lunedì 25 febbraio 2013

Recensione: Tiger & Bunny

TIGER & BUNNY
Titolo originale: Tiger & Bunny
Regia: Keiichi Sato
Soggetto & sceneggiatura: Masafumi Nishida
Character Design: Masakazu Katsura (originale), Kenji Hayama, Masaki Yamada
Mechanical Design: Kenji Ando
Musiche: Yoshihiro Ike
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 25 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2011


A parlare di supereroi, almeno da parte di chi scrive, c’è da molto tempo una gran sofferenza. La saturazione del mercato credo infatti abbia portato, dopo la sorpresa iniziale di uno Spiderman (2002) e di un Il Cavaliere Oscuro (2008), a una sequela interminabile di film-fotocopia che nulla offrono dal punto di vista dell’intrattenimento e ancora meno da quello narrativo, spesso risicato, in un’indecente mancanza di attenzione ai tempi che corrono, sull’esile trama imbastita dai comics originali, con il solito incidente, il solito villain, la solita vendetta da compiere, il solit tran-tran necessario per un blockbuster di successo. A buttarla sul ridere ci sarebbe almeno il tentativo di parodizzare, di prendere la forza proprio da quei cliché e sfruttarla per ricavarne botte di umorismo, ma a dirla tutta gran poco divertimento ho tratto dai vari Kick-Ass (2010) e simili, opere troppo, troppo deboli su qualsiasi piano si cerchi di analizzarle. Ero curioso però di vedere come potesse comportarsi il Giappone nel confrontarsi con tematiche prettamente yankee e distantissime dal suo modo di intendere il supereroismo.

Tiger & Bunny infatti non nasce per puro caso, Keiichi Sato ha lavorato in passato nel progetto sicuramente più americano mai uscito dall’animazione nipponica, quel The Big O (1999) creato da una collaborazione tra Sunrise e Cartoon Network, e ha diretto Karas (2005), serie OVA che prende parecchio dallo schema superoistico d’oltreoceano, è intuibile quindi la passione che il regista prova per certa materia poco giapponese, che nel suo essere non molto innovativo porta comunque la sua bella dose d’attenzione nel 2011, quando iniziano le trasmissioni del suo esordio registico per la TV. Si tratta in buona parte di una commedia, la forza di Tiger & Bunny sta proprio nell’esuberanza comica del protagonista, personaggio molto riuscito nel suo essere ridicolmente superbo e totalmente incapace, un supereroe sfigatissimo non nella concezione tipica yankee (adolescente, sguardo basso, ignorato dalle ragazze, nerd… yawn), bensì con una caratterizzazione adulta e matura (oltre i trenta, vedovo, padre scellerato da una ragazzina) sicuramente insolita anche per l’animazione nipponica. Attorno a lui, il cast dei supereroi, qui chiamati NEXT, non migliora in quanto a serietà, sono infatti tutti dei mezzi scemi, chi più chi meno (il negro gay e palestrato, il timido e silenzioso, il bisonte ignorante), e centrano il bersaglio di essere simpatici al primo sguardo, per poi mantenere inalterato, fino a fine serie, il loro semplice carisma.


Il bello di Tiger & Bunny si trova quindi nell’interazione tra i NEXT, l’amicizia e i legami che si creano tra di loro permettono di seguire sempre con piacere la storia, di fatto è il continuo, irresistibile scontro-incontro tra di loro a portare avanti una trama molto, molto semplice, fatta di episodi autoconclusivi dove il supercriminale di turno compie qualche supercrimine e viene successivamente arrestato tra disgrazie, casini, incomprensioni ed esplosioni rocambolesche. Ma, chiaro, non si tratta di semplice ironia, la sceneggiatura di Masafumi Nishida, qui al suo esordio assoluto, mostra anche inaspettati lati sui quali consolidare una certa profondità psicologica, ed è il caso dell’amore impossibile provato da Karina, o dalle tentazioni di Nathan, o dal passato tragico di Huang e Ivan. Su tutto, risalta però il bellissimo rapporto che dà il titolo all’anime, l’amicizia/rivalità/stima/odio tra Kotetsu e Barnaby, in arte Tiger e Bunny, un duo inarrestabile nell’alternare all’eccesso ironico del primo l’arrogante serietà del secondo, uno ying e uno yang creati perfettamente e che, altrettanto perfettamente, sono assoluto motore portante dell’anime. Il buon parco personaggi presenta infatti una discreta personalizzazione, ma viene lasciato spesso nelle retrovie (tolta una puntata dedicata a ognuno di loro, che spiega storia, origine dei poteri e problemi da loro derivanti, la maggior parte dei NEXT compare solo come contorno più o meno umoristico), perché, in fondo, la trama, nel momento in cui prende piano l’intreccio portante, gira attorno al duo protagonista con la morte dei genitori di Barnaby, l’intervento del giudice Petrov/Lunatic, il villain Jake Martinez e il suo gioco mortale per il possesso della città. Tutto molto lineare e prevedibile, ma sempre ben raccontato e con quell’ironia spumeggiante che permette di soprassedere sulle varie banalità che tengono insieme il copione. Ciò non toglie che vi sia un gran lavoro nella creazione prima di tutto di uno scenario estremamente interessante: al di là della città che si rifà alle varie Gotham City e Metropolis troviamo infatti un’idea davvero azzeccata nel rinnovare il concetto del supereroe, qui legato indissolubilmente agli sponsor pubblicitari che campeggiano sulle divise indossate, e al suo ruolo, ovvero quello di concorrente all’interno di una sorta di campionato/reality show dove chi acciuffa più banditi prende più punti.

Se la storia ben si presta alla scelta grafica di un largo uso di CG, che permette agili movimenti durante i vari inseguimenti e combattimenti, si rimane un poco sconfortati, pensando più che altro che stiamo parlando di Sunrise, dalla scarsa cura riservata agli altri aspetti tecnici: il bellissimo chara con cui Masakazu Katsura modella volti armoniosi e complesse armature si perde in una progressiva semplificazione dei disegni, mentre poca o nulla attenzione viene riservata alle animazioni, che vanno dal mediocre allo scarso man mano che la serie si avvicina alla sua conclusione. Poco male, in fondo, la regia efficace e dinamica di Keiichi Sato dà valore al poco che può essere graficamente apprezzato, con scontri sempre interessanti e godibili, e i momenti action calibrati al dettaglio.


Serie disimpegnata e di ottimo intrattenimento, non offre molto ma c’è onestà, impegno e passione. Se amate i supereroi yankee è visione obbligatoria, se li odiate come il sottoscritto sarà imprevista, benvoluta sorpresa.

Voto: 7,5 su 10

ALTERNATE RETELLING
Tiger & Bunny The Movie: The Beginning (2012; film)
Tiger & Bunny The Movie 2: The Rising (2013; film)

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