lunedì 15 giugno 2015

Recensione: Gall Force - Eternal Story

GALL FORCE: ETERNAL STORY
Titolo originale: Gall Force - Eternal Story
Regia: Katsuhito Akiyama
Soggetto: Hideki Kakinuma
Sceneggiatura: Sukehiro Tomita
Character Design: Kenichi Sonoda
Mechanical Design:  Hideki Kakinuma
Musiche: Ichizo Seo
Studio: Artmic, AIC
Formato: OVA (durata 86 min. circa)
Anno di uscita: 1986
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

 

Prima di abbattere ogni limite con la sci-fi pop di Bubblegum Crisis (1987), il regista Katsuhito Akiyama e il chara designer Kenichi Sonoda hanno modo di consolidare tecnica e idee con Gall Force - Eternal Story, spargendo i primi semi di un’altrettanto lunga saga di successo1 (amata specialmente, per ovvie ragioni, dal pubblico maschile2) che dilagherà negli anni con svariati sequel. Siamo nel 1986, alla sceneggiatura c’è un mestierante come Sukehiro Tomita, e infatti non è su questo aspetto che bisogna setacciare le qualità di un’opera importante anche se in parte passata in secondo piano o comunque sminuita dall’ingombrante presenza di ciò che creerà il duo l’anno seguente: pur con un’idea stuzzicante alla base, germoglio spezzato di un protagonismo femminile contro l’oppressione di un nemico ciecamente maschile, Gall Force fa parte di quel semplice intrattenimento visivo e sonoro che esplode in quegli anni di grandi innovazioni stilistiche. L’ottima premessa, facilmente intuibile, è quindi quella di un gruppo di ragazze splendidamente disegnate da Sonoda (sfruttato da Artmic proprio per la sua bravura, nata nel campo delle doujinshi, di disegnare benissimo personaggi e attrezzatute tecnologiche3) miracolosamente animate dallo studio Artmic che, pilotando un’ammiraglia spaziale o ingombranti mecha, emergono per una rosa di caratteri vivaci e colorati, nello stesso modo in cui si distingueranno le eroine di Bubblegum Crisis: certo, viene a mancare una maggior profondità che possa sfumare con più cura i dettagli, non si va mai oltre le classiche triangolazioni a base di ingenuità, simpatia ed espressività d’acciaio tipiche di certo femminismo nipponico, e a parte qualche occasione le ragazze sembrano agire più come un organismo unitario che come un gruppo composto da persone diverse, ma ciò non disturba come in fondo non disturbano le sveltine ecchi che Akiyama sgraverà dell’evitabile malizia proprio con le trasformazioni di equilibrato erotismo nella sua opera seguente.

Tolta questa parte effervescente che strizza l’occhio al pubblico sporcaccione senza eccedere troppo o comunque fermandosi in tempo prima il fanservice si tramuti in pessima pornografia soft, Gall Force è sostenuto da un bell’impianto fantascientifico di battaglie interstellari tra gigantesche fregate, sciami di caccia e mazzate robotiche, non disdegna l’horror richiamando Alien (1979) nell’intromissione dell’organismo alieno nella nave fuggitiva e si destreggia bene con una narrazione più complessa di quello che ci si aspetta, ponendosi come allegoria sci-fi del processo di fecondazione4. La lunga parte iniziale, con la sua parata di tattiche militari, svela gradualmente la storia di un universo lontanissimo dove un popolo femminile, le Solnoidi, combatte da tempo immemore una spregevole razza maschile, i Paranoidi, e il ritmo è sempre sostenuto da ordini rapidissimi, svolte drammatiche ed eroismi assortiti che rendono la battaglia molto varia, ricca di sequenze e momenti molto diversi tra loro che quindi non si limitano a una semplice sequela di botti e laser colorati che fuoriescono dalle navi. Era lecito pensarlo, in fondo non manca l’ironia o comunque quella caratterizzazione buffa con cui le ragazze a tratti appaiono impacciate ai comandi, ma in realtà si tratta di semplici parentesi più leggere con cui diluire una tensione sinceramente impensabile, in grado di mantenere costante una serietà e una professionalità nonostante le varie furberie adottate per non alzare troppo gli standard e tenersi stretto un certo pubblico più voyeur. Gli errori commessi dall’equipaggio, le scelte difficili da compiere, i sacrifici e l’impegno per proseguire nonostante la decimazione rende pertanto la fuga delle poche sopravvissute, perennemente inseguite dai gigeriani Paranoidi, un bel tour de force di sfortune e prodezze dove, in una gradevole e tutto sommato intensa drammaticità, è purtroppo proprio il segno ironico a non graffiare o, meglio, ad apparire un po’ posticcio e stupidino nel suo scherzare qua e là con tempi non sempre giusti.


Forse è poca cosa, non si deve dimenticare né il carattere disimpegnato dell’opera, che splende nei suoi disegni meravigliosi, né l’evolversi delle carriere di Akiyama e Sonoda, che con Bubblegum Crisis daranno vita a una sorta di Gall Force potenziato, bombastico e più attento alla figura femminile.

Voto: 7 su 10

SEQUEL
Gall Force 2:  Destruction (1987; OVA)
Gall Force 3: Stardust War (1988; OVA)
Rhea Gall Force (1989; OVA)
Gall Force: Earth Chapter (1989-1990; serie OVA)
Gall Force: New Era (1991-1992; serie OVA)

ALTRO
Ten Little Gall Force (1988; corto)


FONTI
1 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag.179
2 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag.117
3 Kappa Magazine n.7, Star Comics, 1993, pag.115-116
4 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag.117

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