venerdì 30 luglio 2010

Recensione: A-Kite

A-KITE
Titolo originale: Kite
Regia: Yasuomi Umetsu
Soggetto e sceneggiatura: Yasuomi Umetsu
Character Design: Yasuomi Umetsu
Musiche: An Fu
Studio: ARMS
Formato: serie OVA di 2 episodi (durata ep. 26 min. circa)
Anno di uscita: 1998
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Yamato Video


Sawa è una bellissima studentessa delle superiori. Dietro il suo ammaliante aspetto nasconde, però, un inquietante segreto: è una spietata assassina ai comandi di Akai, corrotto ispettore della polizia, che l'ha istruita a tal scopo dopo aver assassinato i genitori e averla violentata da bambina, rendendola così personale sicario e oggetto di piacere. Le cose cambiano quando la ragazza si innamora di un altro giovane killer come lei, Oburi, decidendo insieme a lui di ribellarsi alla sua vita...

Troppo poco, anche con l'aiuto di internet, si sa su Yasuomi Umetsu. Un peccato capitale, perché dietro il suo nome risiede uno dei massimi interpreti della poetica tarantiniana; tra i pochissimi, forse l'unico, a esprimerla attraverso il mezzo dell'animazione. È una personalità poco conosciuta, sia per lo sparuto numero di titoli realizzati, che per i suoi lavori di character design in produzioni importanti ma non certo note al grande pubblico. Sappiamo solo che fu uno dei tanti adepti della "Macross Generation" che costruirono la loro fama nell'home video, debuttando con il suo tratto sexy nel secondo episodio di Megazone 23 e poi proseguendo, sempre in quel format, in Robot Carnival, nei revival Tatsunoko (Kyashan: Il mito, Tecno Ninja Gatchaman e Hurricane Polymar: Holy Blood) e nelle produzioni erotiche Cool Devices e Hen. Sale per davvero alla ribalta solo nel 1998, scioccando la critica di tutto il mondo con lo scomodo A-Kite.

Anarchico cocktail-director di generi, in A-Kite Umetsu realizza, disegnandola, scrivendola e dirigendola, una perla nera di grandissima forza espressiva, noir nero come la pece affogato in violenza estrema, temi perversi e scene talmente hot da venire spesso etichettato come produzione erotica. Nulla di più sbagliato visto che l'artista, sicuramente debitore a Tarantino e al contemporaneo (in quegli anni) Takashi Miike per il mix di violenza e ironia (più marcati nel successivo Mezzo Forte), elabora le sue storie frullando in esse ogni contaminazione possibile. Ha così origine una delle opere animate più controverse e politicamente scorrette di sempre. A-Kite è una cupa, sanguigna, perversa e poetica storia d'amore tra due assassini, con contorni di stupri pedofili e sanguinosi omicidi.


Scandito da un'impressionante patina gore (gli effetti dei proiettili esplosivi e delle altre taglienti armi usate da Sawa nei suoi "lavori"), l'opera di Umetsu trascina l'ignaro spettatore in un mondo di sporcizia dove l'unico modo di tirare avanti, per sventurati reietti, è uccidere. Un realtà di degrado morale, ambientata in quartieri fatiscenti, dove l'amore tra due bestie simili fiorisce quasi per caso, portandole per la prima volta a ipotizzare un futuro migliore. Innamoramento reso da raffinati intermezzi psicologichi basati su un gran gusto registico in fatto di giochi di sguardi, lunghi silenzi e dialoghi spontanei, poesia che fornisce caratterizzazione esemplare ai due antieroi nel corso di sole due puntate. Numerosi pugni allo stomaco nel mentre frammentano la vicenda: A-Kite significa omicidi truculenti e viscerali (la lunghissima, interminabile e meravigliosa sequenza del combattimento della ragazza contro i gorilla della star hollywoodiana), scene di sesso rese in modo quasi pornografico, atmosfere di opprimente sadismo e cattiveria. Nulla è lasciato all'immaginazione in questi due episodi espliciti, tanto che l'opera è tutt'ora dichiarata illegale in tre Paesi e censurata in diversi altri. Ridicolo si sia voluto porre l'accento sul semplice lato trucido della storia dimenticandosi della grande perizia con cui questo è scritta e confezionata, perché parliamo di una produzione che atterrisce ma all'occorrenza anche commuovere, ammaliando nel suo splendido aspetto grafico.

Ben diretto (anche se frenetica regia di Umetsu è ancora acerba e necessiterà di più anni per trovare la sua forma migliore, quella degli affascinanti piani-sequenza di Mezzo Forte e Kite Liberator), A-Kite si avvale anche di una scopiettante colonna sonora jazz, efficacissima nell'accompagnare l'azione; di ottime animazioni e sopratutto di un chara design di personalità, ombreggiato, sensualissimo e di chiara ispirazione erotica. Troppo riduttivo davvero definire questi due episodi un semplice thriller pruriginoso pieno di fanservice: A-Kite rifugge qualsiasi categorizzazione, è solo un ottimo esempio di come dev'essere scritta una storia. Basta un soggetto semplice per realizzare un buon lavoro, l'importante è che la trama sia avvincente e i personaggi caratterizzati.


Perla underground da riscoprire, A-Kite è un must di autorialità e ingegno. Chiaramente, visti i temi espliciti, non è per tutti, ma chiunque ama il cinema di Miike, Tarantino e Kitano ha il dovere di recuperare una delle pochissime opere animate che rende loro pienamente giustizia. Poi, con una durata così breve, come si può non guardarlo? Da dimenticare in fretta il mediocre, a tratti imbarazzante seguito, realizzato dieci anni dopo,  e sopratutto l'edizione italiana in dvd a cura di Yamato Video, che inserisce la traccia audio nipponica senza dotarla però di sottotitoli.

Voto: 9 su 10

SEQUEL
Kite Liberator (2008; ova)

7 commenti:

marco c. ha detto...

incuriosisce...

Carciofo rosso ha detto...

Non che io sia mai stato uno che ci va piano e difficilmente si fa coinvolgere ma sarò sincero: Sono impressionato, molto.
Contradditemi quanto vi pare ma una tale padronanza del mezzo d'animazione in un contesto simile non l'avevo mai vista. Ragazzi qui c'è tutto: Miike (a me ricorda dannatamente Fudoh), Hana-Bi di Kitano, il meglio di Hard Boiled, Besson quando ancora lo si poteva chiamare signor regista, Die Hard... Il meglio del V-cinema e degli anni 90 in 52 minuti!!! Sono agitatissimo e quindi la sparo grossa. Per me il signor Umetsu va tra gli intoccabili. Non ho visto altro e magari il resto non è granchè ma questo basta e avanza.

E non si discute XD

P.S. Tra le altre cose mi è tornata in mente la vecchia trilogia dello studio Bee-Train "ragazze con la pistola" (Noir, Madlax e El Cazador de la Bruja).
Qui siamo altrove ma un'occhiata datecela comunque.

Jacopo Mistè ha detto...

Anche Mezzo Forte viaggia su binari alti, Kite Liberator invece è una trashata, guardalo e capirai il perchè.

In veste di chara designer ti consiglio invece la trilogia cyberpunk di Megazone 23 (sarà recensita tra due settimane), è veramente figa!

Non sei più un Anonimo, non esistono più i Carciofi Rossi di una volta :(

Jacopo Mistè ha detto...

Edit: il tuo avatar cmq merita assai XD

Elfoscuro ha detto...

Concordo risulta un mix di tanti autori: John Woo, Tarantino, Besson e Miike. Un noir pessimista e decadente con una sonorità jazz che ben accompagna il tutto.

Gaiaa ha detto...

Concordo su tutto. Specialmente per chi dice: “le scene di sesso e splatter sono troppo forzate”. Assolutamente no. Esse sono FONDAMENTALI per il prodotto finale, perché proprio quello che punta a finalizzare l’opera ci viene sbattuto in faccia con una cattiveria senza precedenti.

Gaiaa ha detto...

Concordo su tutto. Specialmente per chi dice: “le scene di sesso e splatter sono troppo forzate”. Assolutamente no. Esse sono FONDAMENTALI per il prodotto finale, perché proprio quello che punta a finalizzare l’opera ci viene sbattuto in faccia con una cattiveria senza precedenti.

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