lunedì 13 giugno 2011

Recensione: Ken il guerriero - La Trilogia

KEN IL GUERRIERO: LA TRILOGIA
Titolo originale: Shin Hokuto no Ken
Regia: Takashi Watanabe
Soggetto: (basato sul romanzo originale di Buronson & Tetsuo Hara)
Sceneggiatura: Hiroshi Toda, Nobuhiko Horie, Buronson (non accreditato)
Character Design: Haruo Sotozaki
Mechanical Design: Tomohiro Kawahara
Musiche: Yasuharu Takanashi
Studio: A.C.G.T
Formato: serie OVA di 3 episodi (durata ep. 57 min. circa)
Anni di trasmissione: 2003 - 2004
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video

 
Continua l'odissea solitaria di Kenshiro nel mondo apocalittico post-nucleare per difendere, con le tecniche assassine della millenaria scuola di arti marziali Hokuto Shinken, i deboli che cercano di sopravvivere e ricostruire la società civile. Il suo cammino lo porta questa volta nel tirannico regno religioso di Last Land, amministrato con pugno di ferro dal perfido Sanga, che autolegittima la sua autorità presso il popolo riconducendo la prosperità del luogo e le sue enormi riserve d'acqua ai miracoli di un Dio, reincarnato in un bambino chiamato Doha che vive con lui nel castello. In questa avventura si intersecheranno diverse altre strade oltre a quelle di Kenshiro e Sanga: quelle del Villaggio della Libertà, in cui risiede la bella Sarah, conoscitrice degli tsubo di guarigione che utilizza per aiutare gli ammalati, e di Seiji, maestro di arti marziali di una nuova scuola assassina, che trama nell'ombra...

Inutile sottolineare ancora una volta l'importanza che Ken il guerriero ha avuto, e continua ad avere, in Giappone e nel mondo, nei lunghi anni della sua esistenza costellati da serie TV, OVA e film. Prima del nuovo corso inaugurato abbastanza trionfalmente dalla pentalogia cinematografica del 2006, Shin Kyuuseishu Densetsu - Hokuto no Ken (i cui film sono arrivati anche nei nostri cinema), non in molti ricordano un tentativo di revival precedente del 2003, la miniserie Shin Hokuto no Ken (Il nuovo Pugno dell'Orsa Maggiore), realizzata a quindici anni dalla storica seconda serie televisiva e accolta, a seconda dei casi (mancano le fonti ufficiali, ma...) o nell'indifferenza generale o come un fallimento. La risposta del pubblico è stata impietosa e a mio parere ingiusta: non siamo neanche lontanamente di fronte a un gran titolo, ma sicuramente a un'avventura di Kenshiro godibilissima e coinvolgente, nonostante non apporti nulla di rilevante alla continuity.

Shin Hokuto no Ken (o meglio Ken il guerriero - La Trilogia, nell'orribile adattamento Shin Vision) nasce principalmente dalla testa di Nobuhiko Horie (anche sceneggiatore principale), lo storico editor che aiutava e supervisionava Buronson e Tetsuo Hara nella stesura del manga originale. Negli anni, lui e Hara (almeno, questo è quanto raccontano1) vengono praticamente emarginati e trattati come "relitti" dalla storica casa editrice Shueisha, fino al punto in cui decidono di rimettersi in gioco e fondare nel 2000 una nuova casa editrice, la Coamix, insieme agli altri due mangaka Tsukasa "City Hunter" Hojo e Ryuuji Tsugihara (meno conosciuto in occidente) e al seiyuu Akira Kamiya (già voce di Kenshiro negli anime televisivi), comprandosi da Shueisha i diritti di tutte le pubblicazioni passate firmate col loro nome. Coamix crea la sua nuova rivista di manga Weekley Comic Bunch e già nel 2001 inizia la serializzazione di Ken il guerriero - Le origini del mito, prequel del fumetto storico, disegnato da Hara e scritto da Horie (come ghost writer, ma "ufficialmente" è indicato Buronson anche se questi non prende minimamente parte alla storia2), che vende benissimo (si concluderà nel 2010 al 22esimo volume, vendendo in totale qualcosa come 10 milioni di copie3). Nel mezzo della sua serializzazione, rinfrancato dalle vendite, Horie inizia a pensare che il franchise di Ken il guerriero possa ancora evolversi e trovare nuova linfa anche nel mercato dell'animazione, ed è così che richiama Buronson a collaborare con lo Shin Hokuto no Ken Production Committee, consorzio dato dalle società produttive SEGA, OB Planning, Kitty Films, Coamix ed eFrontier4. Il risultato non convincerà molti ma sarà un primo passo per la "resurrezione" di Ken il guerriero nel nuovo secolo, anticipando la nascita nella società cinematografica North Star Pictures che Horie fonderà nel 2004 e da cui vedrà la luce il ben più famoso Kyuuseishu Densetsu - Hokuto no Ken.


Buronson, Horie e lo sceneggiatore Hiroshi Toda (uno di quelli della classica serie TV) riadattano in animazione La città stregata, light novel ufficiale della saga pubblicata nel 1996 e scritta da Buronson con le spettacolari illustrazioni di Hara (il romanzo è arrivato anche in Italia per Kappa Edizioni nel 1999, banalmente rititolato Ken il guerriero - Romanzo), un'avventura inedita ambientata in un periodo imprecisato dopo i fatti del manga classico. Nulla di nuovo all'orizzonte, e neanche chissà che contributo importante alla continuity: Kenshiro si limita ad affrontare un nuovo tiranno e a smascherare il lavaggio del cervello con cui tiene soggiogato il suo popolo di fanatici. Abbattutolo, dovrà successivamente rivolgere il suo kenpo verso un nuovo maestro di arti marziali misteriosamente legato al despota, un guerriero che pratica una nuova variante dell'Hokuto Shinken e che, come molti prima di lui, si rivelerà, nella redenzione finale, tutto sommato un bravo ragazzo che fa del male per sfogare la rabbia di una brutta infanzia (e anche il cattivo precedente, alla fin fine, forse era spietato perché doveva esserlo...). 100% Hokuto no Ken allora, forse anche troppo: 3 episodi ricolmi delle solite cose non sono il massimo, anche se bisogna dire che non manca qualche spunto interessante e adulto mai visto prima (una scena di stupro particolarmente realistica e la curiosa evoluzione della spia Tobi del Villaggio della Libertà, quello che sembra un comprimario del tutto insignificante e che invece rivela un ruolo particolarmente inaspettato), pur ridimensionato da alcune leggerezze (Kenshiro intrappolato dentro una prigione? Stiamo scherzando?), ingenuità (la classica "redenzione" di uno dei cattivi data da un flashback che mostra come le sue azioni crudeli fossero fatte per un bene superiore, ma è difficile prenderlo sul serio visto il suo sguardo compiaciuto nel commettere il male) e qualche inutile lungaggine. La miniserie comunque riesce, giocando sugli elementi puramente scenici e collaterali, a divertire ed esaurire con moderata soddisfazione il suo compito.

Doveroso puntare il dito su una TREMENDA integrazione tra 2D e 3D, data da una Computer Grafica a tratti imbarazzante e utilizzata malissimo e in modo spropositato, non solo per raffigurare l'aura spirituale dei lottatori, non solo per raffigurare alcune mediocri scene d'azione (agghiacciante lo slalom di Kenshiro in jeep sotto una pioggia di massi rotolanti!) e veicoli, ma soprattutto per quelle parti in cui si poteva tranquillamente farne a meno (elementi atmosferici, paesaggi, addirittura parti dei vestiti! Ma perché?). È imbarazzante leggere come sia Buronson che il produttore dell'animazione, Usami Ren, si vantino del risultato dicendo che sono specialisti in queste miscele5 (sic!) poiché da questo punto la miniserie è mediocre sotto ogni punto di vista, a tratti davvero kitsch. Altalenanti sono anche le animazioni, più di una volta particolarmente statiche. Tuttavia, soprassedendo, non si può non trovare ottimamente realizzato, particolareggiato e specialmente moderno e al passo coi tempi il character design generale di Haruo Sotozaki; molto spettacolari e davvero ben animate le scene di combattimento e addirittura stratosferica la colonna sonora heavy di Yasuharu Takanashi, perfetta per donare scariche di energia di pathos. Impressionante è poi la patina pulp del titolo: Shin Hokuto no Ken si ricorda ancora oggi come la più truce fra le incarnazioni animate di Ken il guerriero. Tutto è mostrato con impressionante dovizia di particolari: cervella e interiora volanti condite da eccitanti zampilli di calda emoglobina e addirittura involontarie contrazioni post-mortem dei cadaveri appena esplosi sono momenti raccapriccianti che addirittura hanno schifato lo stesso Buronson6 (!) che, fosse dipeso da lui, non le avrebbe raffigurate in questo modo.

Insomma, pur con tutti i suoi limiti narrativi e tecnici e non brillando in chissà che aspetto, nel complesso, la miniserie se la cava bene, è un innocuo, coinvolgente e spettacolare filler, rappresentando, ad oggi, una delle ultime aggiunte di un certo interesse alla continuity del mondo animato di Ken il guerriero (evito di citare la pentalogia Kyuuseishu Densetsu - Hokuto no Ken poiché si tratta essenzialmente di remake e ovviamente escludo Ken il guerriero - Le origini del mito dal momento che è una trasposizione purtroppo incompleta del recente manga di Horie e Hara).


In Italia, la miniserie è arrivata per conto di Shin Vision (ora i diritti sono passati a Yamato Video) con un doppiaggio e un adattamento addirittura stratosferici, praticamente da livello cinematografico: un risultato di eccellenza che ben conferma uno dei pochi, grandi punti di forza giustamente da sempre rivendicati dalla defunta casa distributrice.

Voto: 7 su 10

PREQUEL
Ken il guerriero: Le origini del mito (2006-2007; TV)
Ken il guerriero (1984-1987; TV)
Ken: La leggenda di Raoul il dominatore del cielo (2008; TV)
Ken il guerriero: La leggenda di Hokuto (2006; film)
Ken il guerriero: La leggenda di Julia (2007; OVA)
Ken il guerriero: La leggenda di Toki (2008; OVA)
Ken il guerriero: La leggenda di Raoul (2007; film)
Ken il guerriero: La leggenda del vero salvatore (2008; film)
Ken il guerriero 2 (1987-1988; TV)


FONTI
1 Intervista a Tetsuo Hara e Nobuhiko Horie in onore dei 30 anni di "Ken il guerriero" realizzata al Japan Expo 2013 di Paragi, pubblicata in italiano alla pagina web http://www.komixjam.it/intervista-integrale-a-tetsuo-hara-e-nobuhiko-horie/
2 Come sopra
3 Sito web (giapponese), "Mangazenkan", http://www.mangazenkan.com/ranking/books-circulation.html
4 Sito web, "199xHokutonoken", "Retrospettiva: Ken il guerriero - La Trilogia", alla pagina web https://199xhokutonoken.wordpress.com/2014/08/01/maratona-ken-il-guerriero-la-trilogia/.  Che Buronson figuri tra gli sceneggiatori/supervisionatori degli OVA (benché assente nei credits ufficiali) viene invece detto in un'intervista effettuata a lui e a Usami Ren (produttore dell'animazione) all'Anime Expo 2004, pubblicata sempre nello stesso sito alla pagina https://199xhokutonoken.files.wordpress.com/2011/08/intervista-a-bronson-2004.pdf
5 Intervista a Buronson e Usami Ren del punto sopra
6 Come sopra

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