lunedì 6 gennaio 2014

Recensione: Steins;Gate The Movie - Loading Area of Déjà vu

STEINS;GATE THE MOVIE: LOADING AREA OF DEJA VU
Titolo originale:
Gekijōban Steins;Gate - Fuka Ryōiki no Dejavu
Regia: Kanji Wakabayashi
Soggetto: (basato sul videogioco originale di 5pb & Nitroplus)
Sceneggiatura: Jukki Hanada
Character Design: huke (originale), Kyuuta Sakai
Musiche: Takeshi Abo
Studio: WHITE FOX
Formato: film cinematografico (durata 90 min. circa)
Anno di uscita: 2013


Accontentare critica e pubblico è sempre cosa di difficile approccio, facile spesso ricalcare situazioni e divertimenti senza troppo impegno per dare ai fan quell’“ancora di più” di prevedibile richiesta al termine di un’opera completa e chiusa ma di così piacevole intrattenimento e compagnia da soffrirne inevitabilmente la mancanza al termine. La qualità di Steins;Gate (2011), al di là dell’intelligente meccanismo fantascientifico e delle brillanti trovate sui viaggi nel tempo, stava tutta nel gioco dei personaggi, figure dalla spiccata personalità con cui affezionarsi nel giro di una manciata di episodi, chiaro quindi che l’idea di un sequel è in questo caso ipotesi affrontata con gran sorriso, impossibile sottrarsi al fascino di una nuova storia avente per protagonisti la scalcagnata truppa scientifica capitanata dal mad doctor Rintaro Okabe, e difficile sicuramente rimanere delusi dato il ritrovare il team degli autori quasi al gran completo.

La scelta di un film cinematografico è ideale, ben venga un maggior battage pubblicitario e una storia compressa in 90 minuti, è situazione differente che funge allo stesso tempo da omaggio, celebrazione e, appunto, seguito. Ambientato poco dopo gli avvenimenti della serie, Loading Area of Déjà vu rimette insieme il gruppo ma ne cambia l’effettivo protagonista con mossa giusta ed esemplare: a essere in pericolo questa volta è proprio Rintaro, che scompare e riappare senza controllo tra le linee temporali visitate in passato, e a rincorrerlo e salvarlo tocca a Kirisu, in una classica corsa contro il tempo nel mezzo di strambi paradossi e malinconica simpatia.

Lo stile frizzante e il ritmo saltellante vengono mantenuti con la stessa forza della serie, la velocità con cui le illogiche alterazioni temporali investono i protagonisti è scandita da una regia intelligente che pone molta attenzione alle inquadrature ricche di particolari, a un dinamismo fatto paradossalmente con personaggi spesso fermi a dialogare, e per quanto sia meno raffinata rispetto all’opera madre ne conserva comunque quello spirito stramboide che in fondo identifica l’anime tutto. Inalterata è ovviamente anche l’ironia sprigionata da caratterizzazioni di ferro che, pescando a piene mani dai cliché dall’animazione (la tsundere, la moe, l’otaku), mantengono quella semplice ma potente espressività, quella naturale e quotidiana simpatia temprate in 25 episodi e qui riproposte con quella piccola aggiunta che vivacizza maggiormente tutti quanti (la furbata amorosa di Daru, il passato di Shiina, il legame tra Kirisu e Rintaro).

 

In una buona conferma di animazioni (il livello, per quanto televisivo, rimane sempre alto per l’importanza data ai dettagli), musiche (insopportabili le lunghe litanie tra lounge e low elettronica, ma il resto è molto dolce e delicato) e chara (personale, non bellissimo, eppure per me irresistibile), ciò che viene meno è probabilmente la trama: priva di una naturale e lunga episodicità la lentezza machiavellica di Steins;Gate non può emergere appieno, e infatti Hanada escogita un intreccio curioso e con uno splendido, splendido finale che chiude in maniera ancora più completa e commovente la vicenda complessiva, ma è forse un poco sbrigativo nell’alternare le ricerche temporali di Kirisu alla quotidianità del club, si concentra chiaramente su di lei e su Rintaro e ritaglia uno spazio inevitabilmente minore per tutti gli altri, privando l’opera di quella sua colorata e stravagante complessità, ma ciò non toglie il solito ottimo lavoro dialogico e una narrazione sempre coerente tanto nella sua serietà e quanto nelle sue parentesi più strampalate.

Voto: 7 su 10

PREQUEL
ChäoS;HEAd (2008; TV)
Steins;Gate (2011; TV)

SEQUEL
Robotics;Notes (2012; TV)

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