lunedì 3 agosto 2015

Recensione: Mobile Suit Gundam SEED Astray - Red & Blue Frame

MOBILE SUIT GUNDAM SEED ASTRAY: RED & BLUE FRAME
Titolo originale: Kidō Senshi Gundam SEED Astray - Red & Blue Frame
Regia: Katsuyoshi Yatabe
Soggetto & sceneggiatura: Tomohiro Chiba
Character Design: Yuuichi Ueda
Mechanical Design: Junichi Akutsu, Kimitoshi Yamane, Kunio Okawara, Takahiro Yamada
Studio: Sunrise
Formato: serie di 2 corti (durata ep. 6 min. circa)
Anno di trasmissione: 2004


Ci sarebbe tanto, tantissimo da scrivere su Mobile Suit Gundam SEED Astray, saga "parallela" del ben più famoso Mobile Suit Gundam SEED (2002). Quasi in contemporanea con la trasmissione della bella serie televisiva, Sunrise, Bandai e l'editore Kadokawa Shoten stringono una collaborazione che porta alla nascita, appunto, dei numerosissimi manga e fotoromanzi (pubblicati principalmente su Gundam Ace e Shounen Ace) usciti sotto questo nome. Le varie opere di Gundam SEED Astray, concatenate e legate fra loro da un approccio multimediale (non è raro che un fumetto termini con un finale in sospeso e la sua storia venga poi ripresa, anziché nelle tavole disegnate, nei libri), addirittura in continuity con altre opere ancora ambientate genericamente nella Cosmic Era (soprattutto le varie photonovel di Mobile Suit Gundam SEED MSV di Shigeru Morita), raccontano un'ampia, epica e avvincente storia, collocata ai margini di quella "principale" narrata nelle due serie televisive.

La saga nasce ufficialmente con l'omonimo manga scritto da Tomohiro Chiba e disegnato dal bravissimo Koichi Tokita, 3 volumi che presentano i protagonisti della vicenda e creano le premesse per tutto ciò che ne conseguirà. L'energico scavezzacollo Lowe Gear e l'equipaggio della Gilda delle Cianfrusaglie (rigattieri dello spazio che vendono al mercato ingranaggi, viti, bulloni, arti e armi dei relitti di Mobile Suit trovati nei desolati campi di battaglia) entrano in quello che rimane della colonia spaziale di Heliopolis (distrutta nel terzo episodio di Gundam SEED) e qui scoprono che lo stato "neutrale" di Orb non solo costruiva i cinque Gundam per l'Alleanza Terrestre, ma anche altri e per sé stesso, due immancabili super-prototipi (l'MBF-P02 Gundam Astray Red Frame e l'MBF-P03 Gundam Astray Blue Frame; ce ne sarebbe un terzo, l'MBF-P01 Gundam Astray Gold Frame, ma di esso trovano solo un arto) destinati a essere poi prodotti in massa per farne un esercito dalle finalità misteriose. Dopo una rocambolesca avventura, Lowe e compagni stringono quindi amicizia con il gruppo mercenario Serpent Tail, guidato dal freddo stratega Gai Murakumo, e si spartiscono con loro i due Gundam: il Red Frame diventa l'unità di Lowe, il Blue di Gai. Da questo incipit prende avvio la lunghissima epopea (ripartita in, per adesso, 6 manga e 4 libri), che vedrà da un lato la Gilda di Lowe vivere mille avventure, prima spensierate e poi sempre più drammatiche, in giro per lo spazio (nei luoghi dove avvengono gli avvenimenti di Gundam SEED e non solo), e dall'altro i mercenari di Gai svolgere missioni sempre più rischiose per il committente di turno, che sia ZAFT o l'Alleanza Terrestre. Le loro strade si incroceranno più volte, fino a unirsi contro un nemico comune: le sorelle Rondo Sahaku, a capo di una famiglia aristocratica di Orb e alla guida del Gold Frame, che hanno minacciosi piani per il futuro della loro madrepatria.

Ci sarebbe, come detto in apertura, tantissimo da dire su questa splendida saga, degna di figurare, come Mobile Suit Crossbone Gundam (1994), tra le più belle incarnazioni cartacee del brand. I suoi meriti vanno indubbiamente all'abilità di scrittura di Tomohiro Chiba, che con una narrazione avvincente svela importantissimi retroscena della Cosmic Era, approfondendone il setting storico e politico (soprattutto del primo Coordinator della Storia, George Glenn, che rivive grazie all'ingegneria genetica diventando un importante co-protagonista), tappa i buchi e le zone oscure degli intrecci televisivi (com'è che Kira Yamato, privo di coscienza dopo quel famoso combattimento, si risveglia a PLANT nella villa di Lacus Clyne? Come è tornata in scena la Tigre del Deserto?), usa come guest-star nella sua storia personaggi televisivi secondari dando loro più personalità (Miguel Aiman, le tre pilotesse degli Astray di Orb, Erica Simmons, Martin DaCosta) e soprattutto impronta il tutto di una poetica della "spettacolarizzazione selvaggia" che rende Gundam SEED Astray un memorabile, distruttivo e tamarrissimo inno al Super Robot più eccessivo e divertente, creando (con la collaborazione dei mecha designer ufficiali degli anime) un mastodontico numero di Mobile Suit e Gundam sempre più colossali ed esagerati, pilotati da individui di un carisma travolgente, che si danno battaglia con armi, poteri e capacità belliche devastanti (che dire del Red Frame di Lowe equipaggiato con una katana lunga quasi 1 km, o che spara onde energetiche come Street Fighter II? O del pazzesco, massiccissimo ZGMF-X11A Regenerate Gundam dello psicopatico Ash Gray, alto quasi 36 metri?), per la felicità di chi si attende un giocattolone esplosivo di azione. Coi suoi splendidi e dettagliatissimi disegni (sembrano quasi fotogrammi dell'anime da quanto riproducono bene lo stile di Hisashi Hirai), affidati alle spettacolari capacità di Koichi Tokita, ma soprattutto con la sua caratteristica - riuscita e con applausi - di tracciare vicende che si intersecano più volte con quelle animate, dando davvero l'idea di un universo immaginario coerente, dove storie di uguale importanza e drammaticità avvengono sia in TV che su carta, la saga di Gundam SEED Astray ha tutte le carte in regola per sfondare, e così è stato in Giappone.


Tutti i presupposti per adattare un simile capolavoro su schermo non mancavano, eppure niente, tutto è rimasto confinato su carta. In animazione è arrivato poco, e tutto nel 2004: un breve episodio di Gundam Evolve (il sesto), il martellante video di apertura giapponese (animato da Sunrise) delle missioni MSV del videogioco Mobile Suit Gundam SEED - Never Ending Tomorrow, fortissimo del fantastico brano Zips (T.M. Revolution), e i due corti commerciali che compongono gli episodi Mobile Suit Gundam SEED Astray - Red & Blue Frame, proiettati, come gli Evolve, nei soli negozi di Gunpla1 per pubblicizzare le linee di modelli legate al mondo Astray. Un dimenticabile antipasto, per una saga che, ahinoi, è rimasta confinata quasi interamente in madrepatria, negata a noi poveri gaijin (che possiamo giusto godere dei primi 4 manga, tre pubblicati in inglese da Tokyopop e il quarto tradotto amatorialmente, ma purtroppo privo di finale poiché per questo servirebbe uno dei tanti romanzi).

Red Frame esce nel febbraio 2004 e si focalizza sulle avventure di Lowe Gear e della Gilda della Cianfrusaglie. Ambientato probabilmente dopo gli avvenimenti del primo manga e del suo primo seguito (Mobile Suit Gundam SEED X Astray), vede l'equipaggio della HOME tornare sulla Terra per partecipare a un'asta fra rigattieri. Lowe acquista, galvanizzato, la testa di un TMF/TR-2 BuCUE Tactical Reconnaissance Type di ZAFT, che quindi inserisce nella mano destra del suo Red Frame per poter possedere una Beam Saber rotante. Negli archivi di ciò che resta del mezzo decifra però informazioni segrete inerenti al GAT-X133 Sword Calamity, potente Gundam dell'Alleanza Terrestre, e decide di salvarle e tenersele per sé. A quel punto (non si sa se per questa cosa o per altro che non conosciamo) è quindi attaccato da diversi Mobile Suit di ZAFT, tra cui il YFX-200 CGUE DEEP Arms pilotato dalla bella Shiho Hahnenfuss (uno dei tanti eroi del cosiddetto "Universo Espanso" di Gundam SEED), ma con le sue prodezze in battaglia Lowe sconfiggerà i nemici. Non c'è in verità molto da dire, su questo corto di appena 6 minuti scarsi: come il successivo Blue Frame, è uno spot d'azione focalizzato sulla bellezza estetica del Red Frame e sulle sue capacità combattive. Ha il "merito" di mostrare per la prima volta, molto ben disegnati e animati, alcuni dei protagonisti principali di Gundam SEED Astray (nonostante la Kisato Yamabuki del corto sia esteticamente diversa da quella del manga, più adulta e seducente) e di suggerire il mood allegro e colorato delle loro avventure tipiche (simpatico Lowe), ma la "storia" rimane essenziale e nonostante questo difficilmente comprensibile se non si è letto il manga, anche perché la narrazione dà pienamente per scontato che l'intero cast sia già ben conosciuto e non sente il bisogno di presentare nessuno (come potrebbe, in così poco spazio?). Una versione estremamente ridotta del bel brano Zips (T.M Revolution), usata come sottofondo per il combattimento, non contribuisce a migliorare le cose.

A luglio 2004 esce quindi Blue Frame, affrontato con lo stesso spirito: durante una generica battaglia stellare tra ZAFT e l'Alleanza, contraddistinta dagli intensi eroismi dei piloti avversari Edward Harrelson e Mikhail Coast (altri individui ben noti ai lettori dei vari fumetti), il gruppo Serpent Tail approfitta del caos per adempiere alla missione di catturare il GINN High Maneuver Type pilotato da Coast, da rivendere poi all'Alleanza. Gai, a guida del Blue Frame Second L (versione potenziata del Gundam Blue Frame, che ottiene nel romanzo Mobile Suit Gundam SEED Astray B grazie a Lowe), ingaggia quindi uno scontro col Coordinator, lo attira in una colonia spaziale distrutta nelle vicinanze e infine, con un'azione combinata coi membri del suo gruppo, riesce nel suo intento. L'orgoglio e il senso cavalleresco di Gai, nel finale, lo porteranno ad affrontare anche il GAT-X133 Sword Calamity pilotato da Harrelson, che sfida a duello un degno avversario. Scontro che alla fine non ci sarà dato vedere, visto che la puntata si conclude con il cliffhanger dei due che stanno per colpirsi: l'esito del combattimento troverà sbocco in chissà quale delle tante opere collaterali. Come Red Frame, anche Blue Frame si contraddistingue per ottimi disegni e animazioni e per il merito di rappresentare la prima apparizione animata ufficiale degli eroi di questa saga. Ma ancora una volta, tutto il background e le personalità degli attori sono dati per scontati, ci si ritrova buttati in mezzo all'azione senza capire quasi nulla, e alla fine ci si rende ben conto che è inutile cercare qualcosa di più in una pubblicità di modellini che rappresenta, come l'altra del resto, un granello infinitesimale nell'ampio contesto di Gundam SEED Astray, incomprensibile ai più (o a chi si è fermato alle sole serie televisive di Gundam SEED).


Vista l'irreperibilità nel mondo occidentale di quasi tutta la saga Astray, penso di dover sconsigliare, in definitiva, la visione di questi corti a chi non sa il giapponese e vorrebbe tanto leggere questi titoli: si risparmierà un probabile travaso di bile fantasticando su tutti quegli avvenimenti che non conosce. I due corti saranno successivamente raccolti e presentati come extra nel DVD/BD della miniserie ONA Mobile Suit Gundam SEED C.E.73: Stargazer (2006).

Voto: 6 su 10

PREQUEL
Mobile Suit Gundam SEED (2002-2003; TV)

SEQUEL
Gundam Evolve../ 06 YMF-X000A Dreadnought Gundam (2004; OVA)
Mobile Suit Gundam SEED Destiny (2004-2005; TV)
Mobile Suit Gundam SEED Destiny: Final Plus (2005; Special TV)
Mobile Suit Gundam SEED Destiny: Special Edition (2006-2007; serie OVA)
Mobile Suit Gundam SEED C.E.73: Stargazer (2006; serie ONA)


FONTI
1 Sito web, Mecha Anime Headquarters, http://www.mahq.net/animation/gundam/seed-astray/gsamain.htm

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