lunedì 17 settembre 2012

Recensione: Mobile Suit Gundam SEED

MOBILE SUIT GUNDAM SEED
Titolo originale: Kidō Senshi Gundam SEED
Regia: Mitsuo Fukuda
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Chiaki Morosawa
Character Design: Hisashi Hirai
Mechanical Design: Kunio Okawara, Kimitoshi Yamane
Musiche: Toshihiko Sahashi
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 50 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 2002 - 2003


Cosmic Era, anno 71. Siamo nel pieno svolgimento di una sanguinaria guerra razziale combattuta tra Natural (esseri umani) e Coordinator (individui geneticamente modificati), che mette a ferro e fuoco la Terra e le colonie spaziali. Un giorno una squadra di Z.A.F.T. (Zodiac Alliance of Freedom Treaty, l'esercito Coordinator), guidata dal misterioso Rau Le Creuset, organizza un feroce raid nella colonia spaziale di Heliopolis, neutrale sulla carta ma in realtà al servizio del nemico come centro di costruzione di Gundam, potenti robot militari in grado di cambiare le sorti del conflitto. La battaglia che segue porta Rau e i suoi uomini a recuperare ben quattro prototipi, mentre il quinto, il GAT-X105 Strike Gundam, finisce per caso nelle mani di un neutrale civile Coordinator, Kira Yamato. Il ragazzo, unico capace di guidare il mecha dopo averne riprogrammato il sistema operativo, si unisce successivamente all’equipaggio dell’Archangel, nave da guerra dell’Alleanza Terrestre, che inizia un lungo viaggio dalla distrutta Heliopolis per raggiungere il quartier generale sulla Terra portando con sé tutta la popolazione superstite. Il tragitto sarà ostacolato da continui scontri con Z.A.F.T., e questo per Kira sarà un inferno, visto che a pilotare uno dei quattro Gundam trafugati, il ZGMF-X09A Justice Gundam, è un suo amico d'infanzia, Athrun Zala, figlio di Patrick Zala, presidente di PLANT, colonia-madrepatria dei Coordinator.

Non si può negare che non sia una serie di una grossa importanza, Mobile Suit Gundam SEED. Nel 2002, nonostante l'incazzatura di Yoshiyuki Tomino1 che sperava di aver chiuso definitivamente l'eterna saga gundamica e col botto, con ∀ Gundam Called Turn "A" Gundam (1999), Bandai decide, nel sacro nome del marketing, che non sarà così: si deve continuare con nuovi Universi Alternativi, non importa se al prezzo di disconoscere la volontà del creatore originale. Al timone del quarto Alternate Universe sono questa volta scelti il regista Mitsuo Fukuda e sua moglie, la sceneggiatrice Chiaki Morosawa, che insieme hanno scritto e diretto serie televisive Sunrise di successo, dai Future GPX Cyber Formula degli anni '90 al piacevole Gear Fighter Dendoh (2000). Grandissimo amante degli Star Wars americani2, da cui mutua l'epica estetica e sonora, Fukuda pensa a un Gundam del nuovo millennio in grande stile, che rilegga la serie storica del 1979 adeguandola ai tempi (esattamente come tentò di fare nel 1987 il fallimentare Metal Armor Dragonar di Takeyuki Kanda, serie in cui ha oltretutto lavorato e che definisce l'opera che lo ha convinto a voler fare Gundam SEED come forma di rispetto e tributo3), improntato sulla spettacolarità e pensando anche al mercato anime americano (da qui i Gundam dagli evocativi nomi anglofoni4).

Da queste considerazioni esce fuori Gundam SEED: una serie televisiva di grande qualità, che, nonostante sia lontanissima dai fasti artistici, registici e filosofici dei titoli tominiani, funziona molto bene e rappresenta un notevole punto di incontro tra tematiche seriose di guerra e razzismo (nonostante Fukuda minimizzi parlando di un intrattenimento semplice e senza pretese5) e uno stile di racconto pop, improntato non solo su un'epica lucasiana data da esplosioni colorate, mezzi meccanici dalle tinte sgargiantissime e tonanti tracce musicali che rivaleggiano con le sinfonie di John Williams, ma anche su numerose storie d'amore per compiacere il pubblico femminile (che adorerà la serie6, basti solo pensare all'enorme numero di artbook rilasciati che si focalizzano sulle coppie), su un protagonista (Kira Yamato) plasmato sulle adoniche fattezze dell'attore Tatsuya Fujiwara7, sull'amicizia maledetta e "ambigua" tra lui e Athrun (che, come ai tempi di Gundam Wing, sembra quasi guardare all'omosessualità pur di compiacere le fujoshi), sui personaggi che, come in un videogioco, entrano in "berserk mode" negli scontri più duri e sullo sfruttamento di una grandinata di canzoni J-Pop di blasonati gruppi musicali giapponesi (T.M. Revolution, Nami Tamaki, See-Saw, Rie Tanaka) usate come sigle (7) e insert song (4). Già dai tempi di Mobile Suit Gundam Wing (1995) si è tentata la strada di coniugare anime e music business, ma è solo dopo Gundam SEED che la prassi si consoliderà coinvolgendo poi tutti gli studios animati: i brani usati negli anime faranno la fortuna dei gruppi coinvolti quando saranno messi in commercio sotto forma di singoli, creando le condizioni affinché il successo di una serie animata porti di riflesso a quello dei cantanti. Per rimanere in ambito musicale, in Gundam SEED sono addirittura usati come seiyuu due idol amatissimi, Rie Tanaka (nei panni di Lacus Clyne, personaggio importantissimo e canterino, Minmay gundamiana sfruttata per stacchetti musicali) e Takanori Nishikawa dei T.M. Revolution (in quelli di Miguel Aiman). Il chara design è affidato al tratto espressivo, essenziale e cromatico di Hisashi Hirai, già apprezzato nel folgorante Infinite Ryvius (1999) e nel discreto s-CRY-ed (2001). Quasi nessun dubbio che queste costose caratteristiche (Fukuda parla di un budget astronomico pari a 25 milioni di yen a episodio!8) avrebbero dato smalto alla serie: Gundam SEED si rivelerà il Gundam che, nel contesto della sua epoca di uscita, vanterà tra i migliori share della saga (6.12%9), vincerà il premio come migliore serie TV all'Animation Kobe del 200310 e addirittura venderà uno sfacelo enorme di DVD (ben 1.400.000 copie alla prima release nella sola madrepatria11), facendo la felicità della Bandai Visual e, paradossalmente, scontentando la ben più influente sussidiaria Bandai per le non esaltanti vendite di Gunpla e modellini (i Gundam frutteranno molto bene, ben 8 milioni di modelli in piena trasmissione dell'anime, ma gli altri robot andranno malissimo12).

Ci si potrà giustamente domandare se abbia senso rifare Mobile Suit Gundam nel 2002 per le nuove generazioni di spettatori. Ritengo che, sì, proporne una copia identica sarebbe stato patetico, ma fortunatamente Fukuda e consorte decidono di seguirlo solo fino a un certo punto, ossia fin quando la White Base sta per arrivare alla base di Jaburo. Stavolta, però, l'Amuro Ray di turno farà scelte diverse che daranno un nuovo indirizzo alla trama, scomodando cambi di bandiera, doppiogiochismo, diserzioni, esperimenti di ingegneria genetica e super-soldati, per arrivare a una battaglia finale dove le forze in campo non saranno più solo due. Per circa 30 puntate le vicissitudini di Kira ricalcano quelle del suo "antenato", conosce individui il cui ruolo rispecchia fedelmente quello dei loro corrispettivi della serie del 1979 e si trova invischiato nelle stesse situazioni: l'attacco alla colonia che dà inizio all'esodo di civili e soldati della Federazione/Alleanza Terrestre; l'attracco a Luna 2; la disperata discesa nell'atmosfera terrestre; il tragico rapporto di rispetto che si instaura nei confronti di Ramba Ral/Andrew Waltfeld e consorte; i piloti della White Base/Archangel che sono tutti civili improvvisati soldati, etc. Anche le tecnologie e il setting sono molto simili: abbiamo da un lato un aggiornamento delle particelle Minovsky (i Neutron Jammer, dispositivi adoperati dai Coordinator che inibiscono la fissione nucleare, rendendo inservibili le armi atomiche in guerra), dall'altro l'equivalente della Anaheim Electronics (la Morgenroete, corporazione che costruisce tecnologie belliche tra cui i Gundam). Cambiano, in compenso, almeno buona parte dei personaggi del cast di protagonisti, i loro ruoli e le relazioni interpersonali (sopravvive solo l'idea di due fratelli/amici che si affrontano da lati opposti della barricata, ma almeno niente oscuri passati e vendette nobiliari), e sono presenti nuove personalità molto ben sviluppate.


Esclusa la trattazione di razzismo, terrorismo e ingegneria genetica, tematiche abbastanza moderne e figlie dell'epoca post-Ground Zero, i temi principali della storia sono bene o male gli stessi del capostipite: la maturazione del protagonista attraverso l’esperienza di perdere i cari in battaglia, la guerra vista come conflitto di ideali dove muoiono patrioti e vigliacchi da una parte e dall’altra, superiori privi di scrupoli che sacrificano i loro sottoposti come carne da macello, un conflitto che assume sempre più i contorni dell'autentico genocidio, etc. Certo, è giusto anche dire che i temi fondamentali della poetica tominiana - la difficoltà di comunicazione e comprensione, i conflitti generazionali e le speranzose metafore di rinnovamento della società umana - sono trattati in modo facilotto e banale, ma tutto sommato ci può stare: Gundam SEED si propone come un drammone epico e superspettacolare che rilegge l'originale in modo user friendly, fondando il suo interesse sull'estetica coloratissima delle battaglie e dei scintillanti Mobile Suit, per questo si può soprassedere ad ambizioni artistiche quasi nulle e a un cast retto su personaggi cool alla Han Solo (giusto per rimarcare le similitudini con Guerre Stellari) più che su individui disagiati. Si potrà dire che quest'approccio è un ennesimo "tradimento" al Gundam originale, ma, che dire, prendendo Gundam SEED come un semplice "Star Wars coi mecha" lo si apprezza molto di più che rapportandolo al solito capolavoro del 1979 che già è stato comunque tradito milioni di volte dai suoi innumerevoli seguiti.

Al di là della trovata irrealistica ma inevitabile del far pilotare i Gundam, da una parte e dall'altra, ad adolescenti (non c'è alcuna spiegazione a questo fatto, visto che non esistono Newtype e i Coordinator, anche se superiori come capacità ai Natural, si compongono anche di adulti), scelta purtroppo scontata da parte del produttore per permettere l'immedesimazione ai giovani spettatori, non c'è nulla che non funzioni in questa epica ed esaltante storia di guerra. Ci si affeziona immediatamente a tutti i personaggi, estremamente ben caratterizzati grazie all'ampio spazio dedicato al character development (molti sono gli episodi privi della minima componente robotica), e si rimane rapiti dal ritmo travolgente e appassionante che assume la trama, grazie a cliffhanger sapientemente dosati e colpi di scena assortiti che invogliano a divorare puntate su puntate (che risultano leggere grazie anche all'estrema linearità dell'intreccio). Azione, parentesi sentimentali, attori carismatici, pathos e Mobile Suit dalla sboroneria assurda e dalla potenza smisurata (davvero Gundam ha inventato il Robot Realistico?) e che nonostante questo sembrano verosimili (per la loro necessità di venire continuamente programmati per adattarsi a ogni tipo di terreno, pena l'essere asfaltati anche dal nemico più scarso del mondo): cosa si può chiedere di più a un robotico? Tutti gli ingredienti necessari per una storia seria, cupa e dai toni solenni, che catturi l'attenzione per ben 50 puntate, non mancano, e anche gli appassionati gundamici di lunga data apprezzeranno il "coraggio" del regista nel non risparmiarsi scene "pesanti" o crudeli raramente visibili nei circuiti dell'animazione televisiva, come una famosa scena di sesso, la morte di personaggi solitamente "intoccabili" per questioni di politically correct o una super strage finale degna dei fasti del "Tomino macellaio".

Immortali sono purtroppo altre tipologie di personaggi, e questo è l'unico grosso motivo per cui Gundam SEED merita che gli si facciano alcune pulci. Sono di scena più di una volta, purtroppo, trovate abbastanza pietose per giustificare il ritorno di un personaggio dato per morto: che sia per esigenze di sceneggiatura, che sia per pubblicizzare un manga che poi spiega meglio la cosa (Mobile Suit Gundam SEED Astray di Tomohiro Chiba e Koichi Tokita, serializzato in contemporanea), o che sia perché nella trama a un certo punto "non era più rimasto alcun adulto figo (cit.)"13, più di una volta la serie scade in "resurrezioni" improbabili, che vorrebbero evocare sorpresa ed esaltazione e invece hanno il solo effetto di ridimensionare la portata drammatica degli avvenimenti della storia, come se alla fine questa guerra non fosse così terribile visto che è così scontato sopravvivere a esplosioni che sembrano non lasciare scampo. Queste cose non rendono orribile la visione, ma lanciano un inquietante precedente, che verrà ripreso, ampliato ed esagerato nel seguito. Pur senza conferme ufficiali (o almeno, non rintracciabili col solo ausilio di Internet, se non si sa il giapponese), poi, è facile dare ragione ai rumor degli appassionati riguardo al fatto che la serie sia stata influenzata e "aggiustata" in corso di trasmissione da diktat commerciali o sondaggi di popolarità dei personaggi: lo si pensa perché l'accennato sequel sembra dare ragionissima a questa cosa con le sue assurdità di sceneggiatura, e soprattutto perché si sa, invece ufficialmente, che un certo personaggio di Gundam SEED cambia schieramento verso la fine solo e unicamente perché il Gunpla del suo robot non vendeva bene, e allora si è voluto dargli più smalto nella narrazione14. Altri nei dell'opera, di ben più piccola entità, includono la CG (poca, fortunatamente) mediocre usata per riprodurre l'Archangel e alcune scene, le animazioni, che, pur "mascherate" da un'ampia gamma di colori, effetti speciali e ombreggiature, alla fine non sono chissà che fluide come ci si aspetterebbe, essendo più pensate a dare staticità e "plasticità" alle pose dei Mobile Suit (per sottolineare il loro enorme dettaglio e bellezza) che a trasmettere le sensazioni di movimento (e da qui si possono inquadrare anche i frequentissimi ricicli di animazioni, che mostrano sempre le stesse sequenze di attacchi, sparatorie e acrobazie), e infine il finale che, con tutta la carne al fuoco che mette, è decisamente affrettato (fortunatamente c’è un extra, chiamato After-Phase e incluso nell’ultimo DVD della serie, che funge da epilogo).

Macchina commerciale? Sicuramente. Il Gundam di Tomino è enormemente più d'autore? Certo. Ma Gundam SEED nella sua sboroneria, nella sua regia impersonale e "facilotta" e nella sua colorata patina "per tutti" convince a fondo, adempiendo come mai prima d'ora al compito di avvicinare il marchio agli spettatori occasionali. Alcuni grideranno all'eresia, altri che l'Era Spaziale è tutt'altra cosa, altri ancora che la poesia di Turn A Gundam è stata uccisa, e così via. Forse è tutto vero, forse no, ma a prescindere dalla sua "faciloneria" Gundam SEED è un anime completo e di spessore, un'ottima visione sia per novizi che per i fan.


Nota: doverosissimo aprire una parentesi su Mobile Suit Gundam SEED HD Remaster. Nel 2004, la serie viene sintetizzata nei tre OVA che compongono la Mobile Suit Gundam SEED - Special Edition: si tratta della classica trilogia filmica di rimontaggio abbastanza mediocre, che ha l'unico pregio di aggiungere alla sceneggiatura originale alcune chicche (scene modificate o inedite) di un certo interesse per i fan. Successivamente, nel dicembre 2011 Gundam SEED inizia a venire ritrasmesso integralmente in Giappone, su Bandai Channel, nella cosiddetta versione definitiva e rimasterizzata, la HD Remaster. Questa nuova incarnazione integra nei 50 episodi l'After-Phase e quasi tutti gli extra della Special Edition, elimina le due puntate riepilogative originali (accorciando a 48, quindi, il conteggio totale) e, in aggiunta, riarrangia le sigle cambiandone parzialmente anche le immagini, sostituisce la seconda ending storica (la peggiore, River di Tatuya Ishii) con una nuova di zecca (la bella Distance delle FictionJunction), cambia gli eyecatch, ridisegna o addirittura rigira da capo numerosissime scene - soprattutto di battaglie - rendendole più spettacolari, aggiunge apparizioni di personaggi dei vari sequel e spin-off (Shinn Asuka, Lunamaria e Meyrin Hawke, Rey Za Burrel e Shiho Hahnenfuss) per rendere più coerente il mondo della Cosmic Era, e infine cambia il formato d'immagine, dal precedente 4:3 al più cinematografico e spettacolare 16:9 (pur al costo di croppare l'immagine). Questa, come facilmente intuibile, è l'unica, vera versione di Gundam SEED da guardare, la più completa e spettacolare.

Voto: 8,5 su 10

SEQUEL
Mobile Suit Gundam SEED: Special Edition (2004; serie OVA)
Gundam Evolve../ 08 GAT-X105 Strike Gundam (2004; OVA)
Mobile Suit Gundam SEED Astray: Red & Blue Frame (2004; corti)
Gundam Evolve../ 06 YMF-X000A Dreadnought Gundam (2004; OVA)
Mobile Suit Gundam SEED Destiny (2004-2005; TV)
Mobile Suit Gundam SEED Destiny: Final Plus (2005; Special TV)
Mobile Suit Gundam SEED Destiny: Special Edition (2006-2007; serie OVA)
Mobile Suit Gundam SEED C.E.73: Stargazer (2006; serie ONA)


FONTI
1 Tomino se ne lamenterà con lo stesso Mitsuo Fukuda, come rivela quest'ultimo in una conferenza svoltasi in un'università di Kyoto nel 2003. La sintesi è riportata nel sito Gunota (http://aeug.blogspot.it/2003_11_01_archive.html#106964206584707878)
2 Come sopra
3 Come sopra
4 Questo retroscena proviene da un'intervista a Fukuda riportata nel booklet del DVD-Box giapponese di "Metal Armor Dragonar", gentilmente tradottomi da Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
5 Vedere punto 1
6 Consulenza di Garion-Oh
7 Vedere punto 1
8 Come sopra
9 Sito internet (in giapponese), http://toro.2ch.net/test/read.cgi/shar/1336141685/
10 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 372
11 Vedere punto 6
12 Come sopra. La cifra degli 8 milioni esce dalla bocca di Kazunori Ueno, presidente della divisione gundamica di Bandai, ed è riportata nel magazine Nikkei Characters! del novembre 2003 (tradotta nel sito Gunota, http://aeug.blogspot.it/2003_11_01_archive.html#106982070880752969)
13 Vedere punto 1
14 Come sopra

4 commenti:

OMEGA_BAHAMUT ha detto...

Bellissimo anime, anche se di certo a vederlo di questi tempi così come ho fatto io (2 annetti fa), appaiono evidenti molti più difetti del normale (vedasi i già citati recap, ma anche le sequenze riciclate 200 volte nella serie)...

Comunque incredibilmente godibile, con una trama neppure troppo banale, o che comunque riesce a fare bene il suo lavoro di "intrattenimento" verso il pubblico (soprattutto nella parte finale mi gustarono molto alcune sclete sul gioco di alleanze tra i vari pg).

Ps: Da ridere il fatto che io già da poco oltre metà serie definivo Kira "dio sceso in terra", ignaro di cosa sarebbe accaduto ahimè qualche anno dopo con il seguito XDD

Jacopo Mistè ha detto...

Hai anticipato Fukuda e consorte XD

PS Volevo chiederti se mangianime era defunto, noto con piacere non è così ;)

Andrea8877 ha detto...

Serie vista diversi anni fa ma della quale comunque ne conservo un più che piacevole ricordo. Certo i riferimenti alla prima storia serie sono abbastanza palesi, molte sequenze soffrono di ricicli di animazioni ed in alcune puntate c'è molta più attenzione ai personaggi che alle battaglie (tanto da non esserci neanche un combattimento) ma per il resto è una serie che fa degnamente il suo lavoro e porta a casa il risultato essendo abbastanza interessante e capace in alcune sequenze di far emozionare. Sicuramente è una serie che consiglio, dopo la prima del 79 ovviamente.

PS: ho provato a guardare il seguito, mamma mia che delusione!!! Trama saporifera, personaggi dimenticabilissimi e tante di quelle tamarrate mescolate a jpop da far venire il mal di testa!!!

Anonimo ha detto...

La sto vedendo adesso. Bellissima. Ritmo molto veloce, nonostante 50 puntate, non ci si annoia mai, e bella l'idea di girare intere puntate incentrate unicamente sui personaggi e non sempre sui duelli. Bella davvero.

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