lunedì 27 giugno 2011

Recensione: Ken - La leggenda di Raoul il dominatore del cielo

KEN: LA LEGGENDA DI RAOUL IL DOMINATORE DEL CIELO
Titolo originale: Raoh Gaiden - Ten no Haou
Regia: Masashi Abe
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Yuko Osada)
Sceneggiatura: Hiroshi Ohnogi
Character Design: Hirotaka Marufuji
Musiche: Kazuhiro Ishikawa
Studio: SATELIGHT
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2008
Disponibilità: edizione italiana in dvd & blu-ray a cura di Yamato Video


La storia di Raoul, uno dei tre fratelli di Hokuto che, all'indomani della fine della guerra nucleare, vive nel mondo di violenza che ha sempre sognato: con l'aiuto della divina arte di lotta e dei suoi fedeli vassalli Reina e Soga, il ragazzo si dà da fare nel creare un esercito che gli permetterà, finalmente, di stringere tra le mani il Creato.


Non si può non riconoscere, alla recente pentalogia cinematografica di Ken il guerriero, un successo travolgente capace di creare le premesse per una rinascita della saga. A testimoniarlo, come se non bastassero le grandi manifestazioni di fan che hanno accompagnato l'uscita dei vari film (con l'apice raggiunto nel "funerale pubblico" - con tanto di lacrime vere! - del personaggio immaginario di Raoul) e i grandi incassi, è sopratutto la fioritura del gran numero di spin-off cartacei dedicati alle personalità più amate della saga (addirittura sette ad ora, di Raoul, Toki, Jagger, Ryuken, Rei, Juza e Julia),. Ricordiamolo, le cinque produzioni animate che rileggono la prima serie tv  hanno avuto il merito di aggiustare gap e incongruenze che la saga si portava dietro da sempre (chi è la probabile madre del figlio di Raoul? Come ha fatto Julia a diventare sesto condottiero di Nanto?), con nuovi personaggi e svolte narrative che hanno di fatto cambiato alcuni tratti dell'intreccio originale. Si è creata così una nuova timeline, che pur raccontando degli stessi identici eventi ha apportato talmente tante, piccole differenze e rifiniture da costituire una rilettura del mito. Ecco il perché della fioritura di tutti questi manga interessati a raccontare retroscena della "seconda giovinezza" degli eroi, ed è da uno di questi, Raoh Gaiden - Ten no Hao, che nel 2008 per mano di SATELIGHT prende il via la prima serie televisiva del "nuovo corso" di Ken il guerriero, illustrante la giovinezza e ascesa al potere del futuro Re di Hokuto.

Fedele all'opera di Yuko Osada (conosciuto in Italia per le due serie di Toto), La leggenda di Raoul ne eredita tutti i pregi, insieme al suo unico, vero difetto: i disegni. È vero che ogni autore ha il suo stile, che bisogna apprezzare come sensibilità diverse diano il loro personale contributo grafico a un franchise importante, ma il tratto di Osada, come lo è nel manga, è fuori posto anche nell'adattamento animato. Disegni essenziali e semplicistici degni dello shonen meno curato i suoi, terribilmente inadatti e raccogliere l'eredità dello stile cupo, realistico e dettagliato di Hara. Risultato è un aspetto visivo che stride notevolmente con le atmosfere drammatiche che vorrebbe evocare la storia. Fortunatamente quest'ultima, se per i profani è ingiudicabile (indirizzata unicamente a chi sa tutto di Kenshiro - quest'ultimo ad esempio è sempre citato ma mai mostrato), per i fan è discretamente coinvolgente.


Con un divertimento maniacale nello strizzare l'occhio agli appassionati con ogni genere di omaggio, cameo e citazione, La leggenda di Raoul racconta la vita del futuro Re di Hokuto inserita in una trama corale che vede apparire e interagire numerosi eroi e nemici storici della saga, tutti nella loro giovinezza, sopratutto quelli che nel fumetto e nella serie animata d'origine hanno breve spazio. Assurgono così a ruoli di primo piano personalità come il viscido Yuda e i due fratelli di Julia, senza dimenticare Reina e Soga, spalle di Raoul inventate nella pentalogia, e new entries importanti come il maestro di Nanto Ryuro e Sakuya, bella stratega che si unisce alle forze di Raoul per misteriosi fini.

Se i temi trattati sono, inevitabilmente, sempre gli stessi, talmente abusati da risultare quasi stucchevoli (l'amore non ricambiato, il senso dell'onore e del rispetto per l'avversario, considerazioni etiche sulla dittatura quale medicina necessaria per l'ordine etc), è la progressione della storia che diventa il motivo d'interesse, con le avventure di Raoul e del suo esercito che si incastonano perfettamente negli avvenimenti della storia principale (terminando, idealmente, poco prima de La leggenda di Hokuto). Si trova così modo di fare chiarezza, come nei cinque recenti film, su molti aspetti mai trattati nelle incarnazioni animate, ad esempio come fa Raoul, da solo, a crearsi il suo esercito, come ha trovato e domato Re Nero, ciò che lo ha portato a perdere ogni umanità, ad accettare Ryuga nel suo esercito, e molti altri ghiotti retroscena che faranno la felicità dei maniaci di completezza e che donano nuova aura di mito a quello che in molti definirebbero il vero protagonista di Ken il guerriero. Certo, è uno sguardo ai retroscena di giusto un piccolo segmento della storia nella sua interezza, ma che sguardo! Contribuiscono all'esaltazione anche sigle potenti e memorabili come da tradizione, numerosi combattimenti e sangue cremisi che scorre e zampilli, copioso, dall'inizio alla fine, in intermezzi sanguinosi addirittura più splatter delle serie degli anni 80, seppur penalizzati dall'infantile aspetto visivo e dall'osceno color rosa dell'emoglobina.


Animazioni poco più che sufficienti (dallo studio di Shoji Kawamori inevitabile aspettarsi qualcosa di più) e musiche appena orecchiabili (niente più Yuki Kajiura) chiudono infine il giudizio tecnico sulla serie, che pur presentandosi giusto come approfondimento per soli appassionati rappresenta per loro una visione vorace e obbligata. Insieme al capitolo grafico, l'unica lieve stonatura si rintraccia in certi intermezzi psicologici molto contradditori con le personalità dei personaggi, indispensabili però per non rovinare la coerenza del mosaico (vedere l'esito dello scontro Raoul vs Yuda). Doppiaggio italiano discreto, con voci azzeccate nei personaggi principali ma ridicole negli altri.

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