mercoledì 29 dicembre 2010

Recensione: Il Violinista di Hamelin

IL VIOLINISTA DI HAMELIN
Titolo originale: Hamelin no Violin-Hiki
Regia: Junichi Nishimura
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Michiaki Watanabe)
Sceneggiatura: Yasuhiro Imagawa
Character Design: Atsuko Nakajima
Musiche: Kouhei Tanaka
Studio: Studio DEEN
Formato: serie televisiva di 25 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1996 - 1997


Siamo a Hamelin, fantasioso pianeta dove umani e demoni convivono temendosi. Molto tempo è passato dopo la tragica guerra che li ha visti affrontarsi e che terminò con la sconfitta di Chestra, re dei diavoli, ma ora Bass, il suo braccio destro, intende iniziare un nuovo conflitto e così, con il suo rinato esercito, attacca il regno di Sforzando, cercando di recuperare la misteriosa Scatola di Pandora che può determinare la svolta. La chiave per aprire lo scrigno però la possiede Flute, bella ragazzina del villaggio di Staccato, che si dirige al castello accompagnata da Hamel, suo amico d'infanzia dal misterioso passato...

Miglior Imagawa di sempre nella peggiore produzione a lui associata: molto si può dire sulla serie televisiva de Il Violinista di Hamelin, se non che Studio DEEN lascia ai posteri un capolavoro di carisma narrativo reso nel peggior modo umanamente concepibile. Il manga di riferimento, serializzato nell'arco di undici anni da Michiaki Watanabe in 37 tankobon (giunto anche in Italia per mano di Comic Art, interrotto però al nono volume), è noto: Il Violinista di Hamelin narra le divertenti avventure di Flute e Hamel in viaggio verso il regno di Hamelin per evitare una catastrofe, in un curioso mondo fantasy dove individui e città hanno nomi di strumenti musicali e i fantasiosi combattimenti avvengono attraverso gli elementali, evocati dall'uso di flauti, violini, pianoforti etc. Una simpatica avventura colma di omaggi al mondo della musica classica (i vari "attacchi" musicali consistono in rappresentazioni di Beethoven, Mozart, Tchaikovsky etc.) e adagiata su atmosfere solari e scanzonate, colma di spassosi siparietti comici. Arriva il 1996, e Studio DEEN decide di portare in animazione il mondo di Michiaki Watanabe, ancora in corso di serializzazione su rivista, chiamando alla sceneggiatura addirittura Yasuhiro Imagawa, già nella Storia con Giant Robot. Il lavoro dell'artista, addirittura tra i più ispirati della carriera, finisce quindi massacrato dal più inconsistente budget che si sia mai visto nell'intera Storia dell'animazione.

Nessuna esagerazione: più che un'opera animata, Il Violinista di Hamelin bisognerebbe con più onestà definirlo una sorta di visual novel sperimentale, retta da una mancanza pressoché assoluta di animazioni. Uno "spettacolo" di un livello così becero da far impallidire anche brutture del livello di Saint Seiya The Hades Chapter - Inferno e Mao Dante. Si parla di episodi lunghi 24 minuti di cui venti di sole immagini statiche, con dialoghi di sottofondo o inquadrature pietrificate su volti che muovono le labbra, giusto legate di raccordo con un quattro/cinque scene "movimentate" e pure male. Uno squallore indicibile che si ripercuote anche sui fondali, indecenti e poverissimi, portando l'opera a guadagnarsi il premio di serie animata più inguardabile di sempre, fatta per davvero con zero yen per chissà quali ragioni. Un peccato mortale, che limita la visione di questa gemma ai soli fan dello sceneggiatore.


Imagawa fa sua la storia originale e, con il consueto genio, la trasforma in una personale rivistazione dark: pur mantenendo i rapporti interpersonali dei protagonisti, sopprime senza pietà qualsiasi concessione alla buffoneria, incupisce l'intero cast rendendolo serio e drammatico come non mai, e lo cala in atmosfere tenebrose e depressive. Come nelle sue migliori prove, anche qui scrive una sceneggiatura articolatissima con molteplici ribaltamenti di posizioni, sviluppi imprevedibili, segreti dolorosi, trilioni di colpi di scena, flashback e flashback e nei flashback, milioni di personaggi e quant'altro rende famose le sue opere, senza rinunciare a intermezzi horror, cattiveria e sadismo, scene splatter, personalità macabre e indimenticabili (il drammatico co-protagonista Raiel e la bella angiolessa Sizer dal passato tragico), addirittura un finale ben poco consolatorio. Imagawa è questo, e sul Violinista di Hamelin confeziona uno dei suoi lavori più freschi e ispirati. L'altra faccia della medaglia sono le non-animazioni: se per taluni il voto più corretto sarebbe un n.v., a suggellare un "tecnicamente inguardabile ma la storia è così potente da farsi apprezzare comunque", chi scrive non la pensa così. A suo giudizio, la mancanza di budget ha ripercussioni devastanti sulle primizie narrative.

Il ritmo registico è lento oltre ogni limite di sopportazione, questo perché per reggere i fatidici 24 minuti di puntata il regista Nishimura si abbandona a ogni artifizio possibile e immaginabile pur di tirare avanti e far passare il tempo. Via, quindi, a inquadrature immobili, personaggi che si abbandonano ad esclamazioni e commenti su tutto ciò che vedono, immagini ripetute e ogni genere di furbizia permetta di diluire il ritmo. Si finisce così con lo sbadigliare più volte, anche tenendo conto dell'assoluta perfezione dello script, al punto da essere certi che, con un minimo di soldi in più, anche solo per animare le battaglie o rendere più spigliate le sequenze dei dialoghi, si parlerebbe di un gran capolavoro. Purtroppo non è così: per tornare all'apertura, Il Violinista di Hamelin è il miglior Imagawa nella peggiore opera in assoluto a lui associata, sembra un controsenso ma è così.

Bisogna dire che personalmente non mi sento comunque di sconsigliare la visione dell'opera: per il piacevole chara design dai menti appuntiti, le straordinarie musiche (pezzi provenienti dai grandi compositori classici, che come intuibile rendono particolarmente evocative le scene più drammatiche) e la sua magnifica storia, alla sfortunata creatura di Imagawa va imperativamente data un'occhiata. Rimane un'assoluta vergogna che sia stata realizzata in questo modo (e per questo quasi certamente nessuna casa distributrice, né italiana né estera, si sobbarcherà mai l'impresa di acquistarne i diritti per un'eventuale distribuzione internazionale), ma non guardandola ci si perderebbe un'affascinante avventura, grande lavoro a opera di uno dei migliori registi/sceneggiatori anime contemporanei.


Nota: la serie non ha nulla a che vedere con l'omonimo film uscito qualche mese prima, sempre realizzato da Studio DEEN ma con un budget superiore e atmosfere maggiormente fedeli a quelle del manga.

Voto: 6 su 10

9 commenti:

Violinista ha detto...

Caro Jacopo se non sai le cose perché scrivi?! Sono una fan del manga e veramente questa recensione per quanto sia ben scritta non è fatta molto bene... Tiri in mezzo il fumetto, che NON CONOSCI... O non dimostri di conoscere.

Poi per dire che l'anime ha fondali indecenti... Diciamo che non ti manca il coraggio...

Non mi metto a commentare pezzo per pezzo... Non è il caso. Ma gli esemi più clamorosi del tuo scrivere senza sapere sono il fatto che tu abbia chiamato VASO di Pandora quella che è la SCATOLA di Pandora... e aver detto che Hamel e Flute sono diretti a Sforzando... In realtà passano per Sforzando come tappa perché son diretti ad Hameln, che è il nome della Capitale in cui risiedono i Demoni/Mazoku (non i Diavoli)

Violinist of Hameln è uno dei manga migliori... e uno degli anime peggiori...
Anime e manga in questo caso sono due cose MOLTO differenti, come storia e come genere.

Il plot è diverso sin dalla prima puntata, non è vero che inizialmente viene seguito quello dell'anime...

Jacopo Mistè ha detto...

Sì, il fumetto non l'ho letto, ma non per questo penso che dovrò finire all'inferno. Mi sono limitato all'anime (subbato tralaltro in inglese, per questo ho dovuto prendere lui come riferimento per i nomi - evidentemente sbagliati - di Vaso di Pandora e Diavoli), quello che so sul manga lo devo a commenti sparsi in giro e al fatto che ho sempre letto ovunque del fumetto come un'opera molto divertente e sgangherata, evidentemente sono commenti di chi si è fermato solo a quello che è arrivato in Italia.

Sulla critica ai fondali non capisco, visto che, chara a parte, tutti i paesaggi e le ambientazioni nell'anime sono di un'approssimazione scandalosa ben degna delle sue inesistenti animazioni.

Detto questo, ti ringrazio comunque per le correzioni che dopo integrerò nella rece.

Violinista ha detto...

Ci mancherebbe che tu debba finire per questo all'inferno, assolutamente... ti ringrazio a mia volta per aver corretto.

Riguardo i fondali, ammetto di non essere andato oltre il primo epsidoio, ma io trovo disegni, sfondo e tutto nel complesso decisamente ben fatto, anche i fermo-immagine di certo non sono piacevoli essendo fermi, ma non sono comunque 'maltrattati'.

Simone Corà ha detto...

Però, scusa, se tu ora dici che hai visto solo il primo episodio dell'anime, è un po' strana la tua critica iniziale alla recensione...

A ogni modo, disegni e fondali potranno essere belli, ed è vero, molto particolari e suggestivi, ma sono agghiaccianti da vedere data la non-animazione dell'opera.

Jacopo Mistè ha detto...

Se con fondali intendiamo la stessa cosa, ossia immagini ambientali su cui sono disegnati sopra i personaggi, allora oh, io ricordo erano schifezze in linea con l'aspetto tecnico desolante dell'opera, basati sui soliti paesaggi anonimi e spogli di particolari...

Violinista ha detto...

Guarda, mi sto guardando la serie in questi giorni, sono a 7 episodi e io li trovo molto adatti alla storia e ben fatti, in uno stile particolare, come tutto il resto.
Non ci sono -COSì- tante immagini ferme, e le animazioni sono veramente, ma veramente ben fatte.
Forse ti paiono schifezze perché non ti piacciono, ma tecnicamente sono ben fatti, è una produzione molto buona.

@Simone Corà infatti ho poi deciso di continuare la serie (lo sto facendo in questi giorni), ma l'opinione per ora non è ancora cambiata, mi pento solo di aver detto che si tratta di uno degli anime peggiori. Delude molto l'aspettativa di chi conosce il fumetto... L'opera non è veramente non-animata, non sono così tanti i pezzi fermi però capisco che siano... "pesanti" visto che si trovano in mezzo a pezzi animati. Io però non li sto trovando così fastidiosi.

Simone Corà ha detto...

Allora mi sa che stiamo parlando di serie diverse :-p

Non so come riesci a parlare di buon prodotto e animazioni davvero ben fatte, quanto meno quelle poche presenti, dato che la non-qualità animata rovina in maniera direi catastrofica una sceneggiatura fantastica, fresca, molto originale.

Violinista ha detto...

Anche se la serie è danneggiata dalle immagini ferme, le animazioni presenti (quelle che ci sono) sono ben fatte. Che cosa c'è di strano? Non mi sembra di contraddirmi o altro, sto dicendo che ci sono delle belle animazioni quando presenti.
Il prodotto è buono nel senso che è stato salvato nel miglior modo possibile, seppur ritagliato nelle animazioni ha una soundtrack bella e uno stile particolare e interessante

Jacopo Mistè ha detto...

Oh, le opinioni sono sacre e vanno rispettate, ma non so quanto soggettivamente si possa parlare di animazioni in quell'anime. Perlomeno, io non riesco a definire tali i 2/3 frame in movimento delle varie inquadrature.

La storia è fantastica e la OST ottima, non ci piove, ma non riesco davvero a capacitarmi di come tu riesca a definire "buone" le non-animazioni dell'opera. Che sono pochissime, e di qualità imbarazzante.

Peace ;)

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