sabato 17 ottobre 2009

Recensione: La Stella della Senna (Il Tulipano Nero)

LA STELLA DELLA SENNA
Titolo originale: La Seine no Hoshi
Regia: Masaaki Ohsumi (ep. 1-26), Yoshiyuki Tomino (ep. 27-39)
Soggetto: Mitsuru Kaneko
Sceneggiatura: Soji Yoshikawa
Character Design: Akio Sugino
Musiche: Shunsuke Kikuchi
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 39 episodi (durata ep. 22 min. circa)
Anno di trasmissione: 1975


Parigi, anno 1784: Simone Lorène, una bella ragazza le cui origini sono avvolte nel mistero, è una fioraia dal cuore d'oro, vicina al popolo parigino che, ricambiata, ama. Costretta anch'ella a conoscere i soprusi della monarchia assoluta, incontra il misterioso Tulipano Nero, spadaccino mascherato dalla parte dei poveri, unendosi presto alla sua lotta nelle vesti della Stella della Senna, altrettanto abile con la spada. Le loro avventure la porteranno a indagare sul suo passato, sullo sfondo di una Parigi sempre più vicina all'esplosione dei moti rivoluzionari...

Nel 1972 una debuttante Riyoko Ikeda entra nell'Olimpo dei mangaka con La Rosa di Versailles, primo shoujo manga ad ambientazione storica. Il suggestivo fascino emanato dalla drammatica Parigi pre-rivoluzionaria, i personaggi memorabili e le intense, tragiche storie d'amore sono ingredienti di una ricetta portentosa, che esplode in un fenomeno sociale che farà la sua parte, insieme alle opere delle altre autrici del "Gruppo dell'Anno 24", nel rivoluzionare gli stilemi del fumetto per ragazze. Tre anni dopo l'appena nato studio d'animazione Nippon Sunrise (oggi Sunrise), cerca di acquisirne i diritti per una trasposizione televisiva. Per un mancato OK dell'autrice all'ultimo momento non ci riuscirà1, ma alla fine si decide di non rinunciare comunque al magnetico fascino della Rivoluzione Francese e il budget stanziato si riscopre pronto per un'altra storia di cappa e spada ambientata in quegli anni, incrociata a sua volta con le gesta del Tulipano Nero, eroe del romanzo omonimo di Alexandre Dumas (ma le storie non hanno davvero nulla in comune, neanche a livello di ambientazione geografica e storica) pronto a reinventarsi mentore di una nuova eroina mascherata. Se, alla fine, La Rosa di Versailles troverà la sua trasposizione animata più avanti (nel 1979, nota in Italia con il titolo internazionale Lady Oscar), nel 1975 la prima opera animata a parlare in TV dei moti rivoluzionari francesi è La Stella della Senna, in Italia distribuito col fuorviante nome de Il Tulipano Nero per ricollegarsi (si legge in giro) al film di cappa e spada del 1964 diretto da  Christian-Jaque. Nota ai posteri soprattutto per essere la terza prova registica di Yoshiyuki Tomino (anche se in verità subentra alla direzione a serie inoltrata, coprendo le ultime tredici puntate), La Stella della Senna riesce, sorprendentemente, a rivelarsi ancora oggi una visione mediamente avvincente e di buon livello, abbastanza per entrare nel novero delle produzioni televisive anni '70 che hanno retto bene bene lo scorrere del tempo.

Ovviamente oggi risulta difficile trattenere un sorriso nel vedere la bionda, giovanissima protagonista, mascherata in modo ridicolo, combattere a duello contro numerosi gruppi di uomini, spiccare balzi di sei metri o saltare giù da grandi altezze senza farsi niente. Le prodezze della bella Simone possono far sbrigativamente liquidare l'anime come opera fin troppo rivolta al suo target infantile, ma vederlo in quest'ottica o, addirittura, non vederlo proprio, sarebbe davvero un peccato, dal momento che nonostante le diverse ingenuità - perfettamente perdonabili, visti gli anni di cui si parla, tra le cui tante aggiungerei anche il fatto che la vicenda si snoda attraverso nove anni di Storia e nonostante ciò i personaggi rimangono fisicamente identici  - il lavoro Sunrise può vantare diverse frecce al suo arco. Inverosimilità atletiche dell'eroina a parte, la serie sa essere molto rappresentativa degli anni '70 migliori, quelli tragici di Osamu Tezuka, Sampei Shirato e Shotaro Ishinomori, in cui anche le storie per bambini non rinunciavano a un impianto estremamente drammatico che col tempo si è sempre più affievolito. Le avventure di cappa e spada della Stella della Senna e del Tulipano Nero contro intrighi e soprusi di aristocrazia e clero, legate da una vaga ma presente continuity riguardo al mistero delle origini della ragazza, sono ben scritte e dirette, spesso avvincenti in quanto meravigliosamente integrate (ancora di più di quelle de La Rosa di Versailles) nel contesto storico. Ogni risvolto di trama è perfettamente coerente con avvenimenti reali, riuscendo a emozionare grazie al gran numero di avventure in cui Simone si rende involontariamente partecipe di peripezie che influenzeranno l'andamento della Storia portando agli avvenimenti che ben si sanno. A questo riguardo si potrebbe citare come esempio l'impresa che la ragazza compie sventando un complotto clericale per non far decollare la prima mongolfiera della Storia, ma soprattutto il suo rapporto con l'amico rivoluzionario Mirand, giovane parigino spesso accusato dai nobili di essere un sovversivo, che lei salverà facendolo fuggire in America da cui tornerà, laureato in legge, per dare un contributo fondamentale nelle vesti di deputato del Terzo Stato. In una puntata Stella della Senna combatterà un intrigo che mira a impedire l'elezione dell'amico all'Assemblea Nazionale (17 giugno 1879), in un'altra si unirà ai parigini che il 14 luglio assaltano la Bastiglia per liberarlo, etc. Coerentemente con questo, con l'avvicinarsi delle violente lotte rivoluzionarie, le atmosfere si fanno sempre più cupe, rendendo molto bene l'aria di odio - profetica delle conseguenze sanguinarie e vendicative della Rivoluzione - che si respirava in quel periodo storico.


Scontato che qualche lieve forzatura nella trama, inevitabilmente, fa capolino. Stupisce il ruolo di assoluta insignificanza assunto dal conte Hans Axel von Fersen nei riguardi della regina Maria Antonietta (qui un suo amico, nella realtà il suo amante, fatto che contribuì molto allo scherno popolare dei parigini verso l'odiata "Austriaca"); così come bisogna accettare per forza alcune ipotesi di fantastoria riguardo a certi  (prevedibili) legami di parentela di alcuni personaggi, il destino dei familiari di re Luigi XVI e qualche incongruenza sull'età di Simone considerando la sua reale identità. Non mancano poi vistose omissioni, come l'assenza del famoso scandalo della collana di diamanti che riguardò la regina, Jeanne Valois e il cardinale di Rohan, uno degli scandali più rappresentativi che giustificarono l'esplosione dei moti rivoluzionari. Sono tante, piccole sottigliezze storiche, ma tutto sommato un prezzo da pagare accettabile per mantenere più organica la vicenda principale, ossia le avventure dei due eroi nel difendere il popolo dalle violenze dei nobili e indagare sulle origini di lei. Fortunatamente, se si riesce a soprassedere e godersi l'opera senza aspettarsi un trattato di Storia, coerenza e realismo li si riscontrano ottimamente nello scenario rappresentato, nella forte, esemplare caratterizzazione di tutti i personaggi (buoni e cattivi), nelle loro azioni e nei fatti che portano l'intera popolazione di Parigi a ribellarsi alla monarchia, analizzati con soddisfacente scrupolo storico. La serie illustra in modo credibile il periodo analizzato, in cui si svolge una storia cavalleresca ben sceneggiata, appassionante, spesso tragica e di una certa profondità nonostante il suo target (oltre al buon numero di morti sono presenti anche forti cenni a illuminismo e socialismo, riflessioni sulla crescita e sul come costruirsi il proprio futuro, etc). Molto riuscito infine il finale, un poderoso climax che coniuga benissimo le rivelazioni finali di Simone col violento destino della monarchia, raggiungendo sentiti fasti di commozione.

La Stella della Senna è una solida, riuscitissima serie animata avventurosa, stranamente tenuta in poca in considerazione non solo dai fan di Yoshiyuki Tomino ma anche dagli animefan in generale: se si riescono a sopportare alcune leggerezze sorvolabili, una realizzazione tecnica non propriamente esaltante e un character design di Akio Sugino reso in modo francamente anonimo e irriconoscibile (a volte infantile e sproporzionato, a volte più realistico) dal direttore dell'animazione Mitsuo Shindo, si può godere di un'opera di spessore narrativo che merita abbondantemente la visione. Addirittura, a parere di chi scrive, si tratta in generale (andando al di là delle categorie di genere) della migliore fra tutte le serie TV dirette da Tomino prima del successo di Gundam, molto più degli originalissimi - ma pur sempre figli del loro tempo per i loro schematismi narrativi e per questo, oggi, non sempre facilmente apprezzabili - Reideen il coraggioso (1975), L'invincibile Zambot 3 (1977) e L'imbattibile Daitarn 3 (1978).


Per la visione non vi è purtroppo alternativa all'edizione italiana in DVD curata da Yamato Video, nuovamente marchiata dall'erroneo titolo Il Tulipano Nero (per quanto sotto in piccolo sia più correttamente riportato La Stella della Senna) e priva pure di sottotitoli fedeli ai dialoghi originali. Questo è l'unico modo di guardarsi l'opera: il doppiaggio e l'adattamento storico italiani non sono malaccio, ma sicuramente non vale la pena spendere dei soldi per una localizzazione imprecisa e molto figlia del suo tempo.

Voto: 8 su 10


FONTI
1 Volume 3 de "Le Rose di Versailles", "Intervista a Riyoko Ikeda - Parte Terza", d/visual, 2008

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