MOBILE SUIT GUNDAM F91
Titolo originale: Kidō Senshi Gundam F91
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Tsunehisa Ito, Yoshiyuki Tomino
Character Design: Yoshikazu Yasuhiko
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Satoshi Kadokura
Studio: Sunrise
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 115 min. circa)
Anno di uscita: 1991
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Dynit
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Tsunehisa Ito, Yoshiyuki Tomino
Character Design: Yoshikazu Yasuhiko
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Satoshi Kadokura
Studio: Sunrise
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 115 min. circa)
Anno di uscita: 1991
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Dynit
Era Spaziale, anno 123. La milizia militare privata dei Crossbone Vanguard attacca e conquista la colonia spaziale Frontier IV e la trasforma in Cosmo Babilonia, facendone la capitale del futuro regno della famiglia nobiliare dei Ronah. Colta di sorpresa, la Federazione Terrestre, per non dare risalto all'avvenimento, decide di lasciar fare segretamente al suo esercito, forte di nuove conoscenze tecnologiche che permettono la creazione di un nuovo potentissimo Gundam, il modello F91. A guidarlo sarà Seabook Arno, giovane ragazzo scampato alla conquista di Frontier IV e in cerca della sua ragazza Cecily...
A inizio anni '90 del Novecento, gli enormi incassi di Mobile Suit Gundam 0080: War in the Pocket (1989) convincono definitivamente Bandai che sarebbe una follia chiudere per davvero Gundam con Il contrattacco di Char (1988). Dopo essersi rimangiata la parola ordina quindi, con poca fantasia, a Sunrise di fare l'ennesimo Gundam, ma questa volta da inquadrarsi come un bel reboot, per calamitare nuove generazioni di appassionati e, nelle intenzioni del produttore Eiji Yamaura1, rappresentare un punto di partenza per almeno un nuovo decennio di storie collegate. Tra il 1989 e il 1990 molto lentamente si delinea il progetto, volutamente affidato agli stessi uomini-chiave che hanno reso indimenticabile la prima serie del 1979, nella speranza che possano tirare fuori una nuova hit epocale che dia lustro al Mobile Suit bianco: il sempre più frustrato regista Yoshiyuki Tomino, il mecha designer Kunio Okawara e il chara designer Yoshikazu Yasuhiko. Nel nuovo Mobile Suit Gundam F91 ("Formula 91") che ne esce, anche se le vicende sono in continuity con i fatti precedenti (vi è un gap immaginario di 30 anni dalla battaglia finale tra Amuro e Char), zeoniani, personaggi classici e fatti storici sono ignorati per dare enfasi a un cast nuovo di zecca e a un rinnovamento del background economico-tecnologico, con Mobile Suit ora prodotti in dimensioni più piccole, una Federazione Terrestre che sta conoscendo il declino politico e militare e nuovi temibili avversari apparentemente fortissimi (la famiglia dei Ronah, immancabile potenza spazionoide che vuole conquistare Terra e spazio, stavolta in virtù dell'ideologia aristocratica del "Principio della nobiltà del cosmo", in contrapposizione con i deliri evolutivi del Principato di Zeon). Succede però che fino a settembre 1990 (sei mesi prima dell'effettiva uscita) le idee non sono ancora affatto chiare, nè sullo sviluppo della sceneggiatura, nè se l'opera sarà una serie TV (molto probabile, di 50 episodi di cui già 30 sceneggiati) o un film. Tutto procede molto a rilento e con idee contradditorie. Solo dal mese successivo si deciderà definitivamente: F91 sarà un lungometraggio cinematografico, col compito di riassumere il primo arco narrativo della storia corrispondente ai primi 12 episodi inizialmente pensati per la TV. In caso di buoni incassi, seguirà poi un anime televisivo che trasponga il resto della storia. F91 viene perciò effettivamente "realizzato" nell'arco di appena quattro mesi (lo staff si lamenterà che erano ancora in pieno regime di lavoro a febbraio, cioè a un mese dall'uscita), con velocità inaudita e sceneggiato in tutta fretta, e questo spiega davvero benissimo tutti i suoi problemi che ben vedremo2.
Impostato come un filmone pirotecnico e spettacolare realizzato con tutti i crismi, l'opera debutta nei cinema giapponesi il 16 marzo 1991, carichissima di aspettative commerciali e forte di una realizzazione eccellente che la pongono meritatamente tra i grandi capolavori tecnici e grafici degli anni '90 (e non solo). Peccato che, nonostante lo sbrodolamento, in verità F91 si risolverà di fatto in un (inaspettato?) fiasco commerciale3, uccidendo malamente il progetto a lungo termine di una nuova saga con quel setting e lasciando aperti, narrativamente parlando, diversi nodi che non arriveranno al pettine (non in animazione, almeno), trasmettendo la gran brutta impressione di una storia tecnicamente sontuosa ma narrativamente sconclusionata.
Col senno di poi, è addirittura facilissimo capire la causa del fallimento: la trama di Gundam F91, ben distante dalle classiche tematiche umane viste nelle incarnazioni precedenti del Mobile Suit bianco, si configura questa volta come un epico fumettone di battaglie, mecha fighissimi e Gundam dai poteri e dall'estetica sempre più cool (il design del robottone titolare, il Gundam F91, dato dalle linee delle moderne automobili4), il tutto mai fino a quel momento così affine a Star Wars (1977) come spirito di spettacolarità (l'antagonista Carozzo, leader dei Crossbone Vanguard, col suo elmo-mascherone che fa il verso a Darth Vader, e certi brani strumentali quasi copiati da John Williams non possono essere solo coincidenze). Quest'impianto, così lontano dal capostipite, deve comunque fare i conti con un intreccio articolato e per nulla lineare, un impressionante nugolo di attori e caratterizzazioni, e, per non farsi mancare nulla, anche immancabili momenti di "tominianità", quelle diatribe giovani/adulti tanto care al regista (in questo caso rappresentate dal rapporto dei due eroi, Seabook e Cecily, con i loro genitori, che hanno già deciso il futuro per i propri insofferenti figli). In parole povere, la storia si risolve in un caos di mille e più avvenimenti e tematiche trattati in velocità o lasciati al semplice intuito, di stacchi impietosi, crudeli e ripetitivi da una sequenza all'altra, di attori che spariscono dalle scene (o addirittura muoiono!) senza spiegazione e di approfondimenti psicologici molto blandi, perché non c'è abbastanza tempo per sviscerarli a fondo.
Non sono raccontate per niente bene le avventure del freddissimo protagonista Seabook Arno, perché è arduo sintetizzare 12 ipotetiche puntate televisive in poco meno di 2 ore senza rimetterci pesantemente nella presentazione della storia. Questo è un peccato, perché la pellicola vive di momenti registicamente molto efficaci, come il lungo, memorabile attacco dei Crossbone Vanguard di apertura (in cui il panico dei civili, gli effetti dei combattimenti e le reazioni psicologiche sono resi in modo straordinariamente realistico), l'esaltante combattimento finale o la poetica sequenza di chiusura. Alcune idee, poi, come il puzzle da risolvere per attivare il nuovo Gundam, l'evoluto background politico e le mostruose armi da guerra Genocide Bugs, sono da applausi. Questi rimangono tuttavia spunti intriganti ma isolati, che non bastano a vivacizzare una storia che sembra monca, è raccontata in modo frettoloso e pecca di protagonisticon cui è impossibile empatizzare e di comprimari-macchietta. Anni dopo, Tomino si scuserà del risultato adducendo che intendeva mettere tutto sé stesso nella paventata serie televisiva che sarebbe dovuta seguire, dando per scontato il successo della pellicola e perciò rinunciando a caratterizzarla in chissà che modo memorabile o drammatico5 (e per questo motivo, con un po' di cattiveria, è assai probabile ritenere che all'epoca il pubblico avesse apprezzato di più il primo episodio della nuovissima serie OVA Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory, regalato in abbinamento al biglietto del cinema6, o i cortometraggi, proiettati insieme, di Musha Knight Command, spin-off della saga parallela SD Gundam), ma queste parole hanno il solo risultato di rendere ancora più irritante quel "This Is Only The Beginning", nella conclusione, che ancora oggi schernisce.
Col senno di poi, è addirittura facilissimo capire la causa del fallimento: la trama di Gundam F91, ben distante dalle classiche tematiche umane viste nelle incarnazioni precedenti del Mobile Suit bianco, si configura questa volta come un epico fumettone di battaglie, mecha fighissimi e Gundam dai poteri e dall'estetica sempre più cool (il design del robottone titolare, il Gundam F91, dato dalle linee delle moderne automobili4), il tutto mai fino a quel momento così affine a Star Wars (1977) come spirito di spettacolarità (l'antagonista Carozzo, leader dei Crossbone Vanguard, col suo elmo-mascherone che fa il verso a Darth Vader, e certi brani strumentali quasi copiati da John Williams non possono essere solo coincidenze). Quest'impianto, così lontano dal capostipite, deve comunque fare i conti con un intreccio articolato e per nulla lineare, un impressionante nugolo di attori e caratterizzazioni, e, per non farsi mancare nulla, anche immancabili momenti di "tominianità", quelle diatribe giovani/adulti tanto care al regista (in questo caso rappresentate dal rapporto dei due eroi, Seabook e Cecily, con i loro genitori, che hanno già deciso il futuro per i propri insofferenti figli). In parole povere, la storia si risolve in un caos di mille e più avvenimenti e tematiche trattati in velocità o lasciati al semplice intuito, di stacchi impietosi, crudeli e ripetitivi da una sequenza all'altra, di attori che spariscono dalle scene (o addirittura muoiono!) senza spiegazione e di approfondimenti psicologici molto blandi, perché non c'è abbastanza tempo per sviscerarli a fondo.
Non sono raccontate per niente bene le avventure del freddissimo protagonista Seabook Arno, perché è arduo sintetizzare 12 ipotetiche puntate televisive in poco meno di 2 ore senza rimetterci pesantemente nella presentazione della storia. Questo è un peccato, perché la pellicola vive di momenti registicamente molto efficaci, come il lungo, memorabile attacco dei Crossbone Vanguard di apertura (in cui il panico dei civili, gli effetti dei combattimenti e le reazioni psicologiche sono resi in modo straordinariamente realistico), l'esaltante combattimento finale o la poetica sequenza di chiusura. Alcune idee, poi, come il puzzle da risolvere per attivare il nuovo Gundam, l'evoluto background politico e le mostruose armi da guerra Genocide Bugs, sono da applausi. Questi rimangono tuttavia spunti intriganti ma isolati, che non bastano a vivacizzare una storia che sembra monca, è raccontata in modo frettoloso e pecca di protagonisticon cui è impossibile empatizzare e di comprimari-macchietta. Anni dopo, Tomino si scuserà del risultato adducendo che intendeva mettere tutto sé stesso nella paventata serie televisiva che sarebbe dovuta seguire, dando per scontato il successo della pellicola e perciò rinunciando a caratterizzarla in chissà che modo memorabile o drammatico5 (e per questo motivo, con un po' di cattiveria, è assai probabile ritenere che all'epoca il pubblico avesse apprezzato di più il primo episodio della nuovissima serie OVA Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory, regalato in abbinamento al biglietto del cinema6, o i cortometraggi, proiettati insieme, di Musha Knight Command, spin-off della saga parallela SD Gundam), ma queste parole hanno il solo risultato di rendere ancora più irritante quel "This Is Only The Beginning", nella conclusione, che ancora oggi schernisce.
Ci si può consolare, oggi, giusto con la straordinaria realizzazione tecnica del lungometraggio. Gundam F91 appartiene a quel novero di 4/5 film di cel animation più fluidi e curati di sempre, frutto di un budget inimmaginabile riversato in animazioni sbalorditive. I disegni vivono letteralmente di vita propria: vestiti e capelli dei personaggi si flettono e ondeggiano realisticamente, mossi da agenti atmosferici, esplosioni e sollecitazioni, e i Mobile Suit volano e camminano influenzati dall'ambiente e dalla personale stabilità del mezzo. Guardare F91 significa stare due ore a fissare lo schermo con la mascella aperta dallo stupore, sconvolti da un indimenticabile sfarzo visivo. Sugli stessi picchi qualitativi il bellissimo chara design di Yoshikazu Yasuhiko, di ritorno al timone dopo la parentesi di Hiroyuki Kitazume e dal consueto gusto pittorico e espressivo, e il sontuoso mecha design di Kunio Okawara, che, ispirato dalle sculture della civiltà babilonese7, nelle unità dei Crossbone Vanguard si inventa mostruosità bellissime e minacciose come i vari Berga Dalas, Berga Giros, Ebirhu-S, Den'an-Zon e Den'an-Gei. Gundam F91 vanta, insomma, una confezione maniacale e sopraffina, e proprio per questo è uno di quei titoli che, per gli appassionati, merita senza dubbio la scintillante edizione in Blu-ray che in Italia Dynit ha voluto tributargli.
In definitiva, se fosse stato concluso, Gundam F91 avrebbe avuto tutte le carte in regola per imporsi come reboot riuscito, che inventa un nuovo punto di partenza per narrare nuove vicende e personaggi interessanti, con un approccio nuovo e libero dai vecchi stereotipi (sebbene neanche stavolta manchi il solito pilota Newtype, la cosa è appena accennata e subito dimenticata, e mancano del tutto colonie lanciate contro la Terra, Cyber Newtype, etc.). Così com'è uscito, privo di seguito animato e i cui fatti sono addirittura trascurati dal successivo Mobile Suit Victory Gundam (1993), cronologicamente ambientato dopo di esso e che torna stancamente ai soliti cliché, Gundam F91 può solo rimpiangere le sue oggettive colpe produttive che hanno portato a quello che hanno portato.
Curiosità: a discolpa di Tomino, bisogna comunque dire che negli anni l'autore si prenderà una piccola rivincita personale, dando un seguito e un finale ufficiali a Gundam F91. Totalmente libero da pressioni, da diktat Bandai, da diktat dei Gunota (gli otaku di Gundam) assetati di realismo etc., realizzerà tra il 1994 e il 1997, con spirito libero, il manga Mobile Suit Crossbone Gundam, scrivendone interamente la sceneggiatura e facendolo disegnare con tratto loliconeggiante e quasi deformed (!) da Yuichi Hasegawa. In questo portentoso, spiazzante fumetto di 6 volumi, ancora criminalmente inedito in Italia, Gundam abbraccia il filone Super Robot di Go Nagai e rivive in un'avventura dissacrante e spettacolare, con Gundam "pirateschi" (con tanto di mantello, Jolly Roger disegnato sul petto e Beam Saber a forma di moschetto!), cattivi macchiettistici e cattivissimi e battaglie tra le più assurde ed esagerate che si siano mai viste nel brand, senza comunque rinunciare a caratterizzare, col consueto spirito d'autore di Tomino, certe tematiche care al regista come il paradosso del pacifismo o i rapporti tra uomo e donna. In queste vicende, finalmente, Seabook e Cecily, in veste di co-protagonisti (l'eroe è Tobia Arronax, ennesimo Newtype), trovano quella caratterizzazione che è mancata nel film, e sempre in quest'opera giungono a compimento i punti lasciati in sospeso dalla pellicola (il destino del progetto Cosmo Babilonia e il ruolo dell'ambiguo Zabine Chareux). Consiglio caldamente il recupero di quest'ottimo lavoro, apprezzatissimo anche in madrepatria (tanto da essere stato citato e omaggiato in videogiochi, anime, modellini e svariati seguiti manga, al punto che ancora oggi in molti sperano che venga trasposto in animazione), che da solo riscatta ampiamente il progetto F91. Per dovere di cronaca, urge segnalare che sempre Tomino, come nel caso dei suoi Gundam precedenti, ha rilasciato nello stesso periodo di uscita del film ben 2 romanzi (inediti in occidente come quasi tutti gli altri) che rinarrano in modo alternativo la storia, intitolati Mobile Suit Gundam F91 - Crossbone Vanguard.
Curiosità: a discolpa di Tomino, bisogna comunque dire che negli anni l'autore si prenderà una piccola rivincita personale, dando un seguito e un finale ufficiali a Gundam F91. Totalmente libero da pressioni, da diktat Bandai, da diktat dei Gunota (gli otaku di Gundam) assetati di realismo etc., realizzerà tra il 1994 e il 1997, con spirito libero, il manga Mobile Suit Crossbone Gundam, scrivendone interamente la sceneggiatura e facendolo disegnare con tratto loliconeggiante e quasi deformed (!) da Yuichi Hasegawa. In questo portentoso, spiazzante fumetto di 6 volumi, ancora criminalmente inedito in Italia, Gundam abbraccia il filone Super Robot di Go Nagai e rivive in un'avventura dissacrante e spettacolare, con Gundam "pirateschi" (con tanto di mantello, Jolly Roger disegnato sul petto e Beam Saber a forma di moschetto!), cattivi macchiettistici e cattivissimi e battaglie tra le più assurde ed esagerate che si siano mai viste nel brand, senza comunque rinunciare a caratterizzare, col consueto spirito d'autore di Tomino, certe tematiche care al regista come il paradosso del pacifismo o i rapporti tra uomo e donna. In queste vicende, finalmente, Seabook e Cecily, in veste di co-protagonisti (l'eroe è Tobia Arronax, ennesimo Newtype), trovano quella caratterizzazione che è mancata nel film, e sempre in quest'opera giungono a compimento i punti lasciati in sospeso dalla pellicola (il destino del progetto Cosmo Babilonia e il ruolo dell'ambiguo Zabine Chareux). Consiglio caldamente il recupero di quest'ottimo lavoro, apprezzatissimo anche in madrepatria (tanto da essere stato citato e omaggiato in videogiochi, anime, modellini e svariati seguiti manga, al punto che ancora oggi in molti sperano che venga trasposto in animazione), che da solo riscatta ampiamente il progetto F91. Per dovere di cronaca, urge segnalare che sempre Tomino, come nel caso dei suoi Gundam precedenti, ha rilasciato nello stesso periodo di uscita del film ben 2 romanzi (inediti in occidente come quasi tutti gli altri) che rinarrano in modo alternativo la storia, intitolati Mobile Suit Gundam F91 - Crossbone Vanguard.
Voto: 6,5 su 10
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SEQUEL
Mobile Suit Victory Gundam (1993-1994; TV)
∀ Gundam Called Turn "A" Gundam (1999-2000; TV)
∀ Gundam I: Earth Light (2002; film)
∀ Gundam II: Moonlight Butterfly (2002; film)
Gundam: Reconguista in G (2014-2015; TV)
Gundam: Reconguista in G - From the Past to the Future (2016; corto)
FONTI
1 B-Club Special: "Mobile Suit Gundam F91: The Official Edition" (Bandai, 1991), note di produzione. Parti salienti dell'intervista ai membri dello staff sono tradotte in inglese nel sito ZeonicScanlations alla pagina http://www.zeonic-republic.net/?page_id=4377
2 Questi retroscena vengono dal booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" ("F91: La rinascita di Gundam", Dynit, 2012) e da "Mobile Suit Gundam F91: The Official Edition" del punto 1
3 Booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" del punto 2
4 Vedere punto 1
5 Booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" ("Intervista a Yoshiyuki Tomino")
6 Kappa Magazine n. 21, Star Comics, 1994, pag. 124
7 Booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" ("Intervista a Kunio Okawara")
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2 Questi retroscena vengono dal booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" ("F91: La rinascita di Gundam", Dynit, 2012) e da "Mobile Suit Gundam F91: The Official Edition" del punto 1
3 Booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" del punto 2
4 Vedere punto 1
5 Booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" ("Intervista a Yoshiyuki Tomino")
6 Kappa Magazine n. 21, Star Comics, 1994, pag. 124
7 Booklet allegato al Blu-ray di "Mobile Suit Gundam F91" ("Intervista a Kunio Okawara")
1 commento:
Inserito qualche nuovo, piccolo succoso retroscena. :)
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