mercoledì 3 novembre 2010

Recensione: Toward the Terra (1980)

TOWARD THE TERRA
Titolo originale: Terra E...
Regia: Hideo Onchi
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Keiko Takemiya)
Sceneggiatura: Chiho Shioda, Hideo Onchi
Character Design: Masami Suda
Musiche: Masaru Sato
Studio: Toei Animation
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 119 min. circa)
Anno di uscita: 1980

 
In un lontano futuro la distruzione ecologica della Terra, causata dalla razza umana, porta l'umanità a emigrare nello spazio. Gli esseri umani decidono quindi di creare e sottomettersi a una potentissima intelligenza artificiale detta Mother, che si occuperà di gestire le future nascite e organizzare così in modo gerarchico la società, delegando ai "migliori" il compito di provare a ricostruire e popolare il pianeta. L'imprevista nascita di super uomini detti Mu modifica i piani di Mother, la quale opta per la loro totale soppressione. Jomy, giovane studente, scopre di essere anche lui uno di loro, ed è così che inizia, coi suoi simili, un viaggio alla ricerca di un nuovo pianeta dove poter vivere finalmente in pace...

Non si può nascondere la soddisfazione di vivere in uno dei più importanti mercati manga del mondo, che in soli vent'anni ha visto far capolino, in edicola o fumetteria, moltissime opere di eccezionale valore, molte delle quali mai neppure uscite in mercati altrettanto grandi come quelli americano e francese. Duole però constatare che a tutt'oggi, per problemi di scarso feeling verso le nuove generazioni di lettori, si è potuto assaporare ben poco delle opere di autori imprescindibili quali Tezuka, Nagai, Ishinomori, Yokoyama, Shirato etc. Ancora più grave è che non sia ancora arrivato nulla, o quasi, del famoso Gruppo dell'anno 24, composto da quelle autrici (Yasuko Aoike, Moto Hagio, Riyoko Ikeda, Yumiko Ōshima, Keiko Takemiya, Toshie Kihara, Ryoko Yamagishi, Minori Kimura, Nanae Sasaya e Mineko Yamada), nate nell'anno 24 dell'epoca Showa (appunto, il 1949), che nei Seventies hanno creato e fissato tutti gli stilemi più importanti dello shoujo manga, rivoluzionandolo in modo definitivo, creando i vari sotto-generi e le varie caratteristiche più importanti. Tra loro merita menzione Keiko Takemiya, famosa in madrepatria per aver creato nel 1976 il primo shonen-ai di sempre - storia romantica a tematica omosessuale - con Il poema del vento e degli alberi (portato in animazione da Yoshikazu Yasuhiko con l'omonimo OVA del 1987, distribuito anche in Italia), ma soprattutto per aver concepito un'opera di genere totalmente opposto, un drammatico e poetico shounen fantascientifico realizzato nel 1977, vincitore del primo Seiun Award per manga, che verrà conosciuto dal pubblico occidentale solamente nel 2007, grazie alla popolarità del suo ottimo remake televisivo. Parlo di Terra E... (o Toward the Terra, nel suo titolo internazionale), splendida miniserie di 3 volumi che già nel 1980, a serializzazione su rivista appena ultimata, si vede interamente trasposta in un lungo film d'animazione a cura di Toei Animation, l'oggetto della recensione.

Se la trama, come da lettura, non è certo la più originale del mondo, è il come è raccontata a donare suggestione al titolo, come da prassi dell'epoca impregnato di un'atmosfera estremamente tragica nel riguardo dei suoi sventurati personaggi, in particolare quei sventurati Mu pronti a morire, da un capitolo all'altro, nella ricerca di un pianeta felice dove vivere in pace, lontani dal sanguinario mondo umano. Quella di Toward the Terra è una storia drammatica, la guerra fra le due razze guidate da Jomy, leader speranzoso dei Mu, e lo spietato Keith, cinica macchina da guerra di Mother alla ricerca delle sue stesse origini. Un finale straziante ma di grande poesia potrà forse creare un ponte di speranza verso l'eventuale, reciproca comprensione fra le parti. Il lungometraggio, sicuramente ambizioso e dall'alto budget, ha l'indubbio pregio di celebrare il manga con un adattamento molto fedele, sia narrativamente che a livello visivo: peccato questo sia il suo unico, concreto elemento di forza, un po' pochino per giustificare quelle esagerate rivalutazioni moderne che lo hanno innalzato a opera di gran classe.


La storia raccontata dal lungometraggio, come in molti altri adattamenti impossibili in così poco spazio, seppur comprensibile, è narrata frettolosamente, in un verbosissimo, noioso e interminabile susseguirsi di dialoghi da parte di personaggi aridi, aridissimi, mancanti, per il limite del minutaggio complessivo, di tridimensionalità. La conseguenza non può che essere un pesante senso di freddezza, che colpisce lo spettatore dall'inizio alla fine impedendogli di empatizzare o provare particolari emozioni. L'intreccio alquanto ordinario di Toward the Terra, come si vedrà nel ben più riuscito remake del 2007, trova vigore nell'introspezione psicologica dei protagonisti, nel caratterizzare bene elementi del cast destinati a morire tragicamente poco dopo;  qui, in un corposo mattone di quasi due ore di durata, le sfaccettature dei numerosi attori sono smussate rendendoli pura tapezzeria, pupazzi senz'anima, deus ex machina incapaci di trasmettere anche solo minimamente il dramma delle loro turbolente vite. Come colpo di grazia, mentre il triste finale e il messaggio dell'opera sono glorificati, nella versione televisiva, dalla sentita, bellissima soundtrack di Yasuharu Takanashi, il film del 1980 non presenta un solo pezzo capace di graffiare, adagiandosi anche musicalmente sulla freddezza generale.

Toward the Terra non è un film pessimo, ma un adattamento che inevitabilmente, prefissandosi di trasporre su schermo ben 3 corposi tankobon, ci riesce rinunciando di fatto ad adattarli, limitando a copiare-incollare la semplice fabula e tralasciando qualsiasi approfondimento della storia. Chi vuole gustarsi una trasposizione fatta come si deve del bel manga della Keiko Takemiya, pur al costo di qualche modifica qua e là, sa qual è l'unica versione degna a cui rivolgersi.

Voto: 6 su 10

5 commenti:

Anonimo ha detto...

(Commento un pò spoiler)
Sono d' accordo solo in parte.
Si, alcuni aspetti come il confronto Shiroe-Keith non hanno troppo spazio, ma a me sono piaciute di più certe cose nel film. Il rapporto tra il secondo e Physis è più chiaro e lui già si fà domande in corso d' opera mentre nella serie TV solo alla fine praticamente.
Senza dimenticare tutta la melassa con i bambini che con tutto il rispetto rompono alquanto che grazie al cielo non c' è e il fatto (ora non sò se anche nel fumetto sia così) che sono Karina (quì più simpatica), e Jomy a mettersi insieme e Tony è loro figlio.
Comunque a me i dialoghi non sembrano inutili. Nella serie, a parte nell' inizio, più lungo, tutta questa azione non ce la vedo. E i dialoghi sono più o meno gli stessi del film.
Pur avendo apprezzato la serie TV, ho notato che è stata messa un pò troppa melassa a volte. Ad esempio la parte su Nazca nel film è toccante senza essere patetico-melassosa come nella serie TV.
Ovvio che un conto è fare un film e un altro avere a disposizione 24 puntate.
Diciamo che il top sarebbe stata una serie TV all' epoca a mio avviso.

Anonimo ha detto...

"Qui invece, in un noioso mattone di quasi due ore che vanamente cerca di comprimere tre tankobon, risultano smussati da ogni venatura malinconica, divenendo pupazzi senz'anima. Sempre tristi per dovere di trama, ma incapaci di trasmettere il loro dramma allo spettatore."

Non sono per niente d' accordo su questo punto. Anzi trovo che Keith sia meno macchina e
più umano per i motivi già detti mentre Jomy ha il sogno di riportare la razza umana a un ritorno al rapporto della natura e quì è lui direttamente a fare da guida unendosi con Karina mentre nella serie TV il tutto non è molto messo in evidenza e lui non si capisce bene cosa voglia fare.
Quì si tratta di una scelta affrontata con coraggio indicando di rompere un "tabù" mentre nella serie TV avviene tutto troppo normalmente a mio avviso.
Comunque i tanbokon da come ho capito in realtà sono 7. L' edizione in tre volumi sarebbe una ristampa più corposa.

Anonimo ha detto...

"Quì si tratta di una scelta affrontata con coraggio indicando di rompere un "tabù" mentre nella serie TV avviene tutto troppo normalmente a mio avviso."

Intendevo riguardo all' unione vecchio stile.

Anonimo ha detto...

Detto che preferisco com' è approfondito il rapporto di Keith con Shiroe e Sam nella serie TV. Ma lì si hanno a disposizione 4 puntate! E anche con Matsuka.

Jacopo Mistè ha detto...

Ciao anonimo (non potevi usare un nome? XD) ti ringrazio per questa bella analisi e sopratutto per la correzione sul numero originale dei volumi del manga, che provvederò subito a inserire.

Riguardo al resto, capisco tutti i tuoi punti di vista sul fatto che il film è venuto prima, che ha avuto meno spazio per approfondire diversi aspetti e che che fornisce una messa in scena della storia meno "strappalacrime" della serie televisiva... Però c'è poco da fare, apprezzo il tuo spirito critico ma il film, schiettamente, non m'ha comunicato assolutamente nulla, facendomi annoiare il più del tempo.

Gli unici elementi positivi che gli riconosco è di essere stato fatto con un ottimo budget e di essere maggiormente fedele allo spirito del manga, però poco da fare, il tutto si può sintetizzare solo in dialoghi, dialoghi, dialoghi; tutti chiave e che mandano avanti la storia, ma a che prezzo! Ce ne sono davvero ben pochi che permettono di approfondire i personaggi e portare all'empatia, e questo rende tutto il film freddissimo e poco coinvolgente. E se a questo aggiungiamo pure la sua lunghezza...

Riguardo alla serie tv (ti rispondo qui) concordo sulle tue critiche, ma per la OST magniloquente e sopratutto per il maggior spazio dato ad approfondire i personaggi non posso che preferirla di gran lunga alla versione cinematografica, mi ha commosso più e più volte, con o senza retorica :)

Gurren Lagann infine a me è piaciuto, però lo trovo un capolavoro mancato: partenza al fulmicotone e prima parte perfetta, ma la seconda troppo ripetitiva e noiosa con quei mille combattimenti e immolazioni gratuite, senza contare quel finale triste ad ogni costo anche quando non serviva... Code Geass invece per me è proprio un capolavoro (compresa anche la seconda serie) anche se capisco chiaramente tutte le critiche che gli sono mosse riguardo l'inverosimilità e la spettacolarità assurda di più e più parti... Che dire, in tutte le sue produzioni action Goro Taniguchi è sempre stato così, c'è chi lo adora e chi detesta, io entro nella prima categoria :)

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità e pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001 n. 62. Molte delle immagini presenti sono reperite da internet, ma tutti i relativi diritti rimangono dei rispettivi autori. Se l’uso di queste immagini avesse involontariamente violato le norme in materia di diritto d’autore, avvisateci e noi le disintegreremo all’istante.