Headd Jünoon è il primo L-Gaim, Mel Schacher è Full Flat, etc). Yuuji Watanabe, invece, sceneggiatore principale della serie, ne fornità una reinterpretazione nei 3 romanzi ufficiali che escono lo stesso anno e si rifanno al primo progetto (poi scartato) della storia9.

Curiosità: la fatina volante Lilith è un omaggio alla ferario Cham di Dunbine, fisicamente identica a lei e unica testimonianza rimasta del primissimo progetto originale (lo stesso a cui si rifà Watanabe nei libri? Lo ignoro) di Nagano, che intendeva ambientare la storia proprio a Byston Well10. Lo spocchioso Gavlet Gablae, invece, riprende il nome da uno degli antagonisti di Xabungle.

Voto: 4,5 su 10

SEQUEL
Heavy Metal L-Gaim I: Pentagona World + Lady Gablae (1986; OVA)
Heavy Metal L-Gaim II: Farewell My Lovely + Pentagona Dolls (1987; OVA)
Heavy Metal L-Gaim III: Full Metal Soldier (1987; OVA)


FONTI
1 Molto illuminante il post di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit) apparso nel forum Pluschan, che fa riferimento all'intervista a Mamoru Nagano contenuta nel numero giapponese di Newtype del giugno 1985 (http://www.pluschan.com/index.php?/topic/576-i-robotici-mai-arrivati-in-italia/?p=52135)
2 Consulenza di Garion-Oh
3 Come sopra. In aggiunta a questo, anche la wikipedia giapponese di "Heavy Metal L-Gaim" lo conferma, citando il commento di Yoshiyuki Tomino apparso nel Box Laserdisc di "Mobile Suit Z Gundam". Ulteriore conferma viene dal dossier "The Day the Earth Stood Still" apparso sul volume 2 di "Record of the Venus Wars", pubblicato da Magic Press nel 2010
4 Consulenza di Garion-Oh, basata sul booklet contenuto nel Box Laserdisc di "Heavy Metal L-Gaim"
5 Vedere punto 2

6 Come sopra
7 Come sopra
8 Come sopra
9 Wikipedia giapponese di "Heavy Metal L-Gaim"
10 Vedere punto 2

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