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venerdì 5 novembre 2010

Recensione: Toward the Terra (2007)

TOWARD THE TERRA
Titolo originale: Terra E...
Regia: Osamu Yamazaki
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Keiko Takemiya)
Sceneggiatura: Satoru Nishizono, Toshizo Nemoto, Akemi Omode, Hiroshi Ohnogi
Character Design: Nobuteru Yuki
Mechanical Design: Yutaka Izubuchi (originale), Hideyuki Matsumoto, Takayuki Yanase, Yasushi Ishizu
Musiche: Yasuharu Takanashi
Studio: Minami Machi Bugyosho, Tokyo Kids
Formato: serie televisiva di 24 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2007

 

In un lontano futuro la distruzione ecologica della Terra, causata dalla razza umana, porta l'umanità a emigrare nello spazio. Gli esseri umani decidono quindi di creare e sottomettersi a una potentissima intelligenza artificiale detta Mother, che si occuperà di gestire le future nascite e organizzare così in modo gerarchico la società, delegando ai "migliori" il compito di provare a ricostruire e popolare il pianeta. L'imprevista nascita di super uomini detti Mu modifica i piani di Mother, la quale opta per la loro totale soppressione. Jomy, giovane studente, scopre di essere anche lui uno di loro, ed è così che inizia, coi suoi simili, un viaggio alla ricerca di un nuovo pianeta dove poter vivere finalmente in pace...

È ironico notare come il grande, decantato progresso tecnologico in animazioni e CG, sbandierato a metà anni 90 dagli studios d'animazione, nell'arco di tutto questo tempo non ha saputo trovare adeguato corrispettivo in ambizioni narrative, tanto che oggi si è letteralmente sommersi da un numero abnorme di produzioni più o meno tutte uguali e prive di spessore, tra moe, bishounen, tsundere, harem, ecchi e ogni genere di amenità, del tipo vista una viste tutte. Proprio per questo fa sorridere vedere l'acclamazione che pubblico e critica internazionali tributano nel 2007 a Toward the Terra, serie televisiva che traspone, in barba alla "modernità" delle storie attuali, un manga vecchio di oltre trent'anni, l'omonimo shonen fantascientifico della mangaka Keiko Takemiya già vincitore di innumerevoli premi e trasposto nel 1980 da un lungometraggio - abbastanza mediocre invero - Toei Animation. Una storia, quella di Toward the Terra, lineare, semplice all'inverosimile, anche un po' banale, ma come quelle di tutti i grandi fumetti degli anni 70 - il periodo del Tezuka maturo, di Go Nagai, Shotaro Ishinomori, Riyoko Ikeda etc - di solenne espressività, capace di toccare le corde dell'animo in virtù di personaggi forti, messaggi poderosi e una tragicità di fondo che le storie attuali si sognano. Dietro uno degli incipit più stereotipati risiede un memorabile affresco di poesia e umanità, replicati in una serie tv a medio respiro che rende di certo più giustizia al fumetto del vecchio film.

A dispetto della trama, Toward the Terra non è principalmente il racconto delle varie battaglie tra Mu ed esseri umani. Si focalizza invece nelle iterazioni tra i personaggi, narrando la vicenda dal punto di vista di entrambe le fazioni rappresentate da Jomy e da Keith, quest'ultimo leader degli "umani" e pupillo della sanguinaria Mother. Una storia poetica sull'uomo, sull'accettazione del diverso, sulle difficoltà a superare le barriere dell'intolleranza per comprendere il prossimo e forgiare la pace. Battaglie ridotte al minimo e larghissimo spazio dato a dialoghi tra persone dalle svariate sfacettature, per comprendere punti di vista diversi. Una forte, bellissima storia di crescita interiore.


Fantascienza adulta e drammatica, che per raggiungere il suo pathos non disdegna di colpire vigliaccamente con morti a profusione. La storia è terribilmente tragica e mai nessun personaggio del variegato cast può definirsi intoccabile. Numerosissimi sono quelli che muoiono lungo il dipanarsi dei 24 episodi, che sia in guerra o per eventi sfortunati, e lo fanno sempre in modo improvviso e spietato, la loro morte fa male perché è sempre carica di terribili conseguenze verso i loro cari. Bisogna dirlo, certe volte si nota un ricercato sadismo nel massacrare personaggi per aumentare il tasso di dramma, ma c'è poco da fare: se ogni dipartita, per merito della meravigliosa, lirica e straziante colonna sonora di Yasuharu Takanashi, porta anche chi guarda a empatizzare fortemente e a dolorsene, vuol dire che l'espediente, gratuito o no, funziona. Così come funzionano e colpiscono a fondo le varie tematiche affrontate, sicuramente già viste ma comunque di grande effetto grazie alla caratterizzazione del superbo cast e al coraggio della trama di non risparmiarsi scene e temi scomodi: l'odio che chiama l'odio, lo sbaglio di affidare le proprie vite alla fredda tecnologia, la guerra che plasma gli idealisti facendoli diventare delle bestie, il valore del sacrificio d'amore.... Toward the Terra un affresco di individui vividi e pulsanti, ognuno con una storia da vivere e raccontare, e questo trasmette una forte sensazione di familiarità con loro, contribuendo a un'immedesimazione forte e vissuta. Se l'eroe Jomy, ironicamente, è forse l'elemento più "perfettino" e inverosimile del cast, i numerosissimi comprimari - quasi tutti Mu - e l'antagonista Keith possono godere di una caratterizzazione sublime, che tratteggia personalità ora semplici, ora complesse ma sempre con una cura dialogica e comportamentale da applausi.

Una grande storia character driven, che in virtù di questo trova tutte le ragioni del suo successo configurandosi come una visione must del 2007. Non è scevra, comunque, da difetti, ricordandosi per l'assoluta futilità di uno spaurito numero di personaggi (come Leo); un chara design tendente allo shoujo che, modernizzato o meno, può piacere come no; un rapporto d'amicizia maschile inevitabilmente molto idealizzato dall'autrice originale e tendente all'omosessualità; e infine pessimi effetti di Computer Graphic, sopratutto concernenti le orribili navicelle spaziali che si sparano addosso nelle battaglie. Almeno è  buono il giudizio sulle animazioni tradizionali.


Se si è in grado di glissare su una trama tutto fuorché originale, almeno vista oggi, si sarà retribuiti dalle grandi emozioni che dispensa Toward the Terra, soffrendo per la straziante serie di decessi, commuovendosi con la soundtrack e la prima, superlativa ending (versione cantata del Canone e giga in re maggiore per tre violini e basso continuo di Pachelbel), affezionandosi ai due protagonisti e vivendo sulla propria pelle le loro sofferenze. Nonostante l'età l'opera di Keiko Takemiya ha ancora la sua potenza evocativa, tanto per sottolineare come i grandi capolavori non muoiono mai.

Voto: 8 su 10

6 commenti:

  1. Ancora ricordo le scene di CG imbarazzante viste insieme, lol.

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  2. Se "Code geass" è la migliore del 2007 siamo messi bene. XD Si, si segue (insomma?), però dai... i personaggi poi... mah! Da quando compaiono i cavalieri neri(!) non si può prendere sul serio poi!

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  3. Non sono un esperto, ma s' è visto di peggi con la CG dai! Ormai è un luogo comune credo.

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  4. Come già scritto nel commento del lungometraggio, troppa melassa a volte. La prima metà della puntata 11, se non erro,... oh, mamma! Non sò il fumetto, ma nel film quantomeno la situazione è più realistica e non melassosa, riuscendo comunque a dare l' idea. Detto che ho apprezzato per altri aspetti più la serie TV.
    Tornando al discorso di prima, (parere personale eh!), meglio comunque a mio avviso di Gurren Lagann. Quantomeno CG una trama ce l' ha e anche uno svolgimento. L' altra opera... collaggione di situazioni già viste in pieno stile Gainax e non si sà dove andare a parare... si cambia ogni tot e da come ho capito la seconda parte (che non ho visto e non ci tengo), che arriva dopo una prima inguardabile, "tradisce" questa parte con tanto di finale "astruso" (?). Oltre a personaggi come Yoko che pare diventino inutili o stereotipi viventi come Nia. Nel film riassuntivi ho letto che hanno pure dovuto rimediare a certe "leggerezze" della serie TV.

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  5. Ho dato un' occhiata al fumetto e anche lì c' è la situazione dei bambini simile alla serie TV. Ho notato però che dura ben di meno e non è "irritante" e melassosa come nella STV. Karina tra l' altro, se non ho visto male, da bambina ha i capelli lunghi e solo da grande li porta corti! Di solito la pettinatura nei fumetto viene lasciata invariata. Curioso e un pò diverso dal solito.
    Detto che preferisco di più la "libertà" presa nel film. Questione di gusti sintende.

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