MOBILE SUIT VICTORY GUNDAM
Titolo originale: Kidō Senshi V Gundam
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hideki Sonoda, Kazuhiro Godo, Ken Oketani, Yoshiyuki Tomino, Sukehiro Tomita
Character Design: Hiroshi Osaka
Mechanical Design: Kunio Okawara, Hajime Katoki, Junya Ishigaki
Musiche: Akira Senjou
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 51 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1993 - 1994
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Hideki Sonoda, Kazuhiro Godo, Ken Oketani, Yoshiyuki Tomino, Sukehiro Tomita
Character Design: Hiroshi Osaka
Mechanical Design: Kunio Okawara, Hajime Katoki, Junya Ishigaki
Musiche: Akira Senjou
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 51 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1993 - 1994
Era Spaziale, anno 0153. È in atto una nuova guerra di conquista da parte degli spazionoidi: ad anelare alla conquista di Terra e spazio è stavolta l'Impero Zanscare, nato nella colonia Side 2, che, con un regime di terrore garantito dallA ghigliottina e l'innovativo uso di avveniristici mezzi di trasporto chiamati Motorad, inizia ad assoggettare a una a una tutte le colonie, instaurando una tirannia religiosa in nome della sua leader, Maria Pia Armonia. La Federazione Terrestre, militarmente sempre più debole, non può fare altro che rifornire di armi e Mobile Suit i vari gruppi civili e partigiani che stanno a capo della League Militaire, l'unica forza in grado di arginare le mire espansionistiche di Zanscare. Presto, entra nel gruppo dei ribelli anche il giovanissimo Üso Ewin, dodicenne Newtype che si ritroverà pilota dell'LM312V04 Victory Gundam.
È impresa quasi titanica quantificare il gran numero di curiosità, aneddoti e retroscena celati dietro l'affascinante, contraddittorio Victory Gundam (1993). Parliamo di un'opera animata che vanta svariati primati: sarà per lungo, lungo tempo (almeno fino al 2016) l'ultima serie televisiva di Gundam ambientata nella classica Era Spaziale, visto che il suo disastroso flop come ascolti (3.89% medio1) e, addirittura, vendite di Gunpla2, spianerà la strada alle timeline alternative; è il primo fallimento ufficiale della saga che, per qualche incredibile motivo, non verrà interrotto o abbreviato dallo sponsor Bandai ma, anzi, arriverà fino in fondo, trovando pure il più alto numero di episodi televisivi mai registrati in una serie del Mobile Suit bianco (evidentemente, il produttore avrà sperato fino in fondo in una ripresa di vendite che alla fine non arriverà); infine, pur essendo un incredibile concentrato di cliché, stereotipi e caratterizzazioni già viste, diretto con rinnovata, incredibile frustrazione da parte del suo creatore, Victory Gundam ne esce fuori ancora una volta come un involontario lavoro d'autore.
La genesi della sua creazione va ricercata nel periodo trascorso fino a quel momento dal Contrattacco di Char (1988). Il Gundam "storico", quello dalle tematiche adulte e segnato dagli insuccessi televisivi, ha continuato a vivere nel solo mercato home video, grazie alle vendite stratosferiche di Laserdisc e VHS registrate con le serie OVA. Le nuove generazioni di telespettatori, identificate all'epoca nei ragazzini di 13/16 anni appassionati di videogiochi (parliamo del periodo del boom del Famicom), invece, lo conoscevano unicamente per le sue buffe versioni Super Deformed, rese popolarissime da corti proiettati al cinema, OVA, giocattoli, videogiochi e numerose linee di modellini. I giovani non potevano, giustamente, aver visto le opere a esso collegate, anche tenendo conto della continuity ferrea che partiva dal 1979. Visto il fallimento ai botteghini del lungometraggio Mobile Suit Gundam F91 (1991), vano tentativo di dare una scossa alla linea temporale facendola ripartire con nuove vicende isolate dai fatti storici, Bandai opta per il ritentare la cosa con una lunga incarnazione televisiva (proprio come nelle intenzioni iniziali di Gundam F91), a ben sei anni dall'ultima (Mobile Suit Gundam ZZ, 1986). Così, mentre a febbraio 1993, per la gioia di tutti, inizia il fortunato Do Your Best! The SD Gundam March, serie TV che trasmette, una dopo l'altra, tutte le incarnazioni animate di SD Gundam (fino a quel momento esclusiva del mercato a pagamento casalingo), ad aprile torna nelle televisioni nipponiche il "vero", unico Gundam, che con Victory, affidato al solito Yoshiyuki Tomino, intende avvicinare alla saga quei ragazzi che non l'hanno potuta conoscere per quello che era realmente, pensando fosse una cosa comica come gli SD3.
Con una simile dichiarazione di intenti, e la frustrazione di Tomino, era quasi inevitabile che Victory Gundam avrebbe assunto le vesti di un Gundam autocelebrativo, evitando strade inedite o contenuti originali: questo per riproporre ai nuovi telespettatori una formula di "usato sicuro", che comodamente (e svogliatamente, se si pensa a quanto odio provasse il regista) ricicla tutto quello che si è già visto nella saga fino a quel momento. Largo, perciò, a Newtype, a nuove guerre fra terrestri e spazionoidi, a cloni sbiaditi di Amuro Ray (Üso Ewin, il più giovane pilota di Gundam di sempre, appena tredicenne, in linea col target dichiarato), Char Aznable, Haman Karn, Reccoa Londe e del generale Revil, a comprimari plasmati su quelli della White Base (il clone di Kai Shiden) e addirittura della Solo Ship di Space Runaway Ideon del 1980 (il neonato Karlmann), e, ancora, storie d'amore appena sbocciate che finiscono in tragedia, armi segrete dei cattivi, cambio del Gundam a metà serie, una forte umanizzazione dei nemici che porta spesso, per non dire SEMPRE, ad amicizie con l'altra parte della barricata dall'esito cadaverico, e alleati che cambiano bandiera diventando villain... Victory Gundam è (altro primato) il primo titolo gundamico il cui gradimento, da parte dello spettatore, è subordinato non alla sua qualità effettiva, ma al fatto che si siano viste, o meno, le opere precedenti. Pur ambientato, come Gundam F91, 30 anni dopo i fatti del suo predecessore, e pur ignorando anch'esso quegli avvenimenti, per ricamare sopra una vicenda nuova di zecca, alla fine il titolo, in barba alla continuity rispettata, è un semplice cut and paste di idee riciclate già a sua volta precedentemente senza ritegno, che rendono quasi surreale questa linea temporale dove, ogni 15/30 anni, qualche nuova forza indipendentista nasce dal nulla e trova subito un potere tale da minacciare Terra e spazio, condannando l'umanità a Guerre Mondiali senza fine. Il pochissimo che c'è di nuovo e interessante (il culto religioso dei Newtype) si risolve in qualcosa buttato lì senza conseguenze e non più ripreso.
Quantomeno, va dato atto a Sunrise e Tomino di aver provato a diversificare un po' gli stereotipi, mascherandoli con nuove ambientazioni e soluzioni. Victory Gundam, influenzato dalle cronache del tempo sulla guerra in Bosnia ed Erzegovina4, è ambientato per buona parte della sua durata sulla Terra, nelle foreste e nelle montagne dell'Est Europa: il regista dirà, infatti, che lo scopo della serie era anche di disconoscere il connubio Gundam/Spazio5, forse per attirare qualche vecchio appassionato incuriosito dall'idea. Al contempo, l'opera segna, oltre al background politico aggiornato ancora una volta, una spiazzante carica di inverosimiglianza nelle attrezzature tecnologiche e nei Mobile Suit. Nella serie vedremo infatti robot a forma di ogni genere di insetti, di draghi (!), altri che si spostano per aria aggrappati a rotori con pale laser che li traghettano a mo' di elicottero, altri ancora che viaggiano dentro un enorme pneumatico-moto (!!!), e un Victory Gundam smilzo e sobrio, così privo di orpelli e dettagli che pare quasi nudo. Queste assurdità, apparentemente inspiegabili, hanno invece un senso preciso: conferiscono volutamente all'opera le caratteristiche e le atmosfere dei giochi di ruolo giapponesi che imperversavano in quei tempi nelle console Nintendo. Accertata l'immensa popolarità riscossa delle saghe videoludiche di Dragon Quest e Final Fantasy presso i loro spettatori, Bandai e Sunrise decidono di farne rivivere le atmosfere nella loro storia, associando l'aspetto tipico dei mostri e dei boss alle unità di Zanscare, e quello dell'eroe al Gundam, che, come il protagonista di un qualsiasi J-RPG, dopo ore e ore di scontri casuali e avvenimenti si ritroverà cucite addosso corazze ed equipaggiamenti sempre più corposi e vistosi, abbandonando il look "sobrio" di prima6.
I retroscena ancora non finiscono qui, poiché questo titolo segna anche la più eclatante delle "vendette" di Tomino verso i suoi principali. Infuriato come non mai per l'essere stato incaricato di creare e dirigere ancora una volta un Gundam (in un'intervista concessa ad Animerica nel 1992, prima della produzione della serie, rivelerà sconfortato che non è più considerato un regista freelance indipendente da Sunrise e che gli faranno fare sempre e solo Gundam, pena il non poter più lavorare7) che ancora una volta non gli frutterà uno yen di diritti vista l'ostinazione dei suoi capi di escluderlo dalla "proprietà" del franchise, riversa nell'opera tutta la sua rabbia accumulata in anni di polemiche e imposizioni - esemplare la volta in cui, a una convention coi fan, alla domanda su quale sarebbe stato il prossimo titolo della saga, rispose con un memorabile "ecco il tuo seguito!" distruggendo il primo Gunpla nelle vicinanze8. Pur rivolgendo di fatto la serie ai ragazzini, Tomino impregna Victory Gundam di una violenza psicologica in più tratti scioccante: l'opera è così sfacciatamente sadica che la morte violenta di personaggi simpatici, lungo il suo dipanarsi, è pura routine. Victory Gundam è, per il furibondo regista, l'occasione di far affezionare lo spettatore ai vari comprimari, per poi ucciderli orribilmente nell'arco di pochi episodi solo per mortificare senza pietà, così, per cattiveria (non ha eguali la facilità con cui l'esercito di Zanscare massacra chiunque gli stia minimamente antipatico, che siano anche i suoi stessi soldati). Mostrando poveretti orribilmente ghigliottinati, bambini che piangono stringendo tra le braccia la testa mozzata della madre, un famoso stupro lasciato a intendere, e amici di Üso destinati a decessi sempre più terribili, Tomino trasforma una serie per bambini in un dramma colmo di carneficine, in cui, certo, mancano effettacci sanguinolenti che avrebbero generato polemiche, ma il cui generale senso di sadismo è sbandierato con orgoglio da un regista incazzoso9. Nella sua vendetta sono contemplati anche il Gundam protagonista, che è addirittura un robot componibile di "stampo" anni '70, formato dall'agganciamento di un Core Fighter con il tronco e le gambe (questi ultimi anche pilotabili autonomamente), bello schiaffo in faccia alle pretese di realismo rivendicate da Bandai con le sue linee di modellini10 (il regista nei primi tempi mentirà dicendo che era un'idea per coinvolgere i giovani telespettatori, che si aspettavano sboroneria da un franchise robotico così famoso che non conoscevano11), e le assurde, ridicole astronavi Adrastea class con le ruote (!), concepite volutamente così inguardabili per punire lo sponsor che ha imposto, di punto in bianco (costringendo Tomino a cestinare la restante parte di sceneggiatura ancora ambientata sulla Terra), una parte di storia ambientata nello spazio per vendere, appunto, modellini di mezzi spaziali12.
Oltre a prendersela con Bandai, il papà di Gundam intride anche l'opera - per motivi che ancora non sono stati rivelati - di una misoginia efferata, tracciando una disamina della donna quasi totalmente negativa e senza speranza. La femmina, analizzata nelle molteplici vesti di fidanzata, madre, amica d'infanzia, combattente e figura di comando (non è certo un caso che il piccolo Üso sarà sempre attorniato dal gentil sesso in qualsiasi luogo o situazione si trovi, non si è mai visto un Gundam con così tante ragazze), è in questo contesto portatrice dei più deprecabili vizi, delle più eclatanti stupidaggini e modi di pensare/agire (frivolezza, tradimento, frustrazione sessuale, voltafaccia, non eseguire gli ordini, gelosia, insensibilità, ingenuità, idealismo stupido e sognatore), che avranno terribili conseguenze per gli uomini che le stanno accanto, dando il via a ripetuti bagni di sangue e uccisioni che si sarebbero potuti evitare. Tutto sempre per responsabilità loro. Lo stesso impero Zanscare simboleggia in modo totale il disgusto dell'autore verso il "gentil sesso", da inquadrarsi nella sua utopia femminista di creare un un mondo perfetto e pacifico dominato dalle donne esercitando un potere e un'autorità mai così crudeli e sanguinari.
Nella sua rabbia e svogliatezza verso la trama, Tomino si disinteressa di dare una caratterizzazione davvero indimenticabile ai principali attori della vicenda (che rimangono buoni, nonostante già visti milioni di volte): preferisce ribadire fino allo sfinimento violenza, morti e impietosi ritratti umani femminili (il più noto e acclamato di tutti sicuramente da rintracciare nell'odiosissima, davvero insopportabile Katejina Loos), ricordando in ogni occasione che se c'è qualcosa di bello che può finire distrutto, questo succederà di sicuro. Da questo punto di vista si potrebbe dire che Victory Gundam è anche un po' stucchevole per via dell'assoluta prevedibilità delle morti che, siano di comprimari o di antagonisti, vengono sempre preannunciate da un maggior approfondimento dato a quel determinato personaggio a inizio puntata, unico momento in cui trova un minimo di caratterizzazione per provare a commuovere nel momento della dipartita. Nulla di stimolante per i fan di vecchia data, ma paradossalmente, per quanto sia un titolo che non aggiunge nulla di rilevante alla continuity, Victory Gundam è, come il buon, vecchio Mobile Suit Z Gundam (1985), un altro lavoro non voluto dall'autore che, per qualche strana ragione, risulta davvero irresistibile, un'opera di un non trascurabile livello artistico.
Difficile negare lo stile della sceneggiatura: tutto già visto e banale, ma scritto benissimo e, per metà serie, coinvolgente. Prima della consueta seconda parte, sempre basata su scontri spaziali ripetuti ad nauseam, la serie trova insperato carisma nel variegato numero di suggestive ambientazioni che sono teatro delle battaglie (villaggi di montagna, acquedotti, catene montuose, una pittoresca base di lancio missilistica, etc.), nell'intrigante struttura a flashback dei primissimi episodi (la serie inizia elegantemente in medias res, per poi ricapitolare nelle puntate successive) e nel body count che aumenta inesorabilmente come mai s'è visto prima. Il livello scema brutalmente nella seconda parte, trascinandosi stancamente fino alla fine con i classici, milioni di combattimenti gratuiti e dalle ambientazioni sempre uguali, ma ecco tornare la luce nello scontro finale: trucido come ci si attende, ma reso in un modo fastoso, con insert song commoventi, sofferte dipartite e un triste epilogo capace di ripetere, sembra impossibile, i fasti lirici e strazianti di The Ideon: Be Invoked (1982), assurgendo a una delle migliori conclusioni mai filmate da Tomino. Fortunatamente, dall'inizio alla fine, la resa degli scontri più epici e importanti è perfetta, con una regia e
un senso del pathos di alto livello, e, sempre per tutta la durata dell'opera, è ipnotico e irresistibile il continuo alternarsi di dialoghi e situazioni tipicamente allegre con tutta la cattiveria che si consuma poi
pochi istanti dopo - un esempio su tutti, le soldatesse di Zanscare in
bikini che sparano al Gundam coi bazooka, e questo che le spazza via (polverizzandole in
modo crudelissimo) con una Beam Saber!
Specularmente, a livello tecnico la serie viaggia su livelli molto modesti proprio nella prima parte: le animazioni tendono al medio/basso budget; il chara design di Hiroshi Osaka, per quanto apprezzabile nella sua scelta di tendere al realistico, rinunciando agli stereotipi grafici in voga nel periodo (niente visi appuntiti o sguardi felini, cosa evidentemente richiesta da Tomino visto che lo stesso disegnatore li adotterà invece nel Mobile Fighter G Gundam dell'anno successivo), rivolto ai bambini non particolarmente esigenti13 si rivela assai glabro e anonimo; e il mecha design, coerentemente con la vocazione J-RPG della storia, è pressoché inguardabile nel Gundam "nudista" e nelle unità di Zanscare dalle forme animali. Con l'avanzare della trama tutto migliora nettamente: sia la definizione e la cura nei volti dei personaggi (sempre più particolareggiati), sia la complessità estetica e le forme di tutti i robottoni, nonché che le stesse animazioni. Notevoli invece dall'inizio alla fine le drammatiche tracce sonore di Akira Senjou, mentre bruttine le due sigle di apertura (in compenso eccezionale la prima di chiusura, Winners Forever, trascinante brano rock che non avrebbe sfigurato affatto come opening).
Specularmente, a livello tecnico la serie viaggia su livelli molto modesti proprio nella prima parte: le animazioni tendono al medio/basso budget; il chara design di Hiroshi Osaka, per quanto apprezzabile nella sua scelta di tendere al realistico, rinunciando agli stereotipi grafici in voga nel periodo (niente visi appuntiti o sguardi felini, cosa evidentemente richiesta da Tomino visto che lo stesso disegnatore li adotterà invece nel Mobile Fighter G Gundam dell'anno successivo), rivolto ai bambini non particolarmente esigenti13 si rivela assai glabro e anonimo; e il mecha design, coerentemente con la vocazione J-RPG della storia, è pressoché inguardabile nel Gundam "nudista" e nelle unità di Zanscare dalle forme animali. Con l'avanzare della trama tutto migliora nettamente: sia la definizione e la cura nei volti dei personaggi (sempre più particolareggiati), sia la complessità estetica e le forme di tutti i robottoni, nonché che le stesse animazioni. Notevoli invece dall'inizio alla fine le drammatiche tracce sonore di Akira Senjou, mentre bruttine le due sigle di apertura (in compenso eccezionale la prima di chiusura, Winners Forever, trascinante brano rock che non avrebbe sfigurato affatto come opening).
Alla fine trovo difficile stabilire un verdetto universale: in linea teorica chiunque s'è sciroppato buona parte delle serie precedenti non troverà elementi narrativi di interesse in Victory Gundam. Eppure, vuoi per tutti i suoi gustosi retroscena, vuoi per la sua crudeltà e l'originale analisi femminile, vuoi per il suo splendido finale o le variegate ambientazioni, ritengo comunque l'opera degna di essere vista e apprezzata. Magari, le nuove leve che non hanno mai visto un Gundam prima potrebbero addirittura adorarlo se non conoscono i predecessori. Tomino, nel tempo (e dopo aver rilasciato gli immancabili romanzi che rinarrano in modo diverso la storia, questa volta con ben 5 tomi), dirà di essersi pentito di aver girato un lavoro così misogino14 (nell'intervista, presente nei booklet dell'edizione giapponese dei DVD di Victory Gundam, rincarerà la dose con un "non comprate questi DVD, non è roba da guardare!!"15), arrivando a rinnegarlo "filosoficamente" con la sua successiva opera televisiva Brain Powerd (1998), ma nonostante il suo parere continuo a reputarlo un lavoro davvero molto interessante e uno dei Gundam televisivi più riusciti pur con grossi debiti verso il passato.
Voto: 8 su 10
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FONTI
1 Sito web (in giapponese), http://toro.2ch.net/test/read.cgi/shar/1336141685/. I bassi ascolti sono confermati anche dal saggio "Anime al cinema" (Francesco Prandoni, Yamato Video, 1999, pag. 147)
2 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 229
3 Questi retroscena provengono da Mangazine n. 22 (Granata Press, 1993, pag. 54). Vedere anche pag. 158 di "Anime in TV" (Saburo Murakami, Yamato Video, 1998)
4 Mangazine n. 26, Granata Press, 1993, pag. 7
5 Intervista a Yoshiyuki Tomino pubblicata nella rivista giapponese Newtype dell'aprile 1993 (il pezzo è riportato nella wikipedia inglese di "Victory Gundam")
6 Mangazine n. 22, Granata Press, 1993, pag. 54
7 Pubblicata su "Anime Interviews: The First Five Years of Animerica Anime & Manga Monthly (1992-97)" (Cadence Books, 1997, pag. 11)
8 "Anime Interviews: The First Five Years of Animerica Anime & Manga Monthly (1992-97)", pag. 9
9 Questi retroscena sulla rabbia di Tomino sono riportati nei booklet presenti nei DVD e Blu-Ray giapponesi della serie, tradottimi da Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit) che ringrazio
10 Come sopra
11 Vedere punto 6, a pag. 53-54
12 Vedere punto 9
13 "Anime al cinema", pag. 147
14 Post di Alberto (Alberto Galloni, direttore della linea editoriale manga di Magic Press e autore del dossier "The Day the Earth Stood Still" presente nel manga "Record of the Venus Wars") apparso nel forum Gurendaiz. http://www.gurendaiz.it/forum/index.php/topic/47606-no-dico-5-euro5-euro/?p=779108
15 Qui la scansione (https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBvsILnWcv3mYHBzGi31frcFsI_3UWugwSEoK6tlooBA-pvM60-K0LzcIUCcWcJ9bM45GURyfPMot11a37SurVEyam7B76J2ta7BGn-8fDUbWyzH2BdX4dcXyjMmSRCHntFWpAVBE18OA/s1600/s-IMG_0005.jpg). Traduzione a cura di Garion-Oh
10 commenti:
Uff, che dire. Il finale non mi è piaciuto granchè, anche fin troppo buonista per quanto mi riguarda. Non dirò altro altrimenti scado nello spoiler gratuito. Posso solo dire che il personaggio di Shakhti è il precursore ultrapetulante di Lacus Clyne e (da quanto ho sentito, non avendo visto la serie) Relena Peacecraft (già il cognome è tutto un programma). Un personaggio talmente idiota che non fa niente se non combinare casini che creano ulteriori problemi agli altri personaggi, impegnati per la maggior parte del tempo a salvarle le chiappe. Tomino non doveva proprio avere una gran considerazione per le donne all'epoca.
Il finale può piacere o meno, ma lo trovo crudo e realistico: realistico perchè non è che nella vita reale chi è stronzo deve per forza morire, ma cmq la fine che fa mi sembra tutto fuorchè "felice" XD
Su Shakti concordo, ma vedendo che l'hanno replicata, come giustamente hai detto, su Wing e SEED, penso che un po' tutti i jappi ce l'abbiano un po' con le pacifiste della domenica (anche io XD).
E' la prima volta che sento dire che "Tomino disconosce ZZ", potrei sapere dove l'avete letto?
Non è che lo deducete solo dal remake cinematografico di Z Gundam che di fatto cancellerebbe ZZ e CCA, ma che è solo una visione alternativa di Z?
Perchè Tomino quando ha relizzato CCA ha tenuto conto anche dei fatti avvenuti in ZZ Gundam, quindi non si spiega questa cosa....
Lo ha detto Cavazzoni a Lucca 2010, ero presente pure io, affermando che sia ZZ che Victory è ben poco probabile che possano arrivare perchè disconosciuti da Tomino. Non per nulla, infatti, i film di Z terminano come sappiamo.
Poi a me per primo dispiace questa cosa perché a suo modo li ho apprezzati entrambi, però...
Tanto è vero che ZZ molto probabilmente verrà licenziato negli USA (e chissà, in seguito magari pure in Italia).
Sconsiglio di credere ciecamente a queste affermazioni facilmente smentibili dai fatti.
Non dimentichiamo che Tomino è un genio pazzo e se è stato in grado di riscrivere Z Gundam (in peggio) 30 anni dopo, è possibile che in quei giorni si sia svegliato odiando Gundam ZZ. Però lo ha inventato lui ed in continuity con Z e CCA e tutto l'Universa Century. E non è affatto disconosciuto., come dimostra ampiamente Gundam Unicorn che Tomino stesso ha approvato.
D'altronde la storia non si può cancellare.....
Permettimi di dubitare molto altamente che ZZ uscirà mai negli USA, visto che neppure gundamofficial.com ne riconosce l'esistenza.
Gundam è una saga Sunrise prima che di Tomino, è Sunrise che sta dietro alla produzione di TUTTE le serie gundamiche, SEED, 00, Unicorn, Age e Origin compresi, e Tomino con loro non ha NULLA a che fare, a meno che non mi smentisci con qualche fonte ufficiale. Il regista sembra però avere una certa autorità sulle serie o i film da lui diretti, e se i fatti sono che Cavazzoni ha detto quello che ha detto e, coerentemente con questo, in USA non sono mai usciti ZZ e Victory, non vedo perchè dubitare delle sue parole.
Tanto meglio se è come dici tu, sarei il primo a gioirne, ma i fatti per ora depongono completamente a favore di Cavazzoni.
E invece la pubblicazione di ZZ è una possibilità lasciata trapelare da funzionari Sunrise pochi giorni fa durante una conferenza negli USA.
Qui trovi il link:
http://www.gundamuniverse.it/blog/?p=5520
"- Gundam ZZ approderà negli USA ?? ( la domanda è stata accompagnata da molti applausi di sostegno.)
- Sunrise e Bandai, che hanno fatto una serie di annunci scintillanti, non hanno voluto rispondere, trincerandosi dietro un potrebbe essere possibile"
E comunque non è poi una realtà tanto improbabile se ci pensi, dato che ZZ è il seguito di Z Gundam, e Z negli USA è uscito.
Inoltre Gundam ZZ gode gia di un doppiaggio in lingua inglese, trasmesso su Animax. Trovi gli episodi su Youtube.
Non è che Cavazzoni abbia raccontato una balla, è Tomino che è piuttosto umorale....
Non sapevo fosse stato doppiato in inglese O.O
Beh, allora sono il primo a essere felice di una notizia simile, ti ringrazio dell'info XD
Evidentemente anche Tomino non è immune al fascino dei dollari, se dopo aver moralmente (non dico ufficialmente, ma proprio moralmente) disconosciuto ZZ coi film di Z adesso potrebbe anche aver dato il beneplacito alla pubblicazione della serie in America.
Di nulla, figurati.
E chi lo capisce Tomino?
Ad esempio Gundam Unicorn è pieno di riferimenti a ZZ, eppure Tomino ha approvato la sua realizzazione...
Quindi ZZ in casa Sunrise è considerato canonico, mentre i film di Z evidentemente no.
"Ecco il tuo seguito!!"
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