lunedì 23 luglio 2012

Recensione: Horizon in the Middle of Nowhere

HORIZON IN THE MIDDLE OF NOWHERE
Titolo originale: Kyōkai Senjō no Horizon
Regia: Manabu Ono
Soggetto: (basato sui romanzi originali di Minoru Kawakami)
Sceneggiatura: Tatsuhiko Urahata
Character Design: Satoyasu (originale), Kanta Suzuki, Shinya Nishizawa, Tomoyuki Fuji, Yukiko Aikei
Mechanical Design: Hiroyuki Taiga, Takumi Sakura, Tomohiro Kawahara
Musiche: Tatsuya Katou
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2011


Inventiamo un gigantesco cast di guerrieri dotati di assurdi poteri che sembrano provenire dal più bizzarro dei picchiaduro, e inseriamoli in un futuristico Giappone feudale rinominato Estremo Est, spartito per l'occasione da numerose potenze straniere. Perché il Paese del Sol Levante ha subito questa sorte? Non si riesce a capire, troppo confusionario e complicato: nel 2008 nasce così la serie di light novel Kyōkai Senjō no Horizon. Una saga letteraria, attualmente giunta al traguardo di 10 volumi, molto amata tanto che, nel 2011, Sunrise le dedica un adattamento animato, ottenendo un successone tale da aprire già le porte a un seguito che prosegue la trasposizione.

Una versione animata che, sembra, è molto fedele al materiale d'origine, tanto che anche nel corso di questi 13 episodi non si capisce più o meno nulla della trama. È già sovraumano orientarsi nell'intricatissimo e mal spiegato background storico (secoli fa l'umanità lascia la Terra per esplorare lo spazio, ma guerre e fenomeni vari - ? - li fanno tornare sul pianeta del tutto privi di memoria delle loro conoscenze tecnologiche -??- : scoprono che, escluso il Giappone, il pianeta è ora inospitale -??? -, e quindi gli stati del mondo se lo spartiscono tutto e affidano la speranza di tornare nello spazio a un programma politico/economico, il Testamento, che guardando indietro nella Storia dell'uomo stabilisce per ogni anno quali scoperte tecnologiche devono essere fatte affinché il progresso li riporti all'apice della tecnologia), figuriamoci districarsi in mezzo a milioni di nomi, spartiti tra gli studenti dell'accademia volante - ???? - Musashi, dove risiedono i protagonisti, e i feudi nemici. Un casino impressionante, che invece di venire svelato e spiegato con cura, viene dato tutto per scontato dall'autore originale e, di riflesso, da Sunrise, usando con nonchalance terminologie tecniche e geografiche che sembrano geroglifici, come le regole dei combattimenti (i guerrieri sono riforniti dei loro poteri da veri e propri server che si materializzano nell'aria, quasi fossimo in una società cyberpunk à la Ghost in the Shell), il riferimento a Realtà Parallele che sembrano materia da tutti i giorni e via così. Abbandonata ogni speranza di comprendere le regole del mondo di Kawakami, ci si può solo concentrare nel carisma dei personaggi e nelle favolose scene d'azione, artefici principali del gran successo di Horizon.

Gli studenti/guerrieri dell'istituto Musashi, i protagonisti, trasudano grinta assoluta, data dal loro abbigliamento, dai look stravaganti, dalle personalità estremizzate. Sontuosa opera di chara design. Memorabile sopratutto il demenziale protagonista Aoi Tori, il palpatore folle amante degli eroge, che in un modo o nell'altro finisce col ritrovarsi quasi sempre nudo come un verme davanti a tutti. Poco importa se nessuno di loro ha un passato da raccontare o delle motivazioni importanti dietro le proprie azioni, presentati come li conoscessimo da sempre: sono i super poteri a parlare per loro, a creare caratterizzazione. Se i primi episodi si limitano a presentare, senza riuscirci minimamente, il mondo geo-politico di Horizon, successivamente, dopo un certo avvenimento, l'intreccio si fa molto più lineare, con Aoi e i suoi compagni di istituto che devono salvare la bella Horizon, cyborg nel quale rivive lo spirito dell'amica d'infanzia del ragazzo dallo stesso nome. È catturata dall'esercito del Papato Italiano, alleato con quello spagnolo, che intendono costringerla al suicidio per un incomprensibile tornaconto politico (spiegato male, in linea con lo spirito della serie), ed è così che scoppia un conflitto militare tra le due forze. Inutile prendere sul serio le atmosfere di guerra, dove non muore nessuno e si affrontano col sorriso sulle labbra e dialoghi da serie B samurai, super tettone, robot giganteschi, blob rossi, ninja, diavoli dell'inferno e ogni altra incarnazione proveniente dal picchiaduro più grottesco, l'importante è il come combattono, perché Horizon è sinonimo di mazzate piene di inventiva. 


Non trovo altro modo nel rendere a parole i magnifici combattimenti di questa serie, dove lo spettatore è perennemente meravigliato da streghe che volano in groppa a scope cibernetiche che sparano raggi, astronomi che usano attacchi gravitazionali, duelli di oratoria diplomatica, economisti che mentre combattono acquistano in tempo reale zone del campo di battaglia per sfruttarle contro il nemico, danzatrici erotiche e ogni altro genere di coreografie di grandissima originalità, che non finiscono mai di stupire per ingegno. Scontri esaltati da una regia funambolica e animazioni grandissime, frutto del sontuoso budget riversato nella produzione, senza dimenticare una colonna sonora scanzonata che dispensa anche insert song dolci e commoventi. Un'autoriale presa in giro dove conta puramente l'azione rispetto alla trama, ma proprio in virtù di questo Horizon si presenta, senza dubbio, come una delle migliori visioni disimpegnate del 2011.


Voto: 7 su 10

SEQUEL
Horizon in the Middle of Nowhere II (2012; tv)

2 commenti:

OMEGA_BAHAMUT ha detto...

Diciamo che sul voto finale io ci vado molto cauto (anche perchè voglio vedere questa seconda stagione come farà evolvere le cose), anche se di fondo condivido il fatto che si debba andare oltre (per questa volta) anche a fattori che normalmente sarebbero critici per qualsiasi serie...

... se posso fare un paragone un po' azzardato, immergermi nell'universo di Horizon mi ha ricordato motlo la prima volta che mi sono avvicinato ad Ikkitousen: decine e decine di nomi, personaggi a gogo, riferimenti a particolari eventi... quello che io definisco un anime non per tutti insomma.
Mi piacciono molto i combattimenti in stile "vario", un po' come succede per Medaka Box (manga).

Per il momento insomma, giudizio positivo, ma di strada ne ha da fare su alcuni punti.

Ps: sui fansub, anche qui in italia c'è un gruppo abbastanza ferrato sull'anime in questione, che rilascia assieme agli ep anche delle utilissime note su tutte le terminologie e gli avvenimenti del mondo di Horizon.

Jacopo Mistè ha detto...

Puoi anche scriverlo il nome del gruppo, finché rimaniamo nell'ambito delle serie non licenziate in Italia ;)

Comunque per Horizon vale lo stesso discorso di Ikkitousen: frega una mazza della trama incomprensibile, voglio azione/tette. Se Sunrise me li fornirà di nuovo, cosa alquanto probabile, di sicuro anche la second season mi piacerà tanto quanto questa :D

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità e pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001 n. 62. Molte delle immagini presenti sono reperite da internet, ma tutti i relativi diritti rimangono dei rispettivi autori. Se l’uso di queste immagini avesse involontariamente violato le norme in materia di diritto d’autore, avvisateci e noi le disintegreremo all’istante.