MOBILE SUIT GUNDAM UNICORN
Titolo originale: Kidō Senshi Gundam UC
Regia: Kazuhiro Furuhashi
Regia: Kazuhiro Furuhashi
Soggetto: Harutoshi Fukui (basato sui suoi romanzi originali)
Sceneggiatura: Harutoshi Fukui, Yasuyuki Muto
Character Design: Yoshikazu Yasuhiko (originale), Kumiko Takahashi
Mechanical Design: Hajime Katoki, Junya Ishigaki, Yoshinori Sayama, Nobuhiko Genma
Mechanical Design: Hajime Katoki, Junya Ishigaki, Yoshinori Sayama, Nobuhiko Genma
Musiche: Hiroyuki Sawano
Studio: Sunrise
Formato: serie OVA di 7 episodi (durata ep. 56 min. circa)
Anni di uscita: 2010 - 2014
Formato: serie OVA di 7 episodi (durata ep. 56 min. circa)
Anni di uscita: 2010 - 2014
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Dynit
Nell'anno 0096 dell'Era Spaziale, tempo dopo la fine della Seconda Guerra di Neo Zeon, ancora non c'è stabilità politica: il sogno di indipendenza zeoniano è ora incarnato dalle Maniche, un piccolo gruppo terroristico che vanta tra le sue fila non solo Newtype artificiali, ma anche, sembra, uno Char Aznable miracolosamente sopravvissuto e che ora si fa chiamare Full Frontal. Lo studente spazionoide Banagher Links della colonia Industrial 7 fronteggerà sia le Maniche che la stessa Federazione il giorno in cui si ritroverà depositario dell'RX-0 Unicorn Gundam custodito dalla fondazione Vist: questa miracolosa, potentissima unità robotica è la chiave per rivelare il contenuto dello Scrigno di Laplace, misteriosissimo e nascosto tesoro che reca informazioni importantissime in grado di rovesciare l'attuale sistema politico. Banagher troverà un inaspettato alleato in una zeoniana che cerca la pace fra le due parti, che usa come pseudonimo il nome di Audrey Burne...
Inarrestabile campione d'incassi, con DVD/BD venduti letteralmente come noccioline polverizzando ogni record possibile (oltre 1.003.000 di copie totali vendute sul solo suolo giapponese1, e parliamo di cifre parziali basate sulla mancanza di dati grossi e che ogni volume, al netto del tipo di supporto o edizione ha venduto qualcosa come 90.000 dischi, quando nel mercato giapponese ne bastano 3.000 per soddisfare i produttori2) e aumento del fatturato annuo di Gunpla del 18% in quel periodo (almeno a sentire3 il presidente di Bandai Namco, Kazunori Ueno), la serie OVA Mobile Suit Gundam Unicorn (2010), nei suoi cinque lunghi anni di pubblicazione, è stata ed è ancora oggi un ininterrotto campione di primati, tanto da aver notevolmente influenzato le successive strategie di marketing di Bandai. L'opera non solo ha riportato in auge e a una popolarità estrema la classicissima Era Spaziale delle origini, abbastanza trascurata in animazione nell'ultimo decennio da Sunrise per fare spazio al ragguardevole numero di Universi Alternativi; non solo ha rappresentato per studio e sponsor il salvacondotto commerciale attraverso cui respirare negli oscuri, fallimentari anni di trasmissione di Mobile Suit Gundam AGE (2011); ma ha soprattutto reso loro ben chiara l'importanza rivestita dai fumetti e dai romanzi gundamici creati da esterni anche senza il loro coinvolgimento: se sono campioni di vendite in libreria o fumetteria, perché non dovrebbero esserlo anche nell'home video? Gundam Unicorn è la trasposizione dell'omonima saga letteraria dello scrittore/sceneggiatore cinematografico Harutoshi Fukui, serializzata fra il 2006 e il 2009 sulla rivista Gundam Ace e anch'essa immenso campione d'incassi4, grazie sia alle illustrazioni del secondo papà di Gundam, Yoshikazu Yasuhiko, sia all'ambientazione della storia, collocata in alcuni anni poco conosciuti e coltivati dell'immaginaria linea temporale (a fungere da ideale conclusione davvero definitiva tra la Federazione Terrestre e Zeon, dopo Il contrattacco di Char e prima di Mobile Suit Gundam F91 ), e sia, più probabilmente, per lo spettacolare trailer animato promozionale creato dalla stessa Sunrise per l'occasione (visionabile nel settimo DVD/BD italiano Dynit), che sembrava intendere i romanzi come una storia canonica priva al momento di un corrispettivo animato - supportata, del resto, pure dall'uscita di Gunpla ufficiali. Vero mostro acchiappasoldi, apprezzato anche dalla critica (immediatamente premiato nella categoria OVA nel Tokyo International Anime Fair del 20115) e che porterà Bandai negli anni successivi a trasporre altre due hit cartacee in animazione (Mobile Suit Gundam - The Origin e Mobile Suit Gundam Thunderbolt, entrambe nel 2015), Gundam Unicorn rimane tuttavia un titolo comunque assai controverso, a tratti avvincente e a tratti odioso, anch'esso, come molti Gundam prima e dopo di lui, davvero distante dagli intenti del vero e unico creatore della saga, Yoshiyuki Tomino.
Riprendendo, infatti, la formula del celebre, antipatico Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory (1991), Gundam Unicorn è il classico titolo che basa la sua attrattiva più sull'apparenza che sulla sostanza, distante anni luce dalla concezione tominiana di rendere il robot un mezzo e non il fine. La serie, rivolta agli adulti cresciuti con Gundam6 e non al classico target adolescenziale, è un inno sfrenato, mai così eccessivo da essere quasi fastidioso, al fanservice tecnologico a uso e consumo di maniaci di Gunpla e mecha design: un ruffiano giocattolone milionario, tecnicamente/visivamente da perfezione assoluta, che compiace il suo pubblico vivendo di riflessi del passato, imbastendo una storia anche interessante, ma che, per larghi tratti della sua durata, per come è scritta, è semplice pretesto per enfatizzare robottoni fighissimi, battaglie più spettacolari che mai e un oceano di citazioni dell'Era Spaziale rivolte ai fan, che dovrebbero (teoricamente) entusiasmarsi nel ritrovare, pur in vesti futili e messe lì giusto per stupire, vecchie glorie date per "disperse". A condire il tutto, l'uso nella trama di robottoni derivanti da romanzi o prodotti mai visti in animazione, ulteriori richiami visivi ad attori e luoghi del passato, sequenze animate storiche rivisitate in modo più sbrilluccicoso e hollywoodiano, un chara design che copia discretamente bene i disegni del buon Yas... Un appeal, insomma, più da film cinematografico che da "normale" OVA (e infatti ogni singolo episodio verrà prima mandato in alcuni limitati cinema giapponesi prima di uscire nei negozi). Vero che Gundam è sempre stato sinonimo di "storia impostata per vendere modellini", ma Unicorn esagera davvero in questo senso: sarà sicuramente e a ragione criticato per l'alto tasso di servilismo e stupefacenza visiva che oltrepassa la bontà narrativa, ed è un peccato visto che la sua trama avrebbe anche qualcosina da dire. Purtroppo, l'enorme substrato di citazioni, i lunghissimi combattimenti filmati con i più impressionanti mezzi digitali, le più sbalorditive animazioni, la fisicità più impressionante di queste ultime e il mecha design dagli inumani dettagli in luce ed elementi meccanici, il tutto composto per la maggior parte da disegni a mano come ai tempi d'oro (è per la qualità tecnica così assurdamente elevata che della serie uscirà più o meno un episodio all'anno, rispetto al programma iniziale di uno ogni mese7), fanno la loro parte nel rendere tutto snervatamente, eccessivamente commerciale. Contribuisce alla stizza anche il pomposo e compiaciuto registro linguistico, aulico e filosofico, che si esprime in tonnellate di chiacchiere e forbitissime discussioni sul significato di guerra, economia e politica, da parte di un Gundam Pilot mai così maturo e intellettuale per la sua giovane età (anche troppo), che suonano giustamente troppo artificiose, messe lì per dare un tono inutilmente pretenzioso. Spiace quindi notare un apparato commerciale così fuori misura, poiché indispettisce anche quegli appassionati che non vorrebbero che la sua storia, comunque bellina, fosse ricordata solo per leccate di sedere in altissima risoluzione.
Sulle prime, narrativamente, Gundam Unicorn potrebbe anche sembrare puro brodo allungato: posizionandosi cronologicamente dopo Il contrattacco di Char, che nel 1988 nasceva per mettere la parola Fine all'eterna guerra tra federali e spazionoidi, fa finta che il conflitto non sia ancora finito, protraendolo ancora una volta e togliendo importanza al film di Tomino. Decide questo nell'ottica di scrivere una storiellina semplicistica che ripete sempre le solite cose, inquadrando il cammino del generico Amuro Ray/Newtype di turno attraverso rituali immancabili come le turbe derivanti dai primi soldati uccisi, nemici Cyber Newtype, Colony Laser, amore/amicizia che sboccia con un soldato dell'altra fazione, compagni che muoiono per lui, etc. Difficile dire cose nuove nella linea temporale ortodossa per definizione, e lo scrittore dei romanzi, anche co-sceneggiatore della serie, si limita a riproporre elementi del passato con sufficienza e mestiere, trovando almeno delle buone new entries sufficientemente interessanti (Full Frontal, Marida Cruz, Audrey Burne, il capitano Zinnerman) e avendo la fortuna che il progetto sia tenuto in grande considerazione da Sunrise e Bandai, che stanziano quel budget stratosferico che si esprime, oltre che nelle battaglie mozzafiato, anche in animazioni/fondali curatissimi e una colonna sonora orchestrale solenne e super epicheggiante (da far tremare i vetri), elementi che garantiscono grande pathos nonostante gli stereotipi. È risaputo (e lo conferma lo stesso Fukui8) che si è dovuto tagliare tanto, tantissimo materiale dalle ben 11 light novel originarie per farci stare tutto in 7 episodi da un'ora scarsa di durata l'uno (in origine ancora meno, solo 6, salvo in seguito annunciarne un altro in pieno corso di serializzazione per lucrare di più sul successo fenomenale della serie9), modificando pesantemente lo scrip (fedele giusto nei primi 2 OVA10) al punto di proporre un finale alternativo11 rispetto a quello che apparirà poi nei libri (la versione animata di Gundam Unicorn entra in produzione quando è appena uscito nelle librerie il quinto romanzo, tanto che Fukui deve pure rivelare in anteprima al co-sceneggiatore Yasuyuki Muto come chiuderà la storia12). È comunque avvilente notare che la riscrittura preferisca tagliare momenti o spiegazioni fondamentali per la perfetta comprensione dedella trama (l'origine di Full Frontal, il senso dell'RX-0 Unicorn Gundam 02 Banshee) per prediligere la solita, "rassicurante" solfa gundamica (a che senso il solito eroe ragazzino se tanto il target sono gli adulti? Non era più coerente dargli qualche anno in più invece di farlo parlare come un trentenne?) che ormai conoscono anche i sassi.
Riprendendo, infatti, la formula del celebre, antipatico Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory (1991), Gundam Unicorn è il classico titolo che basa la sua attrattiva più sull'apparenza che sulla sostanza, distante anni luce dalla concezione tominiana di rendere il robot un mezzo e non il fine. La serie, rivolta agli adulti cresciuti con Gundam6 e non al classico target adolescenziale, è un inno sfrenato, mai così eccessivo da essere quasi fastidioso, al fanservice tecnologico a uso e consumo di maniaci di Gunpla e mecha design: un ruffiano giocattolone milionario, tecnicamente/visivamente da perfezione assoluta, che compiace il suo pubblico vivendo di riflessi del passato, imbastendo una storia anche interessante, ma che, per larghi tratti della sua durata, per come è scritta, è semplice pretesto per enfatizzare robottoni fighissimi, battaglie più spettacolari che mai e un oceano di citazioni dell'Era Spaziale rivolte ai fan, che dovrebbero (teoricamente) entusiasmarsi nel ritrovare, pur in vesti futili e messe lì giusto per stupire, vecchie glorie date per "disperse". A condire il tutto, l'uso nella trama di robottoni derivanti da romanzi o prodotti mai visti in animazione, ulteriori richiami visivi ad attori e luoghi del passato, sequenze animate storiche rivisitate in modo più sbrilluccicoso e hollywoodiano, un chara design che copia discretamente bene i disegni del buon Yas... Un appeal, insomma, più da film cinematografico che da "normale" OVA (e infatti ogni singolo episodio verrà prima mandato in alcuni limitati cinema giapponesi prima di uscire nei negozi). Vero che Gundam è sempre stato sinonimo di "storia impostata per vendere modellini", ma Unicorn esagera davvero in questo senso: sarà sicuramente e a ragione criticato per l'alto tasso di servilismo e stupefacenza visiva che oltrepassa la bontà narrativa, ed è un peccato visto che la sua trama avrebbe anche qualcosina da dire. Purtroppo, l'enorme substrato di citazioni, i lunghissimi combattimenti filmati con i più impressionanti mezzi digitali, le più sbalorditive animazioni, la fisicità più impressionante di queste ultime e il mecha design dagli inumani dettagli in luce ed elementi meccanici, il tutto composto per la maggior parte da disegni a mano come ai tempi d'oro (è per la qualità tecnica così assurdamente elevata che della serie uscirà più o meno un episodio all'anno, rispetto al programma iniziale di uno ogni mese7), fanno la loro parte nel rendere tutto snervatamente, eccessivamente commerciale. Contribuisce alla stizza anche il pomposo e compiaciuto registro linguistico, aulico e filosofico, che si esprime in tonnellate di chiacchiere e forbitissime discussioni sul significato di guerra, economia e politica, da parte di un Gundam Pilot mai così maturo e intellettuale per la sua giovane età (anche troppo), che suonano giustamente troppo artificiose, messe lì per dare un tono inutilmente pretenzioso. Spiace quindi notare un apparato commerciale così fuori misura, poiché indispettisce anche quegli appassionati che non vorrebbero che la sua storia, comunque bellina, fosse ricordata solo per leccate di sedere in altissima risoluzione.
Sulle prime, narrativamente, Gundam Unicorn potrebbe anche sembrare puro brodo allungato: posizionandosi cronologicamente dopo Il contrattacco di Char, che nel 1988 nasceva per mettere la parola Fine all'eterna guerra tra federali e spazionoidi, fa finta che il conflitto non sia ancora finito, protraendolo ancora una volta e togliendo importanza al film di Tomino. Decide questo nell'ottica di scrivere una storiellina semplicistica che ripete sempre le solite cose, inquadrando il cammino del generico Amuro Ray/Newtype di turno attraverso rituali immancabili come le turbe derivanti dai primi soldati uccisi, nemici Cyber Newtype, Colony Laser, amore/amicizia che sboccia con un soldato dell'altra fazione, compagni che muoiono per lui, etc. Difficile dire cose nuove nella linea temporale ortodossa per definizione, e lo scrittore dei romanzi, anche co-sceneggiatore della serie, si limita a riproporre elementi del passato con sufficienza e mestiere, trovando almeno delle buone new entries sufficientemente interessanti (Full Frontal, Marida Cruz, Audrey Burne, il capitano Zinnerman) e avendo la fortuna che il progetto sia tenuto in grande considerazione da Sunrise e Bandai, che stanziano quel budget stratosferico che si esprime, oltre che nelle battaglie mozzafiato, anche in animazioni/fondali curatissimi e una colonna sonora orchestrale solenne e super epicheggiante (da far tremare i vetri), elementi che garantiscono grande pathos nonostante gli stereotipi. È risaputo (e lo conferma lo stesso Fukui8) che si è dovuto tagliare tanto, tantissimo materiale dalle ben 11 light novel originarie per farci stare tutto in 7 episodi da un'ora scarsa di durata l'uno (in origine ancora meno, solo 6, salvo in seguito annunciarne un altro in pieno corso di serializzazione per lucrare di più sul successo fenomenale della serie9), modificando pesantemente lo scrip (fedele giusto nei primi 2 OVA10) al punto di proporre un finale alternativo11 rispetto a quello che apparirà poi nei libri (la versione animata di Gundam Unicorn entra in produzione quando è appena uscito nelle librerie il quinto romanzo, tanto che Fukui deve pure rivelare in anteprima al co-sceneggiatore Yasuyuki Muto come chiuderà la storia12). È comunque avvilente notare che la riscrittura preferisca tagliare momenti o spiegazioni fondamentali per la perfetta comprensione dedella trama (l'origine di Full Frontal, il senso dell'RX-0 Unicorn Gundam 02 Banshee) per prediligere la solita, "rassicurante" solfa gundamica (a che senso il solito eroe ragazzino se tanto il target sono gli adulti? Non era più coerente dargli qualche anno in più invece di farlo parlare come un trentenne?) che ormai conoscono anche i sassi.
Quello che narrativamente davvero di buono offre la creatura di Fukui sono, qua e là, qualche dialogo filosofico abbastanza sensato e l'attesa di scoprire qual è il segreto dello Scrigno di Laplace, conteso dagli eserciti, e tale mistero trova una soluzione all'altezza delle aspettative, con un ottimo colpo di scena che fornisce rivelazioni importanti sulla nascita dell'Era Spaziale e che, per la sua portata, ha il pregio di potersi poeticamente definire il miglior atto conclusivo dell'eterna diatriba fra Federazione Terrestre e Zeon. Il difetto di tale twist è, ironicamente, di essere così eclatante che l'ovvia omissione delle sue conseguenze nei titoli seguenti che compongono la saga, realizzati antecedentemente ma cronologicamente ambientati dopo, suona come un'incoerenza abbastanza grossolana - verrebbe quasi voglia di eliminare Gundam F91, Mobile Suit Crossbone Gundam e Mobile Suit Victory Gundam dalla continuity ufficiale.
Gundam Unicorn, insomma, è difficile da giudicare in modo obiettivo: offre il peggio di quello che propongono le macchine acchiappasoldi, ma anche una storia che, rispetto a quella di un Gundam 0083, ha un senso concreto e una certa importanza, utile nel mandare fuori continuity la pur gradevole ma dannosa trilogia cinematografica Mobile Suit Z Gundam A New Translation (2004-2006) e "notevole" quando si rivela nella sua interezza, nonostante i troppi cliché da sopportare per arrivare all'apice. Fortunatamente, con una simile confezione stellare, è difficile comunque annoiarsi nella visione, che prosegue sempre con ritmo e meraviglia visiva nonostante la percezione dell' "usato sicuro". Una discreta sorpresa, quindi, che poteva essere più breve per quello che ha da dire, ha dei difetti oggettivi (cast esagerato per il così poco spazio concesso e di cui molti elementi sono utilizzati male o privi di una solida caratterizzazione, storia narrata in modo onesto ma denotando una certa fretta e due episodi, il 4 e il 5, che davvero non servono quasi a nulla e che potevano essere usati per altro, tipo rispondere ai due misteri sopracitati di Full Frontal e dell'Unicorn nero), ma trova diversi ottimi momenti, non importa se particolarmente aiutata dal budget e dalla ruffianeria.
In Italia Gundam Unicorn è distribuito da Dynit, in 7 DVD/BD ciascuno contenente un interessante fascicoletto che analizza gli episodi, i personaggi, il background fantascientifico e offre tantissime interviste ricche di retroscena ai membri chiave dello staff Sunrise. In aggiunta a questo, si può lodare anche un doppiaggio italiano a mio modo di vedere convincente e ben recitato, seppur pecchi di errori di pronuncia à go go di personaggi e robot.
Voto: 7,5 su 10
PREQUEL
Mobile Suit Gundam: The Origin (2015-2016; serie OVA)
Mobile Suit Gundam (1979-1980; TV)
Mobile Suit Gundam The Movie I (1981; film)
Mobile Suit Gundam The Movie II: Soldati del dolore (1981; film)
Mobile Suit Gundam The Movie III: Incontro nello spazio (1982; film)
Mobile Suit Gundam MS IGLOO 2: The Gravity Front (2008-2009; serie OVA)
Mobile Suit Gundam MS IGLOO: The Hidden One-Year War (2004; corti)
Gundam Evolve../ 01 RX-78-2 Gundam (2001; OVA)
Mobile Suit Gundam Thunderbolt (2015-2016; serie ONA)
Mobile Suit Gundam Thunderbolt: December Sky (2016; film)
Mobile Suit Gundam MS IGLOO: Apocalypse 0079 (2006; serie OVA)
Mobile Suit Gundam 0080: War in the Pocket (1989; serie OVA)
Mobile Suit Gundam: The 08TH MS Team (1996-1999; serie OVA)
Mobile Suit Gundam: The 08TH MS Team - Miller's Report (1998; film)
Gundam Evolve../ 11 RB-79 Ball (2005; OVA)
Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory (1991-1992; serie OVA)
Mobile Suit Gundam 0083: L'ultima scintilla di Zeon (1992; film)
Gundam Evolve../ 04 RX-78 GP03 Dendrobium (2002; OVA)
Mobile Suit Z Gundam (1985-1986; TV)
Gundam Evolve../ 12 RMS-099 Rick Dias (2005; OVA)
Gundam Evolve../ 13 RMS-108 Marasai (2005; OVA)
Gundam Neo Experience 0087: Green Divers (2001; corto)
Gundam Evolve../ 09 MSZ-006 Z Gundam (2006; OVA)
Mobile Suit Gundam ZZ (1986-1987; TV)
Gundam Evolve../ 02 RX-178 Gundam Mk-II (2001; OVA)
Gundam Evolve../ 10 MSZ-10 ZZ Gundam (2005; OVA)
Mobile Suit Gundam: Il contrattacco di Char (1988; film)
SEQUEL
Mobile Suit Gundam Unicorn RE:0096 (2016; TV)
Mobile Suit Gundam Unicorn: One of Seventy Two (2013; corto)
Mobile Suit Gundam F91 (1991; film)
Mobile Suit Victory Gundam (1993-1994; TV)
∀ Gundam Called Turn "A" Gundam (1999-2000; TV)
∀ Gundam I: Earth Light (2002; film)
∀ Gundam II: Moonlight Butterfly (2002; film)
Gundam: Reconguista in G (2014-2015; TV)
Gundam: Reconguista in G - From the Past to the Future (2016; corto)
FONTI
1 Vedere i dati di vendita degli incassi DVD/BD pubblicati sulle seguenti pagine web: http://www.animeclick.it/news/32481-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-11062012-17062012, http://www.animeclick.it/news/34321-classifica-bd-anime-complessiva-del-2012, http://www.pluschan.com/index.php?/topic/3856-vendite-home-video-giappone/?p=256694, http://www.pluschan.com/index.php?/topic/3856-vendite-home-video-giappone/?p=279224,
http://www.animeclick.it/news/39242-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-02062014-08062014 e http://www.animeclick.it/news/39291-classifica-bd-anime-venduti-in-giappone-09062014-15062014
2 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
3 Notizia del quotidiano giapponese Nikkei Marketing Journal, tradotta e riassunta nel portale Myanimelist alla pagina http://myanimelist.net/forum/?topicid=426833
4 Vedere punto 2
5 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 519
6 Booklet allegato al quinto DVD/BD di "Mobile Suit Gundam Unicorn" ("Essay - Note inedite a cura di Harutoshi Fukui, Quinta Parte", Dynit, 2012)
7 Booklet allegato al primo DVD/BD di "Mobile Suit Gundam Unicorn" ("Essay - Note inedite a cura di Harutoshi Fukui, Prima Parte", Dynit, 2012)
8 Booklet allegato al primo DVD/BD di "Mobile Suit Gundam Unicorn" ("Staff Interview #01 Harutoshi Fukui" e "Staff Interview #02 Kazuhiro Furuhashi", Dynit, 2012)
9 Vedere punto 6
10 Booklet allegato al secondo DVD/BD di "Mobile Suit Gundam Unicorn" ("Staff Interview #04 Yasuyuki Muto", Dynit, 2012)
11 Come sopra
12 Vedere punto 7
Leggendo questo blog ho maturato un'idea: per apprezzare il genere robotico bisogna esserci cresciuti. Voi che ne dite? Io ogni volta che vedo robot giganti, o peggio robot giganti con dentro persone, storco il naso, e non parlo solo di opere d'annata, ma anche di opere più recenti (mi viene in mente Code Geass); come pure non distinguo tra opere altisonanti e semi sconosciute... per dire, ho provato la stessa sensazione in Neon Genesis Evangelion, che se già mi piaceva molto poco di per sé, figurati coi robottoni durante i combattimenti...
RispondiEliminaDite che è un gap generazionale? O è solo un problema mio?
Non vorrei sembrare insensibile, ma ritengo sia un problema tuo. :D
RispondiEliminaSeriamente: anche leggendo post vari su animeclick e dintorni, sento gente che non riesce neppure a concepire l'idea di affrontare delle minacce pilotando un robottone, le reputano ridicole e per questo non riescono a entrare nell'ottica del genere. Sono osservazioni che posso anche capire, ma per me basta riuscire ad accettare quest'idea affinché si trovino spalancate un sacco di porte verso visioni interessanti o bellissime.
Come in altri generi, ci sono titolo belli e titoli brutti, per bambini e per adulti, cazzari e intellettuali/filosofici. Basta sapere cosa si cerca.
Non è un discorso generazionale, perché fin da piccolo di robotico guardavo ben poco, crescendo con Saint Seiya e Ken il guerriero. Mi ero fatto anch'io l'idea che i titoli mecha fossero troppo infantile (e, cosa peggiore, sempre uguali). Nel 2002 ho visto per la prima volta Gundam SEED e apriti cielo! Bellissimo, tutti i miei dubbi sono stati dissipati. A quel punto ho rimediato quasi tutti i grandi lavori di Sunrise/Tomino/Takahashi/Imagawa, e sono il primo a dire che esiste un robotico d'autore che può piacere a molti e uno infantile (poco o molto non importa) molto difficile. Bisogna solo vedere quale tipologia di trama è più affine ai propri questi.
In quanto amante di Storia e Politica, ad esempio, posso dire che reputo Dougram un grandissimo capolavoro. Per lo stesso motivo, se cerco un dramma avventuroso, direi Gundam. O Code Geass per un intrattenimento di alto livello molto teatrale e inverosimile infarcito di cliffhanger e colpi di scena.
Probabilmente è come dici tu. Ad ogni modo non vorrei essere frainteso. Io serie in cui combattimenti robotici hanno ruoli più o meno importanti le ho sempre guardate, ed alcune di queste le ho apprezzate (vedi Code Geass, appunto, o un'altra serie, che se non ricordo male si chiama Bokurano). Il punto è che cerco sempre di "sorvolare" sui combattimenti dei robot... perché in ognuno la sospensione d'incredulità ha un certo limite.
RispondiEliminaConta probabilmente l'approccio.
RispondiEliminaIn una serie disimpegnata e leggera è più facile accettare qualsiasi cosa, mentre in una seriosa, profonda e con pretese di verosimiglianza è giusto aspettarsi qualcosa di più verosimile (e criticarla in caso non sia così).
Ripensavo al passaggio della recensione sul "linguaggio aulico" usato, penso di non essere d'accordo, una settimana fa uscivo con una donna che ha qualche anno più di me e parlando con lei non ho mai sentito tante idiozie tutte in una volta sola... ieri un amica, una ragazzina di 17 anni(per giunta non di origne italiana) mi ha agganciato con un discorso filosofico sul significato di vita e morte, rintuzzandomi sempre con definizioni forbite. La capacità linguistica ed espressiva di una persona deriva sempre dalle esperienze passate, c'è chi in 16 anni ne accumula moltissime e chi in 90 non capisce un cazzo. Quindi il tono aulico di persone che hanno vissuto e sofferto intensamente come Banager e Mineva è comprensibilissimo. IMHO
RispondiEliminaSu quei due posso teoricamente concordare (anche se Banagher non mi sembra abbia sofferto chissà quanto, visto che parla in quel modo fin dal primo episodio(, ma che TUTTI sulla serie filosofeggino così... Mi sembra tanto una paraculata.
RispondiEliminaCi sta che i componenti del cast siano mediamente acculturati, ma che non conoscano altro linguaggio che uno forbito/aulico mi puzza, mi sembra davvero fuori posto. Anche perché è la prima serie gundamica dal registro linguistico così elevato, mai visto nulla di simile nel passato.
A parte questo discorso, la serie ti è piaciuta?
Si, considera che l'ultima serie UC da me seguita era stata ZZ e l'ho vista 2 anni fa perchè avevo solo quella ed ero a casa con la febbre a 40... quindi rispetto a quel troiaio Unicorn è un capolavoro assoluto; più oggettivamente ha in effetti un impatto visivo (e sonoro) sontuoso,personaggi azzeccati e una trama di base comunque interessante,ad esempio poter vedere gli sviluppi del personaggio Mineva, che precedentemente era sempre un semplice pupazzo in mano ad altri è intrigante. Di contro è probabile che il soggetto si poteva sviluppare in un paio di episodi in meno e ha alcuni punti deboli... ma tutto sommato qualche bello scontro spettacolare in più non può che farci piacere, per cui l'otto ci sta tutto.
RispondiEliminae spendo una buona parola anche per il positivo doppiaggio italiano, questa volta sembra che i doppiatori avessero voglia di fare, gli ultimi che ho sentito che sono stati il "gundam 0079" e "code geas" erano davvero spenti e con scelte dei dialoghi discutibili (senza scomodare il jap il dub americano di code geas doppia due o tre volte il nostro dove ci sono delle parti che tra l'altro non si capiscono proprio)
RispondiEliminaCol finale i problemi probabilmente sono meno di quanto si possa pensare: F91 può tranquillamente aver glissato, a conti fatti racconta una storia contenuta nello spezio e che si svolge in pochi giorni senza preoccuparsi di spiegare dinamiche geopolitiche, crossbone è spazialmente lontana e victory è ambientata 60 anni dopo, può essere successo di tutto nel mezzo.
RispondiEliminaALLERTA SPOILER SUL FINALE DI UNICORN
RispondiEliminaMi sembra difficile da accettare che i Ronah, che l'Impero di Giove e che l'Impero di Zanscare rifiutino, nei loro discorsi indipendentisti, di tirare in ballo la dichiarazione di indipendenza spaziale dei newtype stilata dalla Federazione Terrestre nell'anno 001 e resa pubblica nel finale di Unicorn. È estremamente illogico visto che potrebbero paventarla per autolegittimare il loro governo e le proprie rivendicazioni.
Beh, si basano tutti su tutt'altri ideali di facciata e di sostanza, Zanscare poi, che è l'unico che sembrerebbe più legittimato ad usarlo come pretesto, non sappiamo bene nè come si formi nè come cominci la sua battaglia, possiamo sempre immaginare che possa aver usato questi discorsi prima dell'inizio della serie.
RispondiEliminaI Ronah poi potrebbero averli usati anche a ripetizione per quanto ne sappiamo, a conti fatti noi di tutta la loro guerra non vediamo che un frammento...
Anzi, aggiungo: da F91 in poi vediamo una federazione sempre più debole, in Victory non combatte, in G-Saviour neanche esiste più, forse il finale di Unicorn è finalmente il tassello mancante per capire cosa abbia dato una spinta alla decadenza della federazione [che già in Z, ZZ e Char's counterattack era in declino]. Può essere una sorpresa un finale del genere nell'ottica della storia, ma per me si inserisce benissimo nell'ottica dello UC.
Sono d’accordo. Ai tempi del primo episodio, avevo amato il chara design. Trovavo anche bello che avessero sfruttato il buon budget e la CG per rendere così bene i dettagli della colonia. Mi piaceva avere Mineva come coprotagonista. Insomma mi sembrava che sarebbe stato un lavoro puramente celebrativo, ma di ottimo livello. E alla fine la natura dello scrigno di Laplace mi è parsa un’idea interessante per valorizzare il sottotesto politico del UC. Ma per il resto che dire? Anche Gundam quando è troppo è troppo. Troppi New Type psicolabili, troppi alleati-che-diventano-nemici-ma-no-aspetta-si-vogliono-ancora-bene, troppe esperienze mistiche con fantasmi New Type che parlano anche troppo, per finire con l’odioso personaggio-che-sembra-proprio-Char-e-che-potrebbe-essere-Char-ma-che-finirà-per-non-esserlo. Affettuosamente: c’è un limite a tutto.
RispondiEliminaPiù passa il tempo, più fatico a capire quanto effettivamente mi sia piaciuto Unicorn, più di una volta ho pensato di abbassare il voto.
RispondiEliminaIl finale è la miglior cosa, molto suggestivo e riuscito (anche se crea qualche contraddizione coi titoli successivi), ma quello che bisogna sopportare per arrivare lì, i clichè, la figura di Full Frontal priva di background o spiegazioni, le ruffianate palesi per gli UCfag... Penso anch'io che un altro Gundam fatto così rischia di nuocere gravemente alla salute.