giovedì 13 ottobre 2011

Recensione: Kemeko Deluxe!

KEMEKO DELUXE!
Titolo originale: Kemeko-DX
Regia: Tsutomu Mizushima
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Masakazu Iwasaki)
Sceneggiatura: Yoshimi Narita
Character Design: Isao Sugimoto
Musiche: Ryuji Takagi
Studio: Hal Film Maker
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2008


Segretamente innamorato di una ragazza scomparsa da dieci anni, Sanpeita è uno studente come tanti, fino a quando un’astronave non precipita sul tetto di camera sua. Al suo interno Kemeko, un mecha di piccole dimensioni dalle fattezze femminili, vuole sposarlo e giura di difenderlo dalle mire della Mishima Corporation, interessata a un misterioso potere custodito nel corpo del ragazzo. Dopo una prima, furibonda battaglia con un robot nemico, Kemeko si spegne e lascia uscire la sua pilota: la stessa ragazza di cui Sanpeita è innamorato e che aveva visto svanire tanti anni prima…

Tsutomu Mizushima è un regista discontinuo e che sembra vivere del successo di critica e pubblico ottenuto con l’irresistibile Bludgeoning Angel Dokuro-chan (2005), breve opera di un umorismo e di una violenza impossibile, la cui genuina qualità non è più stata replicata nonostante il gran numero di titoli diretti, generalmente stanchi, mediocri e poco appetitosi. Grossomodo suddivisibile in due parti distinte, la carriera di Mizushima si spartisce infatti tra un amore verso la comicità più demenziale ma ahimè non molto vincente (Magical Witch Punie-chan, 2006, The Squid Girl - The Invader Comes From the Bottom of the the Sea!, 2010) e un approccio più serioso e drammatico, altrettanto poco riuscito, visto nelle opere in collaborazione con le CLAMP (la lunga serie di xxxHOLiC, iniziata nel 2006, il recente Blood-C del 2011). Kemeko Deluxe!, uscito nel 2008, appartiene al primo gruppo, ma è fortunatamente un anime gustoso e decisamente piacevole, nel quale si riassapora felicemente il talento comico che Mizushima sembrava aver sfruttato soprattutto per Dokuro-chan.

Tratto dai primi due numeri del manga di Masakazu Iwasaki, Kemeko Deluxe! mostra un’atmosfera demenziale assai più contenuta rispetto agli altri titoli del regista, concentrandosi infatti su un taglio umoristico divertito e divertente. Troviamo quindi una maggior definizione dei personaggi, del contesto e della storia di cui sono protagonisti (aspetti che, per esempio, in Dokuro-chan e Punie-chan andavano tranquillamente a farsi benedire), e la verve comica si fa più naturale e meno urlata, adagiandosi perfettamente alla caratterizzazioni e alle situazioni create. Se Sanpeita è in fondo il classico studente innamorato e imbranato, sempre al centro di inevitabili malintesi e sul quale grava la responsabilità ironica della serie, è tutt’altro che ordinario il contributo farsesco di Kemeko, un assurdo mecha da combattimento dalle fattezze di una nana brutta e scontrosa (!!!), decisa a sposare l’ingenuo Sanpeita e a difenderlo dai mille avversari che dovrà affrontare. Ai suoi comandi la bellissima M.M., che Sanpeita ha sempre segretamente amato e che ora, sfinito dalle pressioni amorose dell’odiosa Kemeko e dal silenzio della ragazza che la pilota, non sa più cosa fare.


La trama si dipana quindi in una serie di divertenti siparietti con chiare allusioni sessuali mediamente riusciti, ora con ambientazione scolastica ora con un sottofondo di combattimenti con le nemiche di Kemeko, mentre sullo sfondo, con un buon numero di flashback ben incastrati, si fa più profonda e complessa la storia tra Sanpeita, M.M. e la gelosia crescente di Izumi, amica d’infanzia del ragazzo e per il quale lei ha una cotta. Ne nasce un inaspettato flavour romantico e drammatico che smussa la strampalata, strarompente follia del mecha, assoluto protagonista dell’anime, ed è assist clamoroso per alcune delle scene più spassose (su tutte, il film visto al cinema, che parodizza Titanic).

Il rischio di una scelta comica più moderata, ma non per questo meno effervescente, consisteva in una calibrazione attenta e delicata della componente più sfrenata, e difatti è questo quello che possiamo definire il più grosso difetto di Kemeko Deluxe: la sospensione all’incredulità viene meno in più di un’occasione e, se tutto sommato si chiude volentieri un occhio in cambio della spumeggiante ironia, dall’altra infastidiscono certe libertà che avrebbero dovuto essere più controllate, su tutte la presenza di un’astronave conficcata nel tetto della casa di Sanpeita, cosa della quale nessuno sembra accorgersi. E se risulta meravigliosa l’impossibilità fisica con cui M.M. sale a bordo della minuscola Kemeko, sfizio narrativo geniale, si fa un po’ più fatica ad accettare, nello stesso modo con cui lo fanno i protagonisti, una presenza aliena tanto improvvisa e insistente, soprattutto pensando ai continui scontri a cui è obbligato il mecha per difendere il suo amato. Cosa da non tralasciare, infine, è una certa inconsistenza finale: non che l’anime manchi di una conclusione a suo modo appropriata ma, data la sua natura di trasposizione incompleta, sembra quasi di assistere a un fade out mentre, in realtà, la storia sta ancora proseguendo, e dispiace quindi vedere una sorta di corsa verso una fine che arriva troppo presto per i tredici episodi di durata della serie.


Per il resto, la confezione è deliziosa: disegni simpatici e buone animazioni, e a una certa eccessività in quanto a fan service (ragazzine con tette enormi che rimbalzano ovunque), non sempre gradita perché gratuita e sicuramente inutile nonostante l’erotismo sottile dell’opera, fa da contraltare la spumeggiante deformità di Kemeko, bruttissima nelle sue non-fattezze, insopportabile nelle sue smorfie e meravigliosamente ripugnante nelle sue continue pose ecchi.

Voto: 7 su 10

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