venerdì 23 luglio 2010

Recensione: Higurashi no naku koro ni

HIGURASHI NO NAKU KORO NI
Titolo originale: Higurashi no naku koro ni
Regia: Chiaki Kon
Soggetto: (basato sul videogioco originale di 07th Expansion)
Sceneggiatura: Toshifumi Kawase
Character Design: Kyuta Sakai
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Studio DEEN
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2006


Si sa, quella dello spaventare è indubbiamente un'arte che riesce a pochi. Questo il motivo per cui, negli ultimi trent'anni, i cali di idee a riguardo - in campo cinematografico almeno -- non hanno potuto che trovare espressione in una maggiore spettacolarizzazione della morte, nell'uso efferrato di grand guignol per inorridire. La cosa risalta sopratutto in quel Giappone che, si sa, prima del fenomeno Ringu è sempre stato ricordato per film così malati, morbosi e ultra-gore da diventare patria dell'horror underground (la saga di Guinea Pig ne è un buon esempio). Eppure, molto raramente, si fa notare qualche serio esponente del genere più evocativo e ancestrale del mondo. E nel 2006, nel pieno della neonata corrente J-Horror inaugurata dai film di Shimizu e Nakata, arriva nei circuiti televisivi la serie animata Higurashi no naku koro ni (Quando piangono le cicale).

Le sue origini risalgono alla lunga saga di videogiochi creata nel 2002 da 07th Expansion per il mercato delle visual novel, le avventure di interfaccia testuale. Definita dai suoi stessi creatori "sound novel" per la grande importanza rivestita dall'aspetto sonoro, la saga di Higurashi no naku koro ni è una complessa storia dell'orrore ambientata nel 1983 in un piccolo paesino di campagna, Hinamizawa, teatro di spaventosi omicidi che avvengono ogni anno durante la festa del Watanagashi. Keiichi Maebara, il giovane protagonista, e le sue amiche Rena, Mion, Satoko e Rika indagano su questi sanguinosi fatti, sia per far luce sulla misteriosa maledizione del monaco Oyashiro, che su un'altrettanto inquietante organizzazione che agisce nell'ombra all'interno della cittadina. Originale particolarità degli episodi videoludici, e probabile chiave del loro successo, è la trovata di snocciolare la storia attraverso numerosi archi narrativi, uno per videogioco, in cui, in ogni finale, buona parte del cast dei protagonisti perde la vita avvicinandosi sempre più alla risoluzione del mistero: l'arco successivo riparte, curiosamente, da capo con tutti i personaggi ancora vivi e che non ricordano nulla di quello che è successo nell' "altra vita". Una struttura narrativa che potrebbe sembrare bizzarra ma che ha un suo perché, visto che i numerosi archi si riveleranno, in un momento chiave, legati da un elemento "mistico" che porta alla risoluzione finale del mistero. La saga conosce in madepatria un successo eccezionale che si traduce in ben cinque saghe di videogiochi, che a loro volta danno il via a un lungo merchandising comprendente manga, trasposizioni letterarie (le cosidette light novel), film cinematografici e audio drama, spesso ampliando la storia con ulteriori archi narrativi. Arriva così, e finalmente ci siamo, anche l'adattamento animato. Passato un pò in sordina perché animato dal mediocre Studio DEEN e presto salito alle cronache, in madrepatria, per un inquietante omicidio simile a uno di quelli che appaiono nella sua storia, Higurashi no naku koro ni è uno dei pochi horror d'animazione seriale realmente riusciti e angoscianti.

 

Merito, questo, della sua fantastica atmosfera. Higurashi non è il classico horror "occidentale" che trova interesse in forti salti sulla sedia e urla improvvise, ma è pienamente figlio della concezione nipponica sull'argomento, dove l'orrore è insidioso e nascosto, lovecraftiano, l'inquietudine è sottile e continua a tracciare inesorabilmente il cammino di ragazzi innocenti che scoprono, con raccapriccio, come l'oasi rurale dove vivono, di apparente pace e armonia con la natura, nasconde segreti, odio e scheletri nell'armadio a lungo sopiti e in procinto di esplodere di nuovo. Siamo dalle parti di un orrore psicologico più che viscerale, pur non mancando, ovviamente, all'occorrenza sequenze di forte esplicità. Questa prima serie televisiva, rappresentante i quattro "Question Arcs" dell'omonimo videogioco e i primi due "Answer Arcs" del successivo Kai (trasposto in animazione l'anno successivo), coinvolge immediatamente nella sua storia di mistero. La verità dietro alla maledizione del monaco di Hinamizawa affascina, attraverso i pochi indizi abilmente disseminati in ogni arco narrativo, grazie sopratutto alla lenta, angosciosa progressione di ogni arco narrativo, che stupisce ripetutamente nell'alternarsi tra serio e faceto, comico e psicologico.

Se in più momenti gli scanzonati battibecchi, le infantili discussioni e la caratterizzazione buffonesca del delineato gruppo di ragazzini protagonisti sono così odiosi da rendere la visione quasi una presa in giro (merito o demerito, questo, anche del chara design deformed e kawaii, artifizio voluto per sottolineare maggiormente l'effetto shock di teneri bambini al centro di una spirale di violenza), quando la trama sconfina nel serio e nell'horror, quando Keiichi inizia ad apprendere informazioni importanti, non ce n'è più per nessuno. La velocità con cui si passa da atmosfere ilari a orrore puro è quasi scioccante nella sua brutalità: da un momento all'altro, vigliaccamente, la telecamera inquadrerà il volto di una persona che prima sorrideva beata e ora ha un ghigno malefico; lentamente si è calati in un crescendo di inquietudine data da tanti, piccoli indizi che possono dire tutto o niente (aghi finiti dentro una polpetta che il protagonista Keiichi sta per addentare: errore o volontà di farlo?); le litanie del rinomato Kenji Kawai esplodono fragorosamente nelle scene di silenzio e, sopratutto, dal regista non è risparmiato nessun dettaglio nelle scene trucide e realistiche dove i protagonisti muoiono nei modi più efferrati, dopo essere impazziti dalla paura o avvicinati alla risoluzione del mistero. Il continuo alternarsi tra scene buffonesche e momenti da brividi, con frugaci ma sentite sferzate splatter, è il grande pregio di quella che è una brillante serie televisiva, che intriga con una intricata mystery story in più riprese agghiacciante, dispensatrice di almeno 5/6 momenti realmente spaventosi capaci di inquietare anche il più navigato spettatore horror. Un'atmosfera così cupa da far passare tranquillamente in secondo piano le purtroppo numerose deficienze tecniche che attanagliano l'opera, tra disegni per nulla attraenti, semplici e grezzi, sproporzioni imbarazzanti dei corpi, fondali ridotti all'essenziale e una regia patinata e banale. Fortunatamente il ritmo è così teso e avvincente, con una magistrale conoscenza dei meccanismi della suspense, da tenere incollati alla visione. Questo è Higurashi no naku koro ni, una delle poche storie d'orrore televisive realmente riuscite dell'animazione nipponica.


Bisogna però avvisare il lettore che la serie non spiega nulla degli innumerevoli misteri, sul perché degli archi narrativi e sui motivi che fanno tornare in vita i protagonisti alla fine di ciascuno di essi. Per avere tutte le risposte e sapere la vera conclusione della storia bisogna armarsi di coraggio e guardarsi, ahimè, il lentissimo, noioso ma purtroppo indispensabile seguito che chiude l'intreccio, Kai. Questi è così mal fatto e pesante che potrebbe far addirittura rimpiangere di aver visto la prima serie. Indispensabile fare quattro conti e provare a pensare quanto si è disposti a soffrire per giustificare una grande, spaventosa prima stagione.  Sorvolabile lo special allegato in omaggio al dvd nipponico finale, (Higurashi no naku koro ni Gaiden: Nekogoroshi-hen), mortalmente noioso e narrante una side-story per nulla interessante.

Voto: 8 su 10

SEQUEL
Higurashi no naku koro ni Kai (2007; tv)
Higurashi no naku koro ni Rei (2009; ova)
Higurashi no naku koro ni Kira (2011-2012; ova)

8 commenti:

Giacometto ha detto...

questa serie mi ha fatto proprio cagare in mano dalla paura - scusa il francese.
Violenza gratuita e decisamente eccessiva, ma capperi, vanta delle puntate di orrore puro a cui è impossibile resistere. E che dire dell'inizio della prima puntata XD

Jacopo Mistè ha detto...

È una serie spiccatamente horror, vorrei ben vedere se non avesse tutto quella violenza XD

Benvenuto anche a te ;)

Simone Corà ha detto...

Devo concordare col Mistè, l'aspetto violento/splatter era giusta continuzionedell'atmosfera orrorifica, e le esplosioni di sangue perfette. :)

Anonimo ha detto...

stavolta sono d'accordo su tutto, un anime inquietante come pochi, nei primi episodi salti davvero sulla sedia (ad esempio nel terzo episodio, quando la dolce Rena comincia a non sembrare più così dolce) poi andando avanti forse capisci un po' il trucco e l'effetto diminuisce
la seconda serie è come l'ultima di Lost: sì, ok fornisce le risposte (più o meno) ma è una palla infinita, una volta vista non la si riguarderà mai più preferendo rivedere in loop la prima serie (o le prime 3 per Lost)
ma il fansub italiano non vi è piaciuto o non l'avete trovato?

Jacopo Mistè ha detto...

Sì è vero, la seconda serie è una martellata sui coglioni da quanto è lenta e noiosa, peccato bisogna vederla per poter capire l'intera storia.

Riguardo al fansub, io avevo visto una versione ita tradotta in modo ineccepibile, all'80% quella degli OpenSea Fansub (purtroppo l'ho vista un casino di tempo fa, non ricordo benissimo). Ho comunque voluto indicare un fansub inglese perchè quella versione era purtroppo presa dalla trasmissione televisiva, comprensiva quindi di censure nelle scene più splatterose :( Quella che ho indicato io dovrebbe essere integrale, presa da dvd.

PS Firmati con un nick, che almeno riconosco quali sono i tuoi post ;)

Simone Corà ha detto...

Io alla seconda stagione sono andato in coma e l'ho lasciata a metà.

Jacopo Mistè ha detto...

Vantiamocene, mi raccomando.

Sam ha detto...

Vista di recente: non fa paura per nulla, la trama è ridicola ( ha ispirato sicuro Madoka Magika, e questo è un aggravante ), vuole darsi un tono serio ma poi è pieno di scemenze tipiche degli anime più dozzinali ; tipo 2 bimbe di 10 anni che vivono da sole in casa senza nessun tutore/genitore ( con che soldi mangiano ?) porno infermiere con minigonna e calze nere a metà coscia (arf, arf)degne di un anime ecchi, gente che se lascia il proprio paesino di campagna impazzisce ( e nessuno si è mai accorto di nulla in anni e anni, tanto che la cosa è tenuta segreta ), e sopratutto, non importa che la storia sia ambientata di volta in volta negli anni 60, 80 ,o nel 2008 ; la gente vestirà sempre la moda odierna e non si percepirà minimamente lo scorrere di tempi e mode.
E la lista di vaccate potrebbe continuare ....
Mi stupisco che venga incesato come un capolavoro un pò ovunque.

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