lunedì 11 febbraio 2013

Recensione: I Cavalieri dello Zodiaco - The Lost Canvas (Il mito di Ade)

I CAVALIERI DELLO ZODIACO: THE LOST CANVAS - IL MITO DI ADE
Titolo originale: Saint Seiya The Lost Canvas - Meiō Shinwa
Regia: Osamu Nabeshima
Soggetto: (basato sul manga originale di Shiori Teshirogi)
Sceneggiatura: Yoshiyuki Suga
Character Design: Yuko Iwasa
Musiche: Kaoru Wada
Studio: Tokyo Movie Shinsha
Formato: serie OVA di 13 episodi (durata ep. 30 min. circa)
Anni di uscita: 2009 - 2010


La Guerra Sacra è un conflitto che si combatte ogni duecento anni sulla Terra tra le forze della Dea Athena e quelle del Re degli Inferi Hades. Protagonisti principali di quella del XVIII secolo, ambientata in Europa, sono Sasha, reincarnazione di Athena, Tenma, Bronze Saint della costellazione di Pegasus, suo servitore, e infine Alone, reincarnazione di Hades; tutti e tre conosciutisi in tenera età e amici intimi, ma crudelmente divisi dal conflitto dopo che in Alone, disgustato dalla crudeltà dell'Uomo, si è risvegliata l'aura negativa del Dio. Quella volta, con l'aiuto dei Gold Saint, Tenma ha fatto di tutto per sottrarre il suo amico all'influsso della malvagia divinità...

La trasposizione animata della saga di Hades, iniziata quasi quindici anni dopo la conclusione della storica serie televisiva di Saint Seiya (1985), ha fatto solo che bene a un franchise dato apparentemente per morto: col suo successo gli ha donato nuova linfa, e così, in mezzo ai vari OVA, c'è stato modo di veder nascere svariati nuovi manga recanti il famoso marchio di Masami Kurumada, quasi tutti realizzati da esterni. Tra questi, i più importanti si sono rivelati due, iniziati quasi in contemporanea nel 2006, nella stessa rivista Weekly Shounen Champion edita da Akita Shoten: Saint Seiya - Next Dimension e Saint Seiya - The Lost Canvas. Il primo, disegnato dallo stesso Kurumada, campione totale di vendite1 e ancora oggi in corso di serializzazione, altri non è che il seguito ufficiale del fumetto storico, la realizzazione di quella famosa saga dei Cieli uccisa dall'insuccesso del film Saint Seiya The Heaven Chapter ~ Ouverture ~ (2004) e prontamente rinata su carta. Il secondo, invece, realizzato dall'autrice shoujo Shiori Teshirogi (e che ha comunque venduto bene2), è la cronaca della precedente Guerra Sacra tra Atena e Hades, vissuta dai Sacri Guerrieri di qualche secolo prima. Punto in comune fra i due è l'ambientazione temporale, in quanto entrambi sono ambientati nello stesso periodo storico, ed entrambi trovano tra i protagonisti della vicenda Tenma, precedente Saint di Pegasus (sì, Next Dimension parla del viaggio nel tempo dei Bronze Saint moderni per cambiare il fato del loro amico Seiya, viaggio che li porterà al periodo del precedente conflitto con Hades). Nonostante la rivista stessa pubblicizzi inizialmente la cosa in modo ingannevole, dicendo che i due manga raccontano la stessa storia raccontata da due punti di vista differenti3, alla fine non sarà così: le differenze saranno troppe ed esageratamente eclatanti, tanto che gli avvenimenti dell'uno renderanno impossibile l'avverarsi di quelli dell'altro. Alla fine sarà giustamente il fumetto di Kurumada l'unico a potersi fregiare della canonicità, rendendo l'altro, di fatto, una semplice fan fiction - da parte di un'autrice, del resto, che nei suoi free talk (leggibili nei volumi italiani dell'opera, editi da Panini Comics) non fa mistero di essere sempre stata una fan sfegatata dell'originale, una fujoshi cresciuta adorando l'anime storico e fantasticando su inesistenti amplessi omosessuali dei suoi bishounen preferiti.

Il fumetto della Teshirogi, per quanto palesemente fuori continuity, nonostante tutto sarà apprezzato per lungo tempo, al punto che nel 2009 i lettori giapponesi non hanno problemi a designarlo, con un referendum, quale manga della rivista che vorrebbero vedere trasposto in animazione3. Tra quell'anno e il 2011 arriva così, diretto al mercato dell'home video, l'adattamento animato: due stagioni da 13 episodi l'una, con uno dei più grossi budget di quegli anni4, che traspongono interamente 11 di quelli che saranno i 25 volumi totali che comporranno il manga. La realizzazione delle animazioni per la prima volta passa da Toei Animation a Tokyo Movie Shinsha, con risultati ben più felici rispetto all'indecorosa involuzione della saga animata di Hades (del tutto sprecati, però, sulla trasposizione di una semplice storiella da fan). Le scarse vendite dei DVD5, tuttavia, metteranno una pietra tombale sul progetto, lasciando orfani di un prosieguo gli sfortunati che hanno acquistato i 12 DVD. Chi ha avuto modo di leggere per intero l'opera a fumetti, tuttavia, sa che questa interruzione non sarà chissà che grave perdita, visto i deprecabili sviluppi futuri della trama.

 
Più che brutto, il manga è semplicemente insignificante, non riesce mai a brillare se scostato dall'opera originale di Kurumada a cui deve tutto. L'autrice, cresciuta sognando torbide relazioni tra i Gold Saint, non riesce a non spostare l'enfasi del racconto interamente sulla loro celebrazione, scelta che si ripercuote drammaticamente sui reali protagonisti Tenma, Sasha e Alone e sui comprimari Yato e Yuzuriha, tutte personalità monodimensionali e indifferenti la cui scena è sempre rubata dai carismatici Cavalieri d'Oro. Questa premessa si lega col secondo grave problema, il maggiore di The Lost Canvas: la sua natura di antefatto, di raccontare una vicenda del passato che, accennata nella saga di Hades, si sa già come andrà a finire. Dal manga storico sappiamo quali saranno gli unici due superstiti fra i Santi d'Oro: ne consegue che gli altri hanno già la morte scritta in faccia, e la cosa avviene mediante uno schematismo rozzo e offensivo, che prevede per ciascuno la gloria della presentazione e del trionfo in un singolo combattimento, che coincide a sua volta con la perdita della vita. Se, nei primi momenti, le eroiche immolazioni dei Gold Saint sono esaltanti per le epiche modalità con cui avvengono, quando la cosa viene replicata per tutti i guerrieri subentra la noia per scontri dall'esito già scritto, e anche un certo senso di ridicolo per questi fortissimi Sacri Guerrieri che appaiono nelle scene unicamente quando devono combattere e poi morire, come se non riuscissero a sopravvivere a oltre uno scontro. Parliamo, certo, di battaglie lunghe e coreografate, con ribaltamenti di posizione e colpi di scena assortiti, infarcite da mille flashback che approfondiscono il background dei personaggi (stucchevoli e scontati DRAMMONI, però), ma sapendo sempre come finiranno, quasi tutta la suspense è rovinata in partenza. Questo è esattamente il contenuto The Lost Canvas: le gesta con cui i 12 Sainti d'Oro muoiono affrontando alla prima battaglia gli Specter di Hades, e le insignificanti avventure del Saint di Pegasus e dei suoi amici, eroi di secondo/terzo ordine, nell'avvicinarsi a quest'ultimo per combatterlo. Tutto ben narrato e disegnato discretamente bene, con sfondi mal fatti ma con un tratto angelico e ricco di dettagli nei personaggi e nelle loro armature, esteticamente accattivante e ben lontano dalle linee grezze di Kurumada, ma quello che è bello nell'immediato diventa estremamente noioso e scontato mano a mano che si prosegue, fino a culminare nell'indifferenza. Chiudono il cerchio le numerosissime strizzatine d'occhio omosex (sguardi languidi ovunque, non si scappa dal passato fujoshi dell'autrice), i vincoli familiari dei tre protagonisti tirati davvero per i capelli, i soliti stereotipi fisici tipicamente femminili su cui sono plasmati i personaggi (che, buoni o cattivi, si dividono tranquillamente in emo, tenebrosi, effeminati, fighetti, dandy etc., alla faccia dell'ambientazione temporale dell'Italia risorgimentale!), e infine la pigra trovata dell'autrice di dare a TUTTI i Saint del passato le stesse identiche fattezze di quelli del futuro, perché non aveva voglia di arrovellarsi a decidere troppi look nuovi di zecca6 (e la cosa crea ulteriori casini nella comprensione del mai ben spiegato meccanismo di predestinazione alle armature, ma pace, anche da questi dettagli si capisce l'importanza nulla in continuity dell'opera).

L'adattamento animato ha invece la fortuna di piacere proprio perché non arriva a coprire neanche metà dell'opera originale, adagiato com'è sull'introduzione della storia che è ancora lungi dal diventare sfiancante e ripetitiva. Come nel manga, l'inizio è interessante, con un rapporto fra Tenma, Sasha e Alone abbastanza approfondito e il cui potenziale non è ancora stato bruciato dal noioso spazio rubato dai Gold Saint. La loro sofferenza nell'affrontarsi in guerra è ben resa, così come sono ben tratteggiati i loro rapporti coi rispettivi mentori Saint e Specter. Brillano anche i primi mortali combattimenti (come quello tra Albafica di Pisces e Minos di Griffon, o Hasgard di Taurus contro Kagaho di Bennu), ben resi dal budget profuso da studio Tokyo Movie Shinsha. Lo studio stanzia una grossa cifra che si esprime in vigorose animazioni, dettagliatissimi fondali e una cura grafica e musicale di ottimo livello (finalmente una produzione home video che merita davvero i suoi soldi, rispetto all'aberrazione di Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno). Promosse anche le lievi modifiche all'intreccio originale, principalmente qualche combattimento isolato, dialogo o scenetta action che arricchiscono l'azione senza modificare la trama. Orripilante sigla di apertura a parte (The Realm of Athena, di EUROX), si può tranquillamente dire che le 13 puntate che compongono la prima serie siano davvero ben fatte e appassionanti, ma il fatto che l'opera sia incompleta (poco importa che ci sia una seconda stagione, Lost Canvas in animazione rimane tronco) rende comunque inutili tutte queste cose e la visione nel complesso, salvo la volontà di farsi venire un travaso di bile col non-finale della storia. Non che, anche se fosse completa, la valutazione salirebbe comunque così tanto...


In Italia, i diritti dell'opera sono stati acquistati da Yamato Video, che ha trasmesso in streaming la serie sottotitolata, annunciando anche una futura edizione home video e addirittura un passaggio nei cinema. Vista la collocazione temporale della storia, isolata dalla continuity e dai personaggi del classico Saint Seiya, appare abbastanza probabile la possibilità che l'opera riuscirà, una volta tanto, ad avere doppiaggio e sottotitoli fedeli ai nomi e ai dialoghi originali. Speriamo bene.

Voto: 5 su 10

RIFERIMENTO
I Cavalieri dello Zodiaco (1986-1989; TV)
Saint Seiya The Hades Chapter: Sanctuary (2002-2003; serie OVA)
Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno (2005-2007; serie OVA)
Saint Seiya The Hades Chapter: Elysion (2008; serie OVA)

SEQUEL
I Cavalieri dello Zodiaco: The Lost Canvas - Il mito di Ade 2 (2011; serie OVA)


FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
2 Come sopra
3 Come sopra
4 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 505
5 Pagina web, Comicsblog, http://www.comicsblog.it/post/15593/the-lost-canvas-terza-serie-oav-nessun-progetto-per-lanime-di-tms
6 Vedere punto 1

13 commenti:

akuma ha detto...

condivido appieno,

ho iniziato a leggerlo qualche annetto fa, ma poi dopo i primi volumi letti con interesse ho pian piano abbandonato la lettura, la storia era diventata ben presto ripetitiva e noiosa (per i miei gusti, ovviamente), anche se i primi combattimenti come quello di Albafica erano notevoli.

Jacopo Mistè ha detto...

Ho seguito il tuo stesso iter. Iniziato a leggerlo con i migliori auspici, ma dopo poco è diventato una palla allucinante. Ho dovuto addirittura farmi forza per arrivare fino in fondo, e la conclusione non ha ripagato per nulla.

Rimangono alla memoria svariati combattimenti molto ben realizzati e coreografati - almeno per i miei gusti -, ma giusto quelli. Il resto un totale fallimento in quanto a storia, attori e personalità.

akuma ha detto...

non ho avuto la tua stessa pazienza....
dopo un po' ho mollato la lettura

Alberto Dolci ha detto...

Mai letta la versione cartacea ma recentemente visto l'anime (che si conclude con un cliffhanger all'episodio 26 e quindi NON si conclude) che dire, questa volta sono abbastanza in disaccordo, me la sono divorata velocemente e mi è piaciuta davvero un sacco: c'è una storia (e questa è già tanto considerato il genere), graficamente è ottimo e i personaggi anche se durano poco sono caratterizzati benissimo (molto meglio di quelli della serie regolare) inoltre i combattimenti sono davvero ben fatti e spettacolari,non si limitano mai alla classica meccanica: il buono le prende --> sembra quasi morto --> si rialza e picchia tutti con un esplosione del cosmo. Lo scontro di Manigoldo e Sage contro Thanatos è una cosa da antologia (IMHO). Il fatto che i gold saint cadano uno dopo l'altro era risaputo perché era già scritto che sopravvivessero solo Dokho e Sion, ma le dipartite sono tutto fuorche banali (il toro o il saggittario non muoiono affatto quando te lo aspetti) insomma io non vi ho trovato nessuan grossa pecca.

Jacopo Mistè ha detto...

Premetto che il 5 che ho dato a Lost Canvas deriva unicamente dal fatto che la serie è incompleta e lo sarà per sempre, quindi è inutile perderci del tempo a guardarla.
Ma se anche fosse completa, non penso le darei più di un 6 massimo 6,5.

Il manga l'ho letto tutto, e posso dire che condivido le tue impressioni fino al punto in cui arriva l'anime. Poi, è tutto in discesa, poiché la storia continua a seguire il suo copione prefissato senza alcuna variazione per manifesta povertà di idee: presentazione del Gold Saint di turno e combattimento lungo ed epico che culmina con la sua morte. Cadono tutti come birilli al primo scontro, come fossero mezze seghe (dei brocchi da paura evidentemente, ci ricordiamo che strage di Spectre facevano da soli nel Saint Seiya storico?). Mi sta bene che secondo la mitologia di Kurumada devono per forza morire quasi tutti, ma è ridicolo che continuino a schiattare dopo essere stati appena presentati, giusto il tempo di coprirsi brevemente di gloria in un singolo combattimento che porta al loro annientamento. C'erano migliaia di modi epici per togliere loro la vita, e l'autrice preferisce proprio banalizzare al massimo tutto con uno schema prefissato e prevedibilissimo che elimina ogni pathos.
Che dire poi dei (teoricamente) veri protagonisti, ossia Tenmna, Yato e Yuzuriha, così insignificanti che fanno da tapezzeria per tutta la storia, oscurati completamente dalle (brevi) apparizioni dei Gold Saint, e quando sono protagonisti le loro avventure sono noiosissime?

Per me Lost Canvas è una delusione totale, parte benissimo e poi si affloscia inesorabilmente sempre di più. Da salvare giusto i combattimenti. Non mi stupisce che la stessa autrice, rendendosi conto della cazzata fatta, ha poi voluto correre ai ripari con una lunga serie di Gaiden che diano molto più spazio e caratterizzazione ai suoi Gold Saint.

Alberto Dolci ha detto...

e boh! Non avendolo mai letto io ho giudicato quel che ho visto senza pensare alla moncatura o meno, ONESTAMENTE, tra l'altro a vederla cosi mi domandavo perché l'avessero interotta dato che a occhio e croce non gli davo più di un 6 max 10 episodi per concludersi dopo il 26... quindi non fatico ad immaginare che,come dici tu, se l'autrice l'ha tirata avanti ancora molto a lungo dopo si sia aflosciata sul nulla(beh per me resta il fatto che a vederlo sin qui mi son molto divertito).

Jacopo Mistè ha detto...

I 26 episodi dell'anime non raggiungono neanche la metà del manga, fa te :D

Unknown ha detto...

Anzitutto l'anime si era solo stoppato, recentemente lo hanno ripreso, non è la prima volta che accade con gli anime e non sarà nemmeno l'ultima, basta informarsi e avere un briciolo di pazienza, ci sono state serie stoppato in modo assai peggiori, that's it.

Per quanto riguarda il manga, io tutto questo scandalo scusate ma non lo vedo, i disegni sono ben realizzati, le tavole pulite e lineari, si capiscono gli stati d'animo, le azioni, le scene di lotta, i personaggi anche se compaiono per poco hanno un loro spessore, sono caratterizzati assolutamente bene e grazie a dio si distaccano tutti ( parlando specialmente dei gold ) da quelli della prima scalata alle 12 case, leggere un manga di cui conosci già il finale per me è difficile, in lost canvas sono riusciti comunque a tenermi incollato ai volumi fino alle fine, certo, bisogna saper leggere, ho letto critiche alle morti celeri dei gold e ve ne prendo uno a caso per dirvi che non sono affatto buttate li a caso, Albafica ad esempio è uno di quelli che muore più in fretta ed è uno dei personaggi che più ho amato, un po perchè riscatta il ruolo dei pesci e un po perchè nonostante la sua prematura morte si è dimostrato un personaggio forte e pronto a difendere ciò in cui crede fino alla fine, criticare in questo senso il lost canvas è un po come criticare Martin perchè sega le gambe ai suoi personaggi nel trono di spade ( o cronache del giaccio e del fuoco se avete seguito i libri ).

Ridicolmente ho apprezzato molto meno, personalmente, la vecchia serie di Hades di cui salvo solo la scalata alle 12 case per il pathos che culmina con la morte di Atena per mano di Saga, il resto della serie è un'accozzaglia di robe quasi inguardabile ma i gusti son gusti e la sensibilità delle persone è diversa, di solito non commento nei blog, mi ci sono soffermato solo perchè ho visto un eccessivo accanimento, ricordo che in giappone è una serie che ha avuto un enorme successo, forse così schifo non fa ...

Jacopo Mistè ha detto...

"ricordo che in giappone è una serie che ha avuto un enorme successo, forse così schifo non fa .."

Ah beh, allora se è per questo, Naruto e Inuyasha dovrebbero essere dei capolavori, che ti devo dire.
L'anime è stato ufficialmente un flop e non mi risulta sia stato ripreso come dici.
Per il resto, io ho spiegato tutto ciò che dovevo dire nei commenti precedenti.

Anonimo ha detto...

Non ho letto il manga ma ho visto qua e là in rete alcune immagini e penso si sia trattato di un prodotto abbastanza scadente.
Tuttavia con un buon budget e buone intenzioni anche da un manga scadente si può ricavare un anime di buon livello e a mio avviso LC lo è.
Molte delle tue critiche mi sembrano essere più indirizzate al primo che al secondo, quasi si trattasse della stessa cosa ma secondo me non è così.
Lamenti che i bronze/silver saint siano oscurati ma questo è un pregio non un difetto, nella serie classica i 5 protagonisti attraversano tutto un arco narrativo in cui è mostrata la loro crescita e alla fine della serie riescono a raggiungere il livello di un Gold Saint ma non c'è nulla che consenta di pensare che anche in LC la cosa debba ripetersi: Tenma e Yato sono 2 bronze e sono forti come 2 bronze, punto (tranne quando il primo miracoleggia con la God Cloth, ma questa ahimè è una pecca di tutta l'opera).
Albafica dei Pesci muore abbattendo uno dei 3 giudici (mica bruscoli) e dopo aver eliminato numerosi specters, Hasgard di Taurus resta gravemente ferito nello scontro contro Kagaho di Bennu (forza pari a giudice) per poi morire nella difesa di Pegasus uccidendo i 2 specters-sicari, Asmita di Virgo muore nella creazione del sacro rosario che imprigiona le anime dei nemici che passerà al suo successore Shaka dando così una spiegazione a questo misterioso manufatto, Manigoldo di Cancer insieme al suo maestro Sage tolgono addirittura di mezzo un dio.
Su quest'ultimo personaggio mi voglio soffermare. Ad essere totalmente slegato dal senso comune dell'opera era Deathmask, non è infatti pensabile che un uomo simile potesse essere diventato Gold Saint, Manigoldo invece pur mantenendo tratti caratteriali simili si rivela molto più nobile e quindi degno di indossare le sacre vestigia.
Piuttosto stucchevole la mini-trama degli dei onirici che troveranno in El Cid di Capricorn il loro flagello ma ha il merito di regalarci un Gold Saint accuratamente caratterizzato.
(segue)

Anonimo ha detto...

La verità è che 12 gold saints contro 3 giudici, ipotizzando che uno dei primi debba sacrificarsi per fare fuori uno dei secondi ne lascerebbe ben 9 in vita liberi di massacrare tutti gli altri specters ed ecco quindi che devono essere creati nuovi nemici come Kagaho o altri dei minori per togliere di mezzo qualche dorato o la trama risulterebbe non credibile, problema che non si poneva nella serie di Hades poiché i gold sopravvissuti erano solo 5.
Un'altra pecca dell'opera originale era l'eccessiva disparità di forza fra i gold (Shaka e Saga contro Afrodite e Deathmask quanto poteva durare?) che invece in quest'opera sono tutti di forza se non uguale almeno simile.
So che poi Degel di Aquarius e Cardia di Scorpio moriranno in modo abbastanza futile nello stesso miniciclo narrativo subacqueo che produrrà solo il ferimento di Radamante, che Sysyphus di Sagitter si scontrerà con il giudice Eaco di Garuda in un meccanismo simile ad Albafica-Minos, che i 2 saints di Gemini Aspros e Defteros combatteranno fra loro (roba già vista e comunque una costante di tutta l'opera), che Regulus di Leo riuscirà ad uccidere un Radamante semidivino...ecco a quel punto resteranno solo Shion di Aries e Dokho di Libra (entrambi caratterizzati superbamente specialmente il secondo che mostra un carattere molto impulsivo) ma in maniera tutt'altro che scontata.
Qui sono i Gold che combattono contro i nemici più forti, non i bronze che stanno appunto da bronze ovvero (in battaglia) da comprimari.
Se il metro di paragone è la serie classica ci sarebbe molto da ridire sulla coerenza della stessa e sui miracoli compiuti dai protagonisti, in particolare Seiya che si rialza sempre e comunque anche quando colpito da fulmini divini.
Me la facevo andare bene negli anni 80 perchè ero un adolescente ma rivista oggi quell'opera fa acqua da tutte le parti, Lost Canvas invece è una serie più "adulta" che presenta minori incoerenze e di neosaints che miracoleggiano francamente non si sente la mancanza.
Se poi a te fa schifo TUTTO ciò che è relativo a Saint Seiya allora è un altro discorso.

Vanni Maltoni - Ravenna

Jacopo Mistè ha detto...

Non ho mica capito la tua frecciatina finale, davvero non la capisco. A me Saint Seiya piace, ma per pura sfiga per ora mi piacciono tutte le opere ufficiali e canoniche, ossia tutte quelle scritte e disegnate da Masami Kurumada. Le altre, ovviamente fan fiction, non le ho gradite per un motivo o per l'altro (nonostante al manga di Lost Canvas dò una sufficienza piena).
Pensavo che fosse chiaro dalla recensione, ma vediamo di riepilogare per sommi punti tutto:

- Il voto insufficiente all'anime è dovuto UNICAMENTE al fatto che è e sarà per sempre tronco, quindi incompleto (ergo, non ha senso consigliare una serie che ha un inizio ma non una fine). SE dovesse un giorno proseguire e arrivare fino in fondo, trasponendo tutto il manga, allora avrà lo stesso voto che avrà quest'ultimo: 6,5. Questo perché sì, Lost Canvas anime è identico a Lost Canvas manga, con tutti gli stessi pregi e difetti.

- Perché non mi piace Lost Canvas manga (e perciò anche anime)? Perché 1 soffre di uno schematismo e di una prevedibilità disumani nel presentare i vari decessi dei Gold Saint (appena sono presentati, muoiono), tanto da impoverire la storia e annoiare il lettore 2 i suoi protagonisti principali (Tenma, Sasha, Alone) fanno schifo.

Phoenix88 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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