Pagine

lunedì 15 marzo 2010

Recensione: Armored Trooper Votoms

ARMORED TROOPER VOTOMS
Titolo originale: Sōkō Kihei Votoms
Regia: Ryousuke Takahashi
Soggetto: Hajime Yatate, Ryousuke Takahashi
Sceneggiatura: Yoshitake Suzuki, Jinzo Toriumi, Soji Yoshikawa, Ryousuke Takahashi
Character Design: Norio Shioyama
Mechanical Design: Kunio Okawara
Musiche: Hiroki Inui
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 52 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1983 - 1984


Astragious History, anno 7213: dopo un breve periodo di tregua, ricomincia, implacabile, il plurisecolare conflitto bellico tra la Confederazione Gilgamesh e l'Unione di Balarant. Durante una missione segreta nell'asteroide Lido, il taciturno soldato Chirico Cuvie, della potentissima milizia speciale Red Shoulder di Gilgamesh, scopre che nella sua stessa fazione si sta illegalmente costruendo una minacciosa arma da guerra: un super soldato artificiale. La scoperta costa cara al ragazzo, che, radiato dall'esercito dietro pretesto di spionaggio, si trova successivamente pedinato non solo da entrambe le fazioni, ma anche dall'Organizzazione Segreta dietro lo sviluppo del Soldato Perfetto.

Armored Trooper Votoms è, al di dell'eventuale riuscita o meno di trama e personaggi, sicuramente uno dei lavori di cui tenere conto nel momento di tracciare un percorso evolutivo dell'animazione robotica. La base teorica del Robot Realistico, come risaputo, la partorisce Yoshiyuki Tomino nel 1979 con Mobile Suit Gundam, dove i classici giganti di ferro giapponesi diventano, rispetto ai predecessori nagaiani, mere armi da guerra prodotte in serie dall'esercito, prive di inverosimili super-poteri, create da una tecnologia coerente nel contesto e che necessitano di ampie riparazioni dopo ogni battaglia; addirittura, in quanto semplici armi belliche, è previsto che vengano sostituite da modelli più evoluti ed esteticamente sono tutto fuorché agghindiate da orpelli, trovando invece un design molto glabro. Non bisogna però dimenticare come solo alcune delle unità della serie (gli Zaku e i GM) corrispondono a quest'avveniristica innovazione, mentre quella protagonista, l'RX-78-2 Gundam, rimane spropositatamente superiore ai suoi nemici. Nel 1981, con Fang of the Sun Dougram, Ryousuke Takahashi perfeziona i concetti di Tomino creando un dramma di guerra ancor più sofisticato nel background militare/politico, ancora più realistico nel design dei robottoni, ancor più verosimile nell'eroe di metallo sempre più debole e smitizzato, ma quest'ultimo rimane sempre invincibile e inverosimile rispetto ai suoi realistici avversari. Finalmente, nel 1983 è con Votoms che la filosofia trova concreta applicazione: Ryousuke Takahashi realizza la prima serie televisiva mecha unanimamente considerata Real Robot. Nascono gli Armored Trooper Votom ("Votom" è l'acronimo di "Vertical One-Man Tank for Offense and Manoveurs"), evoluzioni umanoidi dei carri armati (per quanto, nei piani degli sponsor, dovrebbero ricordare più che altro delle jeep1), alti "appena" 4 metri e monoposto, privi di propulsori che permettono di volare o spiccare ampi balzi, credibili (ovviamente nella finzione del mondo immaginario) nei meccanismi tecnologici che ne garantiscono il potenziale e soprattutto non invincibili, subito rimpiazzabili da altri nel caso vengano seriamente danneggiati in una battaglia. Insomma, armi da guerra schiette e senza fronzoli, prive di connotati eroici, divini o giustizieri, da non inquadrare in altro modo se non come mero strumento usa e getta privo di anima. Addirittura, Votoms è la prima serie robotica dove nel titolo stesso manca il riferimento a qualsiasi unità "particolare" (la "s" finale sottointende ovviamente il plurale), a testimonianza di una concezione mecha basata su modelli tutti uguali e nessun "super-prototipo" diverso dagli altri. Takahashi la sapeva evidentemente lunga quando diceva che per lui il successo di una serie robotica si misura in base al ruolo concreto dei robottoni nella storia2, che siano verosimili nel contesto nel loro mondo3.

Gli iconici Votom sono esoscheletri dal design semplice e carismatico che, in animazione, lasciano un'impressione estetica tra le più memorabili: la serie tecnicamente è tra le più impressionanti di tutti gli anni '80, surclassa ancora oggi buona parte di quelle odierne. La fluidità delle animazioni nei combattimenti tra AT è così incredibile da avere del miracoloso, fa cadere la mascella mantenendo inalterata, per tutta la durata della serie, l'idea di visionare una titolo televisivo con un budget da lungometraggio cinematografico. Nessun riciclo, nessun fotogramma o sequenza ripetuti: con i suoi robot che sfrecciano e si danno battaglia in ampi scenari futuristici, attraverso un susseguirsi di corpo a corpo, sparatorie, lanci di missili e slalom (gli AT si muovono spinti da dei pattini, con movenze che ricordano quelle di sciatori), sembrando degli autentici soldati in guerra (come appunto se li immagina il regista4) più che macchine, Votoms rappresenta uno degli apici dell'arte animata. La confezione di Sunrise è stupefacente e fa risaltare a livelli estremi la cura per il dettaglio meccanico dei mecha di Kunio Okawara (si possono vedere le singole viti e giunture anche nelle scene in movimento!).


Votoms rappresenta senza dubbio uno spettacolo tecnico assoluto, ed è proprio insolito come, a fronte di una tale meraviglia capace di esaltare qualsiasi potenziale spettatore, l'esposizione della trama abbandoni facili stilemi spettacolari per proporre, invece, un approccio ancora più distaccato che in passato ai suoi contenuti, inaugurando quello che, con questa serie, diventa il marchio di fabbrica del regista, un limite o un pregio a seconda di come la si pensi a riguardo: parlo del suo modo estremamente lento e pachidermico di raccontare la storia. Indubbiamente per Takahashi la direzione asciutta e posata, molto d'autore, e i dialoghi corposi e verosimili, già eredità di Dougram, assurgono a importante segno di distinzione; in quest'opera le due cose si fanno ancora più estremizzate, non conciliandosi minimamente con un tipo di intrattenimento popolare. Questo, per molti, potrebbe già rendere impossibile guardare la serie, già di partenza "difficile" coi suoi disegni funzionali e per nulla attraenti (probabilmente anche questa un'idea voluta per esigenze di realismo), ma appunto, anche molto, molto verbosa, dal ritmo apatico e priva di una regia emozionale. Come se questo non bastasse, per lo stesso protagonista Chirico è arduo provare simpatia o interesse, solitario, stoico e taciturno com'è (nonostante la sua sia comunque un'eccellente caratterizzazione). L'importanza dell'opera è palese, eppure è proprio questo suo estremo realismo - che la rende, paradossalmente, così bella e iconica - a rappresentare un deterrente alla visione per molti, quell'elemento capace di distruggere alla radice la filosofia su cui si è sempre improntato il genere robotico, spogliandolo di ogni residua connotazione epica o eroica, da ogni senso di meraviglia. Con Votoms e lavori successivi, infatti, Ryousuke Takahashi si guadagna l'appellativo di "sovrano del Robot Realistico" in primis per l'assenza di altri contendenti, l'unico regista a seguire un trend votato simbolicamente alla de-sacralizzazione di un genere, che, per essere coinvolgente, necessita per forza di qualche iniezione di spettacolo, di uno stile registico non proprio di tipo documentaristico.

Sicuramente, Votoms ha delle carte fortissime da giocare e per cui merita pienamente la visione: oltre la cura tecnica eccezionale (davvero impossibile farsene un'idea senza aver visto almeno il primo episodio), la sua storia, adulta, oscura e ossessiva, è davvero memorabile, coniugando in modo impeccabile avanzatissimi scenari hi-tech à la Blade Runner (1982) con tematiche di war drama e addirittura misticismo (impossibili da anticipare), facendosi al contempo portavoce di mature riflessioni su problematiche universali come la solitudine e le ferite psicologiche provate dai reduci di guerra come Chirico ("in Votoms volevo rappresentare il dramma di un individuo e i robot come semplici strumenti"5). La lunga odissea solitaria dell'eroe in giro per pianeti dell'universo, alla ricerca di indizi sul Soldato Perfetto, sull'entità che governa l'Organizzazione Segreta, e su Fyana, il super-soldato di cui è innamorato, è davvero epica nel tratteggiare il cammino di un piccolo uomo che, per trovare le sue risposte, non esista a rischiare ripetutamente la vita imbarcandosi in avventure ed esplorazioni durante eventi immaginari di grande portata storica in quell'universo narrativo, costretto a dare il suo personale contribuito (volontario o meno) in guerre civili locali, battaglie urbane tra bikers dentro cupe metropoli sotterranee, lotte clandestine fra AT (fortemente ispirate dal film L'ultimo buscadero di Sam Peckinpah, 1972, da cui Takahashi partorisce l'idea di armi da guerra usate nei conflitti del passato riutilizzate, nei momenti di pace, in campi di battaglia diversi6), scontri con culti religiosi del deserto... Non c'è limite alla fantasiosa varietà di situazioni create dagli sceneggiatori a danno dell'eroe, ottimamente rappresentata dalle ambientazioni diversissime fra loro e molto suggestive che fanno da sfondo agli avvenimenti della storia, racchiusa in quattro archi narrativi (idea venuta al regista in base alla precisa richiesta dello sponsor Takara di dare più enfasi all'impatto visivo, rispetto alle ambientazioni perennemente desertiche e montuose di Dougram7). Bello anche apprendere che è stato Tomino a consigliare a Takahashi di sviluppare il tema dell' "odissea dell'uomo solitario", quando il secondo non aveva idea se usare questo o fare di Votoms un banale remake di Gundam con gli AT8. L'ottima cura figurativa negli scenari della storia regala, quindi, svariate delle più evocative battaglie mai viste in animazione, in cui rivivono, reinterpretati con robot, scorci delle più belle pellicole di guerra (bellissimo l'arco narrativo ambientato nella giungla di Kummen, dove mercenari e guerriglieri si danno battaglia in acquitrini, torrenti e montagne ricreanti alla perfezione gli ambienti e le atmosfere del conflitto in Vietnam a cui il regista è ispirato, o anche una certa battaglia su architetture di un lontano passato sospese nel vuoto).

In aggiunta a questo, il background politico, militare e religioso è, come ai tempi di Dougram, molto curato, e azzeccati colpi di scena, un intenso impianto drammatico e un finale molto poetico simboleggiano in modo definitivo la grande bontà del soggetto. Bisogna perciò prepararsi ad accettare, per godersi tutto questo, un lentissimo ritmo narrativo che più di una volta pesa come un macigno, un esorbitante numero di episodi riempitivi e un numero sinceramente eccessivo di puntate: alla luce di questo, chi legge capirà perché Votoms, all'epoca, non fu affatto un successo di share (la serie, col suo misero 3.96%9,  è salvata dall'interruzione grazie alle immancabili, eccellenti vendite di modellini10 sviluppati da Takara), e che, anche visto oggi, potrebbe non essere la visione più facile del mondo nonostante le sue innegabili qualità.


Creatore di un nuovo, vasto universo narrativo grazie ai successivi, numerosi OVA che ampliano la storia, il cult di Ryousuke Takahashi si merita ampiamente la sua bella notorietà e rappresenta un potenziale capolavoro per gli amanti del genere, ma non c'è da stupirsi se qualcuno lo abbandonerà, se più di qualcuno non si sentirà coinvolto dalla storia quanto con altri robotici d'autore di quegli anni: da Votoms in poi, buona parte dei lavori di Ryousuke Takahashi non sarà più usufruibile da tutti.

Voto: 8 su 10

PREQUEL
Armored Trooper Votoms: Red Shoulder Document - Roots of Ambition (1988; OVA)
Armored Trooper Votoms: Pailsen Files (2007-2008; serie OVA)
Armored Trooper Votoms Pailsen Files: The Movie (2009; film)
Armor Hunter Mellowlink (1988-1989; serie OVA)

SIDE-STORY
Armored Trooper Votoms: The Unknown "Red Shoulder" (1985; OVA)
Armored Trooper Votoms: Battle of the Heterogeneous Species (1986; OVA)
Armored Trooper Votoms: Case; Irvine (2010; OVA)

SEQUEL
Armored Trooper Votoms: The Heretic Saint (1994; serie OVA)
Armored Trooper Votoms: Alone, again (2011; OVA)
Armored Trooper Votoms: Phantom Arc (2010; serie OVA)


FONTI
1 Parti salienti di un'autobiografia di Kunio Okawara, tradotti su 4chan alla pagina https://desuarchive.org/m/thread/14468515/#14469981
2 Intervista a Ryousuke Takahashi pubblicata in "Anime Interviews: The First Five Years of Animerica Anime & Manga Monthly (1992-97)" (Cadence Books, 1997, pag. 165)
3 Come sopra
4 Volume 2 di "Record of the Venus Wars", "The Day the Earth Stood Still", Magic Press, 2009
5 Vedere punto 2, a pag. 167
6 Vedere punto 2, a pag. 165-166
7 Intervista/discussione con Takahashi, pubblicata nella pagina web http://www.forbes.com/sites/olliebarder/2016/09/06/ryosuke-takahashi-on-directing-anime-and-how-his-works-have-defined-mecha-for-over-three-decades/#556598907c73
8 Come sopra
9 Pagina web, http://peace.2ch.net/test/read.cgi/shar/1387554536/
10 Pagina web, http://www.pelleas.net/aniTOP/index.php/votoms

10 commenti:

  1. La sto guardando, sono arrivato all'episodio 28.
    Spettacolare!!! Non mi stupisce che Sunrise abbia voluto proseguire il brand anche di recente (seppure con risultati abbastanza scadenti), vista la profondità di questo titolo.

    Per l'ennesima volta trovo la conferma che negli anni 80 gli anime avevano gia detto di tutto e di più. Molti robotici moderni messi a confronto con questa opera, ne escono ampiamente con le ossa rotte.
    Malinconica e riflessiva, con dialoghi pieni di spunti interessanti. Forse Votoms è l'unico vero "concorrente" di Gundam.

    Dopo Votoms vorrei riuscire a recuperare altre opere di Takahashi, come Dougram e Layzner. Peccato non esistano ancora sub ita. Peccato soprattutto che non nascano gruppi di fansubber che si occupino SOLTANTO di opere inedite del passato. Poichè alcune meritano davvero molto, ed è decisamente inconcepibile che gli italiani (sia appassionati che editori) non vogliano (ri)scoprirle e diffonderle.


    RispondiElimina
  2. Già non c'è più mercato per gli anime moderni tutti sbrillucciosi, figurati per le perle "vintage" degli anni '80. Ahimè non c'è proprio futuro per tutti quei capolavori del passato.
    Il mio consiglio, umano, è di rassegnarti a guardare quelle opere (e magari Legend of the Galactic Heroes che per è il top assoluto di sempre) in inglese. Dougram è ostico, ma Layzner ad esempio non ha nulla di complicato.

    RispondiElimina
  3. Non tutto è perduto però.
    So che di Dougram e Layzner le release sub ita erano state cominciate...poi interrotte però! E nessuno che ne abbia preso l'eredità. Non arrivo a capirne la ragione...
    Al contrario, stanno subbando in italiano Gasaraki dello stesso autore di Votoms.
    Speriamo che qualcuno riprenda anche Dougram e Layzner....e magari facessero anche LOTGH!

    Il mio problema coi sub è che mi fanno venire sonno, e se sono in inglese....ancora peggio! XD

    RispondiElimina
  4. Se posso inserirmi nella discussione (le cui opinioni mi sento di condividere, soprattutto l'ultimo capoverso del primo post di Gundamaniaco), direi che il massimo sarebbe se qualcuno si ricordasse di Dougram.

    Nell'insieme, Layzner non si rivela essere indispensabile... mentre in Dougram Takahashi ci ha messo tutto se stesso.

    RispondiElimina
  5. Dougram concordo pure io che è l'apice di Takahashi. Un autentico capolavoro dimenticato da tutti.
    Layzner per me rimane comunque la sua seconda migliore opera, la più accessibile al grande pubblico e anche la più emozionante e coinvolgente, mi è piaciuta pure più di Votoms.

    RispondiElimina
  6. Mi state facendo venire voglia di recuperare entrambe....ma dannazione i sub inglesi mi fanno calare la palpebraaaa!! Fansubber italiani fate qualcosaaa!! XD

    RispondiElimina
  7. Ok, dico la mia anche su Votoms! :-) Io confesso che in generale non l'ho trovato lento. Secondo me però ha una partenza lenta: il primo arco è vagamente ripetitivo, con il trio di simpatici cialtroni prima cerca di approfittarsi di Chirico, poi si pente e decide di aiutarlo, poi forse ci ripensa di nuovo etc. Comunque mi ricordo che l'avevo trovato una bella vacanza dal modo consueto di fare queste cose, in cui i personaggi si prendono al volo e di lì in poi sono come fratelli. Per il resto, splendidi la guerriglia nella giungla, il pianeta dei mercenari, Ypsilon, la co-protagonista femminile... e il mecha design ha un carisma senza tempo! Forse l'unica serie robotica che consiglierei a chiunque, da guardare dopo la trilogia cinematografica di Gundam.

    RispondiElimina
  8. Bravo Emilio, ottima disamina. Condivisibile.

    Votoms è davvero un gran bella serie, e mi spiace che molta gente che abusa dei vari Gundam non la conosca nemmeno.
    Ho trovato anche interessanti i relativi tre OVA sempre risalenti agli anni '80, che svelano ulteriori retroscena sulla storia personale di Chirico e che trovate recensiti anche da Jacopo in questo sito.

    RispondiElimina
  9. C'è il Fansub AnimeShinigami che sta recuperando serie vinitage com Layzner, Tobikage e Dorvack

    RispondiElimina
  10. Una serie eccezionale, anche se molto cruda e brutale, che prosegue la tradizione dei real mecha inaugurata da Tomino con Gundam 0079.
    La citta di Uoodo come detto da Takahashi nell'intervista a Forbes è ispirata a Blade Runner...davvero bellissima...trasmette quell'angoscia tipica degli scenari cyberpunk.
    In generale penso che Votoms e Dougram siano 2 delle migliori serie uscite negli anni 80 (assieme ad Ashita no Joe 2 e Maison Ikkoku, ad esempio), assolutamente da recuperare per tutti gli amanti del genere.
    Layzner è meno complessa a livello di dialoghi, ed alterna buone cose a qualche idea riciclata.

    RispondiElimina