martedì 15 dicembre 2009

Recensione: The Ideon (Bilogia cinematografica) (A Contact; Be Invoked)

THE IDEON (BILOGIA CINEMATOGRAFICA)
Titoli originali: Densetsu Kyojin Ideon - Sesshoku-hen; Densetsu Kyojin Ideon - Hatsudō-hen
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Arata Koga, Hiroyasu Yamaura, Kenichi Matsuzaki, Sukehiro Tomita, Yuuji Watanabe
Character Design: Tomonori Kogawa
Mechanical Design: Submarine (Yuichi Higuchi), Kunio Okawara
Musiche: Koichi Sugiyama
Studio: Sunrise
Formato: serie di 2 lungometraggi cinematografici (durata film 92 min. circa)
Anno di uscita: 1982


Anno 2300: dopo aver rinvenuto nel sottosuolo del pianeta Solo una gigantesca astronave e un robot componibile, risalenti ai preistorici tempi della Sesta Civiltà, una spedizione archeologica terrestre subisce l'attacco di una bellicosa razza aliena, il Buff Clan. Gli aggressori sono intenzionati a riappropiarsi del robot che riconoscono come Ideon, il corpo materiale della loro divinità, l'Ide. Coinvolti in questa guerra improvvisa, i terrestri iniziano una lunghissima fuga nello spazio, usando l'enigmatico vascello per spostarsi da un pianeta all'altro, e le capacità belliche dell'Ideon per difendersi dai quotidiani assalti nemici. Ma il reale potenziale del robot, che si scopre presto essere senziente, è assai maggiore - e ben più pericoloso - di quel che sembra...

Il 30 gennaio 1981 la depressiva, suggestiva serie televisiva Space Runaway Ideon (1980) subisce, come Mobile Suit Gundam  (1979) e il contemporaneo Baldios il guerriero dello spazio, un'infamante chiusura anticipata da parte dello sponsor Tomy, col finale affidato a una mal riuscita sintesi raccontata negli ultimi quattro minuti dell'ultimo episodio. Il destino è stato troppo ingeneroso verso le serie robotiche più belle di quegli anni, tutte e tre penalizzate perché evidentemente discostatesi troppo dall'ortodossia del genere. Si giunge quindi ai lungometraggi conclusivi. L'enorme successo del primo film della trilogia cinematografica (1981-1982) di Gundam convince Sunrise della possibilità di riabilitare serie sfortunate contando sull'aiuto delle sale; questo non accadrà a Ideon (nessuna grande riscoperta commerciale), ma almeno l'opera riesce a trovare un vero finale, grazie a un doppio adattamento filmico che lo studio produce insieme a Sanrio Film. Le due pellicole, affidate sempre a Yoshiyuki Tomino, escono insieme nelle sale il 10 luglio 1982, in una lunga doppia proiezione1.

La prima, The Ideon: A Contact, è pensata per riassumere in appena 85 minuti le prime 32 puntate televisive. È facilmente intuibile come l'approccio scelto all'epoca sia stato quello di ripresentare la storia nel modo più lineare e conciso possibile, riassumendo con sufficienza le caratterizzazioni e le relazioni interpersonali del cast ma al contempo eliminando quasi del tutto gli avvenimenti che li riguardavano. Il risultato di fondo, a guardarlo oggi, rimane comunque decente: anche se spariscono una moltitudine di fatti e avventure, anche se diversi attori da ben caratterizzati diventano tapezzeria e anche se le pochissime vicende vissute dal cast in questo film sembrano suggerire che la loro non sia stata poi tutta questa lunga, terrificante e snervante fuga in giro per tutto l'universo, la sintesi scorre via chiara e coincisa; A Contact si lascia guardare con un certo piacere senza neanche provare a porsi come alternativa alla visione dell'originale, limitandosi a rinfrescare la memoria al suo pubblico. Seppur breve, il film è coerente e valido, e le diverse modifiche operate all'intreccio originale (personaggi presentati o uccisi in modi, tempi e luoghi alternativi) sono sufficienti a dare una parvenza di novità, anche a dispetto di un'aggiunta veramente esigua di animazione inedita (circa 5 minuti). A Contact non ha quasi nulla di ciò che ha reso grande la serie madre ed è una visione che oggi i più sorvoleranno senza problemi fiondandosi sul film successivo, ma rimane comunque un gradevole riassunto.



È nel successivo The Ideon: Be Invoked che la storia trova la sua consacrazione e dimensione finale: quella di un capolavoro fondamentale della Storia dell'animazione robotica, forse il più importante titolo di sempre nel genere. Il suo lascito è uno stato d'animo a metà fra shock, commozione ed estasi: è l'effetto di un finale potentissimo, capace di mescolare con armonia pugni allo stomaco e poesia pura. Esaurita la sintesi televisiva nei primi 28 minuti di girato (e con numerose modifiche e animazioni nuove), Tomino rilegge i quattro minuti finali della puntata 39 in modo sontuoso, narrando come ulteriori disgrazie, morti e pazzie omicide inghiottano entrambe le fazioni per traghettarle verso un'ultima, sanguinosa battaglia sprizzante odio. La conseguenza di questo, già ravvisabile dal titolo, non può che essere l'Apocalisse temuta da tutti, fatta di una cattiveria senza pari (appena mitigata da una nota speranzosa nel finale, bellissima e toccante per quanto imposta da Sunrise e non voluta dal regista2): solo nella morte l'individuo trova la pace e la comprensione con il 'diverso', negati in vita dai crudeli meccanismi sociali; forse un giorno, grazie ai poteri dell'Ideon che sente di poter dare una nuova speranza all'Uomo, l'umanità avrà una occasione di riscattarsi.

La potenza espressiva, narrativa e cinematografica di Be Invoked è fuori discussione: è un film duro come un mattone sui denti, depressivo, adrenalinico, devastante, la migliore conclusione che si potesse dare a Ideon visto che sfrutta al 100% le potenzialità del suo soggetto. Impressiona in special modo la potenza evocativa delle immagini: l'ultima ora di girato è animata da zero con un alto budget, e lo si nota chiaramente nella cura estrema delle animazioni, nella sofisticata complessità dei mecha e nelle lunghissime, distruttive battaglie rappresentate, fonti di memorabili suggestioni. Con giochi di luci e immagini live, la regia di Tomino è all'apice della creatività, conferendo senso e caratterizzazione agli sventurati attori con pochi secondi di inquadratura, con dialoghi indovinati che donano ritrovata personalità a un cast enorme. Nella sadica carneficina finale, la morte dei personaggi non scade mai nella teatralità gratuita, a ognuno di loro viene riservato il giusto spazio per soffrire e far soffrire lo spettatore, in un crescendo di pura, genuina commozione: se è facile emozionarsi all’apparizione ectoplasmatica di Gije, primo momento toccante della pellicola, diventa poi impossibile non sentirsi stringere il cuore per la spietata crudeltà riservata a ogni membro del cast e per la successiva, inaspettata, sognante meraviglia poetica conclusiva, quindici minuti visionari che catapultano Tomino, come se ce ne fosse ancora bisogno, nell’Olimpo dei grandi registi. Difficile aggiungere altro su questo lungometraggio che, nell’ultima mezz’ora, artiglia cuore e sentimenti e lascia storditi per ferocia e lirismo, paradossalmente conseguenti e logici; e impossibile è poi uscirne indenni o freddi. Si può solo rimanere a fissare uno schermo colmo di mari e onde simboliche, cullati da una colonna sonora orchestrale che incanta per magniloquenza sinfonica.


Be Invoked è una gemma, destinata non solo a rappresentare, a livello di fabula e idee visive, la più nota fonte di ispirazione per Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion (1997), ma anche il perfetto epilogo a una delle più belle serie animate fantascientifiche di sempre. Dopo aver battezzato con Gundam la nascita del Robot Realistico, con Ideon Tomino e Sunrise applicano le loro innovazioni anche nel classico robottone tipicamente 'Super' e ora, complice il mega-successo commerciale dei film sul celebre Mobile Suit bianco, conquistano il diritto di prendere e mantenere le redini del genere, esplorandone nuove caratteristiche in nuovi progetti, diventando a tutti gli effetti in Giappone LO studio mecha per definizione.

Voto di The Ideon - A Contact: 6 su 10
Voto di The Ideon - Be Invoked: 10 su 10

PREQUEL
Space Runaway Ideon (1980-1981; TV)


FONTI
1 Jonathan Clements & Helen McCarthy, "The Anime Encyclopedia: Revised & Expanded Edition", Stone Bridge Press, 2012, pag. 602
2 Fabrizio Modina, "Super Robot Files: 1979/1982", J-Pop, 2016, pag. 86

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hello. And Bye.

Jacopo Mistè ha detto...

Die.

Francesco Granziera ha detto...

Il mio anime preferito in assoluto. L'avrò rivisto innumerevoli volte... posseggo addirittura i roman album dei due film. Il miglior Tomino di sempre, un'opera che ti rimane dentro per anni e anni.

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