lunedì 24 dicembre 2012

Recensione: Break Blade (Esalogia cinematografica)

BREAK BLADE (ESALOGIA CINEMATOGRAFICA)
Titoli originali: Break Blade - Kakusei no Toki; Break Blade - Ketsubetsu no Michi; Break Blade - Kyōjin no Ato; Break Blade - Sanka no Chi; Break Blade - Shisen no Hate; Break Blade - Dōkoku no Toride
Regia: Tetsuro Amino
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Yunosuke Yoshinaga)
Sceneggiatura: Masashi Sogo
Character Design: Takushige Norita
Mechanical Design: Takayuki Yanase
Studio: Producion I.G, XEBEC
Formato: serie di 6 mediometraggi cinematografici (durata film 50 min. circa)
Anni di uscita: 2010 - 2011


Cresciuto in un’accademia militare assieme ai futuri regnanti di Krisna, Rygart Arrow è tra i pochi esseri umani a non possedere alcuna abilità magica in un mondo dove tutto gira intorno a essa. Anni dopo si ritrova a combattere per loro contro la Federazione di Atene, scoprendo che alla guida dell’esercito nemico c’è Zess, ai tempi della scuola suo grande amico. Tormentato e afflitto dall’ambigua situazione, Rygart non esita però a fidarsi di re Hodr e della regina Sygil e, grazie alle sue particolari capacità, è l’unico a poter pilotare un potentissimo quanto antico Golem, un roccioso mecha da combattimento contro cui nessun altro può apparentemente gareggiare.

Da sempre è usanza comune trarre un anime da un manga ancora in corso, operazione un po’ più singolare è invece decidere di trasformarlo in una combo di 6 costosi film proiettati, e poi pubblicati, a un paio di mesi di distanza l’uno dall’altro in circa un anno di tempo. Chiaro quindi che, sprovvisto di una conclusione cartacea e probabilmente con uno spazio inadeguato a imbastirne una, Masashi Sogo si trovi a optare per la più classica delle soluzioni, che è bene anticipare a scanso di equivoci, ma ne esce quantomeno a testa alta, lavandosi simbolicamente le mani con una scelta furba e attenta che muta il non-finale in un apprezzabile cliffhanger verso una continuazione del progetto che appare piuttosto irrealizzabile.

Ma se a un finale aperto è possibile sopravvivere, un po’ meno si riesce a sopportare la pesante obliquità di Break Blade, chiaramente uno shonen mascherato da qualcosa di più adulto, una storia estremamente pop che ricerca vanamente un’atmosfera cupa e seriosa senza saperla gestire. Da una parte troviamo infatti uno splendore grafico impressionante, vera e propria meraviglia, gran punto di forza dell’opera, con questi eserciti di giganteschi mecha che si scontrano a suon di mazzate e spadate in una sorta di battaglia medievale, infliggendosi danni vistosi (il metallo che si graffia, le lamiere che si contorcono a causa dei colpi, una pioggia di bulloni e cavi ogni qualvolta viene strappato un pezzo) e distruggendosi lentamente a vicenda – dall’altra abbiamo una storia ricca di potenziali spunti che vengono però maltrattati da una superficialità spesso anche irritante.


Totalmente priva di spessore nel personalizzare i personaggi, bene o male assente nel dare profondità ai rapporti che legano amici e nemici, incapace di rafforzare e motivare i tasselli che compongono la guerra combattuta, la sceneggiatura di Sogo, i cui mali sono probabilmente dovuti al manga di Yunosuke Yoshinaga, perde tempo prezioso tra flashback irrisori (terrificante quando scopriamo che i tre protagonisti sono diventati amici per salvare un gatto intrappolato su un ramo troppo alto… sigh!), fastidiosissimo fanservice (le lesbicate trattenute tra la regina e la giovane prigioniera… altro sigh!) e dialoghi vendicativi di nessuna consistenza, impedendo alla sua storia di svilupparsi appieno dando per esempio un respiro maggiore all’enorme cast di comprimari, sciaguratamente trascurato, o ai meccanismi di una battaglia sulla carta assai interessante (insolita la vicenda che dà il via allo scontro, enorme la ramificazione gerarchica militare tra generali e sottoposti, ognuno con un proprio mecha, originale l'uso della magia per muovere i macchinari), ma che, in soldoni, si trasforma in una facile serie di scontri sul modello di una qualsiasi opera di combattimento, tradendo in questa maniera la sua anima shounen – di certo non occultata semplicemente caratterizzando i personaggi con un’età media intorno ai trent’anni, facendoli genitori o mettendo loro in bocca parolacce e reazioni offensive se poi la loro intelligenza e il loro modo di agire sono quelli di un ragazzino. 

Restano quindi la maestose animazioni e il dettaglio da cardiopalma, gli incredibili scontri tra robot, una colonna sonora wagneriana e, più che altro, la colossale insoddisfazione per tutto ciò che Break Blade poteva essere ma non è – in fondo si tratta di puro fanservice robotico, se così vogliamo chiamarlo, e sinceramente non so proprio a chi possa interessare così tanto un simile prodotto.

Voto a Break Blade Book 1 - The Time of Awakening: 5,5
Voto a Break Blade Book 2 - The Splith Path: 5,5
Voto a Break Blade Book 3 - Scars from an Assassin's Blade: 5,5
Voto a Break Blade Book 4 - The Land of Disaster: 5,5
Voto a Break Blade Book 5 - Death's Horizon: 5,5
Voto a Break Blade Book 6 - Bastions of Sorrow: 5,5

4 commenti:

Sebastian ha detto...

Cari amici di anime asteorid vi scrivo perché, differentemente dal solito, non sono d'accordo con la vostra analisi di questa esalogia.. va da correggersi intanto che i tre diventano amici quando Ligat salva il gufo Gram da un gatto, e non che i tre salvano un gatto.. Gram è un personaggio che fa da mascotte al gruppo Ligat hodr sygin e in una situazione salva Ligat, se volete è come un robottino Haro... Passando all'anime sono d'accordo con le vostre opinioni sulle animazioni e il mecha design, così come sugli scontri e la colonna sonora. Io invece però giudico positivamente i characters, che si evolvono nel tempo. Tutti i personaggi hanno un motivo per essere ambigui:hodr geloso di Ligat non sa se mandarlo via buttando l'unica speranza contro athenes. Sygin non sa se può lasciare tutto per Ligat e magari cosí condannare il suo paese alla distruzione. Zess ttacca i propri amici, per risparmiargli una fine peggiore o perché brama davvero il potere? Tutto ciò è interessante. In altri siti esteri la media delle recensioni poi è circa 7,5, su almeno 600 voti quindi la vostra stroncatura totale mi sembra eccessiva.. invece leggo e sono d'accordo, molto spesso sul web, che è un buon anime anche per i non amanti dei robottoni. L'ambiente geopolitico gli conferisce un'aria fantasy molto interessante e non scontata o banale. La gerarchia militare in realtà è corta soldato-caposquadra-colonnello-generale. I giochi geopolitici e gli schieramenti simili alla WWII sono seri e credibili e lo fanno amare anche a chi ama la storiabe la geopolitica. Il fanservice è spiccato ma non volgare e secondo me godibile. Ha un senso per una volta che dei ragazzini pilotino i mecha. I personaggi come julg il pazzoide sono molto misteriosi. La maggior parte di quelli di athenes invece sono dei f...i nazisti e questo a me piace, borcuse è una specie di Goering.. insomma una bella sintesi di mecha, guerra totale, fantasy condito da una colonna sonora dolce ed epica. Non sono tutte rose e fiori, per esmepio a me quando le azioni rallentano troppo oppure non si tiene conto della distanza quando due si rincorrono ottenendo un corsa infinita alla holky e benj non piace ma il vostro voto non mi sembra condivisibile

Simone Corà ha detto...

Non ho un buon ricordo dell'anime, è passato tanto tempo dalla visione e ormai molti particolari sono sfuggiti. Non posso quindi risponderti punto per punto ma ti ringrazio del commento approfondito.

In generale ricordo tanta maestosità grafica appoggiata su una narrazione debolissima, come spesso accade negli ultimi anni, con la tendenza a una semplificazione marmocchiosa e poco interessante dei personaggi. Belle quindi le mazzate, noia tutto il resto. Non importa che i protagonisti siano giovani, a rendere adulta una storia e il loro approccio agli eventi, cosa che qui mi è sembrata fin troppo easy, dato sicuramente anche dal target shonen del manga.

Non sono però d'accordo sul discorso della valutazioni generali sul web, a noi (credo di parlare anche per conto del Mistè) interessa approfondire l'animazione secondo e attraverso i nostri mezzi, e le opinioni di un pubblico più vasto non vanno di certo a influenzare voti o recensioni. Se no al Mistè piacerebbe Evangelion e a me Wolf's Rain. :)

Sebastian ha detto...

Ciao Simone e grazie per la tua risposta. Mi fa anzi piacere sapere che non siete influenzati dai voti sul web. Quello che però volevo dire, è che molte persone lo hanno trovato interessante, mentre la vostra recensione chiude dicendo molto nettamente che non può interessare a nessuno. Invece quello che ho riscontrato, è che chi ama i fantasy e i manga/anime a sfondo politico/storico, può apprezzarlo parecchio, specie se ha sempre pensato di avvicinarsi alle serie robotiche ma non lo ha mai fatto o non gli sono poi piaciute. Infatti gli ingredienti fantasy (la magia per muovere i golem, i regni, lo scontro tra golem che sembrano duelli medievali, gli sfondi aperti e romantici, i castelli, i costumi ecc) e mecha (i modelli di golem, il robot venuto da chissà dove che è invincibile e risolutivo, un pilota giovane e insospettabilmente bravo ad usarlo, la guerra totale ecc). Ciò che lo rende unico è da una parte l'atmosfera romantica (aiutata dalla colonna sonora) dall'altra l'aver evitato certi errori e banalità di questi due temi: è chiaro il perchè il/i pilota/i sia/no giovani, i golem hanno energia infinita mentre il robottone ha energia che dura 10 minuti, tutti hanno munizioni contate, gli scontri sono credibili e i characters muoiono e non resuscitano come per miracolo (cose che puntualmente avete evidenziate nella serie gundamiche). Interessante che il tempo sia senza tempo (nostro presente? passato? futuro?) e non si svolge mai nello spazio cosmico (come le serie robotiche in generale) nè nel nostro pianeta (o si? ..). I characters sono infine secondo me interessanti non solo per la loro ambiguità ma anche per la loro emotività che viene ad essere svelata, questo è vero, con molta lentezza da yoshinaga e meglio nel manga che nell'anime/film, al punto che forse la protagonista femminile, Sygin, solo recentemente (volume 15) offre un ritratto davvero completo di sè. Detto questo, può piacere o non piacere: proprio questa sua originalità non può fare che storcere il naso a chi è abituato ai robottoni, e lo stesso effetto provocano le vicinanze ai robottoni.. per cui si finisce per dire "già visto!" e anche "ma cos'è?". La lentezza, tipica di questo autore (che ha preteso corrispondeza praticamente esatta col suo manga e molto romanticismo) esaspera ancor di più (io lo sto riguardando mentre riguardo gundam 00 e la vedo eccome) ma per me è prova di coerenza e serietà.
Quindi, concludendo, capisco il vostro giudizio. Ma, a parte l'errore umano del gatto/gufo, trovo che l'affermazione "sinceramente non so proprio a chi possa interessare così tanto un simile prodotto" potrebbe essere meno netta e constatare una realtà diversa, cioè che potrebbe interessare i non fan dei robottoni, mentre molto probabilmente fa storcere il naso a chi è abituato proprio alle serie robotiche.

Jacopo Mistè ha detto...

Io non ho letto niente del manga (segato in occidente) e non ho visto l'anime (sapendo che era incompleto), quindi non metto assolutamente becco nella discussione. Volevo solo dire che apprezzo molto le argomentazioni di entrambi le parti e il loro tenore. :)

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