lunedì 28 novembre 2011

Recensione: Patlabor Minimum Mini Pato

PATLABOR MINIMUM MINI PATO
Titolo originale: Mobile Police Patlabor Minimum Mini Pato
Regia: Kenji Kamiyama
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Masami Yuki)
Sceneggiatura: Mamoru Oshii
Character Design: Tetsuya Nishio
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Production I.G
Formato: serie di 3 cortometraggi (durata ep. 10 min. circa)
Anno di uscita: 2002


Possono dei cortometraggi, trasmessi nei cinema prima dell'inizio di un film, risultarne più interessanti? Sì. La prima domanda che bisogna porsi è: merito loro o demerito della portata principale?

Effettivamente, trovare particolari meriti in WXIII, terzo sfortunato film di Patlabor che ha deluso un po' tutto il mondo, è alquanto difficile. Un thriller/horror soporifero, interpretato da new entry anonime, che a dieci anni dall'ultima incarnazione del franchise lo celebra con una storia che, paradossalmente, non tiene conto del suo punto di forza, ossia il carisma dell'amatissima squadra di eroi della Seconda Sezione Veicoli Speciali. Non penso Mad House si aspettasse fin dal principio un flop, ma dà da pensare che, quasi rendendosi conto delle potenziali critiche negative, al momento dell'arrivo nelle sale affida a Production I.G la realizzazione i tre corti parodistici, i Mini Pato, da venire mostrati poco prima, uno a caso per proiezione. Mini-sketch che contemplano, ovviamente, proprio un ritorno a quel mondo spensierato e quei personaggi ilari, simboli della saga, persi in WXIII. E, come si leggerà un po' ovunque, per la doverosa legge del contrappasso saranno loro a venire maggiormente apprezzati. Realizzati interamente in CG in stile Super Deformed, sotto forma di divertenti bambole di carta ritagliate, i Mini Pato sono scritti da un ritrovato Mamoru Oshii - un banco di prova in attesa del documentario "ironico" Musashi - e diretti da Kenji Kamiyama, che lo stesso anno diviene il "ragazzo d'oro" di Production I.G con la serie tv Stand Alone Complex. Tre intermezzi umoristici in cui cui alcuni membri della Seconda Sezione Veicoli Speciali parlano di Patlabor e del mondo che gli ruota attorno.


Il primo di essi vede il gradito ritorno a protagonista del capitano Goto, che fa una lezione sulle armi da sparo di cui è dotato l'Ingram. Sono dieci minuti di umorismo brillante, dati dalla nota personalità ironica di Goto ("Visto che l'episodio è corto non aspettatevi storie selvagge, trame complesse o azione spettacolare!") e da come è sfruttato l'incazzoso Ota per spiegare i rischi dello sparare senza riflettere. Sempre Ota diventa magicamente, in una fantastica sequenza in claymation, un proiettile umano urlante, per illustrare la traiettoria e la capacità di penetrazione dei pallettoni usati dal revolver dell'Ingram. Un intermezzo esilarante che vale da solo quasi tutto Mini Pato. Se possibile ancora più divertente il secondo episodio, dove il tecnico Shiba prima rimprovera lo spettatore di paragonare l'Ingram ai mobile suit di Gundam e gli AT di Votoms, poi spiega i retroscena sulla storia dell'animazione robotica, mostrando il labor che aspetto avrebbe avuto se fosse stato concepito negli anni 70 (con parodie e omaggi a Mazinger Z e Getter Robot), e infine si lamenta di come il successo della serie si riconduca alle caratterizzazioni per lui irritanti del cast ("L'illetterata del software che ama i robot; il giovane aiutante con tanti meriti ma nessuna abilità; l'amante del grilletto facile; l'esperto del PC senza coraggio; il miserabile gigante troppo grosso per pilotare il labor e la ragazza di ritorno dall'estero solo per dare una presenza femminile al gruppo"). Semplicemente geniale. Il terzo atto, quello finale, è invece abbastanza sottotono e privo di particolari risate. Shinobu ci illustra un retroscena sulla creazione della Seconda Sezione, parlando di come Goto portò l'intero staff tecnico della caserma a pescare in massa i gobidi, pesci caratteristici della zona, per potersi garantire l'autosussistenza durante i periodi di lavoro lontani da casa.

Tre barzellette che effettivamente contano poco nell'economia della saga, ma hanno un grande (e allo stesso tempo triste) merito: di essere le ultime produzioni in assoluto, a oggi, dedicate al vero Patlabor. Le uniche, alla distanza di anni, a restituircelo nella sua forma originaria di slice of life-commedia, di cui si sono perse le tracce nel 1992 col termine della seconda serie OVA.

Voto: 7 su 10

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