giovedì 30 agosto 2012

Recensione: Bio Hunter

BIO HUNTER
Titolo originale: Bio Hunter
Regia: Yuzo Sato
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Fujihiko Hosono)
Sceneggiatura: Yoshiaki Kawajiri
Character Design: Hiroshi Hamasaki
Musiche: Masamichi Amano
Studio: Mad House
Formato: OVA (durata 58 min. circa)
Anno di uscita: 1995


Koshigaya e Komada, biologi universitari, fanno una terribile scoperta: una parte dell'umanità è stata contagiata da un terribile virus demoniaco che trasforma in mostruose beste dall'istinto feroce, e lo stesso Komada è uno di questi. Riescono a inventare un antidoto capace di mantenere il raziocinio agli sventurati, ed è da questa premessa che inizia una loro avventura, in cui aiuteranno una ragazza a sfuggire ai sicari di Tabe Seijuro, leader del Partito Repubblicano e anch'esso contagiato dal morbo...

Si vede che Bio Hunter è materia da Yoshiaki Kawajiri: spunto di partenza un'opera cartacea horror, e come ingredienti sangue, atmosfere inquietanti, mostri e un po' di sesso. Peccato che ripetere all'infinito le stesse cose non è sempre garanzia di successo, e Bio Hunter diventa così il classico OVA mediocre basato su un fumetto che, se ne è davvero fedele, allora ne getta pure discredito. È la noiosa storiella di due studiosi (uno sembra un pakistano) che, dopo la presentazione della loro "occupazione" (incipit che sembra davvero anticipare di due anni il DevilLady di Go Nagai), si interessano alle vicende della ragazza fuggita, Sayaka, affrontano i tirapiedi del perfido Tabe e infine combattono quest'ultimo nello scontro finale. Barzelletta narrata con tonnellate di dialoghi inutili, personaggi tratteggiati in modo più che superficiale, poca violenza (anche se nel finale si arriva a qualche livello splatter) e giusto qualche tetta qua è là per gradire. Poco da dire dal punto di vista grafico: con le sue ombreggiature cupe e il chara realistico (e orientaleggiante) di Hiroshi Hamasaki Bio Hunter ricorda molto lo spettacolo di Ninja Scroll, replicandone anche le animazioni di buon livello, ma è davvero l'unico punto in contatto tra i due visto che l'opera in questione è di una noia letale, sembra prolissa all'inverosimile.


Sembra, perché in verità, più che tirato, Bio Hunter è solo insignificante, così tanto da sembrare infinito: due eroi senza interesse i cui approfondimenti, così banali, li rendono odiosi; un cattivo da burletta, comprimari e tirapiedi del villain stereotipatissimi... Kawajiri, nei panni di sceneggiatore, sbaglia a prendere in mano un soggetto di partenza così scadente, e anche se prova a ricamarci sopra una trama non riesce in alcun momento a risultare interessante, facendo durare un'ora una storia che è insopportabile fin dai primi cinque minuti. Bello, per carità, l'inquietante scontro finale che chiude l'OVA, ma è fuoco fatuo in un lavoro che non dovrebbe neanche esistere.

Voto: 4 su 10

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