venerdì 24 giugno 2011

Recensione: Ken il guerriero - La leggenda del vero salvatore

KEN IL GUERRIERO: LA LEGGENDA DEL VERO SALVATORE
Titolo originale: Shin Kyuseishu Densetsu Hokuto no Ken - Kenshiro-den ZERO
Regia: Toshiki Hirano
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Buronson & Tetsuo Hara)
Sceneggiatura: Nobuhiko Horie
Character Design: Masaki Sato
Musiche: Yuki Kajiura
Studio: Tokyo Movie Shinsha
Formato: film cinematografico (durata 89 min. circa)
Anno di uscita: 2008
Disponibilità: edizione italiana in dvd & blu-ray a cura di Yamato Video

 
Il simbolico matrimonio tra Kenshiro e Julia, immediatamente successivo alla sconfitta di Raoul, è l'incipit al racconto dell'eroe sulla sua giovinezza. Quando all'epoca, dopo la sconfitta subita da parte di Shin, dolorante e ancora sconvolto dall'era di violenza che da lì sta nascendo, finisce schiavo nella città di Gesso City, tiranneggiata dal malvagio Siska. Il periodo che lo porta, dopo aver fatto sue le sofferenze dei più deboli, a trovare la forza e la rabbia necessarie per aiutare il prossimo.

È indubbio che La leggenda del vero salvatore, quinto e conclusivo capitolo del revival Shin Kyuseishu Densetsu Hokuto no Ken, fin dal 2006, anno del suo annuncio, si carica di aspettative così alte che è palese saranno deleterie, a meno di un improbabile capolavoro. Affidato il progetto di retelling della prima, storica serie tv di Ken il guerriero ai quattro episodi precedenti della pentalogia, quello finale è salutato fin da subito come il più misterioso e intrigante, un racconto dell'infanzia dell'eroe mai visto prima né in manga né anime, una storia inedita scritta per l'occasione, il prequel che spiega che porta il pacifico Kenshiro, dopo la sconfitta subita da Shin, a trovare la vocazione di diventare il messia del ventesimo secolo scegliendo di combattere dalla parte dei deboli. Hype esagerato che si riflette negativamente, come sempre, sul prodotto finale. Che, quando esce, delude tutti con una storiella inutile e priva di carisma.

Nonostante il titolo altisonante, nel suo film celebrativo l'eroe Kenshiro è irriconoscibile. Nel flashback che occupa l'intero lungometraggio passa quasi tutto il tempo a subire passivamente le violenze fisiche e psicologiche dei carcerieri che lo hanno catturato. Sta a ragionare, dietro le sbarre, se vale la pena ribellarsi o no, e infine combatte per circa un minuto e mezzo contro un villain rastomane da operetta, il capo dei predoni Jugai che vuole distruggere la città e prendere il posto dell'altro cattivone che la governa, Siska "Jabba the Hutt". Truce, telefonato e drammatico finale d'ordinanza, per caricare sulle spalle dell'eroe una tragedia che spiega poi la sua risolutezza nel combattere il male. Questa la trama da quattro soldi scritta da Nobuhiko Horie che, non rinunciando neanche una volta ai soliti stereotipi (il perfido schiavista Guruma, bastardo per 3/4 di film, che in verità non è così cattivo come sembra; la redenzione del villain; il massacro gratuito e scontato di innocenti) cerca di fare breccia nel cuore dei fan forte solo del soggetto nuovo di zecca. Ma non è sufficiente, dopo trent'anni di avventure di Kenshiro sempre identiche.


Se queste sono indimenticabili lo devono a carisma e profondità del cast, comprimari e antagonisti. Personalità così forti da calibrare l'attenzione su di loro facendo dimenticare i soliti canovacci e combattimenti gratuiti. Raccontare una storia di Ken il guerriero senza personaggi all'altezza significa solo replicare vacuamente gli schematismi d'orpello. E Kenshiro, così ramollito, così palesemente out of character, semplicemente non è lui, è un fantoccio. La cosa è spiegata dal fatto che non è ancora diventato QUEL Kenshiro, e allora il problema sta a monte: come si può celebrare un eroe che non è ancora eroe? Mancano un qualsiasi personaggio interessante o un qualsiasi combattimento spettacolare che sappiano catalizzare l'attenzione, in questo filmetto piatto che ha la consistenza di un riempitivo, scritto con l'impegno di uno studente annoiato che fa i compiti per casa. Storia di Hokuto no Ken priva quasi del tutto di azione, basata invece su lunghi dialoghi, estremamente banali e lapalissiani, che non riescono mai a svegliare il sopitissimo animo da fan di un appassionato degno di tal nome. E se anche lo studio predisposto ad animarlo, Tokyo Movie Shinsha, lo confeziona in modo blando, non è difficile pensare che lui per primo non vedeva l'ora di chiudere un progetto che ha già detto tutto con i film precedenti.

Tecnicamente La leggenda del vero salvatore riesce a essere addirittura più approssimativo del solito. Se la qualità del chara design, almeno quella, è meno discontinua e il lato splatter è in aumento, i fondali peggiorano notevolmente come definizione e varietà, mostrando sfondi del tutto anonimi (e, considerando il formato cinematografico, quasi inguardabili). Le animazioni e la regia rimangono altalenanti, e peggiora inspiegabilmente la colonna sonora di Yuki Kajiura. Se le tracce musicali della nota compositrice sono tra i più grandi punti di forza dell'intero progetto (capaci di commuovere o esaltare anche a fronte di un aspetto tecnico migliorabile), nel quinto capitolo sono drammaticamente anonime, musiche blande e insignificanti che non comunicano nulla. Fa piangere il cuore non ritrovare in questo film la vena ispirata della Kajiura, protagonista di sequenze intense e memorabili ne La leggenda di Hokuto, Toki e Raoul. Quel poco di buono che offre, anche stavolta, è il consueto riarrangiamento dei pezzi migliori dei film precedenti (a cui si accompagna un nuovo, questa volta puerile e semi-inascoltabile, rifacimento metal di Ai wo Torimodose). Troppo poco.


Lode al coraggio di inventare una storia mai vista prima, ma lo sceneggiatore toppa scrivendo una vicenda che come spirito non si avvicina neanche minimamente ai lavori di Buronson, piena com'è di punti morti, lungaggini, noia e personaggi già visti e dal destino già scritto. Magari a qualcuno piacerà lo stesso, ma tra tutte le produzioni animate dedicate a Kenshiro, La leggenda del vero salvatore è in assoluto quella che più sembra fuori posto. Meritevole solo la sequenza dopo i titoli di coda, rilettura, attraverso immagini statiche, del primo mitico episodio della serie animata (o capitolo d'apertura del manga).

Voto: 5 su 10

PREQUEL
Ken: La leggenda di Raoul il dominatore del cielo (2008; tv)
Ken il guerriero: La leggenda di Hokuto (2006; film)
Ken il guerriero: La leggenda di Julia (2007; ova)
Ken il guerriero: La leggenda di Toki (2008; ova)
Ken il guerriero: La leggenda di Raoul (2007; film)

Nessun commento:

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità e pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001 n. 62. Molte delle immagini presenti sono reperite da internet, ma tutti i relativi diritti rimangono dei rispettivi autori. Se l’uso di queste immagini avesse involontariamente violato le norme in materia di diritto d’autore, avvisateci e noi le disintegreremo all’istante.