lunedì 19 dicembre 2011

Recensione: Blood-C

BLOOD-C
Titolo originale: Blood-C
Regia: Tsutomu Mizushima
Soggetto: CLAMPSceneggiatura: CLAMP (Nanase Ohkawa), Junichi Fujisaku
Character Design: CLAMP (originale), Kazuchika Kise
Musiche: Naoki Sato
Studio: Production I.G
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2011


Saya è una tranquilla studentessa, abita in un tempio con suo padre e si gode spensierata la vita con i suoi amici, tra scherzi, risate e compiti in classe. Di notte, però, Saya deve combattere i furukimono, potenti creature mostruose alle quali sembra essere in qualche modo legata. Di scontro in scontro si renderà conto che nel suo passato è nascosta la chiave per debellare la minaccia di questi mostri...

Non credo che Blood sia mai stata la saga che Production I.G. aveva in mente, un prodotto forte e genuino da poterlo reinventare a piacimento, ogni manciata d’anni, per rinfrescare il franchise in vista di un universale ritorno economico (alla stregua di un Ghost in the Shell). Al di là dell’enorme successo di pubblico non si sentiva certo il bisogno di una seconda incarnazione del violentissimo film del 2000 scritto da Kenji Kamiyama: troppo schematico l’intreccio di base, esageratamente monodirezionale e limitato, che già in Blood+ (2005), nonostante le ottime intuizioni e la complessiva discreta fattura, era presto sfuggito di mano a Junichi Fujisaku, che ora ritroviamo a scrivere questo tremendo Blood-C in collaborazione con le CLAMP.

Ed è proprio la sceneggiatura la lacuna più evidente della serie: a nulla serve la dinamica e tentacolare regia di Tsutomu Mizushima, sempre più invischiato in prodotti di bassa o pessima qualità, né l’ovvia superproduzione Production I.G, perché l’agghiacciante trama costruita è quanto di peggio si possa vedere in animazione. Difficile infatti trovare interesse alcuno nei primi episodi, non solo soporiferi nella gestione dei personaggi e minimi, se non nulli, nell’avanzamento di trama, ma più di ogni altra cosa ignobilmente costruiti, vergognosamente strutturati senza lo straccio di un’idea che sia una. Saya fa colazione, Saya saltella, Saya inciampa, Saya canta, Saya va a scuola, Saya dice cose insulse con gli amici, Saya accarezza un cane, e per finire Saya ammazza un mostro vampiro mutilandolo brutalmente e spargendo litri e litri di sangue. WTF? Trascurando il classico tratto delle CLAMP, fedelmente rispettato nelle fastidiose altezze spropositate e nell'effeminatezza di tutti personaggi, Saya è tra i peggiori parti del team di mangaka in gonnella, una ragazzina stupida e inverosimilmente ingenua di giorno, ma spietata, furbissima sterminatrice di creature, abile spadaccina e praticamente imbattibile di notte. Viene quindi a mancare anche il minimo senso di trasporto verso un personaggio improbabile, troppo esagerato nei suoi contrasti e soprattutto decisamente insopportabile nella sua incarnazione diurna, schematizzata in una deficienza fuori dal comune che punta su una comicità tipicamente nipponica che dubito possa far ridere anche un pubblico più giovane, target tra l’altro a cui il prodotto, nella sua estrema violenza, non è ovviamente indirizzato.


Infatti il sangue scorre piacevolmente copioso, e sarebbe ingiusto non soffermarsi sul piacere estetico sfornato dai combattimenti tra Saya e i vari mostri incontrati, che, tra le altre cose, nulla hanno a che vedere con i chirotteri e in generale i vampiri di Blood e Blood+: la cura per le animazioni, il ricco e fantasioso bestiario e la freschezza della regia garantiscono scazzottate gustose con bestie artigliate e creature tentacolari, ma a ricordarci che siamo alle prese con un anime di merda sono le facili vittorie di una Saya in berserk e la risibilità dei suoi avversari. È irrilevante che la serie sviluppi una trama dopo i primi sei episodi (banalmente articolata e con personaggi noiosi e privi di caratterizzazione), perché è ridicola e offensiva una così enorme richiesta di pazienza per mandare giù le prime inutili puntate, ed è difficile credere che Production I.G abbia dato il beneplacito a un’opera tanto imbarazzante, che poggia sul vuoto di un mera bellezza grafica. Il finale è chiaramente aperto per poter concludere la vicenda con il lungometraggio cinematografico previsto per giugno 2012, ne siamo tutti felici e non vediamo l’ora che esca.

Voto: 3,5 su 10

SEQUEL
Blood-C: The Last Dark (2012; film)

2 commenti:

Acalia Fenders ha detto...

Tutto tragicamente vero, avevo delle ottime aspettative per questa serie e invece si è rivelata una cariolata di sterco. Per fare di peggio potevano solo animarla male.

I mostri sono cattivissimi, dilaniando esageratamente chiunque gli capiti davanti, finché Saya non si decide a combattere seriamente (momento in cui vengono sbudellati senza pietà anche loro) e le parti ambientate nei momenti di vita quotidiana della ragazza sono noiose da morire. Specialmente le parti dove Saya canta =.=

Un vero peccato perché a me le CLAMP piacciono abbastanza ma questa volta hanno veramente toppato.

Simone Corà ha detto...

Io le CLAMP le conosco poco, se non pochissimo, giusto qualche opera di cui hanno curato il chara, però questo Blood-C, madonna, è davvero infinito e mortificante, vero e proprio autolesionismo perché privo di qualsiasi senso non tanto nella storia (comunque pessima) ma nella struttura degli episodi, allucinanti.

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