venerdì 25 novembre 2011

Recensione: WXIII - Patlabor The Movie 3

WXIII: PATLABOR THE MOVIE 3
Titolo originale: Wasted 13 - Kido Keisatsu Patlabor
Regia: Fumihiko Takayama
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Masami Yuki)
Sceneggiatura: Miki Tori
Character Design: Akemi Takada (originale), Hiroki Takagi
Mechanical Design: Hajime Katoki, Shoji Kawamori, Yutaka Izubuchi
Creature Design: Jun Suemi
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Mad House
Formato: film cinematografico (durata 107 min. circa)
Anno di uscita: 2001

 
Stanno avvenendo inquietanti incidenti nella baia di Tokyo: sempre più spesso labor acquatici e animali marini sono ritrovati completamente distrutti e/o straziati. Iniziano a indagare due detective, Shinichiro Hata e Takeshi Kusumi, che presto apprendono un'orribile verità: nei dintorni della baia, sott'acqua, dimora una gigantesca creatura creata artificialmente, lo Scarto 13...

È giusto apprezzare, in qualsiasi contesto, il tentativo di svecchiare logori franchise con forti iniezioni di originalità, presupposto spesso utilizzato per rilanciarli, ma non sempre spiazzanti innovazioni vanno di pari passo con buoni risultati. Nel 2001 ne dà triste esempio WXIII, terzo film di Patlabor, realizzato dieci anni dopo l'ultimo lungometraggio di Oshii e giudicato più o meno unanimamente come grande occasione sprecata.

Sciolto il gruppo Headgear dopo Patlabor 2, di quello stellare staff torna a lavorare in WXIII solo Yutaka Izubuchi, nel suo consueto ruolo di mecha designer ma anche di supervisore, come se il suo nome bastasse a rassicurare sulla bontà del prodotto. Sarebbe bello sapere cosa pensa di aver ottenuto schiaffando il suo nome in un lungometraggio così scialbo, che cerca di scimmiottare i capolavori precedenti senza riuscirci in nessun campo. Impara, Takayama, che regia lenta non è garanzia di autorialità, ma solo di sbadigli: la prova di Oshii su Patlabor 2 è sì basata su tempi rarefatti, ma anche in un gran gusto estetico in primi piani e campi lunghi. Impara, Mad House, che se hai mire ambiziose devi saper garantire un aspetto tecnico che almeno non sfiguri rispetto a quello di Production I.G, non puoi realizzare animazioni così inferiori, così da media serie televisiva, così indegne per un film cinematografico. Tirata d'orecchie anche per il design di Hiroki Takagi: è dura reggere il paragone con Akemi Takada e la cosa può starci, ma sembra quasi ti sia sforzato a inventarti un chara più impresentabile possibile: realistici caratteri somatici asiatici, ma personaggi più o meno l'uno uguale all'altro, per niente definiti, con una scarsa varietà dei volti. Degna del passato c'è solo la colonna sonora di Kenji Kawai, cupe tracce musicali che rappresentano l'unico tocco di pepe in una storia priva di sussulti.


Il problema di questa narcotica avventura, completa reinterpretazione di una lunga vicenda del manga (volumi 7-8-9-10), è che manca di qualsiasi tipo di coinvolgimento. Un classico beast movie con creatura generata da esperimenti militari e sfuggita di controllo, ma il mostro si vede giusto una ventina di minuti in quasi due ore di girato, nella prima apparizione (l'unico momento riuscito del film, un'avvincente sequenza di fuga dei due eroi dentro una inquietante fabbrica) e nello scontro finale. Nel mezzo solo dialoghi, dialoghi e dialoghi, noiosi e interminabili perché lunghissimi e affidati a due pessimi protagonisti. L'originalità di cui si accennava in apertura deriva dal fatto che i due sono new entries, mai visti in nessun altra incarnazione di Patlabor. Copie sbiadite e anonime del detective Matsui e del suo assistente (e loro dove sono finiti?), privi di approfondimento e interesse, inventati solo perché lo sceneggiatore trovava interessante scrivere un'avventura di Patlabor in cui gli eroi non fossero quelli della Seconda Sezione Veicoli Speciali. Un'idea che ben sfruttata poteva essere interessante, ma rovinata visto che i due sono rimpiazzi senza arte nè parte, addirittura patetici. Il cast storico appare solo nel finale e per una durata totale di circa cinque minuti, quasi a mò di guest star: si vede un paio di volte Goto scambiare qualche battuta con Takeshi e i suoi uomini affrontare il mostro, in una battaglia che allo stato pratico mostra solo gli Ingram combattere e neanche i suoi piloti parlare. Siamo sicuri WXIII sia Patlabor?

Se i due nuovi eroi sono impresentabili, privo di spessore è invece il "villain" dietro alla nascita del mostro che, fedele alla versione cartacea, ha dei motivi commoventi per aver dato vita all'orribile creatura. Cause che idealmente potrebbero essere fonte di occhi umidi, ma il suo personaggio è gestito male, inutilmente freddo per colpa della regia distaccata e manieristica che scimmiotta male Oshii, e il suo ineludibile destino segue una logica piatta, da tragedia greca annunciata. Non mancano neppure falle nella trama: com'è possibile che proprio la ragazza con cui sta uscendo Shinichiro, conosciuta per puro caso, si riveli essere...?


Scontato infine che, in linea con Patlabor 2, anche nel terzo capitolo cinematografico ironia e umorismo sono completamente assenti, nuova versione serissima e cupa (o almeno, prova a esserlo, in verità fa solo dormire) di un universo immaginario che non ha mai fatto di queste atmosfere la sua esistenza. Peccato che dopo dieci anni l'emozione di rivedere i propri beniamini si risolva in un indigesto mattone in cui neanche appaiono, ma sopratutto per la tiepida accoglienza di questo lungometraggio, che porta il revival a chiudersi nell'indifferenza e con poche prospettive di futuri episodi. Ancora di salvezza, in Giappone, la proiezione nei cinema, prima di WXIII, dei cortometraggi Mini Pato, scritti da Oshii e diretti da Kenji Kamiyama, paradossalmente migliori della "portata principale" che dovrebbero presentare.

Voto: 5 su 10

PREQUEL
Patlabor (1989-1990; tv)
Patlabor: New OAV (1990-1992; ova)

SEQUEL
Patlabor 2: The Movie (1993; film)

Nessun commento:

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità e pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001 n. 62. Molte delle immagini presenti sono reperite da internet, ma tutti i relativi diritti rimangono dei rispettivi autori. Se l’uso di queste immagini avesse involontariamente violato le norme in materia di diritto d’autore, avvisateci e noi le disintegreremo all’istante.