mercoledì 21 aprile 2010

Recensione: Il poema del vento e degli alberi

IL POEMA DEL VENTO E DEGLI ALBERI
Titolo originale: Kaze to Ki Uta SANCTUS - Sei naru kana
Regia: Yoshikazu Yasuhiko
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Keiko Takemiya)
Sceneggiatura: Yoshikazu Yasuhiko
Musiche: Nobuyuki Nakamura
Studio: Herald Enterprise
Formato: OVA (durata 60 min. circa)
Anno di uscita: 1987
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Yamato Video

 
Francia, 1880, Provenza: in un vecchio collegio in decadenza fa ritorno, dopo molti anni di lontananza, lo studente ormai adulto Serge Batouille. Preso dai ricordi, inizia a rammentare la sua adolescenza in quelle mura, sopratutto il particolare rapporto d'amicizia/amore con l'allora diciasettente Gilbert Cocteau, bellissimo e quasi efebico ragazzino biondo che, odiato ed emarginato dai suoi compagni per il suo anticonformismo, sfogava i suoi dispiaceri nella turpidine e nel sesso con gli uomini...

Kaze to Ki Uta, o Il poema del vento e degli alberi, è lo Yoshikazu Yasuhiko che non ci si aspetta. Dopo la fantascienza avventurosa e il fantasy puro, senza dimenticare i contributi alla saga di Gundam, nell'85 l'artista fornisce sceneggiatura e regia all'adattamento di un celebre manga non suo. Opera di riferimento è appunto il popolarissimo fumetto di Keiko Takemiya, autrice quasi del tutto snobbata in occidente ma dall'importanza storica fondamentale in Giappone, dove oltre a dare i natali al commovente shonen fantascientifico Toward the Terra (conosciuto internazionalmente grazie agli adattamenti filmici e televisivi) è anche creatrice del primo shonen-ai della Storia dei manga, ossia le storie d'amore tra uomini. Quella di Kaze to Ki Uta è una genesi travagliata, considerato inizialmente scabrosissimo visti gli argomenti trattati e che costerà ben nove anni di accese discussioni tra l'artista e la casa editrice per riuscire a pubblicarlo, salvo conoscere una grande rivalutazione negli anni da venire accompagnata da importanti riconoscimenti. Con l'adattamento animato Yoshikazu Yasuhiko rende omaggio alla creatura della Takemiya (già sua collaboratrice come guest star character designer su Crusher Joe), dirigendo una sorta di sintesi/manifesto dell'altrimenti lungo manga. Il nome famosissimo del regista non basterà comunque come garanzia di vendita, tanto che, ironicamente, l'OVA conoscerà una distribuzione internazionale unicamente qui, in quest'Italia dal semi-inesistente e snobbato mercato anime.

Questo è sinceramente un peccato, perché dietro i suoi temi la produzione merita la visione, anche da chi non è avvezzo o interessato a simili tematiche. Il poema del vento e degli alberi, per quanto vistosamente "incompiuto" nelle sue strade narrative, convince in buona parte della sua durata. Merito dell'ottima caratterizzazione del background storico e dei protagonisti Serge e Ghilbert, interessanti nella contrapposizione dei loro animi moralisti/trasgressivi, e convincenti nell'evolversi del loro particolare rapporto.

 

Quello che però rende davvero interessante l'OVA è la cura deliziosa nella sua confezione, eccellente nel rendere tangibile l'aria di colpevolezza e paura che non abbandona mai il protagonista Serge. Animazioni di ottimo livello si intrecciano con una colonna sonora al pianoforte di grande lirismo, capace di abbracciare liriche suite di Nobuyuki Nakamura e rileggere celebri composizioni di Chopin e Bach, e la visione delicata di Yas sull'argomento si nota nelle atmosfere decadenti e nel poetico aspetto visivo, dato da soluzioni grafiche particolari utilizzate nelle scene "scabrose" (per quanto non si sconfini nell'erotismo e nella volgarità, sequenze di sesso ci sono), uso di colori caldi e minacciosi come metafora della crescita, momenti di ottimo impatto registico... In quest'opera "minore" di Yasuhiko si respira tutta la sua professionalità di regista e il suo intimismo di uomo nel tratteggiare una sentita ma maledetta storia d'amore, poeticizzandola al massimo grazie a riusciti dialoghi estetizzanti perfettamente in tema (supportati, nell'edizione italiana, da un buon doppiaggio).

Unici difetti, inevitabilmente, vanno ricercati nel chara design tipicamente shoujo, e nel fatto, già preannunciato, che la storia si rivela solo un vago sunto di pochi volumi del manga originale, lasciando mille dubbi in sospeso e personaggi che non si capisce qual è il loro scopo. Rimane comunque una visione di qualità, sconsigliata unicamente a chi non pensa di poter sopportare scene di amore e di sesso tra uomini e ha poca affinità con gli shonen-ai.

Voto: 7 su 10

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