BERSERK: L'EPOCA D'ORO CAPITOLO I - L'UOVO DEL RE DOMINATORE
Titolo originale: Berserk Ogon Jidai-hen I - Hao no Tamago
Regia: Toshiyuki Kubooka
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Kentaro Miura)
Sceneggiatura: Ichirou Ohkouchi
Character Design: Naoyuki Onda
Musiche: Shiro Sagisu
Studio: Studio 4°C
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 77 min. circa)
Anno di uscita: 2012
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Yamato Video
Non serve di certo presentare Berserk (1989), missione già precedentemente adempiuta con la recensione della pessima serie TV del 1997, così come immagino non sia necessaria una grande introduzione per questo nuovo, chiacchieratissimo e monumentale progetto targato Studio 4°C, i cui vertici si sono messi in testa di trasporre l’intera opera in animazione in un tempo stimato attorno ai dieci anni (!). È necessario prendersela comoda, per forza: tutti conoscono le lentezze, ormai spossanti, con cui Miura sta scrivendo e disegnando la sua infinita creatura da ben ventidue anni, un manga ancorato a uno sviluppo stagnante, sempre più schiavo di tavole straordinarie ma prive di alcun avanzamento narrativo, che per il momento sembrano condurre soltanto a un epilogo assai fumoso e soprattutto distantissimo, forse irraggiungibile. Ma ancora non si bene cosa ci riservi lo studio, se una prosecuzione filmica della storia o una serie televisiva di chissà quanti episodi, per non parlare della trama stessa, che tutti sperano possa degnarsi di una conclusione che eviti l'operazione imbarazzante della precedente incarnazione animata.
Per ora, primo capitolo della titanica operazione è una trilogia di film cinematografici che copre, come da titolo, l'Arco dell'Età dell'Oro, ovvero l'amatissimo e inarrivabile flashback con cui Miura racconta, tra i numeri 3 e 13 del fumetto, del legame tra Gatsu e Grifis: mercenario schivo e dal cuore ribollente il primo, stratega freddo e carismatico il secondo, entrambi mossi da profonda e reciproca stima. In un contesto dark fantasy particolarmente truce e brutale, dove il rigore militare di cavalieri e battaglie feudale si scontra con creature e non-morti vomitati dall'inferno, la vicenda, lunga e complessa, inizia dalla tremenda infanzia di Gatsu, ne segue il difficile rapporto con il genitore Gambino e i primi passi in combattimento, facendolo crescere di tavola in tavola e di crudeltà in crudeltà, ma L'Uovo del Re Dominatore evita questo brutale prologo (rilegato a un semplice sogno febbricitante, bene o male incomprensibile per chi non ha mai letto il manga) per iniziare direttamente dall'assalto al castello dove l'eroe dall'enorme spadone, ormai adolescente, e il capo della Squadra dei Falchi fanno la loro conoscenza.
Il film segue grossomodo fedelmente la trama originale, mostrando l'ingresso di Gatsu nei Falchi, il suo rapporto d'amore e odio con la bella Caska, la sua abilità in battaglia nella conquista di Tudor e la sua totale riverenza verso Grifis, e concludendosi efficacemente quando i nobili delle Midlands malgradiscono l’attenzione che il re pone verso il Falco bianco. Essendo un prodotto destinato ai fan, Ichirou Ohkouchi non si sofferma troppo su personaggi ed eventi (Kolcas e Judo appaiono brevemente; la stessa Caska è poco più di una visione fugace, giusto il tempo di mostrarla nuda; i nobili delle Midlands vengono sfoltiti di parecchie unità) incentrando tutto su Gatsu e Grifis, sul loro filosofeggiare, sul loro intuito battagliero, sulla fiducia del primo nei desideri che il seconda brama grazie al Bejelit, il disgustoso ciondolo che porta al collo.
Ne esce una sceneggiatura veloce ma comunque ben strutturata, di certo non superficiale nel tratteggiare le varie figure secondarie ma che sicuramente poteva soffermarsi di più sugli aspetti contestuali della trama (d'altronde il film dura appena 70 minuti, invero pochini per la portata della storia), donando una maggiore tridimensionalità all'opera. Opera quindi che privilegia le sequenze d’azione, epicamente musicate da un intenso score wagneriano e gustosamente servite alla regia agile, dinamica e virtuosistica di Toshiyuki Kobooka, che ben gestisce un reparto grafico tutto sommato valido, un miscuglio di animazione tradizionale, CG e motion capture che permette un discreto realismo nei movimenti dei personaggi, soprattutto durante i concitati momenti action - grazie anche all'apporto di supervisione dell'esperto di scherma medievale Jay Noyes -, ma che soffre di strane scelte (Zodd che parla senza muovere la bocca) e alcuni cali (scattosità, compenetrazione degli elementi) dovuti probabilmente alla rapida gestazione del film. La sintesi esagerata della storia e un certa certa sensazione di "plasticità" nelle scene di battaglia, dovuta a un esagerato tasso di CG, sono le cause maggiori di quello che si rivela un clamoroso insuccesso commerciale, che colpisce anche i lungometraggi successivi denotando infine il fallimento del progetto.
Non è che ci sia molto altro da dire, L'Uovo del Re Dominatore appare per ciò che è, un prodotto discreto, for fans only, utile a rivivere l'epica tragicità di alcune tra le più belle pagine di sempre del fumetto, un revival celebrativo che magari convinca Miura a darsi una mossa a terminare la sua opera ormai agonizzante. Io me lo sono goduto, immagino che chi abbia amato il manga, nonostante la recente sonnolenza, possa fare altrettanto, ma se avete altro da fare di certo non perdete niente di epocale.
Voto: 6,5 su 10
SEQUEL
Berserk: L'Epoca d'oro Capitolo II - La conquista di Doldrey (2012; film)
Berserk: L'Epoca d'oro Capitolo III - L'avvento (2013, film)
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